"Bene"/"Male" (P. S. 6)



https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01626.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01627.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01629.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01632.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01641.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01642.html
https://www.ecn.org/wws/arc/movimento/2005-01/msg01708.html

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LO SFRUTTAMENTO POLITICO DI AUSCHWITZ


     Cari compagni,
ho tradotto un articolo importantissimo sull'uso politico dell'Olocausto.
l'autore è Gilad Atzmon un ebreo antisionista nato in Israele ma fuggito da
quel paese dopo la sua esperienza militare nei territori occupati. oggi vive
in esilio a Londra. Noi non possiamo dire un decimo di quello che dice
Atzmon, e invece l'articolo spiega molto bene perchè DOBBIAMO dirlo. Non
dirlo significa fare il gioco della destra americana e della sinistra
parlamentare europea. La lotta antimperialista risulta monca se non si
smaschera l'uso politico dell'olocausto. l'articolo potrebbe completare
l'analisi del Mito della Guerra Giusta di Powels. saluti e buona lettura.
Mauro 



IL MITO DELLA SOCIETA' APERTA


DI GILAD ATZMON*




Sessanta anni dopo la liberazione, Auschwitz è diventato un evento politico
internazionale. Non è una coincidenza e credo che dovremmo fermarci un
momento e chiederci: Perché ora? Perché Auschwitz?
Noi che viviamo in un'epoca tecnologica, troviamo naturale che la maggior
parte dei commentatori giudichino qualsiasi avvenimento analizzandone gli
aspetti positivi, cioè la storia che essi contengono, i fatti su cui
concentrare l'attenzione, il messaggio che se ne trae. Quando si parla di
Auschwitz, si sottolineano solo il numero terrificante delle vittime,
Mengele e i suoi esperimenti, la morte clinica di massa, le camere a gas, i
treni, il famoso Arbeit Macht Frei sul cancello d'ingresso, la marcia della
morte poco prima della liberazione, ecc. E tuttavia, io direi che è per lo
meno altrettanto illuminante esporre  ciò che il racconto di Auschwitz serve
a nascondere. Ogni racconto storico può essere utilizzato come uno schermo
fumogeno; e può diventare uno strumento molto efficace per far affermare la
cecità collettiva. I racconti di Auschwitz e dell'Olocausto, in questo
senso, non sono affatto diversi.

A quanto pare, pur senza impegnarci a rispondere alle molte domande che
minano la validità della versione dell'Olocausto che è attualmente accettata
dalla maggioranza della gente, noi possiamo senza pericolo chiederci a cosa
serva oggi la versione ufficiale dell'Olocausto. Chi ne tragga beneficio.
Abbiamo altresì il diritto di chiedere perché la versione ufficiale
dell'Olocausto viene oggi diffusa tanto ampiamente[1] da diverse e opposte
istituzioni politiche. E' forse il risultato di una propaganda altamente
sofisticata e orchestrata dagli ebrei? Non ne sono più tanto sicuro.

Di primo acchito, la risposta a queste domande è assai semplice, la
devastante immagine di Auschwitz e il Giudeocidio Nazista sono argomenti
autosufficienti per condannare il nazionalismo, il razzismo e il
totalitarismo. All'interno dell'accettata versione ufficiale dell'Olocausto,
ognuna di queste ideologie viene considerata un nemico dell'umanità. Ma poi,
si deve ammettere che non è né il nazionalismo, né il razzismo, né il
totalitarismo che uccisero tanti esseri umani innocenti. Le ideologie non
uccidono, sono sempre gli uomini che uccidono, indipendentemente dalle
ideologie.

Ma la versione ufficiale va un po' oltre, con l'immagine di Auschwitz nel
fondo della nostra mente, i nostri pensatori e politici liberali
dell'Occidente ci descrivono entusiasticamente una visione ingenua della
nostra realtà sociale, presentandoci una semplicistica divisione binaria. Da
una parte c'è la società aperta, dall'altra ci sono i suoi numerosi nemici.
Secondo questa visione del mondo, c'è una sola società aperta, ma numerosi
sono i suoi nemici; è importante sottolineare che il concetto di società
aperta è un concetto vuoto, in pratica significa molto poco, per non dire
nulla. A quel che sembra, per diventare membro del esclusivo club della
società aperta, si deve semplicemente sostenere le guerre giuste. Il
presidente Bush, un uomo che è ben lungi dal possedere grandi doti di
eloquenza, è stato inaspettatamente preciso nel presentare proprio questo
assioma post-Auschwitz occidentale: State con noi o contro di noi.

