Foglio di Collegamento n. 117



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 117 del nostro Foglio di Collegamento.

Notate la convocazione dell'Assemblea dei Soci per il 23 maggio p. v.

Chi vuole, ci faccia avere di tanto in tanto un commento anche breve su
quanto scriviamo nel F. d. C.

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
         Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi,
fatecelo sapere

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FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 117  -  Aprile 2004


Sommario:

1 ) Convocazione dell'Assemblea ordinaria dei Soci
2 ) Kenneth ci offre alcune massime preziose
3 ) Esecuzione 'mirata' di Yassin: monca la protesta internazionale
4 ) La Corte Internazionale condanna di nuovo gli Stati Uniti
5 ) Affermati i diritti del concepito aumentando le pene
6 ) Chiesta una data di esecuzione per Philip Workman
7 ) Florida e New Hampshire aboliscono la pena di morte minorile ?
8 ) La battaglia di Amnesty contro la pena di morte per i minorenni
9 ) Dopo un anno dalla dimostrazione della sua innocenza...
10) Il Governatore tergiversa sulla grazia a Joe Guy
11) Dubbi sulla prova del DNA a carico di Gary junior
12) Desmond Tutu visita Dominique Green
13) Kentucky: pena di morte per decessi accidentali ?
14) Testimonianze contro la pena di morte in Illinois
15) Myanmar: pena di morte per nove sindacalisti
16) Esecuzioni extragiudiziali: ammazzate i ladri nel vostro campo !
17) Esecuzioni e condanne capitali nello scorso anno
18) Il nostro sito si e' completamente rinnovato
19) Norme per corrispondere con i detenuti in Texas
20) Di nuovo alla "Pier Lombardo" di Novara
21) Richiesta di corrispondenza
22) Notiziario: Oklahoma, Texas, Vietnam


1) CONVOCAZIONE DELL'ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI

L'Assemblea ordinaria dei Soci del Comitato Paul Rougeau e' convocata per
domenica 23 maggio 2004 alle ore 10:00. L'Assemblea si terra' in Firenze
presso l'abitazione di Loredana Giannini, Via Francesco Crispi, 14.
L'ordine del giorno e' il seguente:
1. Relazione sulle attivita' svolte dopo l'Assemblea dell'8 giugno 2003;
2. relazione sulla mostra tenuta a Torino con i lavori di Kenneth Foster e
Tony Ford nel dicembre 2003;
3. situazione iscritti al Comitato;
4. illustrazione ed approvazione del bilancio per il 2003;
5. eventuali dimissioni dalle cariche sociali ed eventuale rinnovo del
Consiglio direttivo;
6. pubblicazione del libro di Gary Graham, questioni editoriali e lancio
del libro;
7. rapporti con le altre associazioni/gruppi ed eventuali interventi di
Ospiti dell'Assemblea esterni al Comitato Paul Rougeau;
8. iniziative e proposte per il prosieguo delle attivita' (rapporti con i
detenuti, attivita' editoriali, telematiche, interventi nelle scuole,
campagne abolizioniste ...)
9. progetto "Non uccidere";
10. varie ed eventuali.

Firmato: Loredana Giannini, Presidente del Comitato Paul Rougeau

AVVERTENZE: La fine dei lavori e' prevista per le ore 17 circa. Il luogo
dell'Assemblea e' raggiungibile dalla Stazione di Santa Maria Novella anche
a piedi in 20 minuti.  Percorso consigliato: Stazione, Via Nazionale, P.zza
Indipendenza, Via S. Caterina d'Alessandria. Arrivati all'incrocio col
Viale S. Lavagnini lo si attraversa al semaforo e si prosegue lungo Via A.
Poliziano che si percorre interamente, fino a sboccare in Viale Milton, in
corrispondenza con un ponte sul Mugnone. Lo si attraversa e si giunge in
Via XX Settembre;  si gira a sn costeggiando il Mugnone fino ad incrociare,
sulla ds, Via Crispi. Si gira dunque a ds e si percorre Via Crispi fino ad
arrivare al n°14.
Per chi preferisse l'autobus, dalla stazione  le linee utili sono:
4   (direzione Poggetto, scendere in Via dello Statuto, parallela alla
vicina Via Crispi );
13 (dir. Piazzale Michelangelo, scendere in Via XX Settembre);
28 (dir. Sesto), scendere in Via dello Statuto
Tutti fermano vicino all'uscita della stazione, lato sinistro, lato dove si
trova la farmacia della stazione.
Pernottamento: Chi pensa di arrivare a Firenze sabato 22 e' necessario che
informi QUANTO PRIMA della propria venuta in maniera da riservare per tempo
le camere necessarie.
Per una migliore organizzazione, e' bene preavvertire della propria
partecipazione anche se non si intende pernottare a Firenze.
Per tutte le informazioni organizzative e per prenotare il pernottamento a
Firenze contattare subito Loredana Giannini: tel. 055 485059 - email:
paulrou at tin.it


2) KENNETH CI OFFRE ALCUNE MASSIME PREZIOSE

Cari amici italiani, [...] "un'ingiustizia commessa in un luogo qualsiasi
costituisce una minaccia alla giustizia ovunque". Martin Luther King Jr.
pronuncio' questa frase ed essa suona vera in tutte le societa'. Per
confermarvi che si tratta di una questione universale, ho riunito alcune
citazioni celebri e importanti. Queste citazioni riguardano la pena di
morte e sono pronunciate da persone di razze, religioni e percorsi di vita
completamente diversi tra loro. Spero che voi le mediterete una ad una,
perche' tutte dicono cose molto profonde, ciascuna a suo modo. Solo se
lottiamo insieme e con continuita' possiamo ottenere una vittoria per tutto
il genere umano.

"Fino a quando non mi proverete l'infallibilita' del giudizio umano,
continuero' a domandare l'abolizione della pena di morte" - Marchese di
Lafayette

"E' l'azione che ha significato, non il nome con cui la chiamiamo.
Assassinio e pena capitale non sono opposti che si eliminano l'un l'altro,
ma affini che riproducono la loro natura" - George Bernard Shaw

"La pena capitale non fa nulla a beneficio delle vittime dei crimini. Se
c'e' qualcosa che ho potuto imparare dall'assassinio di mia figlia, e'
questo." - Dorris Mote

"E' un argomento fasullo. Fingere che la pena di morte possa metter fine
alla criminalita' negli Stati Uniti, significa prendere in giro la gente,
promuovere l'ignoranza" - Rudolph W. Giuliani (ex sindaco di New York)

"In nessun modo posso concludere che quanto noi facciamo abbia un senso.
Sono addivenuto alla conclusione che, infatti, noi applichiamo la pena di
morte in modo massimamente arbitrario" - William G. Broaddus (Ministro
della Giustizia della Virginia, 1985-86)

"La pena capitale e' il piu' premeditato dei delitti, al quale nessuna
azione criminale, per quanto calcolata, puo' essere confrontata. Affinche'
potesse esistere un'equivalenza, la pena di morte dovrebbe punire un
criminale che avesse avvertito la sua vittima della data in cui le avrebbe
inflitto una morte orribile e che, da quel momento in poi, l'avesse
rinchiusa alla sua merce' per mesi. Un simile mostro non si incontra tra i
privati." - Albert Camus

