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Ucraina: brandelli inquietanti di verità.
- Subject: Ucraina: brandelli inquietanti di verità.
- From: Francesco Lauria <francescollauria at yahoo.it>
- Date: Sat, 18 Dec 2004 20:41:56 +0100 (CET)
Ucraina: brandelli inquietanti di verità DOLLARI E FASCISTI A SOSTEGNO DI JUSCHENKO Segnalazioni sulla situazione in Ucraina === LINK === # L'FMI HA SPONSORIZZATO LA "DEMOCRAZIA" IN UCRAINA di Michel Chossudovsky - 28 novembre 2004 Centro ricerche sulla mondializzazione L'originale in lingua inglese: http://globalresearch.ca/articles/CHO411D.html Il candidato di opposizione Viktor Yushchenko nelle elezioni presidenziali ucraine è fermamente appoggiato dal consenso di Washington. Egli non solo è sostenuto dalla FMI e la comunità finanziaria internazionale, ma ha anche l’avallo della Donazione Nazionale per la Democrazia (NED), la Donazione Carnegie per la Pace Internazionale, la Casa della Libertà e l’Istituto Società Aperta di George Soros... --> http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/pouc4n08.htm # "EUROPA SUBALTERNA E IRRESPONSABILE. LA GUERRA CIVILE RESTA UN RISCHIO CONCRETO" Parla il deputato europeo Giulietto Chiesa , esperto di geopolitica post-sovietica. Da "Liberazione", 2 dicembre 2004 "Gli Stati Uniti appoggiano Putin nella lotta al terrorismo, ma allo stesso tempo sostengono i suoi avversari regionali. E' una contraddizione?" "No, è un doppio gioco..." --> http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/pouc4n03.htm # UCRAINA: AI PIEDI DELLA NATO? di Marcello Graziosi Putin, la NATO e l’Ucraina La lunga fase precedente le elezioni presidenziali Tutto è rimandato al ballottaggio Chi ha organizzato “gli arancioni” di Kiev? La posta in palio e la funzione dei comunisti --> http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/pouc4n05.htm # “LA BATTAGLIA PER L’UCRAINA E’ FONDAMENTALE PER L’OPPOSIZIONE ALL’EGEMONIA MONDIALE DEGLI USA” Intervista a Selimkhan Mutzoyev, vicepresidente della commissione per gli affari internazionali della Duma di Stato 29.11.04 - www.uralpolit.ru l'originale in lingua russa al sito http://www.iraq-war.ru/tiki-read_article.php?articleId=32126 --> http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=3395 # PERCHE’ GLI AMERICANI SONO COSI’ INTERESSATI ALL’UCRAINA? di Jef Bossuyt - 1 dicembre 2004 L'originale in lingua francese: http://www.ptb.be/scripts/article.phtml?lang=2&obid=25322 "Tra il 2005 e il 2010, il principale nucleo della sicurezza in Europa sarà costituito da: Francia, Germania, Polonia e Ucraina. Attraverso un partneriato transatlantico, la testa di ponte americana sul continente eurasiatico dovrà rafforzarsi...” --> http://www.resistenze.org/sito/te/po/uc/pouc4n08.htm # I COMUNISTI RUSSI SEGUONO CON PREOCCUPAZIONE GLI SVILUPPI DELLA SITUAZIONE IN UCRAINA - Dichiarazione di Ivan Melnikov, vicepresidente del Partito Comunista della Federazione Russa (29 novembre 2004) - Dichiarazione di Oleg Kulikov, segretario del Comitato Centrale del Partito Comunista della Federazione Russa (5 dicembre 2004) --> http://www.resistenze.org/sito/te/po/ru/poru4n05.htm # IMBARAZZO EUROPEO SU KIEV Caso Ucraina - Bush e Putin, destini incrociati da il manifesto dell'8 dicembre 2004 --> http://www.resistenze.org/sito/os/ep/osep4n09.htm === BREVI === Juschenko, sicuro di farcela con il sostegno occidentale, non rispetta gli impegni con gli alleati, e i socialisti lo accusano di “tradimento” http://www.strana.ru - 4 dicembre 2004 Il leader del Partito Socialista di Ucraina Aleksandr Moroz ha accusato il blocco di Viktor Juschenko “Nostra Ucraina” “di tradimento”. “Ho firmato un accordo con Juschenko di sostegno alla sua