Conferenza Stampa FINI-TREMONTI del 6-5-04



Ciao,

sembra incredibile ma ancora oggi, dopo quasi 2 settimane dalla firma a
Palazzo Chigi, c'è qualcuno dei soliti noti sindacalisti che tenta di
confondere
il vero significato dell'accordo Governo-9 Sigle.

Si tenta in particolare di confutare che il 'sindacato' presente a quella
trattativa abbia avallato con la firma l'avvio della privatizzazione di
Alitalia e il riassetto societario (=smembramento) della Compagnia di Bandiera.

BASTEREBBE LEGGERE CON ATTENZIONE IL DOCUMENTO SOTTOSCRITTO DALLE 9 SIGLE
PER TROVARE IL VERO SIGNIFICATO DI COSA CONTIENE QUELL'ACCORDO E CAPIRE
COSÌ LA VALENZA DEL TRADIMENTO COMPIUTO A DANNO DEI LAVORATORI

Per facilitare la comprensione del contenuto dell'accordo di Palazzo Chigi
la CUB TRASPORTI, già nei giorni scorsi, ha distribuito la video-conferenza
dell'On. Fini e del Ministro Tremonti (scaricata da www-governo.it),
organizzata
subito dopo la firma delle 9 sigle.

LA CONFERENZA HA SUSCITATO NON POCA MERAVIGLIA TRA I COLLEGHI PER LE CHIARE
AMMISSIONI DEI RAPPRESENTANTI DEL GOVERNO IN MERITO ALLA RINUNCIA DEL SINDACATO
AD ESPRIMERE LA PROPRIA CONTRARIETÀ ALLO SMEMBRAMENTO E ALLA PRIVATIZZAZIONE
DELL'ALITALIA.

A tale proposito, la CUB TRASPORTI ha provveduto alla trascrizione dei dialoghi
della Conferenza così da consentire a tutti i lavoratori di venire a conoscenza
dei contenuti della Conferenza Stampa suddetta, anche a coloro che non hanno
avuto la possibilità di avere il CD in distribuzione.

Come potrai cverificare, sono state messe in evidenza anche le frasi che
riteniamo molto significative.

Sono poche le parole che, a causa del pessimo audio, non siamo riusciti
a trascrivere: in tal caso non troverete la parola in questione.

Anche alcune domande dei giornalisti sfuggono alla registrazione nonché
non si comprende, talvolta, il nome del giornalista.

Tali lacune, però, non pregiudicano la una adeguata comprensione di quanto
dichiarato da Fini e Tremonti...

Buona lettura

A presto

P.S. Si allega anche il testo dell'agenzia parlamentare AgenParl del 19-5-2004,
in merito all'Alitalia.

P.P.S. Per chi volesse prendere visione della video conferenza, ancora sono
in distribuzione i CD.

__________________________________________________________________
6 MAGGIO 2004

CONFERENZA STAMPA FINI-TREMONTI
DOPO LA FIRMA GOVERNO-9 SIGLE
DELL'ACCORDO SULLA VERTENZA ALITALIA A PALAZZO CHIGI

FINI:

La lunga trattativa fra il Governo, le Organizzazioni Sindacali ed i
vertici dell'Azienda per affrontare la questione dell'Alitalia, trattativa
iniziata lunedì e svoltasi ininterrottamente per tre giorni, si è conclusa
qualche istante fa positivamente.

E' stato siglato un documento di accordo tra il Governo e le 9
Organizzazioni Sindacali rappresentate al tavolo, documento che il Governo
saluta con soddisfazione perché, a nostro avviso, consentirà di affrontare
e di risolvere in termini strutturali la questione e la vicenda relativa
all'Alitalia.

Desidero innanzi tutto ringraziare tutti i colleghi del Governo che, così
come deciso in Consiglio dei Ministri, mi hanno affiancato nella
trattativa, ed in particolar modo il Ministro Tremonti, senza la cui
collaborazione sarebbe stato difficile raggiungere un'intesa.

Ricordo che i colleghi sono, per competenza: il Ministro Maroni, il
Ministro Lunardi, il Ministro Buttiglione, il Sottosegretario Tassone e,
ovviamente, il Sottosegretario alla Presidenza Gianni Letta e il Ministro
delle Attività Produttive Marzano.

Identico ringraziamento alle OO. SS. che hanno condotto la trattativa con
grande senso di responsabilità, perfettamente consapevoli che il rischio di
una crisi irreversibile dell'Alitalia era un rischio drammaticamente reale.

L'accordo si è reso possibile anche per l'assunzione di responsabilità
delle OO. SS. e per la manifesta disponibilità ad affrontare, nel
prosieguo, una delle questioni strutturalmente più rilevanti, vale a dire
l'assetto societario dell'Azienda.

Certamente, non in ultimo, il ringraziamento ai vertici dell'Azienda: al
dott. Bonomi e al dott. Zanichelli per la grande determinazione con cui
hanno accettato il confronto con le OO. SS. sul piano industriale che
avevano predisposto; un piano che era certamente in grado di affrontare
l'emergenza determinata dall'aggravamento della crisi dell'Alitalia, un
piano industriale che aveva in sé tutti quei requisiti che il Governo aveva
auspicato.