"La pena di morte marcia trionfalmente per le strade d'America come se
fosse abbigliata dei migliori abiti della giustizia criminale. La maggior
parte dei politici applaude gli abiti di gala; altri osservano in silenzio,
troppo timidi per proclamare che l'imperatore e' nudo. Invece di affrontare
i problemi economici gemellati con la violenza, i politici offrono la pena
di morte come se fosse una soluzione significativa del crimine. Nel
contempo vengono sacrificati servizi sociali  piu' efficaci e vitali. Si
dovrebbe dire la verita' agli elettori riguardo alla pena di morte.
Dovrebbero capire che ci sono programmi per ridurre la criminalita' che
funzionano davvero, ma che le risorse che potrebbero essere utilizzate per
questi programmi vengono dirottate per effettuare clamorose esecuzioni.
Essere sensibili alla criminalita' non significa essere acquiescenti nei
riguardi dei criminali. La posta in gioco e' troppo alta per consentire la
manipolazione politica mirante a nascondere la verita' sulla pena di morte
in America" -  Richard Dieter

"Sottomettere e distruggere il corpo di un uomo non e' un gesto valoroso,
sia che questo avvenga in guerra o in una lotta mortale. Invece, salvare un
corpo, che e' il tempio dell'anima, e' il gesto e di colui che compie la
volonta' di Dio" - Anonimo

Giustizia, Pace e Amore a voi. Kenneth


3) ESECUZIONE 'MIRATA' DI YASSIN: MONCA LA PROTESTA INTERNAZIONALE

Le esecuzioni extragiudiziali compiute dagli Israeliani ai danni di
esponenti palestinesi - accusati di promuovere uno stillicidio di attentati
dinamitardi ai danni di militari e di civili nello stato di Israele -
vengono chiamate eufemisticamente 'esecuzioni mirate' ma costituiscono una
gravissima violazione dei diritti umani nonche' un pernicioso
allontanamento dalla via della pace.
   Per questa ragione sul governo israeliano si riversano di quando in
quando vibrate proteste da parte degli altri governi, delle agenzie
internazionali e dalle organizzazioni che proteggono i diritti umani.
Purtroppo tali proteste risultano inefficaci per l'assenza di pochi ma
importanti soggetti, tra cui gli USA.
   Il 22 marzo il popolarissimo leader di Hamas, l'anziano sceicco Ahmad
Yassin, cieco e paralizzato,  e' stato ucciso da un missile lanciato da un
elicottero dell'esercito israeliano all'uscita di una moschea di Gaza City.
Con lui sono morte altre 7 persone e decine di innocenti sono stati feriti.
   Da diversi anni Israele ricorre alle esecuzioni extragiudiziali,
peggiori delle esecuzioni che conseguono ad un regolare processo perche'
avvengono senza la formulazione di precise accuse, senza la presentazione
di prove a carico e senza rispettare il diritto alla difesa legale.
Inoltre, sparando nel mucchio, nella maggior parte dei casi gli elicotteri
con la stella di Davide fanno gran numero di vittime 'collaterali'. Amnesty
International rende noto che "negli ultimi tre anni e mezzo sono stati
circa 200 i palestinesi assassinati dall'esercito israeliano, a seguito di
attacchi nei quali sono state uccise oltre 100 persone che si trovavano sul
posto, comprese decine di bambini." Secondo Amnesty International
"l'assassinio dello sceicco Yassin rischia di provocare un'escalation della
spirale di violenza che ha causato la morte di circa 2500 Palestinesi e 900
Israeliani, in gran parte civili, negli ultimi tre anni e mezzo".
   Data l'eccezionale risonanza e la temerarieta' dell'esecuzione compiuta
dagli Israeliani il 22 aprile, quasi tutti i paesi civili - compreso il
nostro -  hanno sentito la necessita' di palesare immediatamente la loro
riprovazione. Anche il Consiglio di Sicurezza dell'ONU -  massima autorita'
internazionale -  ha preparato una risoluzione di netta condanna. Hanno
votato a favore della risoluzione 11 membri del Consiglio su 15, tre si
sono astenuti e gli Stati Uniti d'America hanno opposto il loro veto
vanificando l'iniziativa del Consiglio di Sicurezza.
   Non c'e' da meravigliarsi del comportamento del Governo degli Stati
Uniti il quale - oltre a rimanere un alleato pressoche' acritico del
Governo israeliano - in questo momento di grave crisi del diritti umani sta
seguendo la stessa strada. Abbiamo ricordato diverse volte l'Ordine emanato
da George Bush il 28 ottobre 2001 - in qualita' di Capo supremo delle forze
armate statunitensi - che abilita i servizi segreti americani a compiere
esecuzioni extragiudiziali decise dal Governo nell'ambito della cosiddetta
'guerra al terrore' (vedi ad es. nel n. 102: "Sei ciniche esecuzioni
extragiudiziarie portate a termine dalla CIA").


4)  CORTE INTERNAZIONALE CONDANNA DI NUOVO GLI STATI UNITI

Il 31 marzo la Corte Internazionale di Giustizia dell'Aia, accogliendo un
ricorso del Messico, ha affermato che gli Stati Uniti hanno violato i
diritti di 51 Messicani attualmente detenuti nei bracci della morte di
Arizona, Arkansas, California,Texas, Nevada, Ohio, Oklahoma e Oregon. La
Corte ha ordinato che le condanne e le sentenze di costoro siano riviste
secondo modalita' scelte dagli stessi Stati Uniti.
    La Corte Internazionale dell'Aia e' il massimo organo giudiziario delle
Nazioni Unite attualmente operativo. Ad essa e' demandato il compito di
dirimere le controversie che sorgono tra gli stati. Il suo prestigio e'
limitato dal fatto che essa non possiede gli strumenti per costringere le
nazioni a rispettare le proprie sentenze (potrebbe forse intervenire il
Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ma questo e' un discorso puramente
teorico) ed anche dalle ingiuste critiche provenienti da alcuni stati che
hanno perso importanti cause davanti ad essa, in primis dagli Stati Uniti,
titolari di un record non invidiabile di condanne.
   Le piu' recenti censure degli USA da parte della Corte Internazionale
riguardano il mancato rispetto degli obblighi derivanti dal Trattato di
Vienna sulle Relazioni consolari del 1963. Questo trattato prevede infatti
che, in occasione dell'arresto di uno straniero, debba essere
immediatamente avvisato il relativo consolato affinche' questo possa
assistere il detenuto. E' evidente come cio' sia importante, ad esempio,
per coloro che non sono padroni della lingua e delle norme penali del paese
ospitante.
   La sistematica omissione di rispettare tale norma da parte della polizia
negli Stati Uniti e' stata rilevata solamente nei casi piu' gravi, quelli
in cui all'arresto sono seguiti un processo e una condanna a morte.
   Gli avvocati difensori di detenuti a rischio di esecuzione hanno piu'
volte tentato di ottenere un nuovo processo per i loro assistiti cui furono
negati i diritti consolari. Sia i singoli stati che il Governo federale, ed
anche le corti di giustizia americane, hanno fino ad ora respinto tali
richieste. I condannati sono stati 'regolarmente' giustiziati anche in
violazione di specifiche ingiunzioni del tribunale dell'Aia come e'
avvenuto nel caso dei due fratelli tedeschi La Grand (v. ad es. nn. 81, 87,
88).
   Rispondendo al ricorso presentato dal Messico (che chiedeva nuovi
processi), gli Stati Uniti hanno ripetuto, come nelle occasioni precedenti,
che l'accoglimento del ricorso da parte della Corte Internazionale avrebbe
costituito una "radicale intrusione" nel sistema di giustizia degli USA,
"in contraddizione con le leggi e i costumi di ogni citta' e stato della
nazione". Una simile filosofia e' anche, in sostanza, condivisa dalla Corte
Suprema federale. Il Giudice ultra conservatore Antonin Scalia va al di la'
riconoscendo una sovranita' assoluta agli Stati Uniti come ha ribadito
pubblicamente in un convegno tenutosi il 2 aprile in una universita' di
giurisprudenza.
   In base ai precedenti, era chiaro che gli USA avrebbero perso la causa.
Quando e' arrivata l'ulteriore condanna, il governo federale ha mostrato
indifferenza mentre gli stati interessati - in particolare il Texas e
l'Oklahoma  prossimi a 'giustiziare' tre Messicani condannati a morte -
hanno dichiarato con sussiego di non sentirsi in nessun modo condizionati
dalla sentenza. La data di esecuzione di Osbaldo Aguilera Torres, gia'
programmata in Oklahoma, rimane fissata per il 18 maggio. Il presidente del
Messico Vincente Fox, un cattolico decisamente contrario alla pena di
morte, ha dichiarato di aspettarsi che gli Stati Uniti rispettino la
sentenza della Corte Internazionale di Giustizia. Se avverranno delle
esecuzioni e' possibile che si verifichi un incidente diplomatico con il
Messico (come avvenne nell'agosto del 2002 dopo dell'esecuzione di Javier
Suarez-Medina in Texas, v. n. 99).