candidatura al secondo turno delle elezioni presidenziali, solo perché egli aveva promesso di appoggiare in parlamento un cambiamento costituzionale”, - ha dichiarato Moroz dalla tribuna del parlamento. I cambiamenti della Costituzione riguardano il riequilibrio delle competenze tra i rami del potere (con maggiori prerogative al parlamento). Il leader dei comunisti Piotr Simonenko ha aggiunto che “l’opposizione vuole il potere assoluto, e per questa ragione rifiuta la riforma politica”. Traduzione dal russo di Mauro Gemma --- DOLLARI E FASCISTI A SOSTEGNO DI JUSCHENKO di Jef Bossuyt 8 dicembre 2004 http://www.ptb.be/scripts/article.phtml?lang=2&obid=25395 In Ucraina, la lotta per il potere prosegue. Quali sono le forze politiche che inquadrano i manifestanti di Viktor Juschenko, il candidato sostenuto dall’Occidente? Nell’Est dell’Ucraina, centinaia di migliaia di persone manifestano per la presidenza di Janukovic. Nell’Ovest e nella capitale, al contrario, sono centinaia di migliaia a reclamare nuove elezioni. Masse di giovani sono a ragione scontente della crisi economica seguita alle privatizzazioni del 1991. Chiedono cambiamenti ed è facile mobilitarle. I ministri e il parlamento di Kiev sono accerchiati e paralizzati dai manifestanti che sventolano le bandiere arancioni di Juschenko ed anche quelle rosse e nere dell’UNA-UNSO, i neonazisti ucraini. Le manifestazioni a favore di Juschenko sono finanziate, tra gli altri, dal multimiliardario Soros, che non è alla sua prima prova. Soros ha già fatto ricorso a tale genere di scenari per i colpi di stato in Serbia e in Georgia. I nazisti dell’UNA-UNSO L’OUN (Organizzazione dei Nazionalisti Ucraini) ha iniziato nel 1929 i suoi attacchi armati contro il potere sovietico in Ucraina. Durante la seconda guerra mondiale, il suo capo, Stepan Bandera, ha combattuto a fianco degli occupanti tedeschi. Nel 1941. il suo principale generale, Shuskievitch, indossando l’uniforme tedesca del “Nachtigall Bataljon”, ha assassinato 7.000 ebrei. Dopo la guerra, i quadri dell’OUN sono stati integrati nei servizi segreti americani e la diaspora ucraina negli Stati Uniti ha costituito una lobby di estrema destra antisovietica di massa. Dopo la caduta dell’Unione Sovietica, i successori dell’OUN, restati in Ucraina, hanno fondato l’UNA-UNSO (Assemblea nazionale ucraina – Autodifesa popolare dell’Ucraina). Nel 1999-2000, questi neonazisti hanno incendiato a Lviv (Leopoli) case di comunisti, russi ed ebrei. E’ in questa regione che l’ex dirigente dell’UNA-UNSO, Andry Shkil, è stato eletto al parlamento con il sostegno di “Nostra Ucraina”, il partito politico di Juschenko. Il governo ucraino ha discusso per due anni della riabilitazione dei collaborazionisti. Nella regione di Lviv, gli ex SS hanno alla fine ottenuto le stesse pensioni degli ex combattenti contro il nazismo. Il sito internet dell’UNA-UNSO conduce una grande battaglia propagandistica a favore di Juschenko. Allo stesso tempo, vi si trovano riferimenti agli articoli che riprendono i punti di vista di George Bush e Zbignew Brzezinski, lo stratega americanoo che, fin dal 1997, esige che l’Ucraina si prepari ad entrare nella NATO. Nel The Wall Street Journal del 1 dicembre, Brzezinski ha richiesto che Juschenko sia proclamato vincitore delle elezioni, se no che si ritorni al voto. L’Alta Corte di Giustizia ucraina ha immediatamente eseguito l’ingiunzione: ci saranno nuove elezioni il 26 dicembre. Traduzione dal francese a cura del C.C.D.P. --- “PORA” SI AVVICINA A MOSCA I radical-liberali russi sono già in contatto con il movimento ucraino di Anastasja Kornja “Nezavisimaja Gazeta”, 10 dicembre 2004 http://www.ng.ru L’articolo di cui proponiamo la traduzione