Amnesty: I Diritti sessuali sono diritti umani



Amnesty: I Diritti sessuali sono diritti umani
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Nell'ultima sessione dell'UNHCHR, e' stata raggiunta un'importante vittoria: e' stata inclusa nella risoluzione contro la violenza sulla donne la riaffermazione che "...le donne hanno il diritto di controllare e decidere liberamente e responsabilmente sulle materie relative alla loro sessualita', compresa la salute sessuale e riproduttiva, senza coercizioni, discriminazioni e violenze." La risoluzione e' stata approvata solo dopo che due emendamenti della delegazione USA sono stati respinti. La bozza di risoluzione sui diritti umani e l'orientamento sessuale che cerca semplicemente di riaffermare i diritti umani da tempo consolidati nel diritto internazionale, invece e' stata nuovamente rimandata alla sessione del prossimo anno su richiesta del Brasile che la aveva anche presentata. Questo e' stato il risultato dell'opposizione di un gruppo di paesi che hanno persino messo in dubbio che la questione appartenesse all'agenda dei diritti umani.

Fonte: Amnesty International
Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:eco_fabiocchi at tin.it    
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21 Aprile 2001 - Mentre la 60a sessione della Commissione ONU per i Diritti Umani (UNHCHR) si avvia alla conclusione, gli attivisti e alcuni governi hanno raggiunto un'importante vittoria nonostante gli sforzi degli oppositori dei diritti sessuali. Infatti e' stata inclusa nella risoluzione contro la violenza sulla donne la riaffermazione che "...le donne hanno il diritto di controllare e decidere liberamente e responsabilmente sulle materie relative alla loro sessualita', compresa la salute sessuale e riproduttiva, senza coercizioni, discriminazioni e violenze." Durante i negoziati, il testo presentato dalla delegazione Canadese ha dovuto superare diversi ostacoli o opposizioni da parte degli USA che volevano indebolire il linguaggio, specie quello riguardante i diritti sessuali. Infatti la risoluzione e' stata approvata solo dopo che due emendamenti della delegazione USA sono stati respinti. Gli emendamenti miravano ad indebolire il linguaggio sulla salute sessuale e riproduttiva, e a cancellare la richiesta di ratificare lo Statuto di Roma sul Tribunale Penale Internazionale che riconosce la violenza sessuale, compreso lo stupro, come un crimine di guerra o un crimine contro l'umanita'.

"I diritti sessuali sono diritti umani" ha affermato Amnesty International. "Nell'ambito delle Nazioni Unite esiste una lunga storia di difesa di questioni legate alla sessualita' e ai diritti umani, e questa eredita' rimarra' finche' tutte le persone non potranno esercitare liberamente tutti i loro diritti umani senza incorrere in discriminazioni di alcun genere. Le vite e la sicurezza degli uomini in tutto il pianeta dipenderanno da questo."

La questione dei diritti sessuali e' emersa in diverse risoluzioni nella sessione di quest'anno. Paul Hunt, il relatore speciale dell'ONU sul diritto alla salute, nel suo rapporto ha sottolineato che "...la sessualita' e' una caratteristica di tutti gli esseri umani. E' un aspetto fondamentale dell'identita' di ciascuno. Essa aiuta a definire cio' che e' una persona."
Tuttavia, l'argomento e' stato alla base di polemiche da parte di un piccolo gruppo di delegazioni (USA, Egitto, Pakistan e Arabia Saudita) che hanno tentato di negare agli individui il pieno godimento dei loro diritti umani sostenendo che il Relatore Speciale aveva oltrepassato i compiti del suo mandato affrontando queste questioni. Gli USA hanno anche tentato invano di rimuovere il riferimento al rapporto del Relatore Speciale dalla risoluzione sul diritto alla salute. 

"Le delegazioni hanno invocato interpretazioni errate del diritto internazionale e hanno risuscitato argomenti da tempo non piu' validi per respingere le preoccupazioni relative ai diritti sessuali. Il solo riaffermare il linguaggio gia' usato in precedenza si e' rivelato una vera sfida," ha detto Amnesty International. 

La bozza di risoluzione sui diritti umani e l'orientamento sessuale che cerca semplicemente di riaffermare i diritti umani da tempo consolidati nel diritto internazionale, invece e' stata nuovamente rimandata alla sessione del prossimo anno su richiesta del Brasile che la aveva anche presentata. Questo e' stato il risultato dell'opposizione di un gruppo di paesi che hanno persino messo in dubbio che la questione appartenesse all'agenda dei diritti umani.

Anche il divieto di compiere esecuzioni extragiudiziarie di lesbiche, gay, bisessuali e transessuali ha trovato l'opposizione da parte di un gruppo di paesi. Nonostante cio', la risoluzione sponsorizzata dalla Svezia sulle esecuzioni extragiudiziarie, sommarie o arbitrarie e' stata adottata con un riferimento all'obbligo degli stati di proteggere le persone dall'uccisione per qualsiasi discriminazione, comprese quelle basate sull'orientamento sessuale. 

La Commissione dovrebbe agire sulle raccomandazioni dei suoi stessi relatori speciali, in particolare il Relatore Speciale sul diritto alla salute ha notato che "la corretta comprensione dei principi sui diritti umani, e delle stesse norme ad essi relative, porta inevitabilmente al riconoscimento dei diritti sessuali come diritti umani"

Amnesty International sta portando avanti una campagna per fermare la violenza contro le donne. Per maggiori info: 
http://web.amnesty.org/actforwomen/index-eng

Il prossimo 25 Aprile, si terra' a Washington una marcia per le donne a cui parteciperanno numerose organizzazioni femministe. Alla marcia ha aderito anche il Partito dei Verdi. I Verdi, afferma un comunicato del partito, abbracciano il femminismo come un valore chiave, sostengono il pieno rispetto dei diritti riproduttivi, compresi il diritto all'aborto e all'accesso ai servizi di pianificazione familiare, e la protezione da tutti i tipi di violenza e coercizione basati sul genere o sulla sessualita', e sono contrari alla riduzione degli aiuti economici alle nazioni che garantiscono l'aborto. Inoltre, chiedono la parificazione legale dei matrimoni omosessuali per le donne lesbiche e bisessuali.

I candidati e gli attivisti Verdi hanno espresso preoccupazione per i diritti delle donne in altre nazioni, in particolare per le donne che vivono sotto governi oppressivi, compresi gli alleati degli USA come l'Arabia Saudita, e in Iraq, dove l'amministrazione Bush si sta alleando con i leader Iraqeni, compresi i membri del Consiglio Governativo ad Interim nominato da Bush stesso e l'Ayatollah Ali Sistani, i quali credono che le donne debbano essere considerate cittadini di seconda classe.
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