5) AFFERMATI I DIRITTI DEL CONCEPITO AUMENTANDO LE PENE

I delicatissimi problemi etici riguardanti la vita umana, richiederebbero
un approccio razionale ed amorevole. Molto spesso su di essi ci si scontra
invece in maniera viscerale e violenta, mettendo in gioco interessi e
contese politiche del tutto estranei. Negli Stati Uniti d'America ha
innescato roventi polemiche  l'approvazione della legge denominata "Atto
per le Vittime della Violenza Non nate" una legge federale che tende a
proteggere dalla violenza - con la previsione di apposite pene - gli esseri
umani concepiti e non ancora nati. Leggi analoghe gia' comparivano nei
codici di 29 stati su 50.
   I gruppi abortisti vedono l'introduzione dell'Atto come parte di un
disegno tendente ad intaccare il 'diritto di scelta' sancito dalla famosa
sentenza della Corte Suprema federale "Roe contro Wade". I conservatori,
ritenendo politicamente pericoloso in questo momento discutere dell'aborto,
hanno fatto approvare l'Atto giurando che attiene soltanto alla sfera penale.
   In base a questa legge controversa, che ha impiegato cinque anni per
compiere il suo iter al Congresso, chi provoca lesioni ad un feto nel corso
di un crimine previsto dal codice federale verra' punito con una pena
separata, aggiuntiva rispetto a quella inflitta per aver ferito o ucciso la
madre.
   I progressisti hanno avanzato il timore che la nuova legge possa
aumentare la probabilita' dell'inflizione di sentenze capitali anche se
l'Atto dice esplicitamente che la pena di morte non e' applicabile per
sanzionare le offese al feto.
   Il presidente Bush ha firmato la nuova legge nel corso di una cerimonia
tenutasi il 1° aprile al Rose Garden. Durante la cerimonia ha reso la sua
testimonianza la famiglia di Laci Peterson, una donna incinta che fu uccisa
l'anno scorso in California. In quello stato, in cui vigeva gia' una legge
analoga all'Atto ora approvato a livello federale, il marito di Laci e'
stato incriminato di due omicidi. Sharon Rocha, madre di Laci, che si era
attivata per far approvare la legge federale, ha dichiarato "Ci furono due
persone affogate in mare, una e' Laci, l'altra e' suo figlio Conner." E il
presidente Bush ha aggiunto: "Tutti quelli che conoscevano Laci hanno
pianto la morte di due persone, non sarebbe stato giusto che la legge se ne
disinteressasse e punisse una sola morte."
     Sia i favorevoli che i contrari alla nuova legge federale hanno
considerato la battaglia che si e' svolta intorno ad essa come una lotta
tra progressisti e conservatori che avra' delle conseguenze anche nelle
prossime elezioni presidenziali. L'antagonista di Bush, il senatore
democratico John Kerry, si e' opposto frontalmente all'Atto per le Vittime
della Violenza Non nate, ed ha votato contro di esso.


6) CHIESTA UNA DATA DI ESECUZIONE PER PHILIP WORKMAN

Philip Workman - il condannato a morte del Tennessee seguito dal nostro
Comitato fin dall'inizio del 2000 - e' di nuovo a rischio di imminente
esecuzione. A meta' aprile, conclusasi negativamente per lui una nuova
perizia eseguita, per conto del Governatore Phil Bredesen, dal dott. Bruce
Levy, perito dello stato, la pubblica accusa ha immediatamente chiesto di
fissare la data di esecuzione. Se Workman verra' 'giustiziato' si trattera'
della seconda esecuzione compiuta in Tennessee dal 1960 in poi.
    L'esecuzione di Workman era stata sospesa sette mesi fa quando il
perito dello stato dott. O. C. Smith  - che aveva testimoniato contro di
lui nell'udienza per la concessione della grazia - era finito sotto
processo per aver simulato una strana aggressione (v. nn. 110 e 115). Per
verificare il lavoro di Smith il Governatore aveva poi chiesto la
consulenza del dott. Levy.
   Il 15 aprile Bredesen ha dichiarato che il rapporto di Levy fa
"un'analisi accurata". In esso si afferma "con un ragionevole grado di
certezza medica" che "il tenente Ronald Oliver fu ucciso da un singolo
colpo di arma da fuoco al torace sparato da Philip Workman". Lo stesso
giorno il Governatore ha dichiarato che non intendeva prolungare la
sospensione da lui ordinata nel settembre scorso. L'indomani Paul Summers,
Ministro della Giustizia del Tennessee, ha chiesto alla Corte Suprema di
fissare una data di esecuzione: "Sebbene la sospensione dell'esecuzione sia
stata stabilita nel settembre 2003 nell'interesse della giustizia," ha
scritto Summers, " per le stesse ragioni di giustizia, essendo scaduta la
sospensione, lo stato del Tennessee rispettosamente si attiva affinche' sia
stabilita una nuova data per l'esecuzione della sentenza di Workman."
   Il rapporto del dott. Levy, coincidente con quello dell'inaffidabile
dott. O. C. Smith,  riporta il caso al processo del 1982 in cui fu
presentata una prima perizia dell'accusa secondo la quale il colpo che
uccise l'agente Oliver fu sparato da Workman.
   Negli ultimi anni pero' i difensori di Philip hanno scoperto delle prove
- in particolare una radiografia autoptica - che dimostrerebbero invece che
il proiettile mortale non era del tipo di quelli sparati dalla sua pistola.
Inoltre un importante testimone d'accusa ha ritrattato. Rimangono pertanto
fondati dubbi sulla colpevolezza di Philip e i suoi avvocati tenteranno
ulteriori ricorsi presso le corti di giustizia. Potrebbe anche darsi che la
Corte Suprema del Tennessee non intenda fissare una data di esecuzione
prima dell'esaurimento di questi ricorsi. In ogni caso dobbiamo essere
pronti a mobilitarci in breve tempo per Philip Workman cercando di impedire
che, uccidendo lui, il meccanismo della pena di morte ricominci a
funzionare a pieno regime  nello stato del Tennessee.
   Possiamo immaginare come si senta Philip in questo memento. Era gia'
sfinito nel settembre scorso, dopo la sospensione della procedura di
esecuzione disposta con nove giorni di anticipo sulla data fissata (v. n.
111). Si trattava della quarta sospensione in tre anni.  La volta
precedente era arrivato a 42 minuti dall'iniezione letale.


7) FLORIDA E NEW HAMPSHIRE ABOLISCONO LA PENA DI MORTE MINORILE ?