L'accordo si basa su sei punti che sono stati compresi nel verbale e su un
punto, in qualche modo cornice, che impegna le OO. SS. al mantenimento
della pace sociale e quindi alla sospensione di qualsiasi attività di
protesta o qualsiasi agitazione nel prossimo futuro.

In rapidissima sintesi, i punti dell'accordo sono i seguenti:

Punto 1°: è un impegno tra Governo e OO. SS. per affrontare la fase di
emergenza con soluzioni che garantiscano la continuità aziendale e, quindi,
l'approvazione del bilancio 2003.

Il Punto 2° impegna a definire un nuovo progetto industriale finalizzato
alla crescita del Gruppo Alitalia, secondo il modello analogo a quello
proprio delle compagnie europee di riferimento, ivi compreso un coerente
riassetto organizzativo e societario.

Il Punto 3° impegna alla ricapitalizzazione aperta al mercato attraverso un
nuovo assetto proprietario con la partecipazione d'investitori privati.
Il Punto 4°: il ruolo dell'azionista pubblico, essenziale nella prima fase
di transizione, potrà comunque esprimersi, ad ogni livello, solo in termini
di reale economicità e di piena compatibilità con le norme di legge interne
e con le regole europee.

Il Punto 5°: per realizzare quanto sopra, l'azionista chiederà le
dimissioni del Consiglio di Amministrazione e provvederà alla nomina di un
nuovo Presidente Amministratore Delegato con tutte le deleghe, assistito da
un Consiglio di Amministrazione ridotto.

Il Punto 6° ed ultimo: le parti concordano di effettuare una verifica
congiunta, che si terrà a Palazzo Chigi, sulla progressiva realizzazione di
quanto convenuto, anche in ordine alla soluzione delle criticità
individuate nel settore. Le parti ritengono opportuno che, nel successivo
confronto tra Azienda e Sindacati, si ricerchino modalità per il ruolo
attivo, responsabile e propositivo delle OO. SS. e delle Associazioni
professionali, nella definizione del nuovo progetto industriale e nella sua
attuazione. Grazie e la parola al Ministro Tremonti.


TREMONTI:

Grazie. Tutto quanto sopra. E' una crisi, quella dell'Alitalia, che è
arrivata a un punto di assoluta criticità nei giorni scorsi.

Non è mai stata considerata l'ipotesi della liquidazione, dell'insolvenza,
del commissariamento: tutto un armamentario che non era neppure concepibile.

I fattori di crisi sono strutturati nel tempo, complessi si sono alimentati
nel corso degli anni; probabilmente la comune convinzione dell'intensità
della crisi, che si è manifestata, noi l'abbiamo percepita nella sua
espressione più drammatica questa notte ha consentito una soluzione.

Una soluzione che, non dal punto di vista del Governo, ma dell'azionista,
trova (vedete nel comunicato le sue parole chiave, le sue formule
essenziali nell'ipotesi su cui ora consente anche il Sindacato di un
riassetto organizzativo e societario), l'apertura del mercato, la
partecipazione agli investitori privati.

E' coerente con questo schema la soluzione che abbiamo concordato di
nominare un Presidente-Amministratore delegato con un Consiglio di
Amministrazione ristretto.

Su queste basi, pensiamo che possano essere rispettate le regole interne
che sembra singolare, il Governo nomini, ma sono fondamentali ad una
società quotata che sono i meccanismi di vigilanza, ci sono obblighi da
rispettare verso il mercato, verso controparti private, ci sono organismi
di controllo pubblico e c'è un vincolo imposto dalla regolamentazione
europea: divieto di aiuti di Stato

Noi pensiamo che, siamo profondamente convinti del fatto che, sulla base di
quest'accordo, sulla base della scelta che abbiamo fatto, la società possa
non solo continuare, ma svilupparsi. Grazie.


FINI:

Prego.


DOMANDA GIORNALISTA:

Buongiorno. Sono Pagliotti (Sole 24 Ore).

Vorrei soffermarmi sul punto primo. Si parla di affrontare la fase di
emergenza con soluzioni che garantiscano la continuità aziendale e, quindi,
l'approvazione del bilancio.

Considerando che il 20 maggio è alle porte, data per la scadenza
dell'approvazione del bilancio, cosa farete?. Darete, domani,Šprevedete,
appunto, d'intervenire con i famosi requisiti di sistema o con un
prestito-ponte o conŠ?.

Insomma: con quale forma sosterrete, e quando, la continuità aziendale?

Quindi: quando e con quale forma?. Grazie.
FINI:

Rispondo per quanto riguarda i requisiti del sistema. Il Ministro Tremonti
per quel che riguarda l'altra parte della sua domanda.