Stare con noi, cioè stare con la società aperta, vuol dire che credete che
siamo stati noi a liberare l'Europa, che siamo stati noi a liberare
Auschwitz, che siamo stati noi che abbiamo salvato gli ebrei, e che siamo
sempre noi che portiamo la nozione di democrazia negli angoli più remoti di
questo pianeta turbolento. Stare con noi significa che accettate il fatto
che noi rappresentiamo la voce del mondo libero. Significa anche che voi
sapete di essere liberi incondizionatamente. Si tratta fondamentalmente di
una nuova forma di tautologia: siete liberi anche se non lo siete. Stare con
noi vuol dire che credete che il mondo sta progredendo rapidamente verso una
divisione ancora più grande, vale a dire uno scontro di civiltà, in cui voi
rappresentate un essere umano illuminato, buono e innocente, appartenente
alla civiltà Giudeo-Cristiana, e gli altri sono malvagi fondamentalisti
delle tenebre o per lo meno potenziali malvagi. Stare con noi vuol dire che
ci si aspetta da te che tu non faccia troppe domande riguardo alla nostra
condotta immorale.

Per esempio, non devi chiedere perché il Bombardiere Harris & Co[2] ha
assassinato 850.000 civili tedeschi, bombardando le città tedesche invece
dell'infrastruttura industriale nazista.

Essere un individuo libero in una società aperta significa che tu non devi
mai azzardarti a fare domande riguardo Hiroshima. Nel caso tu sia abbastanza
stupido da porre queste domande, faresti bene a farti subito furbo e
accettare la verità ufficiale: Hiroshima era il modo migliore per porre un
termine a quell'orribile guerra. Essendo un individuo libero quindi tu non
farai domande riguardo alla moralità che si nasconde dietro l'uccisione di
2.000.000 di persone in Vietnam. Stando con noi  non hai bisogno di porre
tutte quelle stupide e noiose domande, perché devi ricordare che Auschwitz è
stato il male supremo. Auschwitz è stato il fondo della malvagità umana e
non devi mai dimenticare che siamo stati noi a metterci fine.

Diciamo la verità: Auschwitz è stato senza dubbio un luogo orribile, ma
sfortunatamente non è il male ultimo, perché il male non ha né limite né
scala. Poi, se si vuole essere storicamente precisi, dobbiamo dire che non è
vero che siamo stati  i liberatori di Auschwitz. A quanto pare, fu Stalin,
l'altro male. Fu Stalin che diede a tanti ebrei, a tanti prigionieri di
guerra, prigionieri politici, zingari e a tanti altri detenuti la
possibilità di vedere la luce del sole. Ma ancora una volta, dal momento che
siete esseri liberi appartenenti alla società aperta non avete veramente
bisogno di fare attenzione a simili dettagli secondari della storia.
Sembrerebbe che Auschwitz sia un tassello essenziale della nostra
auto-immagine di virtuosi occidentali.Quando serve il petrolio iracheno, il
presidente americano non deve fare altro che paragonare Saddam a Hitler. Poi
veniamo a sapere che il popolo iracheno deve essere liberato dal suo
'Auschwitz'. Già sappiamo quali sono state le conseguenze inevitabili.

Dal momento che Auschwitz è così importante per i dirigenti politici
americani, non sorprende che non troppo lontano dalla residenza del
presidente degli Stati Uniti ci sia un grande museo dell'Olocausto, dedicato
alla memoria degli ebrei e dei loro eroici liberatori. Il museo non riguarda
le persone e nemmeno i crimini contro l'umanità, riguarda invece la
continuazione dell'illusione della società aperta. Riguarda il mantenimento
di una interpretazione particolare della storia. Riguarda l'idea che noi
abbiamo ragione e gli altri, chiunque siano, hanno categoricamente torto.