Mentre si sviluppa la campagna di Amnesty International contro la pena di
morte per i minorenni, negli Stati Uniti non mancano segnali negativi. Ad
esempio il 16 aprile a New Orleans in Louisiana l'accusa ha preannunciato
la richiesta della pena di morte per un sedicenne e per un diciassettenne
coinvolti in una sparatoria tra bande giovanili che ha lasciato sul terreno
un passante. Sembra tuttavia che si stia delineando lo scenario adatto ad
un pronunciamento storico della Corte Suprema federale in materia.
   Dopo l'abolizione della pena di morte per i minori di 18 anni in South
Dakota e nel Wyoming all'inizio di marzo (v. n. 116), e' probabile che si
arrivi ad un pari risultato in Florida e nel New Hampshire entro aprile. In
Florida, la relativa legge e' passata in commissione al Senato e non
dovrebbe incontrare grossi ostacoli in aula nonostante l'opposizione dello
'speaker' (presidente) della Camera Johnnie Byrd. Nel New Hampshire la
legge senatoriale 513 che recita "In nessun caso e' consentito che una
persona che aveva meno di 18 anni all'epoca del crimine sia incolpata di
omicidio capitale" verra' sicuramente approvata con larga maggioranza dai
due rami del Parlamento anche se vi e' un rischio residuale che il
governatore Craig Benson, attivo sostenitore della pena capitale, opponga
il suo veto.
   Con La Florida e il New Hampshire, gli stati esenti dalla pena di morte
per i minorenni arriverebbero a 33 (su un totale di 50). Decisamente di
piu' dei 30 stati che avevano abolito la pena capitale per i ritardati
mentali nel 2002, quando la Corte Suprema riconobbe che gli 'standard di
decenza' si erano abbastanza evoluti negli USA da rendere incostituzionale
l'inflizione della pena di morte a coloro che soffrono di ritardo
intellettuale.


8) LA BATTAGLIA DI AMNESTY CONTRO LA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

Come 	preannunciato, pubblichiamo una valutazione delle firme da noi
raccolte in calce alle petizioni di Amnesty International che chiedono agli
Stati Uniti e al Pakistan di abolire la pena di morte per i minorenni. Dal
Coordinamento Pena di Morte di Amnesty ci comunicano che le firme non sono
state ancora consegnate alle rispettive ambasciate e non e' stata fatta una
valutazione complessiva di questa fase dalla Campagna Minorenni.
Riporteremo la valutazione di Amnesty nel prossimo numero.
   Il seguente nostro rendiconto e' limitato ai soci e ai simpatizzanti che
ci hanno comunicato la propria partecipazione e/o il numero di firme
raccolte, senza tentare una valutazione piu' ampia che potrebbe essere
arbitraria.
   Hanno partecipato 36 persone o gruppi. Di tali soggetti, 27 ci hanno
comunicato il numero di firme raccolte e inviate alla Sede nazionale di
Amnesty. Tra coloro che si sono attivamente impegnati, vogliamo segnalare:
Anna, Anna Maria C., Anna Maria E., Christian, Giuseppe, Grazia, Graziella,
Isabella, Laura, Marina, Piero, Gennaro, Pio, Roberto, Rosanna, Secondo,
Simone, Stefania, Stefano.
   Ci risultano 1355  firme per gli USA e  1282  firme per il Pakistan.
Possiamo ritenerci soddisfatti del nostro contributo.


9) DOPO UN ANNO DALLA DIMOSTRAZIONE DELLA SUA INNOCENZA...

Abbiamo gia' raccontato la storia allucinante di Ryan Matthews, un ragazzo
nero condannato a morte in Louisiana, in base a inconsistenti testimonianze
oculari, per un omicidio avvenuto nel corso di una tentata rapina nel 1997
(v. n.107, "Testimonianze oculari e pena di morte"). In un'udienza tenutasi
in marzo, dopo un anno dalla chiara dimostrazione della sua innocenza e
dall'individuazione del vero colpevole, pur riconoscendo che i suoi
avvocati hanno reso il suo caso "stringente" e "persuasivo", l'accusa si e'
ostinatamente opposta alla scarcerazione di Ryan.
   Dobbiamo arrivare al 14 aprile, alla vigilia di altre due udienze in cui
sarebbe stata vagliata l'etica professionale dell'accusa, per vedere il
Procuratore distrettuale Paul D. Connick gettare la spugna.
   Connick non ha tuttavia chiesto la liberazione di Ryan ma soltanto la
ripetizione del processo. Il giorno seguente il Giudice Henry Sullivan ha
finalmente annullato il processo iniziale lasciando all'accusa la facolta'
di liberare il malcapitato o processarlo di nuovo.
   Ryan Matthews, nero ed emarginato, con un quoziente intellettivo al
limite del ritardo mentale, minorenne all'epoca dell'arresto, dopo sette
anni di detenzione nel braccio della morte soffre di disturbi nervosi. Una
volta scarcerato non sara' in grado di tenere conferenze contro la pena
capitale ne' di denunciare il comportamento dello stato nei suoi confronti.
Forse e' per la sua estrema debolezza - nonostante si sia attivata una
campagna di stampa in suo favore - che non ci si vergogna di tenerlo ancora
in carcere.
   Notiamo che il caso del giovanissimo Travis Hayes, preteso complice di
Ryan, del pari innocente e condannato 'soltanto' all'ergastolo, e' ancora
tutto da rivedere ...


10) IL GOVERNATORE TERGIVERSA SULLA GRAZIA A JOE GUY

Il 25 marzo 1993, Joe Lee Guy partecipo' disarmato ad una rapina in un
supermercato in cui i suoi complici Ronald Springer e Thomas Howard
spararono a due persone, una delle quali mori'. Guy, che si era limitato a
fare il 'palo', fu il primo ad essere processato e fu condannato a morte.
Springer e Howard ricevettero invece la massima pena detentiva (un minimo
di 40 anni di carcere prima di una possibile uscita sulla parola).
   La domanda di grazia per Guy, presentata al Governatore del Texas Rick
Perry nel mese di gennaio, afferma che l'imputato fu difeso da un avvocato
incompetente con problemi di droga e che l'investigatore privo di licenza
utilizzato dalla difesa era legato a French Howell, l'uomo ucciso nel corso
della rapina. Di qui un conflitto di interessi.
   Sia il giudice Ed Self, che processo' Guy, sia i pubblici accusatori,
sia i poliziotti che indagarono sul crimine, hanno appoggiato la domanda di
commutazione della pena di morte in carcere a vita senza possibilita' di
uscita sulla parola. La domanda ha prodotto la raccomandazione unanime
della Commissione per le Grazie di commutare la sentenza di Guy. Fatto del
tutto eccezionale (su centinaia di domande di clemenza esaminate dalla
Commissione dal 1982 ad oggi, questa e' la terza ad avere un esito
positivo) che lasciava intendere che il Governatore volesse effettivamente
concedere clemenza.
   Tuttavia, dopo aver taciuto per tre mesi, il Governatore ha comunicato
il suo diniego ad intervenire ritenendo che l'iter processuale del
condannato non sia terminato. Gli avvocati difensori non nascondono il loro
sconcerto. Gli esperti fanno confronti tra il caso di Guy e quello del
ritardato mentale Robert Smith in cui sia le autorita' che parteciparono al
processo capitale, sia la Commissione per le Grazie si espressero
concordemente per la commutazione della sentenza di morte. E Perry dispose
la commutazione l'11 marzo scorso (v. n. 116). Quello che fu il primo e
unico provvedimento di clemenza di Rick Perry dovrebbe, a rigor di logica,
essere seguito da un analogo passo per Guy. Alcuni pensano che le
incertezze di Rick Perry derivino dalla sua difficolta' ad ammettere che il
sistema della pena di morte abbia funzionato male ancora una volta. O forse
aspetta che si concluda il periodo elettorale?


