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Chiediamo un vero impegno a favore delle minoranze linguistiche in Italia!
- Subject: Chiediamo un vero impegno a favore delle minoranze linguistiche in Italia!
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it>
- Date: Tue, 29 Jun 2004 11:29:52 +0200
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040624it.html Minoranze linguistiche in Italia Chiediamo un vero impegno a favore delle minoranze! Bolzano, 24 giugno 2004 Al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, al Ministro delle Regioni Enrico La Loggia, al Ministro degli Esteri Franco Frattini Gentili Signori, A conclusione della campagna elettorale di Forza Italia per il Parlamento Europeo, il Ministro degli Esteri Franco Frattini ha visitato Bolzano, dove si è chiaramente pronunciato a favore dei diritti delle minoranze linguistiche. Durante il semestre di presidenza italiana del Consiglio europeo il ministro Frattini è riuscito a fissare una proposta relativa a questi diritti nella bozza per la Costituzione europea. In questo modo l'Italia è riuscita a inserire nella futura Costituzione europea lo spirito e il contenuto della Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali, della Carta delle lingue regionali e minoritarie del Consiglio Europeo e della Dichiarazione sulle Minoranze dell'ONU (risoluzione 47/135, 18.12.92). Incomprensibilmente però il ministro Frattini si è opposto ad un'amministrazione autonoma delle minoranze linguistiche, quindi ad un'Europa delle regioni. Secondo il ministro Frattini, queste regioni sono un pericolo per l'Unione Europea poiché costituirebbero delle riserve limitate, "piccole patrie", che impedirebbero l'unione degli Stati nazionali e delle nazioni. In questo modo il ministro Frattini ha dato un'immagine "reazionaria" delle regioni rappresentate nel Consiglio Europeo, antagoniste di un'UE democratica. Per quale motivo la decentralizzazione dell'UE dovrebbe essere un passo indietro per l'Europa? Cosa si oppone ad un'amministrazione autonoma delle regioni minoritarie? E' lecito opporre una supposta apertura democratica degli stati nazionali ad una altrettanto supposta chiusura mentale delle minoranze? Il governo italiano conosce la "Carta comunitaria" del Parlamento europeo del 1988? In quell'occasione il Parlamento europeo si pronunciò chiaramente a favore delle regioni come terzo livello in una futura Costituzione europea, per un'amministrazione regionale autonoma delle minoranze linguistiche, per la cooperazione transfrontaliera, così come d'altronde auspicato dal gruppo linguistico italiano nell'Istria croata e slovena con il Friuli-Venezia Giulia. L'apertura degli stati nazionali, tanto lodata dal ministro Frattini, lascia molto a desiderare. In Italia la chiusura mentale proprio dello stato nazionale, sia di destra sia di sinistra, ha impedito per molto tempo la conversione in legge dell'articolo 6 della Costituzione. Solo il governo di centro-sinistra è riuscito ad emanare una relativa legge quadro, che ha finalmente riconosciuto il pluralismo linguistico della repubblica Italiana. Nonostante le forti proteste del Centro-destra, i Suoi predecessori del centro-sinistra hanno anche ratificato la Convenzione quadro per la tutela delle minoranze nazionali del Consiglio Europeo. La Convenzione quadro riconosce i diritti dei membri di minoranze linguistiche, così come auspicata, a parole, dal ministro Frattini. Proprio per questo il rapporto consegnato dall'Italia al Consiglio Europeo sulla conversione della Convenzione quadro risulta essere deludente. Secondo questo rapporto, la maggior parte delle attività svolte a favore delle 13 minoranze linguistiche in Italia dovrebbero essere pubblicazioni, conferenze e riunioni. Si tratta di specchietti per le allodole, senza consistenza, per illudere che "qualcosa si sta facendo". Nel rapporto, l'Italia porta inoltre l'esempio della trasformazione in legge della Convenzione quadro per il gruppo linguistico sloveno in Friuli. Vogliamo ricordare che questa legge è stata autorizzata dal governo di centro-sinistra, mentre era stata ostacolata proprio dal Suo partner di coalizione, Alleanza Nazionale. Grazie a questa legge dovrebbero, tra l'altro, essere istituiti i documenti d'identità bilingui (italiano-sloveno), ma il governo tuttora non ha voluto riconoscere l'ambito linguistico sloveno. Senza regolamentazione resta anche l'accesso delle minoranze linguistiche alla radio-televisione pubblica. Sono poche le minoranze linguistiche, come p.es. i Sudtirolesi o una parte degli Sloveni, a disporre di un offerta radio-televisiva accettabile, mentre la maggior parte delle minoranze linguistiche non trova spazio nella programmazione RAI con programmi nella propria lingua, nonostante questo diritto sia stato fissato per legge ed esista un relativo accordo. Domenico Morelli del Confemili critica a ragione il ministro delle telecomunicazioni Gasparri. Nel rapporto dell'Italia sulla messa in atto della disposizione a favore delle minoranze linguistiche avrebbe dovuto apparire anche un contributo del Ministero delle Telecomunicazioni, che manca per il semplice fatto che il Ministero del Ministro Gasparri non ha finora recepito le raccomandazioni. Questo è un chiaro esempio di chiusura mentale nazional-statale a danno delle minoranze. Il Confemili ha criticato la legge sui mezzi d'informazione elaborata da Gasparri e approvata in Parlamento dalla maggioranza di centro-destra. La legge non contempla nemmeno con una singola parola la fornitura di servizi radio-televisivi per cittadini appartenenti a minoranze linguistiche. Si tratta di un'esclusione consapevole, di una discriminazione di fatto di una parte di cittadini italiani. Evidentemente questo governo non è interessato a garantire alle minoranze linguistiche servizi mediatici nella loro lingua madre. Il rapporto parla dell'esperienza positiva dei progetti multilingue nelle scuole delle minoranze. La tutela delle minoranze linguistiche non può però limitarsi a questo. Il diritto all'educazione non può escludere le persone appartenenti a minoranze, ma questo diritto implica anche l'educazione nella propria lingua e implica il multilinguismo dalla scuola materna fino alle scuole superiori. Insomma, una richiesta europea che nulla ha a che vedere con l'emarginazione in riserve. Vedi anche: * www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031015it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031001it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030630ait.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030925it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-1/030326ait.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/eu-cost.html | www.gfbv.it/3dossier/dir-min.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/altrelingue.html | www.gfbv.it/3dossier/cost-ue-it.html | www.gfbv.it/3dossier/eu-min/eu-lingue.html * www: www.eblul.org | www.ciemen.org | www.uoc.edu/euromosaic | europa.eu.int/futurum/ | www.coe.int/T/e/human_rights/Minorities/2._FRAMEWORK_CONVENTION_(MONITORING) /2._Monitoring_mechanism/3._State_reports/2._Second_cycle/PDF_2nd_SR_Italy.p df [PDF, 3MB]
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