Fw: [coordinamentocoopsociali] Centri di accoglienza o campi di concentramento?



CENTRI DI ACCOGLIENZA O CAMPI DI CONCENTRAMENTO?

Roma 6 gennaio 2005/

Sulle Politiche Sociali del Comune di Roma esiste un contrasto forte tra
l'immagine data sui media da Sindaco e Assessore (adozioni a distanza,
inaugurazioni di nuovi centri, pacchi dono portati a casa dai pony della
solidarietà, kit in regalo ai detenuti, iniziative di beneficienza e
finanziamenti al volontariato...), immagine promossa da una
certa compiacenza di alcuni direttori di importanti testate, mentre
dall'altra parte esiste una realtà poco raccontata di sacche di malessere
diffuso di operatori sociali e di utenti. Occupazioni dell'Assessorato,
conflittualità, licenziamenti selvaggi, lavoro "grigionero" in molte
cooperative accreditate, lasciate oramai a spadroneggiare senza controllo,
case di riposo comunali frustate dai NAS ecc ....
Ci risulta, ad esempio, che un'intervista fatta il 16 dicembre scorso ad
una operatrice sociale dalla redazione di Maurizio Costanzo non sarebbe
andata in onda a seguito di una travagliata "interlocuzione" tra
il Sindaco, l' Assessore alle Politiche Sociali e l'ufficio stampa del
programma.  (?)
I segnali di questo forte contrasto tra immagine e realtà emergono quindi
di rado tra le pieghe nascoste dei giornali in lettere di cittadini veri (e
non virtuali come quelli che compaiono spesso sui palchi della protomoteca
seduti accanto ai politici).
Abbiamo scelto una di queste lettere e la diffondiamo come spunto di
riflessione per tutti.

Dal Corriere della Sera del 6 gennaio 2005

SERVIZI SOCIALI
Io «preso in carico»
Non posso essere assolutamente d’accordo con il contenuto della lettera
apparso sul Corriere del 22/12 u. s. a firma dell’Ufficio stampa
assessorato alle Politiche sociali del Comune che millantando efficienza si
dimentica poi di rispettare la dignità delle persone «prese in carico»,
trasformando la loro accoglienza in campi di concentramento per giunta male
amministrati. Di certo, la spregiudicatezza è una dote per i dirigenti del
V Dipartimento del Comune.
Sotto cattiva stella, senza fissa dimora per causa a me non imputabile,
sono stato «preso in carico» da settembre 2003 dai Servizi sociali che mi
hanno fatto girare da un Centro di accoglienza all’altro. In attesa che
avvenga un mio reinserimento sociale che non sarà per merito dei Servizi
sociali territoriali, rimango a disposizione di qualsiasi autorità
competente che mi volesse ascoltare per far luce su fatti e circostanze
realmente avvenuti, affinché il male di uno non continui in futuro a essere
il male di molti.
Antonio Ferrari