potrebbe sembrare una velenosa insinuazione del “regime di Putin” nei confronti della propria opposizione interna. Un’insinuazione simile a quelle (di segno contrario) a cui ci ha abituato la propaganda di casa nostra funzionale agli interessi dell’imperialismo (ce n’è per tutti i gusti, di destra, di centro e di sinistra), quando, per giustificare interferenze, sanzioni, embarghi e guerre “umanitarie”, “esibisce le prove” dell’ “avvelenamento di Juschenko”, delle “violazioni dei diritti umani da parte di Castro e Chavez”, delle “crudeltà dei comunisti cinesi e vietnamiti” o dei “rapimenti di oppositori di Lukashenko”. In realtà, questo articolo è apparso su uno dei più diffusi organi di stampa dell’opposizione liberale russa a Putin, “Nezavisimaja Gazeta”, finanziata dal magnate Berezovskij, tra i principali responsabili del saccheggio dell’economia russa nel decennio di “libertà” garantito da Boris Eltzin e oggi “in esilio” a Londra. “Nezavisimaja Gazeta” ha simpatizzato apertamente per la “rivoluzione arancione” fin dal primo giorno. Dall’articolo emergono chiaramente i legami esistenti tra gli ambienti politici vicini alla borghesia compradora russa e gli autori del colpo di stato in Ucraina. Non sfuggirà neppure ai lettori il tono dell’appello lanciato dai sostenitori russi di “Pora” alla gioventù russa perché “si sollevi” e si rechi in massa a Kiev. Tanto paga qualcun altro! M.G. La dichiarazione di Julja Timoshenko in merito alla sua disponibilità a trasmettere “gli ideali arancioni” ai russi non stanno più solo sulla carta. Nei “media” è apparsa l’informazione circa l’apparizione in Russia di filiali dell’organizzazione “Pora”, promotrice dei metodi rivoluzionari di lotta in Ucraina. I suoi seguaci russi hanno già trovato le denominazioni “Pora Rossa” e “Mosca Arancione”, anche se al Ministero della Giustizia negano che siano state registrate organizzazioni con tali nomi. Ma i rappresentanti dei partiti e dei movimenti liberali affermano di avere già iniziato a coordinare le loro azioni con i rivoluzionari ucraini. L’informazione sull’apparizione in Russia di strutture chiamate “Pora Rossa”, “Pora Russa” e “Mosca Arancione” è apparsa in alcuni siti, che stanno propagandando l’attività dell’opposizione ucraina, e in particolare proprio in quello di “Pora”. Rappresentanti delle nuove organizzazioni hanno pubblicato un proclama “agli onesti giuristi, politici, avvocati, deputati, uomini d’affari, imprenditori, banchieri, giornalisti, editori, fotografi, cineoperatori, scrittori russi”, in cui si fa appello a partecipare ad azioni dirette ad ottenere l’ “impeachment” di Vladimir Putin. I nomi e i numeri di telefono degli autori non sono stati indicati, e non è stato possibile collegarsi elettronicamente con essi. Al dipartimento del Ministero della Giustizia per le questioni delle associazioni sociali e religiose è stato comunicato al nostro giornale che non risulta la registrazione di alcuna organizzazione sociale o “no profit” dal nome “Pora”. Ma ciò non esclude la possibilità di una sua apparizione in una delle regioni, con lo status di organizzazione sociale regionale, anche se tale variante è ritenuta poco probabile. (…) In ogni caso, i liberali moscoviti non negano di avere già avviato consultazioni con i rivoluzionari ucraini. E’ così che un gruppo di “jablocniki” (seguaci del partito liberale “Mela”, nota del traduttore), guidato dal leader dell’organizzazione giovanile Ilja Jashin, si è recato in Ucraina per partecipare alle azioni sul “Majdan” (i moscoviti agitavano il tricolore russo, listato con i colori arancione). Hanno collaborato a Kiev con gli oppositori anche i membri del consiglio politico dell’Unione delle