Fin dalla prima riunione, lunedì, è emerso chiaramente a tutte le parti che
l'intervento governativo sui cosiddetti requisiti di sistema sarebbe stato
un intervento necessario ma di per sé non sufficiente (e uso un'espressione
che non è governativa, ma è un'espressione delle OO. SS.), nel senso che -
trattandosi come lei sa d'interventi che non potevano essere finalizzati
soltanto al sostegno di Alitalia ma a tutto il settore del trasporto aereo
- il semplice intervento sui requisiti non avrebbe contribuito a risolvere
la situazione; per cui, nel corso delle tre giornate di trattative, non si
è affrontato il tema dei requisiti del sistema, che rimane una delle
questioni sul tappeto, ma che tornerà di attualità nello stesso momento in
cui il nuovo vertice aziendale, nel nuovo rapporto con le OO. SS. e con la
presenza attiva del Governo, avvierà  la fase di ristrutturazione e di
modulazione del piano industriale. Per quel che riguarda il bilancioŠ.


TREMONTI:

Per quanto riguarda le procedure tecniche di ristrutturazione del Consiglio
ci riserviamo  un'analisi, una conversazione domani, sono in atto tutte le
operazioni che ci consentono un istantaneo subentro del nuovo Presidente
Amministratore delegato.

Può essere che, da oggi e da domani, sia solo l'Amministratore delegato che
diventi Presidente nella prossima assemblea; sono, credo francamente,
dettagli tecnici.

La scelta dell'azionista è quella di esprimere una figura che concentra
tutte le deleghe.

Non è necessario allo Stato il prestito ponte.

Francamente ci sembra una generosa ipotesi formulata ma non è necessaria.

Sono necessari interventi che l'Amministratore Delegato sottoporrà
all'azionista, ai mercati e alle controparti nella sua responsabilità, a
partire dall'assunzione del suo incarico.

Quindi, tutto questo tipo di domande avrete l'opportunità di farle nei
prossimi giorni all'Amministratore Delegato.


DOMANDA GIORNALISTA (Pagliotti): la domanda non si sente

TREMONTI: Guardi, l'ha detto il Presidente Fini. Il discorso dei requisiti
del sistema, formula un po' complicata per indicare una serie d'interventi
di carattere fiscale e parafiscale, non è stato oggetto (della trattativa
?) nella discussione è stato chiaro che ai limitati possibili benefici
finanziari per Alitalia avrebbe fatto da contrappeso un'estensione di
benefici alla concorrenza. E quindiŠ

DOMANDA GIORNALISTA: la domanda non si sente

TREMONTI:

Sì, signore.


FINI:

In altri terminiŠ senza un risanamento strutturale dell'Azienda, qualsiasi
intervento si sarebbe rivelato un palliativo.

La novità che io metto in evidenza della trattativa è che le OO. SS. si
sono dimostrate perfettamente consapevoli di questo aspetto. Questa è stata
la chiave di volta che poi ha portato alla stesura dei punti del verbale di
accordo.


DOMANDA GIORNALISTA: Alfieri(?) (Ansa).

Volevo sapere: il precedente Consiglio di Amministrazione sosteneva che per
garantire la continuità aziendale era necessario varare il piano.

A questo punto mancano pochi giorni, credo, per indire eventualmente
un'assemblea straordinaria------.

Il piano, visto che s'inizia da capo, ci sta?

C'è un'indicazione del Governo?

E, a questo proposito, l'ipotesi che circolava ieri su una divisione in due
(diciamo delle attività operative con quelle che andrebbero in
esternalizzazione) è rimasta in piedi?

Il piano siŠ.?.


FINI:

Le dimissioni dell'attuale vertice aziendale, ovviamente, comportano il
venir meno dell'obbligo di presentazione del piano nel Consiglio di domani.

Il compito del nuovo Presidente Amministratore delegato sarà, per
l'appunto, quello - nell'ambito di questa cornice d'accordo tra Governo e
Sindacati - di predisporre il piano industriale e di procedere alla sua
attuazione; mette in evidenza, ma credo che l'abbiate compreso tutti
benissimo, che è la cornice che muta perché, rispetto al passato, vi è la
disponibilità a prendere in considerazione il confronto non solo sul piano
industriale.

Le OO. SS. non hanno mai messo in discussione il dovere, il diritto-dovere
di confrontarsi su un  piano industriale.

L'elemento di novità è la disponibilità al confronto sull'assetto
societario, che è cosa ovviamente diversa rispetto al piano industriale.

DOMANDA GIORNALISTA: Alessandro Barbera  della Stampa.


Fra i sei punti c'è l'ingresso di capitale privato nell'azionariato di
Alitalia.

Nel 2005 vedremo le nozze tra l'Alitalia, Air France e KLM ?

TREMONTI:

Senta: quando il testo sarà -io suppongo- distribuito, troverà una risposta
ovvero saprà anche formulare la domanda.

C'è scritto: nuovo progetto industriale basato su un coerente riassetto
organizzativo e societario, ricapitalizzazione e assunzione di uno schema
che sia compatibile con quello delle Compagnie di riferimento.

Al prossimo Amministratore Delegato chiederà cosa intende per progetto
industriale coerente con il mercato, capace di mettere la Compagnia in
condizioni di piena competitività.


FINI:

Il Governo non si sostituisce, ovviamente, al vertice aziendale. No?.

DOMANDA GIORNALISTA: Sono Antonella Baccaro (Corriere della Sera).

