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MAFIA S. p. A.
- Subject: MAFIA S. p. A.
- From: "Lucio Garofalo" <garofalolucio at tiscali.it>
- Date: Tue, 18 Jan 2005 23:29:29 +0100
MAFIA S.p.A. La mafia non c'è più, non c'è più, non c'è piùŠ Questo potrebbe essere il ritornello del governo. Avete notato che da quando è in carica l'attuale esecutivo (retto sulla triade forzista-leghista-neofascista, benché il "lifting" imposto da Fini al suo partito suggerisca il termine postfascista in luogo dell'aggettivo neofascista da me usato) non si sente più parlare di mafia? E, soprattutto, non si sente più parlare di lotta alla mafia, come se questa fosse stata definitivamente debellata! Qualcuno potrebbe obiettare: come ti viene in mente? E' accaduto qualcosa, un episodio particolare che ti induce a simili affermazioni? Il fatto curioso, ma significativo, è che non è accaduto un bel nulla, per cui tutto tace, e ciò mi inquieta abbastanza! Tace il governo Berlusconi, tacciono i suoi ministri, compreso quello degli Interni, il quale si affanna a lanciare preoccupanti allarmi relativi alle minacce terroristiche, specie di matrice islamico-integralista. Tacciono le varie istituzioni nazionali, tacciono i mass-media (è il dato più angosciante se si pensa, ad esempio, che lo scorso anno, alla direzione di un popolare festival della canzone italiana è stato posto nientemeno che un noto sodale di mafiosi). Tacciono soprattutto i media ufficiali e nazionali - televisione, radio, stampa. Insomma, pare che si sia instaurato un clima di "omertà di stato". Appena qualche giornalista scrupoloso e coscienzioso prova ad indagare con inchieste rigorose sul fenomeno mafioso, gli esponenti del centro-destra insorgono dicendosi vittime di calunnie e diffamazioni. Si pensi alla recentissima polemica del governatore della regione siciliana, Totò Cuffaro (tra l'altro inquisito), il quale non ha gradito un audace servizio giornalistico della trasmissione televisiva Report, incentrato proprio sul tema della mafia. Ebbene, malgrado tutti - o quasi tutti - tacciano, mentre Berlusconi non tace e spara a zero sul presunto pericolo comunista che lo ossessiona da quando è nato (o da quando è diventato cavaliere, anzi il "cavaliere nero" per antonomasia), e nonostante la criminalità mafiosa (ma non sottovalutiamo le altre organizzazioni delinquenziali, quali la camorra che è ritornata alla ribalta in tutta la sua ferocia ed efferatezza, la 'ndrangheta, la sacra corona unita ecc.), sembra che si sia placata (?) in quanto non si manifesta più in maniera brutale, cruenta e clamorosa, tramite stragi o attentati sanguinosi come è accaduto in un passato neanche troppo remoto (basti ricordare, ad esempio, gli eccidi che nel 1992 massacrarono i giudici Falcone e Borsellino), tuttavia la mafia c'è. Non si palesa in modo eclatante e rumoroso, ma c'è. E lavora, continua ad agire anche sul versante pubblico, in maniera subdola e strisciante, per riorganizzarsi. Ma soprattutto per riciclarsi nei vari circuiti borsistici e nelle reti finanziarie globalizzate, cucendo e ricucendo legami, inseguendo e ricercando intese con le altre associazioni criminali. Naturalmente, essa ha stabilito nuovi accordi di potere e si è assicurata nuove protezioni politiche a livello locale, regionale e nazionale, affidandosi alle forze politiche - in primo luogo Forza Italia (o Forza mafia?) - che detengono saldamente le redini dell'esecutivo nazionale e addirittura detengono un vero monopolio amministrativo nel governo della regione e di numerose province siciliane. Dunque, la mafia esiste ancora (purtroppo), ma opera senza clamore, e per questo la ritengo potenzialmente più pericolosa ed eversiva rispetto al passato, nella misura in cui essa si prepara a rafforzare il proprio dominio politico e territoriale, il proprio potere economico-finanziario, sul piano locale e nazionale, ma soprattutto a livello sovra-nazionale. Eppure gli esponenti del governo sembrano sottovalutare il pericolo mafioso, anzi lo ignorano intenzionalmente, per coprirlo e sottacerlo, un po' come accadeva in Italia durante i famigerati governi democristiani di centro-destra. Ricordate i governi Fanfani e Tambroni, quando il ministro Scelba ordinava ai celerini di picchiare a sangue gli operai che scioperavano per difendere i propri salari e rivendicare i propri sacrosanti diritti sindacali, mentre affermava pubblicamente che "la mafia non esiste" o che "la mafia è stata sconfitta"? Sembra che siamo precipitati indietro di 50 anni, anche sul versante della mafia! Cavallo Pazzo
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