forze di destra Ivan Starikov e Boris Nemtsov. Stando alle affermazioni di Ilja Jashin, in questo momento le “idee arancione” circolano in Russia a livello di maturazione delle coscienze. Al momento attuale non sarebbero ancora state investite risorse organizzative e finanziarie. Nessuno ha ancora trasferito in Russia istruttori dall’Ucraina e dalla Bielorussia, per la semplice ragione che essi sono attualmente tutti impegnati in Ucraina. “Cominciano a farsi sentire attivisti, piccoli gruppi di iniziativa studentesca che, in linea di principio, non sono ostili”, -spiega Jashin, - ma al momento il principale interlocutore in Russia dell’organizzazione “Pora” rimane “Mela” giovanile, che, nell’immediato futuro, conta di svolgere una parte da protagonista nel movimento giovanile unitario di opposizione. Ma, almeno per ora, non sono previste azioni in Russia. Tutti devono stare a Kiev. Jashin ricorda che a Volgograd la scorsa settimana è stato notato un gruppo di giovani particolarmente attivi con sciarpe arancione al collo: essi hanno bloccato il palazzo dell’organizzazione locale del partito “Russia unitaria”, hanno infranto i vetri dell’edificio e hanno scagliato arance sulle insegne dell’entrata, senza che la polizia sia stata in grado di fermare uno solo dei manifestanti. Contemporaneamente, nel sito del Congresso civile panrusso “La Russia per la democrazia, contro la dittatura” è apparso un appello agli studenti con l’esortazione a recarsi, in previsione del terzo turno elettorale, a Kiev, per sostenere gli oppositori: “Studente! Studentessa! Sveglia! E’ venuto il momento di sollevarsi! E’ venuto il momento di dare un senso alla vita! Stiamo formando una squadra che tra tre giorni sarà a Kiev, per prendere parte alla Storia, che si plasmerà davanti ai tuoi occhi. Unisciti ai tuoi coetanei. Affrettati! Il viaggio lo finanziamo noi”. A tal proposito, ricordiamo che anche gli attivisti di “Pora” hanno tratto frutto dall’esperienza dell’analoga organizzazione serba “Otpor” e di quella georgiana “Kmara” (“Basta!”). Traduzione dal russo di Mauro Gemma --- LA NEBBIA ARANCIONE NON DURERA’ PER L’ETERNITA’ di Dmitrij Jakushev http://left.ru/2004/17/yakushev116.phtml Il commento dello studioso marxista rivoluzionario russo alla decisione di ripetere le elezioni presidenziali in Ucraina In Ucraina verranno ripetute le elezioni. Ciò significa che la “rivoluzione arancione” ha quasi vinto. La vittoria di Juschenko è predeterminata. Nel nord-ovest dell’Ucraina le falsificazioni a favore di Juschenko saranno ancora più vistose, mentre nel sud-est, dove una parte significativa delle elite locali si è spaventata e si prepara a convivere con Juschenko, il destino di Janukovic pare segnato. Con la ripetizione delle votazioni, Janukovic sarà costretto ad una competizione leale con un avversario che ha ricevuto il diritto di frodare quanto gli pare. Ho molti dubbi che Janukovic sia nelle condizioni d’animo per partecipare a questo gioco. L’accordo di Janukovic di andare a una nuova votazione, subendo il ricatto arancione, può essere interpretato come un adattamento alle condizioni imposte da Juschenko, che ha bisogno dello stesso concorrente per dare rilievo alla sua vittoria. Un vero colpo a Juschenko potrebbe infatti essere rappresentato dal rifiuto di Janukovic di ripetere il turno e da un appello al popolo a non partecipare alla farsa. Juschenko così sarebbe scelto solo da Lvov e da Kiev, mentre la parte restante del paese potrebbe non riconoscere questo presidente, imposto con la forza dall’Occidente e dagli “arancioni” di Kiev. Temo purtroppo che Janukovic non sia dotato della statura necessaria per compiere un simile passo. Ma tutto ciò non