Volevo chiedere: il Vice-Presidente dice che c'è una nuova disponibilità
dei sindacati a confrontarsi non solo sul piano industriale, ma anche sul
nuovo assetto societario.

Da parte dei sindacati, prima, all'inizio della trattativa lunedì, c'era
stata una pregiudiziale molto forte; cioè: non vogliamo parlare di nessun
piano di riassetto che prevede uno spezzatino , come lo vogliamo chiamare.

Esiste da parte del Governo, dell'azionista, dell'Azienda, un impegno di
qualsiasi tipo in questo senso, ad evitare una soluzione di questo tipo?.
Grazie.

FINI:

Temo di non aver capito la domanda.

GIORNALISTA: sempre Antonella Baccaro (Corriere della Sera)

I sindacati non vogliono, sostanzialmente, uno spezzettamento dell'Azienda.

Vogliono, accettano il riassetto societario a tutti gli effetti, però
pongono questa pregiudiziale.

Esiste, gli è stata data, concessa questa------?.

E' stata data qualche assicurazione in questo senso dai Sindacati che non
ci sarà  uno spezzettamento?

FINI:

Se Lei rilegge bene -non lo può rileggere perché non ce l'ha- ma, se mi
consente di rileggere i punti, vedrà che la risposta è, inequivocabilmente,
scritta nel verbale di accordo.

Ricapitalizzazione aperta al mercato attraverso un nuovo assetto
proprietario con la partecipazione d'investitori privati.

Il ruolo dell'azionista pubblico, essenziale nella prima fase di
transizione, potrà comunque esprimersi ad ogni livello solo in termini di
reale economicità e di piena compatibilità con le norme di legge interne e
con le regole europee.

TREMONTI:

Punto 2°

FINI:

Punto 2: definizione di un nuovo progetto industriale finalizzato alla
crescita del Gruppo Alitalia, secondo il modello analogo a quello proprio
delle Compagnie europee di riferimento, ivi compreso un coerente riassetto
organizzativo e societario.

E, quando ho messo in evidenza che le OO. SS. hanno dato prova di grande
senso di responsabilità e di piena consapevolezza del fatto che la
situazione dell'Azienda era arrivata ad un punto tale da far dire a tutte
le persone responsabili: o s'interviene in termini strutturali o il rischio
di interventi non sufficienti di panicellicaldi è talmente elevato da far
prendere in considerazione persino l'ipotesi che sarebbe stata devastante
delŠ del fallimento, intendevo riferirmi proprio a questo passo avanti che,
inequivocabilmente, il sindacato ha fatto.

DOMANDA GIORNALISTA: Luca Parei (?).

Buona sera. Oggi il Governo, oltre all'Alitalia, ha visto anche che si fa
con insistenza il nome di Cimoli.

Ha preso decisioni anche sulle FF.SS ? 

E, poi, volevo chiedere: il Presidente Berlusconi, circa un mese fa, aveva
promesso, per la fine di aprile inizio di maggio, un provvedimento per
quanto riguarda la riduzione delle tasse.

Ci sono previsioni per il Consiglio dei Ministri di domani?.




FINI:

La conferenza stampa è monotematica e, quindi, l'On. Tremonti ed io siamo
impegnati a rispondere unicamente sulle questioni relative all'Alitalia.

Per quel che riguarda l'ipotesi che è circolata di affidare all'Ing. Cimoli
il compito di Presidente-Amministratore Delegato, confermo che questo è
l'orientamento del Governo e non sono ancora state prese le decisioni
relative alle F.S.

Decisioni che prenderemo nelle prossime ore.


DOMANDA GIORNALISTA: Sono Leoni(?) di Sky

Volevo sapere se questo riassetto societario, cioè questa consapevolezza è
propria anche di altre parti del Governo che nelle settimane scorse si
erano opposte, per lo meno nelle intenzioni, alla divisione tra una best e
una bad-company di cui si è parlato tempo fa?.

Mi riferisco al Ministro Maroni, per esempio, che si era detto
assolutamente contrario a questa ipotesi. QuindiŠ


FINI:

Il Ministro Maroni oggi è a Londra ma, se fosse stato in Italia, sarebbe
stato qui; nel senso che non è retorica quello che ho detto all'inizio.

Una delle condizioni politiche che ha reso possibile la soluzione di questa
estremamente complicata vicenda è stata l'assoluta unitarietà di posizioni
che, fin dal primo momento -per la precisione fin dal momento in cui il
Consiglio dei ministri ha affidato a me l'incarico di coordinare la
delegazione ed ha individuato i membri della delegazione- da quel momento,
fino ad un istante fa, non vi è stata alcuna dissonanza all'interno
dell'Esecutivo, nonostante abbiamo letto tutti cose profondamente diverse
rispetto al vero.

DOMDNDA GIORNALISTA: Gianni Dragoni (Sole 24 Ore).

Vorrei capire se, siccome si parla di ricapitalizzazione, aperture ai
privati, se c'è un mandato esplicito a privatizzare la società, cioè nel
senso a far sì che lo Stato scenda, effettivamente, sotto il 50% o anche
sotto soglie di controllo ma più basse.

