i "tecnici"



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Le anticipazioni contenute nella relazione del Presidente del Consiglio, su
alcune delle misure concernenti la riforma fiscale (in procinto di essere
approvate dal Consiglio dei Ministri), sono terrificanti.

Quelle, poi, relative alla copertura degli oneri contrattuali dei
lavoratori del Pubblico Impiego, sono molto preoccupanti.

Eliminata "l'idea" di posticipare i rinnovi dei contratti nazionali di
oltre un anno, i "nostri" tecnici di via XX Settembre hanno individuato,
nel risparmio derivante dal blocco delle assunzioni fino al 2008, le
risorse necessarie per finanziare sia la riforma fiscale sia i cosiddetti
"aumenti salariali" dei dipendenti statali.

In particolare, si prevede il blocco totale delle assunzioni nelle
amministrazioni dello Stato, agenzie fiscali, enti pubblici non economici,
università e ricerca, del settore sicurezza ad esclusione della scuola

Nel biennio 2005-2006 ci saranno, quindi, 75mila lavoratori pubblici in meno.



Il risparmio quantificato da questa "idea", nefasta per l'occupazione,
per i lavoratori della pubblica amministrazione e per la qualità dei
servizi erogati, ammonterà, per il triennio 2005/2006/2007, a
svariati milioni di euro.

Questi risparmi permetteranno di finanziare la riduzione fiscale, tutta a
favore per i redditi da capitale e da impresa, e a riconoscere un altro
0,5%, in aggiunta al 3,7% già proposto dal Governo, per gli aumenti
contrattuali.

Il "coniglio" estratto dal cappello a cilindro, da parte dei "ragionieri"
del nostro dicastero, quindi, prevede di elargire una misera mancia ai
lavoratori della pubblica amministrazione pari al 4,20% di aumento (42 euro
lorde per 1000 euro di stipendio a regime).



Forse, i "nostri tecnici" e i vari "ragionieri", stressati dal Presidente
del Consiglio, anziché individuare nel Pubblico Impiego, nel lavoro
dipendente l'unica fonte dove "attingere" e "far quadrare i conti",
potrebbero evitare di sperperare denaro pubblico, ad iniziare dalla propria
poltrona sulla quale sono seduti comodamente.



Infatti, nei giorni scorsi, un quotidiano (peraltro molto vicino alla
stessa maggioranza di Governo) ha pubblicato un interessante articolo che
riportiamo integralmente:



E', per legge, il supremo e severo controllore della spesa pubblica. E'
l'organo che doveva trovare nel bilancio dello Stato i soldi per tagliare
le tasse, ma che - conti alla mano - ha fatto sapere: ci dispiace, ma non
ci sono.

Questa stessa istituzione, la Ragioneria generale dello Stato, ha deciso di
spendere 857,114 euro per rimodernare l'ufficio del capo.

E quasi altrettanti in contratti di consulenze esterne.

Episodi che alla Corte dei conti non sono risultati chiari.

Tanto che ha deciso di indagare su presunti "sperperi" di cui sarebbe
responsabile proprio l'ufficio di Vittorio Grilli, Ragioniere Generale
dello Stato.

La storia che raccontiamo comincia un anno fa, dopo alcune segnalazioni.

Alla procura regionale presso la Corte dei Conti Lazio arriva un esposto.

Si parla di sprechi  e spese faraoniche che sarebbero state fatte al piano
secondo del ministero di via XX Settembre.

Ossia nell'ufficio del controllore supremo del bilancio statale, Grilli.

I giudici della Corte dei conti, controllore di tutti, compreso il
controllore e i suoi, decidono di vederci chiaro. Aprono un fascicolo.
Fatti alcuni approfondimenti, chiedono alla Ragioneria generale dello Stato
la documentazione dettagliata di alcune spese sostenute.

Quello che riportiamo è il contenuto della lettera di risposta.

Chi scrive è il capo di gabinetto dell'ufficio di Grilli.

Gli "sperperi segnalati", si legge, riguarderebbero le spese di "milioni di
euro" per rimodernare lo studio del Ragioniere generale". Più "il
trattamento di favore riservato al personale della segreteria e capi uffici
stampa - con contratti da cento ai duecentomila euro annui - ed a
consulenti".

E veniamo ai dettagli.

Nella lettera si ammette che, in effetti, alcuni lavori sono stati fatti.

Sicuramente necessari, si presume.

Toccherà alla Corte dei conti, in ogni caso, giudicare.

Intanto vediamoli.

Per "rimodernare lo studi" di Grilli sono stati spesi 857.114,86 euro. Si
trattava, spiega il capo di gabinetto, di realizzare "misure di sicurezza"
per adeguare i locali alle nuove normative. Per lo stesso motivo è stato
chiesto alla Consip Spa di rifare "parte dell'impianto di condizionamento".
Prezzo, 41.758,54 euro. La spesa serviva per "assicurare il corretto
funzionamento delle attrezzature informatiche". Se l'aria non gira bene, i
computer non vanno.

Procediamo.

Le consulenze esterne.

L'ufficio della Ragioneria Generale dello Stato, sempre tramite la Consip,
ha stipulato un contratto annuo di 52mila euro (Iva inclusa).

Motivo: "ottimizzare il funzionamento della Segreteria del Ragioniere
generale".

Altri otto contratti di consulenza, per importi che vanno dai 35mila ai
60mila euro, sono poi stati fatti per "riorganizzare" lo staff. Ragioni di
efficienza.

Facendo la media, siamo sui 360mila euro.

Ma c'era ancora bisogno di "monitorare i flussi di spesa". Del resto di
questo si occupa la Ragioneria. Si è così deciso di stipulare sette
contratti di consulenza. Sempre con esperti esterni.

Ciascuno per una somma che oscilla tra i 21mila e i 30mila euro. In totale,
175mila euro circa. Arriviamo all'ultima spesa di cui i giudici hanno
chiesto spiegazioni.

Si tratta della preparazione di un "progetto di gemellaggio con la Romania".

L'ufficio della Ragioneria Generale ha deciso di affidare la pratica a un
consulente esterno al ministero. Il contratto, si legge, era biennale. La
parcella dell'esperto è stata di 57mila e 600 euro all'anno. Totale 115.200
euro.

Ricapitolando:

sono state spesi 898mila e 873 euro, circa un miliardo e ottocentomilioni
delle vecchie lire, per ristrutturare l'ufficio del Ragioniere generale
dello Stato.

Quanto ai contratti di consulenza, il totale (calcolato per difetto) è di
702mila e 200 euro.

La somma finale è di un milione e 600mila euro e qualche centesimo.




L'attacco alle condizioni del pubblico impiego e lo smantellamento della
pubblica amministrazione, rientra nella più ampia strategia di un disegno
organico di regressione sociale, culturale e democratica, in piena
continuità con l'operato di questa maggioranza sul terreno delle riforme
istituzionali, della politica estera e della più generale politica
economica e sociale.



Un filo nero lega temi tra loro apparentemente distanti come le tasse, la
guerra, il federalismo liberista e il premierato autoritario, la scuola, il
lavoro, l'immigrazione, la fecondazione assistita.



Un filo nero che ci sta strangolando.





3 DICEMBRE 2004

SCIOPERO GENERALE



Contro la legge finanziaria, lo scippo del TFR, il liberismo, la
concertazione, la guerra, la legge 30, il pacchetto TREU, la Bossi - Fini.

Per il reddito sociale, salari europei, il lavoro stabile e tutelato, la
scala mobile per salari e pensioni, previdenza, scuola e sanità pubbliche.



 Coordinamento Nazionale Ministero dell'Economia e delle Finanze

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