cambierà affatto il processo ormai avviato di divisione dell’Ucraina, che è ancor più profondo di quanto non traspaia dalle dichiarazioni “separatiste” di alcuni politici dell’est. Le popolazioni che vivono nel sud-est del paese non dimenticheranno mai che la Galizia e Kiev hanno sempre rifiutato la parità linguistica, che hanno estromesso il presidente da esse eletto, che, senza chiedere il loro consenso, hanno deciso di creare una “nazione unita”, i cui eroi sono Bandera (il capo degli hitleriani ucraini, nota del traduttore) e Donzov, che se ne sono infischiati del loro desiderio di riavvicinarsi alla Russia, considerata da molti nel sud-est dell’Ucraina come la propria patria. Tutto ciò ha ragioni profonde ed estremamente serie. Il colpo di stato “arancione” a Kiev rappresenta l’inizio della lotta di liberazione nazionale nel sud-est, che sicuramente si estenderà al resto dell’Ucraina. La nebbia arancione non durerà certo per l’eternità. Questa lotta produrrà politici radicali. I nuovi politici radicali saranno espressi dal popolo, non dagli oligarchi, che passeranno dalla parte di Juschenko. Così in “Nezavisimaja Gazeta”, il giornale controllato da Berezovskij, è apparsa un’intervista al vicepresidente del consorzio del Donetsk “Gruppo industriale”, Aleksandr Pilinenko, in cui di fatto vengono prese le distanze da Janukovic: “E’ certo che se i paesi occidentali ci chiudessero le porte, se ci imponessero l’embargo, ciò rappresenterebbe un colpo fortissimo per la nostra compagnia. Non nascondiamo certo che per noi non è tanto importante chi sarà il vincitore delle elezioni, quanto il fatto che l’Occidente ne riconosca la legittimità”. Altro non si può aggiungere: non è importante come si vota, ma che l’Occidente lo legittimi. E l’Occidente ha già detto che, comunque si voti, riconoscerà solo Juschenko. Questa finta degli oligarchi del Donetsk dimostra che, esattamente come in Russia, il grande capitale privato in Ucraina è interamente compradore. Tutti questi Rinat Akhmetov (grande magnate del Donetsk, nota del traduttore)sono pronti a vendere il proprio popolo ai seguaci di Bandera, a privarlo della propria lingua, della propria storia e cultura, solo per vedere garantiti i propri interessi finanziari. Tali garanzie per costoro vengono solo dall’Occidente. E ciò ancora una volta dimostra che non esiste e che mai è esistito un imperialismo russo. Solo persone ingenue e limitate, come alcuni moderni marxisti russi, possono disegnare schemi grotteschi, secondo cui dietro a Juschenko starebbe il capitale occidentale, mentre dietro a Janukovic quello russo. Le cose non stanno affatto così. A fianco di Juschenko non si è schierato solo il capitale occidentale, ma anche il grande capitale privato russo. Contro Juschenko ha cercato di battersi la burocrazia di stato russa, che si trova in stato di guerra con i compradori di casa propria. La verità è che, al contrario di quella ucraina, la burocrazia russa rappresenta una forza significativa, dal momento che controlla Gazprom, i condotti energetici, e ora, dopo la disfatta della Jukos, si appresta a controllare una quota cospicua dell’estrazione di petrolio. Tale burocrazia è in grado di staccarsi dalla borghesia e di condurre il gioco in autonomia. La burocrazia ucraina, invece, è meno indipendente. Una pressione seria sul capitale compradore ucraino da parte dell’Occidente ha dissolto velocemente tutto il sistema di sostegno elettorale a Janukovic. Sottoposta a tale pressione, molto semplicemente l’ “elite” ucraina ha “scaricato” Janukovic. La quasi inevitabile vittoria di Juschenko rappresenterà la disfatta di un progetto di sviluppo capitalistico autonomo per le ex repubbliche sovietiche, promosso dalla burocrazia di stato russa. In realtà, tale progetto era condannato al fallimento fin dall’inizio, dal momento che non era e non poteva essere appoggiato dalla borghesia compradora interna, che sostiene il controllo imperialista dei nostri paesi. Oggi anche la Russia non ha scelta: o la trasformazione in colonia, o il socialismo. E questa alternativa sarà di giorno in giorno sempre più evidente. Traduzione dal russo di Mauro Gemma --- Ucraina. 