Poi, ecco, mi sembra, per quello che, quel poco che noi ancora possiamo
conoscere sapendo solo questi cinque-sei punti, anzi, sei più uno, che
quello  che, rispetto a ieri, è cambiato nella situazione dell'Alitalia,
che fino a ieri anche fonti governative definivano catastrofica e sull'orlo
del -------.

Come è stato ricordato, che effettivamente, in questo momento, a parte la
disponibilità dei sindacati ad esaminare un futuro piano di------    cui
ancora non è chiaro se ci sarà lo spacchettamento, le due compagnie con la
Holding etc, ci sia solo la pace sociale, quindi la pace sociale che
potremmo definire la pax elettorale, con un po' di malizia, un impegno del
Governo, alla ricapitalizzazione, il cambio del vertice.

Però, quale sia il piano industriale?. Quali siano gli interventi di
riduzione dei costi?. Cioè, l'Alitalia da oggi fino al 13 giugno non avrà
un abbattimento dei costi, perché non c'è un piano industriale, non c'è
un'accettazione di esuberi, non ci sono ammortizzatori sociali.

Quindi io non capisco: se fossi un investitore, se fossi il mercato, se
fossi Š anzi sono, un contribuente, di cosa mi dovrei rallegrare?

FINI:

Una sua risposta flash da parte mia sulla pace sociale.

Per il Governo è un obbiettivo cui tendere sempre e comunque, che vi siano
o non vi siano le elezioni, soprattutto in un settore come quello del
trasporto aereo che determina, quando non vi è pace sociale, disagi enormi
per tutti i cittadini. Per il resto, il ministro Tremonti.
TREMONTI:

Ma, senta: la Società ha accumulato criticità di vario tipo e di varia
origine nel corso degli ultimi anni, nel corso di tanti anni.

La situazione è diventata sempre più critica e sulla criticità della
situazione si è accumulato un crescendo di comprensione e di preoccupazione
e alla fine di responsabilità da parte dell' azionista e da parte del
sindacato.

Quello che viene fuori oggi è, a mio parere (credo di avere una certa
conoscenza dei meccanismi di mercato), di enorme importanza.

Vede, non è che tutto avviene di colpo, per magia, in un giorno.

I meccanismi capitalistici sono abbastanza complessi e richiedono
presupposti, procedure e tempi.

Quello che è fondamentale è che tutto sia coerente in una direzione:
l'impegno del Governo e dell'azionista, l'impegno del nuovo management.

L'impegno del sindacato è verso il mercato in una direzione che è,
potenzialmente, alla crescita della società che riteniamo assolutamente
possibile nel rispetto delle regole del mercato, delle regole che regolano
il mercato, nel rispetto dei principi comunitari.

Noi siamo assolutamente convinti del fatto che, nei prossimi giorni,
emergeranno: un piano industriale credibile, capace di raccogliere non solo
il consenso degli operatori, ma anche il consenso degli investitori.

Noi pensiamo che da qui all'assemblea - e comunque da qui in avanti-
emergerà un piano che hai requisiti necessari, non per la continuità, ma,
per lo sviluppo della società.

Non può chiederci ora unaŠ.Vede, se, davvero, uno tiene conto dei
meccanismi del mercato, delle socità per azioni , la domanda che lei fa
adesso è una domanda che avrebbe senso se fosse formulata al nuovo
Amministratore Delegato con tutte le deleghe.

E avrà quest'opportunità nei prossimi giorni.

Non può chiedere al Governo e all'azionista, sarebbe negare la stima di
mercato. Beh! Vedrà un piano industriale credibile, pensiamo, a questo
punto, responsabilmente condiviso. Non sarà facile ma pensiamo che sia
possibile.

Non ci saranno aiuti di Stato. Non ci possono essere aiuti di Stato.

Quindi Lei, come contribuente, può essere assolutamente tranquillo che il
suo denaro non sarà bruciato in questa esperienza, perché non può esserlo.

DOMANDA GIORNALISTA:  la domanda non si sente

TREMONTI:

Beh! Di questa opinione mi sembra che fosse convinta, in questi termini,
anche la Commissione Europea!. La mitica Commissione Europea!. Quindi era
di mercato. Poi, evidentemente, si sonoŠŠ Cosa?

GIORNALISTA: ŠŠ

TREMONTI:

No. Non volevo angosciarla. Ecco.

GIORNALISTA: Non volevo trasformare il tema inŠ.

TREMONTI: No. Però voglio direŠ... lei sì, sì. Scusi:

FINI:

Io capisco la sua, capisco la sua ansia ma un tema così non lo affrontiamo
con una battuta.

TREMONTI:

Scusi. Quando uno scrive: ricapitalizzazione aperta al mercato attraverso
un nuovo assetto proprietario con la partecipazione d'investitori privati,
questo è l'obbiettivo.

DOMANDA GIORNALISTA:  la domanda non si sente

TREMONTI:

 Vedremo. Saranno le ipotesi che si formuleranno a partire dal piano che ci
presenterà come azionisti, non come Governo, a questo punto,
l'Amministratore Delegato.

