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Cina: I diritti umani non possono essere sacrificati al commercio
- Subject: Cina: I diritti umani non possono essere sacrificati al commercio
- From: Associazione per i popoli minacciati / Gesellschaft für bedrohte Völker <info at gfbv.it>
- Date: Tue, 4 May 2004 15:26:21 +0200
www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040504it.html La Germania si accorda per un allargamento delle relazioni commerciali con la Cina I diritti umani non possono essere sacrificati al commercio Bolzano, Göttingen, Berlino, 4 maggio 2004 L'allargamento delle relazioni commerciali con la Cina non può e non deve lasciare da parte la questione dei diritti umani in Cina. Questo è quanto l'Associazione per i Popoli Minacciati (APM) chiede non solo alla Germania che ha appena concluso una serie di accordi per l'allargamento delle relazioni commerciali con la Cina, ma a tutti i paesi dell'Unione Europea interessati a incentivare i rapporti commerciali con il paese asiatico. L'intensificazione dei soli rapporti commerciali non comporta nessun miglioramento automatico del rispetto dei diritti umani in Cina. Non c'è bisogno di implorare un miglioramento della situazione dei diritti umani per salvaguardare possibili rapporti economici: il mercato europeo è per la Cina molto più importante di quanto sia il mercato cinese per l'Europa. Infatti, secondo l'istituto statistico federale, il bilancio commerciale tra Cina e Germania per il 2003 è a favore della Cina che ha esportato in Germania beni per un valore di 25 miliardi di euro, mentre la Germania ha esportato in Cina un controvalore di 18,2 miliardi di euro. Inoltre, un peggioramento della situazione dei diritti umani in Cina potrebbe mettere in pericolo anche la stabilità ed il commercio con l'Unione europea. Diritti umani e commercio sono strettamente legati: se la Repubblica Popolare Cinese continua con la sua politica di brutale repressione e di selvaggio sfruttamento delle risorse in Xinjiang (Turkistan dell'Est) e in Tibet, di cui approfittano soprattutto le zone industriali nell'est del paese, è solo questione di tempo finché anche in queste regioni scoppierà la resistenza violenta contro il saccheggiamento del paese. La critica allo sfruttamento delle risorse petrolifere e di gas cresce in particolar modo nel Turkestan orientale, mentre la situazione nel nord-ovest assomiglia sempre più ad una bomba ad orologeria. Mentre gli Uiguri continuano ad impoverirsi sempre più e aumenta il numero dei Cinesi Han che si stabiliscono nella regione, il benessere si concentra solo nelle zone industriali dell'est cinese. Vedi anche: * www.gfbv.it: www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040325it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040319it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/04-1/040126it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/031029it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/03-2/030909it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/02-3/020909it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011206it.html | www.gfbv.it/2c-stampa/01-3/011108it.html | www.gfbv.it/3dossier/asia/mongol/mongol.html | www.gfbv.it/3dossier/uiguri.html * www: www.iccnow.org | www.hrichina.org
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