10 dicembre. «La sconfitta russa in Ucraina è quasi totale». Lo sostiene Peter Zeihan, geopolitologo USA e studioso dell’area dell’ex Unione sovietica. «Putin aveva cercato, dopo l’11 settembre 2001, di non diventare uno dei bersagli della rabbia americana. Ma nel far ciò aveva concesso agli USA di installarsi militarmente in Georgia e in aree dell’Asia centrale, da cui ben difficilmente se ne andranno». E aveva fatto ciò per avere il consenso statunitense alla propria politica accentratrice in patria e repressiva in Cecenia. Ma non per questo Washington è disposta a mollare l’osso in Ucraina. Perdere influenza in questa nazione, come probabilmente avverrà con la ripetizione delle presidenziali a Kiev, sarebbe per la Russia «disastroso». Per una serie di ragioni. In primo luogo, «tutte le infrastrutture più importanti che legano la Russia all’Europa, tranne una, passano attraverso l’Ucraina»; in secondo luogo, «tre quarti delle esportazioni di gas naturale russo passano attraverso gasdotti dell’era sovietica che attraversano l’Ucraina». E ancora: la Russia importa grandi quantità di cibo dall’Ucraina, «la cui regione orientale è parte integrante del cuore industriale russo». Ma non è tutto. Il fiume Dniepr, una delle culle della civiltà medievale russa, è oggi una delle vie di trasporto principali che collegano la Russia con l’alleato bielorusso. E il fiume «passa attraverso l’Ucraina». Altri punti rilevanti sono il fatto che, con 50 milioni di abitanti, il mercato ucraino era uno dei pochi «ricettivi verso le merci russe»; il porto di Sebastopoli, in Crimea (Ucraina), è il solo porto in acque calde della costa sul Mar Nero dell’ex URSS. Senza contare che un’Ucraina ostile alla Russia renderebbe molto difficoltoso il passaggio eventuale di truppe russe verso il Caucaso. La perdita di influenza in Ucraina a beneficio degli USA, quindi, ha «molto più di un valore simbolico» per Mosca, ma si configura come un grave pericolo, suscettibile di ridimensionare a tempo indeterminato il ruolo russo negli affari mondiali, e di accrescerne enormemente la dipendenza economica e militare dal mondo occidentale. (fonte: info @rivistaindipendenza.org) --- “KUCHMA HA SEMPRE LAVORATO PERCHE’ JUSCHENKO FOSSE ELETTO PRESIDENTE” Intervento di Piotr Simonenko, leader del Partito Comunista di Ucraina “Krimskaja Pravda”, 10 dicembre 2004 http://www.kp.crimea.ua/text/num5/dec_2004_10.html Molti politici affermano che l’approvazione di cambiamenti costituzionali apre la strada al varo di una riforma politica e rasserena la società. E’ pura ipocrisia. Nel corso del prolungato confronto tra la posizione ostinata di “Nostra Ucraina” (il blocco di Juschenko, nota del traduttore) e quella opportunista delle frazioni oligarchiche e del gruppo socialista, è emerso il progetto 4180, che in sostanza afferma: una qualche limitazione dei poteri del presidente e la formazione da parte del Soviet Supremo del Gabinetto dei ministri. Viene mantenuta la norma vigente di formazione della Corte Costituzionale e del Consiglio della Banca nazionale di Ucraina. In realtà, nel documento viene solo prorogato fino a 5 anni il termine del mandato del Soviet Supremo, viene introdotto un organo di sorveglianza sull’osservanza