Poi faremo le nostre valutazioni e ne riferiremo al Consiglio dei Ministri,
al Governo, nei limiti in cui ciò è compatibile con una società quotata.

 Per inciso, è chiaro che non erano possibili -ed è stato abbastanza
evidente in questo periodo- aumenti di capitale operati ulteriormente.

L'ultimo, definito con la formula una tantum o  ------  è stato quello
dell'agosto 2002.

Nessun aumento ulteriore, se non a condizioni di riassetto sostanziale.

FINI:

Ha provato a chiedersi perché la ricapitalizzazione del 2002 non si è
rivelata sufficiente per la ripresa, la competitività dell'Azienda?.

Io non credo che si possa addebitare la responsabilità al management.

Molto più semplicemente perché non vi erano le condizioni per procedere,
non al piano industriale, ma per procedere alla definizione del nuovo
assetto proprietario.

DOMANDA GIORNALISTA:

Una cosa, ministro Tremonti. Lei prima ha detto " nei prossimi giorni
vedremo, pian piano nascere  questo nuovo piano". Prima, parlando con i
Sindacati, ci hanno detto "nei prossimi mesi vedremo unaŠ." . Adesso Le
chiedo, al di là diciamo delŠ.

FINI:

Facciamo le prossime settimane, che è una via di mezzo tra i mesi e i giorni..

DOMANDA GIORNALISTA:

Ecco. Questo è importante perché se non sembra che quello che abbiamo
raccontato fino a ieri era fantascienza.

Cioè, voglio dire: l'opinione pubblica italiana è stata informata sul
disastro imminente a 48 ore.

Così è stata presentata la vicenda Alitalia. Mi pare di capire che, in
fondo, la bombola d'ossigeno, se non era proprio piena, metà ancora c'era.
EccoŠ

TREMONTI:

Posso darle una risposta relativamente tecnica.
Il Consiglio di amministrazione deve approvare il bilancio 2003.

Ha un'alternativa: lo valuta in termini di non continuità aziendale o lo
valuta in termini di  possibile continuità aziendale.

Se lo valuta in termini di non continuità, c'è un certo percorso; se lo
valuta in termini di continuità, c'è un altro percorso.

E' responsabile in ordine alla scelta per l'una e l'altra ipotesi.

La seconda ipotesi, quella della continuità, presuppone argomenti che
giustifichino la possibile continuità dell'Azienda.

Allora, allo stato dei fatti, ieri-l'altro ieri, non c'erano elementi o
argomenti per sostenere l'ipotesi della continuità, salva l'impostazione di
un ambizioso, sostanziale progetto di ristrutturazione.

Se Lei mi chiede quando sarebbe avvenuto il punto di erosione del terzo del
capitale, d'ingresso nel netto negativo, francamente, con l'orologio, è
anche adesso piuttosto difficile dirlo.

Ma, certamente, problemi di erosione di capitale sociale e d'ingresso nel
netto negativo c'erano assolutamente evidenti.

Poi, se Lei mi chiede il fenomeno sarebbe avvenuto, il  punto di passaggio,
alle ore x del giorno y ..no , però certamente questo è.

Quindi, i giornali non hanno riferito fantascienza; la crisi era
evidentissima e -aggiungo, proprio perché l'evidenza della crisi è
diventata assoluta anche per il sindacato- questa notte e stamattina siamo
arrivati ad una soluzione che contiene la riorganizzazione societaria e la
privatizzazione---- e l'ingresso di capitale d'investitori privati alle
condizioni di mercato.

Quindi entreranno se vedranno la possibilità e giudicheranno loro secondo
la convenienza.

Noi riteniamo che sia necessario e possibile questo esito. Il discorso che
abbiamo fatto l'altra volta con il sindacato era molto chiaro: l'Alitalia è
una Società per Azioni.

La Società per Azioni è il tipo prevalente nella famiglia di società di
capitali, e come dice il nome stesso.

Per far funzionare una società di capitali ci vuole il capitale e se te lo
erodi, se te lo mangi, devi aumentarlo; per aumentarlo devi avere partners,
soci di mercato.

Perché, se non li hai, è vietato in quanto aiuto di Stato. Questa è la
realtà che abbiamo gestito in questi giorni e in queste ore. Quindi, non è
vero che i giornali hanno radicalizzato (?)  e che quello che è avvenuto
agli aeroporti era una simulazione scherzosa o che altro.

Era la drammatica conclusione di una vicenda industriale.

Crediamo che ci siano i presupposti societari e finanziari per un'uscita
dalla crisi da oggi in poi, con un nuovo vertice che riteniamo abbia i
requisiti di sistema: cioè dire che abbia una forte esperienza, abbia una
forte e significativa storia professionale, capacità di rapporto
costruttivo con il sindacato, ma duro e necessariamente impegnativo,
responsabile, che abbia credibilità sui mercati e che abbia capacità di
trattare con le istituzioni di riferimento a partire dalla Commissione
Europea.

DOMANDA GIORNALISTA:  la domanda non si sente

FINI:

No, no. Guardi: non è né un pettegolezzo né un retroscena; e quindi vi
diamo, se volete, anche un po' di colore.