Questo museo non è veramente sulla sofferenza ebraica. Suppongo che esso non
spiegherà ai suoi visitatori alcuni fatti storici fondamentali. Per esempio,
non sarà spiegato alla folla che ci sfilerà dentro che il governo americano
adottò una politica di immigrazione fortemente restrittiva, mai modificata
nel periodo 1933-1944,[3]  per bloccare l'immigrazione ebraica. Eviterà
altresì di illustrare il fatto che il governo americano si rifiutò di
intavolare o ostacolò profferte tedesche di trasferire ebrei da territori
controllati dai nazisti. Più di ogni altra cosa il museo nasconderà il fatto
accertato che l'aviazione americana non ricevette mai l'ordine di mandare in
frantumi la fabbrica della morte nazista. Non furono mai bombardate le
ferrovie che conducevano ad Auschwitz e ancor meno fu bombardato il campo di
Auschwitz, né dalla RAF inglese, né dall'aviazione americana. Sembrerebbe
che nei centri decisionali americani ci sia stata per tutta la guerra una
vera e propria negligenza assassina su questo punto. Per esempio, il 20
agosto 1944, ben 127 fortezze volanti, scortate da 100 aerei da
combattimento Mustang bombardarono con successo una fabbrica a meno di 5
miglia da Auschwitz. Nessun aereo fu dirottato per attaccare il campo della
morte.

Questi fatti non verranno mai documentati nel museo americano
dell'Olocausto. Essi non combaciano con l'auto-immagine di un'America eroica
e giusta. La storia di Auschwitz è in realtà una storia di brutale
negligenza anglo-americana. La versione accettabile di Auschwitz è
fondamentalmente un mito che ha la funzione di sostenere la pratica
espansionista degli Stati Uniti. Auschwitz è la colonna morale portante
dell'ideologia americana.

Il museo dell'Olocausto è stato costruito per dire agli americani quello che
può accadere quando tutto volge al peggio. Per quanto triste possa sembrare,
nell'America contemporanea, tutto sta volgendo al peggio, malgrado il museo.
La ragione è semplice, quando l'immagine del male si fa fermentare nella
propria eredità culturale solo come attribuibile all'altro, allora si può
diventare ciechi davanti al fatto che il male sei proprio tu. Come già i
loro fratelli israeliani, gli americani hanno dimenticato come guardare a se
stessi.  

  Nel caso dell'America, la versione ufficiale dell'Olocausto serve la
filosofia espansionista della destra. Allo scopo di prevenire un'altra
Auschwitz, gli americani manderanno i loro eserciti in Vietnam, in Corea, in
Irak. Essi sono sempre i liberatori. Fino alla fine della guerra fredda,
c'erano i comunisti da combattere, un male concreto e reale; ma ora il male
sta diventando sempre più astratto. In realtà, l'unico modo per dare un
volto concreto ad un nemico indefinito è di equipararlo a Hitler. Il caso
dell'Europa è leggermente diverso. Per quanto possa sembrare strano, in
Europa è la sinistra parlamentare che trae i benefici dallo sfuttamento di
Auschwitz. Fintantoché Auschwitz resterà profondamente radicato nel discorso
politico quotidiano, la destra non potrà mai alzare la testa.[4] La sinistra
dominante europea dipende oggi totalmente dalla versione ufficiale
dell'Olocausto e di Auschwitz.

A quanto pare, Auschwitz è l'ultima barricata della sinistra (parlamentare)
contro la rinascita della destra. In Europa, qualsiasi sentimento di
aspirazione nazionale, o solo una preoccupazione nazionale che può apparire
xenofoba viene immediatamente contrastata come se fosse una rinascita del
nazismo. All'interno di questa opprimente visione del mondo, alla gente non
è più permesso di esprimere un qualche amore per il proprio paese. Inoltre,
dal momento che essa è politicamente dipendente dall'immagine dell'ebreo
come vittima innocente, la politica dominante della sinistra europea non
potrà mai sostenere pienamente la causa palestinese.