dei diritti dell’uomo e viene esteso il sistema elettorale proporzionale. Viene in pratica escluso il “mandato imperativo”, vale a dire che i gruppi parlamentari vengono privati del diritto di espellere quei deputati, eletti in liste di partito, che non rispettano gli impegni presi nei confronti degli elettori, violando la disciplina parlamentare. In tal modo, nel corso della discussione in merito al progetto di riforma politica, la lotta dei “nashisti” (da “Nasha Ukraina”) è stata sempre condotta non certo nell’interesse di chi stava manifestando, ma per il mantenimento dei poteri illimitati del presidente e per la sua illimitata possibilità di arricchire la cerchia dei suoi collaboratori. Con il contorno di slogan accattivanti sulla lotta per la democrazia, sia i clan che aspirano al potere che quelli che già vi sono installati hanno perseguito un solo obiettivo: difendere i propri “sporchi” interessi. La loro lotta ha già conseguito il primo risultato di provocare la divisione della società e di creare i presupposti per la separazione territoriale dell’Ucraina. Come in passato, sono fermamente convinto che Leonid Kuchma ha sempre lavorato perché Juschenko ottenesse la presidenza dell’Ucraina. La ragione principale di ciò è rappresentata dalla paura di perdere il capitale accumulato per sé e per la sua famiglia e la paura nei confronti delle autorità americane, che ha consentito agli USA di manovrarlo, soprattutto durante la crisi politica che ha travagliato il paese. La sua venuta al Soviet Supremo l’8 dicembre e la firma apposta ai documenti approvati, non sono certo azioni dettate dai sentimenti patriottici del presidente e dal suo desiderio di impedire la contrapposizione nel paese. Sono piuttosto le mosse di un presidente debole e molto dipendente, la cui condotta sconcertante sta a testimoniare che agisce per compiacere i rappresentanti delle forze nazionaliste di destra. A mio avviso, Leonid Kuchma ha deliberatamente creato, coperto e approfondito la crisi che è andata acutizzandosi nel paese nel periodo elettorale. Invitando i cosiddetti “costruttori di pace”, da cui è venuta una posizione di sostegno agli “arancioni”, conducendo innumerevoli trattative ed estenuanti “tavole rotonde”, egli ha di fatto favorito gli interessi geopolitici degli USA, mentre la sua maschera di “costruttore di pace” si è rivelata solo uno schermo per nascondere i suoi autentici interessi. Il mio personale punto di vista è che gli ultimi avvenimenti in Ucraina rappresentano il finale scontato del tradimento degli interessi del popolo ucraino attuato dal presidente Kuchma. (...) Testo fornito dall’Ufficio stampa del Partito Comunista di Ucraina Traduzione dal russo di Mauro Gemma --- L’UCRAINA SUD-ORIENTALE INTENZIONATA AD IMPEDIRE IL COLPO DI STATO DI JUSCHENKO http://www.kprf.ru 15 dicembre 2004 Il sito internet del Partito Comunista della Federazione Russa ha ripreso la seguente notizia diffusa da “Reuters”: Il candidato alla presidenza dell’Ucraina, il primo ministro Viktor Janukovic, ha dichiarato oggi che migliaia di suoi sostenitori sono pronti a recarsi a Kiev dopo le elezioni del 26 dicembre. Secondo il capo del governo, in molte regioni orientali e meridionali dell’Ucraina molti si iscrivono come volontari pronti “ad impedire un colpo di stato nel paese”. Intervenendo a Nikolajev, dove si trova per un giro di propaganda, Janukovic ha dichiarato: “In molte regioni ci si sta registrando come volontari. Ieri sono stato a Sebastopoli (in Crimea), dove hanno già firmato in 35.000. Questi cittadini sono intenzionati a recarsi a Kiev dopo la votazione del 26 dicembre”. (...) --- SETTORI IMPORTANTI DEL “MOVIMENTO” IN POLONIA METTONO IN GUARDIA