Non abbiamo nessuna difficoltà a svelare l'arcano. Il dott. Cimoli è stato
allertato questa notte, è venuto qui questa mattina.

Manca un soggetto perché, insieme al Ministro Tremonti e a me, era
ovviamente coinvolto e perfettamente al centro di tutte leŠŠ. il dott.
Letta.
Uno, due e tre. Dopodiché non è che abbiamo valutato tante coseŠ

Il nome non l'ha fatto il dott. Letta.

 Quando siamo arrivati alla determinazione di seguire questa strada, ci
siamo chiesti chi poteva assolvere nel miglior modo un incarico così
difficile e ci siamo trovati d'accordo nel dire che il Dott. Cimoli è la
persona adatta.

Posso, con altri termini, più o meno esprimere le stesse cose: i giornali
non hanno scritto delle bugie; non è almeno mio costume dire che la stampa
scrive bugie.

Può enfatizzare maŠ. La situazione dell'Alitalia era ed è grave.

Non è che l'accordo di questa sera ha tolto l'Alitalia da una situazione di
assoluta criticità.

E' cambiato il contesto in cui il nuovo vertice aziendale affronterà la
situazione dell'Alitalia.

Ed è cambiato perché il mandato che l'azionista dà al nuovo vertice
aziendale è quello di muoversi all'interno di una cornice che è compresa
nell'accordo sottoscritto con le parti sociali.

Credo che questa sia una novità di tutta evidenza che, a mio modo di
vedere, non garantisce solo la parte sociale; a mio modo di vedere dà
sufficienti garanzie di serietà e di attuabilità del progetto anche agli
occhi dei mercati.

Perché è di tutta evidenza che ci possono essere degli ottimi piani
industriali.

Io ho detto prima, in inciso, che il piano industriale che era stato
predisposto da Bonomi e Zanichelli era a tutti gli effetti un ottimo piano
industriale.

Era un piano industriale che non era di facile praticabilità,
realizzabilità, perché non c'erano le condizioni per un confronto
costruttivo con le OO. SS.

Lei sa perfettamente che, tra quel che si vuol fare e quello che si può
fare qualche volta c'è una sostanziale differenza. No?

TREMONTI:

Tra l'altro, sempre per tornare a temi, nelle strutture delle imprese del
capitalismo e del mercato è fondamentale anche il ruolo che viene giocato
dalle persone, la credibilità personale, le esperienze.

Noi riteniamo che questo sia un punto essenziale: i pieni poteri.

Perché il nuovo Amministratore-Presidente avrà tutte le deleghe.

Un Consiglio ristretto che rispetta la forma della società ma che
collabora, nel senso della concentrazione, con la nuova figura.

Evidentemente non basta avere un uomo.

Sono necessari altri strumenti ed elementi. Ma riteniamo che la
composizione del tutto sia l'unica chance che c'era.

Diversamente, l'aumento sarebbe stato impossibile e avrebbe prodotto
fenomeni fortemente negativi per la Compagnia stessa, per i dipendenti, per
i fornitori, per gli azionisti, per i prestatori di denaro e per altri
soggetti.

DOMANDA GIORNALISTA:

L'aumento futuro?

TREMONTI:

L'aumento futuro ci sarà a condizioni, questa volta, davvero di mercato.

DOMANDA GIORNALISTA:

Ministro, io vorrei fare una domanda tecnica, se permette: Volevo sapere
questo CdA quando si dimetterà eŠ.
FINI:

Sembra quasi una minaccia.







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ALITALIA-CUB TRASPORTI: CAMBIANO I SUONATORI MA NON LA MUSICA
ROMA, 19 maggio 2004 - AgenParl - "La mobilitazione non deve arrestarsi,
anzi deve crescere di intensità per contrastare l'immutato disegno
governativo di smembramento e liquidazione del Gruppo Alitalia: cambiano i
suonatori, ma non cambia la musica !".
E' questo il rinnovato grido di allarme lanciato dai sindacalisti della
Confederazione Unitaria di Base-CUB Trasporti, che invita tutti i
dipendenti Alitalia "a partecipare compatti a tutte le mobilitazioni che
saranno indette a sostegno della piattaforma votata dai lavoratori nelle
assemblee."
"Unica organizzazione sindacale, nell'universo del comparto aereo -
dichiara orgogliosamente ad Agen Parl il leader Antonio Amoroso - a
schierarsi con forza e determinazione a difesa dei diritti e degli
interessi dei lavoratori, obiettivo che oggi richiede una mobilitazione
straordinaria ed eccezionale contro il piano di smembramento, attraverso la
societarizzazione, la privatizzazione e la precarietà, in una parola contro
la liquidazione del gruppo Alitalia".
"Le altre organizzazioni sindacali e associazioni professionali rimangono
ambiguamente silenziose. Purtroppo, nonostante gli impegni presi, le 9
sigle non hanno finora convocato assemblee generali, per informare i
dipendenti Alitalia sulla consistenza e le implicazioni dello sbandierato
accordo".

