segnalazione di un libro sul confino



LA STORIA DEL CONFINO POLITICO E LA LEGGENDA DELLA VILLEGGIATURA

 Che cosa fu il confino di polizia durante il regime fascista? Per Silvio
Berlusconi fu una sorta di villeggiatura regalata da un "dittatore benigno"
ai suoi avversari. Silverio Corvisieri nel suo "La villeggiatura di
Mussolini - Il confino da Bocchini a Berlusconi" (ed. Baldini Castoldi
Dalai) dimostra che si trattò invece di una delle più aberranti ed
afflittive misure repressive. Parte integrante dell'arsenale poliziesco, il
confino si riprometteva di isolare e umiliare antifascisti, ebrei, massoni,
omosessuali, appartenenti a minoranze religiose o etniche, "devianti" di
tutti i tipi. Nelle colonie del confino il sadismo squadristico dei militi
si alternò ed intrecciò con l'asfissiante persecuzione burocratica della
polizia. Le violenze, la mancanza d'igiene, la denutrizione,
l'impossibilità di adeguate cure mediche, provocarono la morte di un gran
numero di giovani confinati. Il libro di Corvisieri ricostruisce i
molteplici aspetti della repressione ma anche le lotte degli antifascisti
per difendere la loro integrità fisica, morale e politica.

La mistificazione berlusconiana trae origine dalle manipolazioni del capo
della polizia fascista, Arturo Bocchini. Dai documenti dell'Archivio
Centrale dello Stato, citati da Corvisieri, emerge con chiarezza che
l'equazione confino-villeggiatura fu un leit-motiv dell'OVRA. La
banalizzazione del carattere afflittivo del confino costituisce uno dei
tratti salienti del revisionismo storiografico e un marchio di
riconoscimento del retroterra politico-culturale delle esternazioni
apparentemente "improvvisate" di Silvio Berlusconi.

All'assordante silenzio delle reti televisive nei confronti della
storiografia non rispettosa dei canoni revisionisti, è opportuno rispondere
facendo conoscere l'esistenza di libri come questo di Corvisieri a quante
più persone sia possibile. Ti va di collaborare trasmettendo questa scheda
ai tuoi corrispondenti? Grazie Milena Sarri