11) DUBBI SULLA PROVA DEL DNA A CARICO DI GARY JUNIOR

Mentre proseguono le polemiche e le controversie legali conseguite allo
scandalo che investi' alla fine del 2002 il laboratorio 'scientifico' della
Polizia di Houston, il cui lavoro si rivelo' tutt'alto che scientifico ed
accurato (v. ad es. n.106), torna alla ribalta il caso di Gary Lee Hawkins,
il figlio di Gary Graham - riconosciuto colpevole di omicidio - che sta
scontando la massima pena detentiva prevista in Texas.
    E' ancora in corso la ripetizione dei test del DNA che furono eseguiti
nel laboratorio della polizia in decine di casi. A volte la ripetizione di
un test non da' risultati ne' pro ne' contro l'accusato. Di questi test
'inconclusivi' se ne contano finora 14, tra questi 3 riguardano casi
capitali. L'ufficio del Procuratore Distrettuale per bocca dell'Assistente
Marie Munier ha detto che non si faranno test addizionali a meno che non
venga dimostrata la loro necessita' dagli avvocati difensori di un
condannato, beninteso se e' ancora disponibile del materiale su cui farli.
    Gary Hawkins scampo' di un soffio la pena di morte nella seconda fase
del processo capitale cui fu sottoposto con l'accusa di aver ucciso a scopo
di rapina l'amico Melvin Ray Pope nel marzo del 2000. Una delle prove a suo
carico fu il risultato di un test del DNA su alcune tracce di sangue
trovate nell'auto in cui fu freddato Pope. La ripetizione del test eseguita
un mese fa ha dato risultati 'inconclusivi'. Il 19 marzo Mark Vinson, che
sostenne l'accusa contro Gary Jr., si e' affrettato a dichiarare che: " Il
DNA non ha un ruolo di assoluta importanza in questo caso come in molti
altri." Aggiungendo: "la storia del padre Graham non c'entra assolutamente
nulla. Ci fu un certo numero di sostenitori del padre che si attivarono in
supporto a Gary Hawkins e costoro se ne andarono soddisfatti perche' costui
ebbe un giusto processo." Noi sappiano che in realta' Joanne Gavin e altri
sostenitori di Gary Graham furono tutt'altro che soddisfatti dell'andamento
del processo contro Gary Jr.
   La Munier, bonta' sua, ha detto che il Dipartimento di Polizia di
Houston sta cercando altro materiale per ripetere il test nel caso Hawkins.
Terremo i lettori al corrente degli sviluppi di questa storia.


12) DESMOND TUTU VISITA DOMINIQUE GREEN

Desmond Tutu, arcivescovo anglicano del Sud Africa, che fu insignito del
premio Nobel per la pace nel 1984, il 24 marzo ha visitato Dominique Green
nel braccio della morte del Texas. Subito dopo ha tenuto una conferenza
stampa in cui ha definito la pena di morte 'una cosa oscena che brutalizza
la societa''. Fiero oppositore della pena capitale anche per i peggiori
criminali, Tutu ha ricordato che "Abbiamo un Dio che non si arrende davanti
a nessuno".
   "Non affermo che sia innocente," ha detto di Green l'arcivescovo Tutu,
"ma e' cambiato. E' una bella persona che non possiamo permetterci di
perdere." L'iniziativa del leggendario premio Nobel ha lasciato di stucco
la pubblica accusa del Texas. "Noi non andiamo da questi detenuti ogni anno
a vedere se sono cambiati" ha affermato Renne Maggee, pubblico accusatore
della Contea di Harris. "Cio' che diciamo alla giuria e' che questi
individui sono colpevoli di odiosi crimini e meritano la pena di morte. In
questo caso, la giuria e' stata d'accordo, dopo aver esaminato tutte le
prove."
   La stampa, l'accusa e le autorita' del Texas si sono domandate perche'
mai un famoso personaggio come Tutu si sia scomodato per un caso 'di basso
profilo' come quello di Dominique, arrivando a stento a capire che
personalita' del calibro di Jesse Jackson si siano mosse per detenuti nel
braccio della morte di grande notorieta', come Karla Faye Tucker o Gary
Graham.
   Ricordiamo che Dominique Green - un nero che nel 1992, a 18 anni di
eta', partecipo' ad una rapina in cui fu ucciso un uomo - e' seguito
affettuosamente dalla Comunita' di Sant'Egidio che raccoglie offerte in
denaro per la sua difesa legale.


13) KENTUCKY: PENA DI MORTE PER DECESSI ACCIDENTALI ?

Il Senato del Kentucky ha adottato in marzo una proposta di legge che, se
venisse definitivamente approvata dalla Camera, farebbe diventare ancora
piu' criminale, arbitraria e ingiusta la comminazione della pena di morte.
Con 33 voti contro 4, il Senato ha deciso di creare una nuova specie di
delitto definita "felony murder". In pratica, un imputato potrebbe essere
riconosciuto colpevole di omicidio e condannato a morte se, durante un
qualsiasi reato che sta commettendo, muore una persona in qualche modo
coinvolta.
   Per chiarire meglio il concetto, se, per esempio, una signora debole di
cuore muore per infarto durante una rapina nella banca in cui si trova, il
rapinatore, anche se disarmato, potrebbe essere condannato a morte.
   E' ovvio che una simile legge, nel caso venisse approvata, costituirebbe
un passo indietro per la civilta' giuridica, verso i tempi in cui la pena
di morte veniva comminata anche per reati minori e di scarsa importanza.
   Leggi simili sono ancora presenti in alcuni stati, ad esempio in Texas,
ma vi e' la tendenza a eliminare la possibilita' di infliggere la pena di
morte a chi non sia direttamente responsabile di un delitto gravissimo. E'
particolarmente preoccupante che in Kentucky ci si sforzi ad andare in
controtendenza.
   Secondo la legge in gestazione, verrebbero trattati con la medesima
durezza rapinatori disarmati o ladruncoli intenzionati a commettere piccoli
furti, rispetto a pericolosi criminali che aggrediscono con l'intenzione di
uccidere, o quanto meno sono pronti a farlo. E' semplicemente pazzesco,
eppure la maggioranza ha approvato la proposta, con commenti del tipo:
"Potenziali criminali sarebbero indotti a pensarci due volte, prima di
commettere un reato".
   Ricordo che Nathaniel Jones, un Afro-Americano di 41 anni, con gravi
problemi di obesita' e di cuore, e' morto il 30 novembre scorso a
Cincinnati in Ohio dopo aver subito un violentissimo pestaggio da parte
della polizia. Sei poliziotti intervennero perche' l'uomo, sotto l'effetto
di droghe, dava in escandescenze in un fast food. Chiaramente i poliziotti
intendevano fargli male, eppure sono stati completamente prosciolti il 23
marzo, perche', si e' detto, i colpi ricevuti dall'uomo non hanno raggiunto
zone vitali ed egli e' morto per una crisi cardiaca in quanto gia'
sofferente di cuore.
   Per illustrare la famosa frase "due pesi e due misure" non potrebbe
venire in mente un esempio migliore di questo paradosso: vengono
completamente assolti poliziotti violenti e inutilmente brutali e
potrebbero venir condannati a morte dei ragazzini che... rubano mele
dall'albero di un agricoltore cardiopatico. (Grazia)