CUB: "Il movimento sindacale è nato per difendere i diritti e gli interessi
dei lavoratori, non delle aziende, sulla testa dei lavoratori"
Amoroso - prendendo spunto dal contenuto di una lettera inviata dalla
Filt-CGIL di Roma e Lazio ai suoi iscritti, ritenuta oltraggiosa nei
confronti della CUB Trasporti, organizzazione non allineata e, pertanto,
accusata pretestuosamente di intolleranza - ricorda ai sindacalisti delle 9
sigle firmatarie del cosiddetto "accordo di palazzo Chigi", del 6 maggio
scorso, "le motivazioni profonde che dovrebbero ispirare l'azione e
giustificare l'esistenza di un movimento sindacale, così come avveniva ai
tempi di Di Vittorio e di Buozzi".
"Ricordino che il loro ruolo non è quello di difendere gli interessi dei
padroni, delle aziende o dei partiti-amici. Ricordino che sono i
rappresentanti dei lavoratori, non delle controparti aziendali, presidenti,
amministratori delegati o dirigenti - continua sferzante il leader di base
- il loro ruolo è quello di schierarsi contro gli abusi e i soprusi, le
palesi ingiustizie e le storture del sistema, certamente non è quello di
favorire il clientelismo o fare da cinghia di trasmissione di interessi
estranei ai lavoratori".
"Vergognose sono le affermazioni palesemente pretestuose di chi, per
nascondere le proprie responsabilità di fronte agli iscritti, tenta di
screditare un percorso sindacale che la CUB ha intrapreso, alla luce del
sole, senza mai tradire il mandato assembleare, più volte dato e
riconfermato dai lavoratori".

"Senza vergogna, lo chiamano "rilancio" dell'Alitalia"
La CUB Trasporti non lascia adito a dubbi "La verità è che nell'alleanza
Air France-KLM non c'è posto per i lavoratori di terra dell'Alitalia, dal
momento che il loro lavoro è già svolto dai colleghi francesi e olandesi"Š
"Le prime mosse di Cimoli, evidentemente avallate dal governo e dalle 9
sigle sindacali firmatarie, confermano la volontà di privatizzare la
compagnia, con la dismissione dell'intero comparto di terra e l'espulsione
dei suoi oltre 10 mila dipendenti.
Mentre le 9 sigle sindacali non danno alcun cenno di voler convocare le
assemblee generali per illustrare e dibattere i contenuti del "tanto
decantato accordo di palazzo Chigi", Cimoli - come risulta dal comunicato
ufficiale diffuso dopo il CdA del 13 maggio scorso - annuncia, per la prima
volta nero su bianco, la sua intenzione di voler spaccare il Gruppo
Alitalia, con la creazione di due società distinte: Alitalia Flight, con
personale navigante e aerei, e Alitalia Service, con tutto il personale di
terra e i servizi. Quest'ultima frazionata, a sua volta, in una miriade di
piccole e medie società, più o meno partecipate, come i servizi di
manutenzione, l'handling, l'informatica, il call center, le merci,
l'amministrazione, i reclami bagaglio. Attività di terra che, in una
seconda fase - da attuarsi dopo le elezioni europee - dovrebbero essere
terziarizzate, con buona pace del personale di terra, in esse relegato".
"Da più parti viene fatto rilevare che tale operazione - continua Amoroso -
è una scelta suicida che non trova alcun riscontro nel modello societario
ed organizzativo delle principali compagnie europee".

Giovedì 20 maggio, manifestazione dei lavoratori davanti al Centro
direzionale Alitalia della Magliana
In attesa di annunciare la nuova data dello sciopero, dopo che l'intervento
della commissione di garanzia ha vietato quello indetto per tutto il
trasporto aereo il 17 maggio scorso, la CUB Trasporti chiama a raccolta i
lavoratori per una manifestazione, a Roma, davanti al Centro direzionale
dell'Alitalia, in concomitanza con la riunione del CdA convocata nel
pomeriggio di giovedì 20 maggio, alle 15,30.
Nel corso della manifestazione verrà annunciato l'avvio di una iniziativa
"volta a coinvolgere le più alte cariche istituzionali del nostro Paese per
sollecitare un intervento a difesa dell'Alitalia e del futuro di migliaia
di lavoratori e delle loro famiglie".

Privatizzazione Alitalia: una operazione assurda e incomprensibile di
dismissione di un asset strategico per tutto il Paese
Torna intanto sotto gli occhi dei riflettori la sorte riservata dal governo
alla mozione - n° 1/00216 del 4 dicembre 2003 - presentata in Senato dagli
esponenti di un larghissimo arco di forze parlamentari, di cui è primo
firmatario il senatore Egidio Pedrini. Mozione, di ampio respiro, che
denuncia, tra l'altro, i rischi e i danni di una eventuale privatizzazione
del gruppo Alitalia, invitando il governo " a ripensare la prevista
privatizzazione dell'Alitalia che, se collocata temporalmente in una fase
di estrema instabilità come l'attuale e in presenza di una strutturale
debolezza della compagnia, rappresenterebbe una incomprensibile operazione
di smembramento societario e di svendita di un asset strategico per il
Paese".