RUINI DIXIT



Ruini dixit

FILIPPO GENTILONI - Editoriale – Da “Il Manifesto” del 19 Gennaio 2005 

Non hanno perso tempo i vescovi italiani.

Non appena si è parlato di referendum in materia di procreazione assistita il cardinale Ruini ha preso la parola per ripetere le posizioni tradizionali della chiesa cattolica, ma con alcune novità piuttosto significative. La prima è la modalità dell'intervento.

Non c'è più quella Democrazia Cristiana che interveniva in prima persona in difesa delle posizioni cattoliche e che, quindi, permetteva ai vescovi una posizione meno esposta e più riservata. Ora i vescovi si presentano in prima persona, senza mediazioni. Con i relativi vantaggi e svantaggi. Il vantaggio di una immediata chiarezza; lo svantaggio di una maggiore difficoltà di discussione e di approfondimento. Soprattutto quando si tratta di questioni difficili, come quelle che riguardano la procreazione assistita e i relativi referendum.

Fra gli svantaggi non si può non nominare la politicità di un intervento diretto che dalla affermazione di un principio arriva a indicazioni addirittura di «tecnica» politica. Ruini non soltanto ripete la dottrina cattolica sull'embrione come persona umana, ma dice ai cattolici come si devono regolare nell'eventualità di un referendum. E' bene - afferma - che il parlamento non modifichi la legge: la renderebbe ancora peggiore. Non basta: se ci sarà il referendum è bene non votare per non raggiungere il famoso quorum.

Un tipico esempio di intromissione ecclesiastica nella vita politica di un paese e di cattiva educazione civica.

Una presa di posizione, quella del cardinale Ruini, che induce a qualche riflessione non indifferente. Prima di tutto sulla presenza della chiesa cattolica nella vita politica italiana. Certi silenzi, dopo la fine della Dc, non devono illudere. L'episcopato è ancora e sempre convinto del suo ruolo e del suo peso. Non appena se ne presenta l'occasione, l'episcopato rivendica la sua importanza, come e forse più di una volta. Teme l'emarginazione e la combatte.

Il terreno privilegiato è ancora e sempre quello della procreazione. Quindi la morale sessuale. Sembra che la chiesa la anteponga ad altri temi che, pure, le dovrebbero stare più a cuore. Non interviene con altrettanta chiarezza e immediatezza su altri temi scottanti: ad esempio la crescente povertà di milioni di cittadini, la disoccupazione o le difficoltà degli immigrati. L'immagine offerta è, a dir poco, distorta se non addirittura falsata.

Né si deve dimenticare che sullo sfondo rimane la ferita che il cattolicesimo aveva ricevuto dal referendum sull'aborto. Una ferita che sanguina ancora e che i vescovi vorrebbero assolutamente rimarginare. Che questa, con l'astensione di una larga maggioranza di cattolici, sia la volta buona? Una rivincita che buona parte del cattolicesimo - non tutto - auspica e che è auspicata anche dalla maggioranza del centrodestra e da una discreta minoranza del centrosinistra.

LIPPO GENTILONI