A quanto pare, Auschwitz è diventato un simbolo del legame tra la sinistra
parlamentare europea e la destra espansionista americana.[5] Per entrambi
Auschwitz è un'icona della minaccia contro l'immagine della società aperta;
nella prospettiva di questo legame fatale, qualsiasi genuina politica di
sinistra europea è destinata a essere spinta al margine. Qualsiasi forma di
politica genuinamente di sinistra è destinata ad essere presentata come una
politica sovversiva ed estremista. Nel marzo 1988, Robin Cook, allora
ministro degli affari esteri inglese, fece una visita diplomatica in
Israele. Mentre si trovava in quel paese, Cook giustamente rifiutò di
visitare lo Yad Vashem, sostenendo che era preoccupato del futuro e non del
passato. Non molto tempo dopo Cook perse il posto. Il rifiuto di inchinarsi
davanti alla versione ufficiale di Auschwitz gli costò il ministero degli
esteri. Non furono gli ebrei che lo cacciarono da quel ministero. Fu il
partito laburista, un partito parlamentare della sinistra europea.   E così,
Auschwitz è lì per protrarre il mito della società aperta, è lì per
presentarci un'illusione di identità occidentale liberata.  Finchè ci sarà
Auschwitz nel cuore della nostra politica quotidiana, noi saremo tutto
all'infuori che liberati. C'è vita dopo Auschwitz e questa vita ci
appartiene. Faremmo meglio a farne qualcosa di utile. Se c'è qualcosa che
non dovremmo mai fare, questo sarebbe di non uccidere nessuno nel nome di
Auschwitz. 
E'  invece esattamente ciò che stiamo facendo.             

Gilad Atzmon
Fonte.www.counterpunch.org/atzmon01292005.html
29/0.02.05
Segnalato da: Redlink

*Gilad Atzmon è nato in Israele ed ha effettuato il servizio militare
nell'esercito israeliano. E' l'autore di un recente romanzo 'A Guide to the
Perplexed'. Atzmon è anche uno dei migliori sassofonisti europei. Il suo
ultimo CD 'Exile? (Esilio) è stato dichiarato il migliore CD Jazz dell'anno
da parte della BBC. Vive a Londra.

NOTE:

[1]    Al punto che qualcuno comincia a chiedersi se la commemorazione del
'Giorno della Memoria' con documentari, cerimonie ufficiali, messe e
prediche religiose, film hollywoodiani, testimonianze, discorsi di politici
di tutte le tendenze, presentazioni di libri, poesie, concorsi nelle scuole,
con una lunga e insistente programmazione di tutte le reti televisive e
radiofoniche, con articoli di prima pagina di tutti i quotidiani, manifesti,
ecc non corra il rischio di diventare controproducente (ndt).

[2]     Arthur Harris (1892-1984) teorico e responsabile britannico dei
bombardamenti sui civili tedeschi tra il '40 e il '45.

[3]   Nè naturalmente il museo spiegherà che questa politica di immigrazione
restrittiva era appoggiata (sembra assurdo ma è vero!) dalla principale
organizzazione sionista americana che per voce di un suo dirigente, Stephen
Wise, con l'approvazione del presidente della Organizzazione sionista
mondiale, Weizman, si oppose all'abolizione delle restrizioni
sull'immigrazione ebraica in America nella speranza che questa immigrazione
si dirigesse verso la Palestina al fine di costituirvi al più presto una
maggioranza ebraica e uno stato ebraico sionista (vedi Lenni Brenner,
'Zionism in the Age of the Dictators' Cap. 13, edizione Online, dove tutta
la vicenda è esposta con dovizia di particolari.) (ndt).

[4]   Questo è vero per la destra di tutti i paesi europei, come ad esempio
la destra di Le Pen in Francia o la destra austriaca di Haider, ma non per
la destra trasformista di AN in Italia. Fini ha fatto dell'alleanza con Bush
e Sharon e del sovvertimento della  precedente politica antisemita i cardini
del rinnovamento del fascismo italiano. Fini ha capito che all'estrema
destra oggi conviene adottare la stessa politica dell'Olocausto adottata
dalla destra USA (ndt).

[5]     Blair e il partito laburista inglese ne sono gli esempi più
eclatanti (ndt). 

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