14) TESTIMONIANZE CONTRO LA PENA DI MORTE IN ILLINOIS

Parlare alla gente senza stancarsi, offrire testimonianze forti per
scuotere le coscienze, cosi' gli abolizionisti americani cercano di
cambiare l'atteggiamento dell'opinione pubblica nei riguardi della pena
capitale.
   Le conferenze di ex condannati a morte, esonerati perche' riconosciuti
innocenti, sorprendono e commuovono il pubblico ed hanno immancabili eco
nei media. Inoltre i racconti di parenti delle vittime del crimine
diventati attivi oppositori della pena di morte hanno lo scopo di indurre
il pubblico ad una profonda riflessione. Occorre infatti rimuovere la
certezza che l'esecuzione degli assassini sia un 'diritto' da pretendere e
una condizione indispensabile per ottenere la pace del cuore. A questo
scopo e' stata fondata l'associazione Murder Victims Families for
Reconciliation (vedi n. 77, "A Firenze testimonianza storica di Bill Pelke").
   Risultano particolarmente efficaci gli eventi - come la manifestazione
itinerante "Journey of Hope" (Viaggio della speranza) - che alternano alle
testimonianze di ex condannati a morte quelle dei parenti delle vittime del
crimine che si oppongono all'esecuzione degli assassini dei propri cari.
   Vogliamo qui accennare ad un giro di conferenze - tenute da ex
condannati a morte e da familiari di vittime di crimini tra marzo e aprile
in 11 universita' - che hanno lo scopo di indurre l'opinione pubblica a
chiedere l'abolizione delle pena capitale in Illinois, uno stato che piu'
di ogni altro ha vissuto avvenimenti sconvolgenti in materia, come
l'esonerazione di 13 condannati a morte negli ultimi anni.
   Il programma si chiama "Road Trip for Justice" ed e' sponsorizzato dalla
sezione USA di Amnesty International e dalla Illinois Coalition Against the
Death Penalty.
   Fra gli oratori vi e' Gary Gauger, che trascorse 4 anni nel braccio
della morte, condannato per l'assassinio dei suoi genitori, prima di essere
dichiarato innocente. Gaugher racconta come la sua condanna sia conseguita
soprattutto ad un devastante interrogatorio di 18 ore da parte della
polizia e da prove falsificate dagli stessi agenti. Descrive l'angoscia
provata sentendosi incolpare del delitto da parte degli avvocati
accusatori, angoscia che ovviamente si aggiungeva alla sofferenza per la
tragica perdita dei genitori. Egli e' stato scagionato grazie al lavoro di
alcuni studenti di giurisprudenza e alle iniziative dei familiari che hanno
portato infine alla scoperta dei veri responsabili del crimine.
   Una testimonianza ancora piu' forte e'  resa da Jennifer Bishop, che nel
1990 perse il cognato, la sorella e il nipotino non nato per un orrendo
crimine commesso da uno studente liceale che aveva fatto irruzione
nell'abitazione delle vittime. Questo caso aveva portato al tentativo di
introdurre la pena di morte per i minorenni nello stato dell'Illinois. La
signora Bishop si batte' contro questo tentativo per amore di sua sorella,
rendendosi conto che l'esecuzione del colpevole non avrebbe alleviato il
dolore dei familiari. "Gli esseri umani non devono uccidersi fra loro,
specialmente nel nome delle vittime", ha dichiarato la signora Bishop.
   Speriamo che questi interventi, uniti alle iniziative istituzionali
avviate dall'ex governatore Ryan, servano ad aggiungere l'Illinois alla
lista degli stati che negli USA non prevedono la pena capitale. Ogni stato
che si aggiunge alla lista aumenta fortemente la probabilita' di ottenere
l'abolizione della pena di morte a livello nazionale. (Grazia)


15) MYANMAR: PENA DI MORTE PER NOVE SINDACALISTI

I militari che detengono arbitrariamente il potere in Myanmar (ex Birmania)
si sono distinti per gli atti di intimidazione e di aggressione nei
riguardi di pacifici oppositori. Da quasi un ventennio e' nota la
sistematica ed estesa violazione dei diritti civili ed umani operata dal
regime che ha impedito con la forza l'insediamento di un governo
democratico nel 1990. In quell'anno si verifico' infatti una schiacciante
vittoria elettorale della Lega Nazionale per la Democrazia guidata dalla
signora Aung San Suu Kyi, premio Nobel per la pace del 1991.
    Torture, sparizioni, esecuzioni extragiudiziali in Myanmar vengono
regolarmente denunciate nei rapporti di Amnesty International. Tuttavia
appare incredibile la condanna a morte di nove sindacalisti accusati di
alto tradimento pronunciata il 28 novembre scorso a Rangun, capitale dello
stato asiatico.
   Tra le 'prove' presentate contro i sindacalisti figurano i contatti con
l'Organizzazione Internazionale del Lavoro delle Nazioni Unite e il
possesso di un Rapporto dell'ONU sui  Lavori Forzati in Myanmar.
   Il 19 marzo la Confederazione dei Sindacati della Nuova Zelanda ha
inviato una vibrata protesta al Governo del Myanmar, nelle persone del
Ministro del lavoro Tin Winn e del Presidente, Generale Than Shwe,
chiedendo che i nove sindacalisti vengano immediatamente rilasciati. Il
Segretario Generale Philip Jennings stigmatizza il fatto che la
collaborazione con un ufficio delle Nazioni Unite venga considerata
'terrorismo' e si dice scettico sulla sincerita' dell'impegno delle
autorita' birmane di sradicare il sistematico uso dei lavori forzati nel
loro paese.


16) ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIALI: AMMAZZATE I LADRI NEL VOSTRO CAMPO !

Jorge Simoni, sindaco di Villarino, una cittadina nel sud dell'Argentina,
e' cosi' stanco dei furti che avvengono nel suo comune, che ha detto ai
proprietari terrieri di sparare ed uccidere i ladri sorpresi a rubare sulle
loro terre. "Vi incoraggio ad uccidere i criminali che si trovano sul
vostro terreno", ha detto Simoni. "La vita delle persone che si alzano alle
cinque del mattino per produrre, per lavorare, viene prima", ha dichiarato
in un'intervista televisiva. "Ci sara' un migliaio di ragioni per cui una
persona ruba, ma io non la giustifico".
   I crimini e i furti hanno subito un drastico aumento in Argentina dopo
la crisi economica del 2002. Si stima che meta' della popolazione viva al
disotto del livello di poverta'.
   In questo stato di miseria e' ovvio che molte persone siano costrette a
rubare per cercare di sfamare se stesse e le proprie famiglie. I ladri che
rubano cibo nelle campagne non sono certo 'professionisti' armati pronti ad
uccidere.
   Ora, se e' comprensibile una reazione aggressiva e violenta "a caldo" da
parte di un coltivatore nel momento in cui si vede derubare del frutto di
grandi fatiche, non e' ammissibile che un sindaco incentivi e incoraggi dal
suo piedistallo e a freddo comportamenti di sproporzionata 'giustizia'
sommaria. Egli, in quanto rappresentante del potere, avrebbe invece il
compito di attivarsi alla prevenzione dei crimini, attraverso il
miglioramento delle condizioni di vita per i piu' poveri. Dovrebbe caso mai
sensibilizzare i proprietari terrieri verso i problemi dei meno abbienti,
affinche' vengano messi a disposizione della gente aiuti e posti di lavoro,
riducendo cosi' i furti causati dalla fame.
   Incoraggiare la giustizia sommaria rappresenta un tragico regresso verso
le oscure epoche dei linciaggi che innesca pericolose spirali di violenza.
(Grazia).


