"il male vero"



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Data: Wed, 19 Jan 2005 14:38:46 +0100
  Da: "malega"
Oggetto: stasera alle 24-

In tv i «fondamenti» del fondamentalista Bush
Oggi ne «La storia siamo noi», un documentario sull'ideologia «teocon» Usa
in guerra contro il male


TOMMASO DI FRANCESCO



«Un angelo cavalca il vortice e dirige la tempesta»: sono le parole
messianiche che aprono il programma di questa mattina alle 8,05 e di stasera
alle 24, de «La Storia siamo noi» di Giovanni Minoli, intitolato «Bush, la
missione» e realizzato da Stefano Rizzelli. Un viatico significativo,
originale e finalmente - rispetto ai tempi e al ruolo a dir poco accomodante
della Rai - dell'inagurazione della seconda era-Bush che andrà in onda
domani. Pregano ogni giorno, più volte al giorno, osservando scrupolosamente
tutti i riti, pronti a «combattere o morire», legano sempre dio alla guerra.
Sono gli integralisti e i kamikaze islamici? No, ricorda «La storia siamo
noi», sono gli uomini della nuova destra conservatrice mondiale, vale a dire
la leadership dell'Amministrazione Usa che ha sostenuto e sostiene le sorti
della presidenza Bush: Perle, Bolton, Podhorez, Kagan, Kristol, Cheney,
Abrams, Wolfowitz, Ashcroft. E' così. Domani George W. Bush inaugurerà il
suo secondo mandato presidenziale, e dio sarà lì con lui, materializzazione
istituzionale della lotta bene contro il male. Perché questa è l'ideologia
che sostiene il capo dell'unica potenza rimasta sulla terra: deriva dalla
bibbia «nella lettura dei fondamentalisti evangelici che ne fanno strumento
di rivelazione del futuro».

Sottolineando volta a volta i momenti personali, fondativi di questa
ideologia, come quando, per la prima volta candidato alle primarie con altri
sei esponenti repubblicani nel 2000, alla domanda su quale sia il suo
pensatore di riferimento, risponde semplicemente «Cristo», per aggiungere
subito dopo: «Solo la fede può cambiare la vita perché ha cambiato la
mia....E' il rapporto con dio tramite Cristo che dà senso alla mia vita».
Era una dichiarazione «sincera» di chi dice che, grazie allo studio della
bibbia, è uscito dalla personale devastazione di essere un alcolista (con un
disperato complesso di Edipo). E' stata quella la sirena che ha richiamato
l'attenzione dei 70 milioni di evangelici - un quarto della popolazione Usa
- dei quali il 70% vota repubblicano. Un rapporto suggellato il 10 febbraio
del 2003 in Tennessee, quando George W. Bush ha presieduto il congresso
nazionale dei telepredicatori religiosi tenutosi a Nashville, presentato
come «il nostro amico e fratello in Dio». E'infatti stata la religione a
fare la differenza, nelle prime elezioni contro Al Gore - ricorda il
servizio di «Bush, la missione» - e nelle seconde contro Kerry. Una
differenza che, proprio in sintonia con i documenti programmatici dei
neocon, aspettava «un evento epocale, come Pearl Harbour» per
l'interventismo militare preventivo degli Stati uniti: vale a dire l'11
settembre del 2003. Il programma insiste giustamente nell'indicare il legame
storico tra Bush e le sette cristiane estremiste come i «cristiani
dispensazionisti» o «cristiani sionisti», quelli che pensano che «la Bibbia
è il verbo di dio», tout-court, e che aspettano l'avvento di una grande
Israele, o gli estremisti ortodossi ebrei Lubavitch. Con la «fastidiosa»
verità che la Christian Coalition, dove i cristiani amano definirsi
«sionisti», aspetta l'Armageddon, la «guerra finale per la verità», quando
l'Anticristo sarà «ebreo» e alla fine bisognerà «vedersela anche con loro».
E' questa setta che ha eletto l'ex ministro della giustizia Ashcroft a loro
da sempre collegato e organico. In un clima che vede la moglie del
segretario alla presidenza Usa, Andrew Card, essere ministro del culto
metodista; il padre di Condoleezza Rice, che è predicatore in Alabama;
Michael Gerson, direttore del team che scrive i discorsi presidenziali, che
aderisce alle profezie dell'Armageddon e del nuovo messia (Bush?). Un
«clima» nel quale ogni giorno il personale della Casa bianca - e il
programma mostra la foto - ha trasformato la presidenza in una sala da
preghiera, tra una lettura collettiva della Bibbia e l'altra, gli uomini in
carica gestiscono gli affari dell'America e del mondo, «per dio», ma
materialmente per una classe superiore di ultraricchi. E' in questo clima,
in questa ideologia, che è nato l'annuncio e la pratica della «guerra
preventiva e infinita» e a questo punto monoteista, contro l'Islam che
naturalmente incarna «il male». Nota stonata davvero, Fiamma Nirestein che
prova a spiegarci che «in fondo è il male vero».

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([libertari] Digest Number 2436)