DA FACILI OTTIMISMI NEI CONFRONTI DEI MOTI UCRAINI di Mauro Gemma Il sito “kprf.ru” del Partito Comunista della Federazione Russa ha pubblicato la versione integrale in russo di un articolo di commento agli avvenimenti di questi giorni in Ucraina, apparso nel sito polacco www.lewica.pl, dal titolo “La lezione ucraina”. “Lewica.pl” è uno dei siti che maggiormente esprimono le posizioni del movimento “altermondialista” polacco e dei settori più vivaci del movimento sindacale. L’intento dell’articolo sembra quello di prendere le distanze dalle posizioni espresse da alcuni gruppi del “movimento” ucraino, di sostanziale adesione alla cosiddetta “rivoluzione arancione”. E’ interessante rilevare come, pur esprimendo un giudizio non certo lusinghiero del ruolo di Viktor Janukovic, considerato espressione degli interessi oligarchici dell’oriente dell’Ucraina, il commento del sito polacco definisca “ancora peggiore” la prospettiva della vittoria di Viktor Juschenko, alfiere di un’opposizione “creata dalle forze neoliberali e nazionaliste” che “potrebbe portare molto più velocemente a compimento le riforme neoliberali, aprendo il mercato ucraino alle corporazioni transnazionali”. In base a tale analisi, “lewica.pl” esprime anche un giudizio durissimo della posizione assunta a sostegno di Juschenko dal Partito socialista di Aleksandr Moroz, che viene definito “una tipica socialdemocrazia est-europea tecnocratica e opportunista”. Viene anche criticata l’atteggiamento di sostanziale “neutralità” assunto dalla parte maggioritaria del Partito Comunista di Ucraina, che, secondo il commento del sito, avrebbe di fatto indotto la classe operaia del sud-est del paese “ a scendere in strada a fianco di Janukovic e non dei comunisti”. “Pienamente corretto” viene invece definito il giudizio che del ruolo di Juschenko (“una marionetta dell’Occidente”) formula il Partito Progressista Socialista di Ucraina, anche se a questa organizzazione viene rimproverato un allineamento acritico alle posizioni di Janukovic. Una severa critica non viene neppure risparmiata a quella parte di trotskisti e anarchici ucraini (ed anche stranieri) che ritengono che le proteste di massa nel centro di Kiev “possano essere utilizzate per realizzare delle trasformazioni sociali”, dal momento che essi dimenticano di non disporre di “un potenziale sufficiente per ottenere risultati da questa campagna politica”. “Prendendo parte alla coalizione di liberali e nazionalisti” questi gruppi “hanno ripetuto l’errore commesso in precedenza dai loro compagni in Serbia”, quando, dopo aver espresso un grande attivismo nella lotta per rovesciare Milosevic, “sono loro mancate le forze per intervenire contro il destro Kostunica, che ha occupato il posto di presidente”. Uno dei risultati è stato che oggi, ad esempio, “il sindacato anarco-sindacalista è perseguitato dal potere, ed è stato praticamente sciolto con il pretesto della lotta al terrorismo”. “Lewica.ru” invita così anche il “movimento” ucraino a trarre lezione dagli avvenimenti del passato, senza nutrire eccessivi entusiasmi circa i possibili sviluppi di una situazione che è saldamente tenuta sotto controllo dalle forze nazionaliste e liberiste. “La maggioranza dei gruppi di sinistra polacchi”, - conclude il commento del sito, “non manifestano alcuna ingenua fiducia nei confronti della “rivoluzione” ucraina e non prenderanno certo parte al “sabba”, allestito dai politici del potere nazionale “per aiutare l’Ucraina”. ___________________________________ Nuovo Yahoo! Messenger: E' molto più divertente: Audibles, Avatar, Webcam, Giochi, Rubrica… Scaricalo ora! http://it.messenger.yahoo.it
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