17) ESECUZIONI E CONDANNE CAPITALI NELLO SCORSO ANNO

Il 6 aprile Amnesty International, rendendo noti i dati sulla pena di morte
relativi al 2003, ha rilevato che in Cina, Iran, USA e Vietnam si e'
verificato l'84% delle 1.146 esecuzioni accertate nell'anno.
   Dalle informazioni disponibili, certamente incomplete, risulta che in
Cina sono state eseguite almeno 726 sentenze di morte. Questo dato e'
sensibilmente inferire a quello degli anni passati, tuttavia il dato reale
potrebbe essere assai piu' elevato. Secondo Chen Zhouglin, membro del
Congresso nazionale del Popolo e professore universitario di legge e
politica, le esecuzioni nel grande paese asiatico sarebbero addirittura
dell'ordine delle 10 mila ogni anno. Nel 2003 almeno 108 esecuzioni sono
avvenute in Iran, almeno 64 in Vietnam e 65 negli USA.
   Nel 2003 sono state inflitte almeno 2.756 condanne a morte in 63 paesi.
   I paesi che avevano abolito la pena di morte per tutti i reati alla fine
del 2003 erano 77. Inoltre altri 15 paesi conservavano la pena capitale
solo per reati eccezionali, come quelli che avvengono in tempo di guerra,
mentre erano da considerarsi abolizionisti 'di fatto' altri 25 paesi che
non compiono piu' alcuna esecuzione da oltre 10 anni. Le esecuzioni note
nel 2003 sono avvenute solo in 28 paesi tra i 78 che conservano la pena di
morte.


18) IL NOSTRO SITO SI E' COMPLETAMENTE RINNOVATO

Giovandosi della generosa collaborazione di Haug, che e' una specie di
genio dell'informatica, e della consulenza del nostro bravissimo
"webmaster" Francesco, Grazia e' riuscita a realizzare una nuova edizione
del nostro sito.
   Vi esortiamo caldamente a visitare subito http://www.paulrougeau.org e a
dirci che ve ne sembra della rinnovata veste del sito.
   Notate le tabelle di riferimento di semplice consultazione e la presenza
di cornici (frames) in ogni pagina di lettura. Nel sito compaiono nuovi
articoli oltre naturalmente all'ultimo Foglio di collegamento e ai
precedenti. Come prima, ci sono anche lo scopo e la storia del Comitato, la
descrizione delle attivita', l'offerta delle t-shirt e la pagina dedicata
agli ospiti. Molti dei contenuti del sito si possono leggere anche in
inglese, nell'apposita versione raggiungibile con un semplice clic.
   Estendete l'invito a visitare il sito ad amici e conoscenti (chissa' che
non ne nasca qualche nuovo socio per il Comitato!).
   Fateci avere i vostri commenti e i vostri consigli per migliorare sempre
di piu' il sito.
   Potete inviare suggerimenti e proposte all'indirizzo prougeau at tiscali.it
oppure a guygre at libero.it
   Un speciale ringraziamento va a Grazia, a Francesco e ad Haug che ci
consentono di disporre di uno dei piu' ricchi ed aggiornati siti sulla pena
di morte in lingua italiana.


19) NORME PER CORRISPONDERE CON I DETENUTI IN TEXAS

Molti si chiedono se la corrispondenza che noi scambiamo con i detenuti in
Texas viene letta dalle guardie. Possiamo rispondere a questa ed altre
domande consultando le nuove regole per la corrispondenza emanate
dall'amministrazione carceraria texana il 4 aprile, dopo 21 anni dal
precedente aggiornamento.
   La posta in entrata deve essere 'perquisita' per evitare che passino
oggetti di 'contrabbando' (cioe' proibiti, ad esempio lame, droga o
tabacco). Cio' non significa che tale corrispondenza debba essere letta,
anzi non dovrebbe essere letta a meno che non vi siano particolari motivi
di sicurezza. E' pensabile, in ogni caso -  anche per il sovraccarico di
lavoro delle guardie che si occupano della posta - che sia molto bassa la
probabilita' che una missiva venga letta dal personale. La corrispondenza
legale, quella proveniente dalle autorita' e quella inviata dai media puo'
essere perquisita dalle guardie solo in presenza dei destinatari.
   La posta in uscita non viene letta ne' perquisita (si presume che i
prigionieri non posseggano materiale di contrabbando e non abbiano comunque
interesse a spedirlo a terzi). Fanno eccezione gli invii 'speciali', cioe'
i plichi diretti ad autorita' od enti istituzionali, e quelli diretti ai
media. Questi possono essere perquisiti - ed evidentemente letti - in
presenza dei mittenti, per evitare che i detenuti possano offendere,
danneggiare o intimidire in qualche modo gli interlocutori (si parla
esplicitamente di 'hoax all'antrace'...). E proibito ai detenuti scrivere
alle vittime di crimini.
   Le lettere devono essere consegnate ai detenuti entro 24 ore dal loro
arrivo, i pacchetti entro 48 ore. I giorni di fine settimana e le
festivita' non sono inclusi in questi termini.
   Le pubblicazioni pornografiche e le lettere con riferimenti sessuali
espliciti (che cosa si intenda con cio', viene minuziosamente descritto)
sono da ora proibite. Il nuovo regolamento, per questo aspetto, entrera' in
vigore con un anno di ritardo per 'consentire agli abbonamenti gia' in
corso di arrivare alla loro scadenza.' Questa disposizione ha lo scopo di
'promuovere un ambiente riabilitativo e di scoraggiare le aggressioni
sessuali al personale'
   L'amministrazione carceraria fa sapere che per i 148 mila detenuti del
Texas in sei mesi (da marzo ad agosto) sono stati smistati, da 537 addetti,
 9.787.751 invii postali in uscita e 9.989.414 in entrata.
   (Ripetiamo che le regole sopra descritte valgono soltanto per il Texas.
Per gli altri stati e' bene informarsi dai propri corrispondenti).


20) DI NUOVO ALLA "PIER LOMBARDO" DI NOVARA

Grazie al grande impegno di Anna Maria Esposito che, anche quest'anno, ha
proposto,  preparato e organizzato con cura l'evento, il 29 marzo ho potuto
nuovamente recarmi all'Istituto "Pier Lombardo" di Novara, per affrontare
l'argomento "pena di morte" con gli allievi delle sei sezioni di terza
media. Come nelle due occasioni precedenti, sono stata accolta cordialmente
dal preside, prof. Pasciuti, da tutte le insegnanti che hanno accompagnato
le classi e, naturalmente, da Anna Maria, che si e' ancora una volta
prodigata per la buona riuscita dell'iniziativa.
   I ragazzi mi hanno seguito per oltre un'ora in entrambi i turni,
riflettendo sulle pecche dei processi capitali, visitando la cella del
braccio della morte, vivendo la giornata "tipo" di un detenuto, ascoltando
le parole del mio corrispondente Raymond indirizzate alle classi alle quali
vado a parlare, e condividendo le ultime ore di vita di un condannato. Poi
e' cominciato il dibattito: nonostante la presenza di qualche alunno un po'
turbolento e poco interessato, la grande maggioranza dei giovanissimi ha
ancora una volta dimostrato sensibilita' all'argomento, attenzione alle
problematiche e capacita' di esprimere le proprie idee sia condividendo che
contestando le mie.
   La domanda di un ragazzino mi ha colpita: "Credo di parlare a nome di
tutti", ha detto, "ponendole questa domanda: se questa e' la giustizia,
come sono le ingiustizie? Come si fa ad essere davvero giusti?" Difficile
spiegare a un ragazzino concetti complessi anche per un adulto: la
giustizia assoluta non e' dell'uomo, c'e' comunque sempre una possibilita'
di errore, anche nella perfetta buona fede, quindi la cosa giusta da fare
e' in ogni caso astenersi dall'infliggere punizioni irreversibili, in modo
da avere sempre la possibilita' di fare "marcia indietro" quando ci si
accorge di un grave errore commesso.
   La domanda di un'altra ragazzina, "Si', ma noi che cosa possiamo fare?",
ha permesso ad Anna Maria di parlare delle petizioni di Amnesty
International alle Ambasciate del Pakistan e degli Stati Uniti al fine di
chiedere l'abolizione della pena di morte per i minorenni all'epoca del
crimine.
   Anna Maria ha letto le frasi dell'Alto Commissario ONU per i Diritti
Umani e ha spiegato che anche i minorenni potevano firmare queste
petizioni. Abbiamo raccolto un centinaio di firme. Sorprendentemente, ho
notato che hanno firmato anche ragazzi che durante il dibattito si erano
dichiarati favorevoli alla pena di morte, difendendo la loro causa con
motivazioni ragionate. La cosa mi ha fatto piacere, perche' ritengo che le
nostre spiegazioni siano valse a far cambiare loro idea, o quanto meno che
questi ragazzi abbiano realizzato che la pena di morte e' davvero crudele e
sconsiderata almeno quando si tratta di giovanissimi come loro.
   Al termine delle due serie di incontri alcuni ragazzi si sono fatti
avanti per chiedermi indirizzi di condannati a cui scrivere. Anna Maria si
e' assunta l'incarico di fare fotocopie dall'opuscolo del Comitato per
fornire qualche nominativo.
   Direi che, come ogni altra volta, i semi che abbiamo gettato siano
caduti su un terreno fertile e prego che il futuro nelle mani di questi
ragazzi, possa essere, anche grazie alla loro presa di coscienza, migliore.
(Grazia)


21) RICHIESTA DI CORRISPONDENZA

Saluti a tutti. Dal mio amico Eugene Broxton, chiuso nella cella della
morte della Polunsky Unit a Livingston, ho ricevuto la richiesta di un
carcerato (fortunatamente NON condannato a morte) che chiede di entrare in
corrispondenza con qualcuno. E' solo, chiuso in carcere ormai da 15 anni e
ne deve scontare ancora 3. Vi chiedo, se possibile, di pubblicare i suoi
dati. Grazie e saluti. Giorgio Nobili

Jerry Harvey # 558323
Polunsky Unit
3872 FW 350 South
Livingston, Texas 77351-8580     USA


22) NOTIZIARIO

Oklahoma. Inutile la proposta di grazia per Hung Thanh Le.  La Commissione
per le Grazie aveva avanzato all'unanimita' una proposta di clemenza per il
rifugiato vietnamita Hung Thanh Le, accusato di aver ucciso un connazionale
nel 1992. Nonostante gli appelli giunti da tutto il mondo in suo favore,
tra cui quello di Desmond Tutu, Il Governatore dell'Oklahoma Brad Henry non
ha voluto concedere la grazia al condannato che e' stato ucciso il 23
marzo. L'esecuzione, inizialmente fissata a gennaio, era stata spostata al
26 febbraio per consentire ad Henry di studiare le carte processuali. Il 26
febbraio, con sette minuti di anticipo sull'ora stabilita, l'esecuzione era
stata di nuovo rinviata per dar modo al Consolato Vietnamita di esaminare
il caso. I diplomatici del Vietnam non hanno pero' compiuto alcun passo in
favore di Lee presso le autorita' dell'Oklahoma. A partire dal 2001, sono
sette i casi in cui la Commissione per le Grazie dell'Oklahoma ha
raccomandato clemenza, in uno solo di essi il Governatore ha commutato la
sentenza di morte.

Texas. Folle gesto di autolesionismo. Andre L. Thomas, un ragazzo di 21
anni, e' detenuto a Sherman nel Texas perche' accusato di reato capitale in
per aver ucciso il figlio, la moglie separata e la figlia di lei, e di
averne strappato i cuori. Il 2 aprile, dopo essersi cavato un occhio con le
proprie mani, Thomas ha citato il versetto 9,47 del Vangelo di Marco: "Se
un occhio ti scandalizza cavalo. E' meglio per te entrare nel regno dei
cieli con un occhio che precipitare nell'inferno con due." L'occhio e'
stato messo nel ghiaccio e il detenuto e' stato portato in ospedale. Ma non
c'e' stato niente da fare. Dal carcere hanno fatto sapere che Andre Thomas
viene ora tenuto legato. Un giudice ha finalmente ordinato una perizia
psichiatrica.

Texas. Smentita la 'futura pericolosita'' affermata dai periti dell'accusa.
Affinche' si possa emettere una condanna a morte in Texas, e' necessario
che la giuria affermi che vi e' la probabilita' che l'imputato commetta
'atti criminosi di violenza che costituirebbero una continua minaccia per
la societa'' (v. n. 115). Da uno studio compiuto dal Texas Defender Service
su 155 prigionieri detenuti da lungo tempo nel braccio della morte contro i
quali testimonio' uno psichiatra, risulta che soltanto il 5 % di essi ha
compiuto gravi atti di violenza nei riguardi degli altri detenuti o delle
guardie. Dunque gli psichiatri che attestano alla giuria la futura
pericolosita' dell'imputato attestano il falso nel 95% dei casi. Dianne
Clements di Justice for All ha obiettato che  il basso numero di atti
violenti rilevato consegue dal fatto che le persone osservate si trovano in
prigione, nel sistema "designato a prevenire e proibire questo genere di
comportamento violento." Andrea Keling, vice direttore del TDS, ha risposto
che gli imputati di reati capitali che non ricevono la pena di morte
finiscono per l'appunto in prigione.

Vietnam. 'Giustiziata' una donna trafficante di droga. Il Vietnam e' uno
dei paesi che portano a termine il piu' gran numero di esecuzioni capitali:
quest'anno ne ha gia' effettuate almeno 19. A Pasqua Nguyen Thi Ha di 48
anni e' stata bendata, legata ad un palo nella prigione della Citta' di Ho
Chi Minh e fucilata per aver tentato di trasportare 337 grammi di eroina da
Hanoi alla Citta' di Ho Chi Minh nel '98. Nel Vietnam e' prevista la pena
di morte per chi e' trovato in possesso di 300 o piu' grammi di eroina.


AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E' di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell'entusiasmo e
delle risorse personali di nuovi aderenti, nonche' di persone che lo
sostengano finanziariamente pagando almeno la quota sociale. Dal momento
che non abbiamo i mezzi per accedere ai canali della pubblicita', facciamo
affidamento su coloro che gia' aderiscono alla nostra associazione
pregandoli di trovare persone disposte ad aderire al Comitato Paul Rougeau.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l'iscrizione di un'altra persona, il
nostro lavoro migliorerebbe enormemente !


ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

Per aderire al Comitato Paul Rougeau scrivici una lettera (o un e-mail a
prougeau at tiscali.it) con una  breve autopresentazione e con tuoi dati:
indirizzo, numero di telefono e, se posseduti, indirizzo e-mail e numero di
fax. Appena puoi paga la quota associativa sul c. c. postale del Comitato
Paul Rougeau.
   Responsabile dei contatti con i soci e' Loredana Giannini (Tel. 055
485059).
   I soci in regola hanno diritto alla ricezione della versione cartacea
del Foglio di Collegamento.
   Le quote associative annuali sono le seguenti:
Socio Ordinario                     	                        *  25
Socio Sostenitore            		 	*  50
Socio Giovanile (fino a 18 anni
o a 26 anni se studente)     		 	*  15
Abbonamento al bollettino cartaceo (non soci)	*  15
  L'edizione e-mail del bollettino e' gratuita per soci e simpatizzanti,
richiedetela a:
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   Le quote associative devono essere versate sul  c.c.p. n.  45648003,
intestato a: Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100
Piacenza, specificando la causale.

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Il nostro indirizzo postale e' : Comitato Paul Rougeau C.P. 11035, 00141
Roma Montesacro.

Dalla redazione: il Foglio di collegamento di norma viene preparato
nell'ultima decade di ogni mese.  Pertanto chi vuole far pubblicare
articoli, appelli, notizie, comunicati, iniziative, lettere o riflessioni
personali deve far pervenire i testi in tempo utile a un membro del
Consiglio Direttivo o, preferibilmente, inviare un mail a
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Questo numero e' stato chiuso il 18 aprile 2004