Milano: iniziative sull'impronta ecologica e processo Leyla Zana



LA GUERRA IN IRAQ E IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE ITALIANE

Mobilitiamoci per imporre il ritiro immediato delle truppe straniere in
Iraq, in primo luogo il ritiro del contingente italiano. Per la fine delle
sofferenze del popolo iracheno e per la sua autodeterminazione nel processo
democratico.
Ritiriamo la guerra dalla storia e dall'orizzonte umano. Ritiriamo un
modello di sviluppo e una concezione del mondo, occidentalocentrici e
Usacentrici, energivori, gerarchici, egemonici che fanno scempio degli
esseri umani e della natura.
Buona Pasqua a tutti/e.


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programma



MILANO-ITALIA.

IL PROGETTO DI UN'ALTRA CITTÀ

PER SCONFIGGERE LA CITTÀ DEL LIBERISMO,

PER COSTRUIRE LA CITTÀ DELL'ALTERNATIVA

PER UNA CITTÀ VIVIBILE, CIVILE E SOLIDALE, GIUSTA



Un appuntamento per la riscossa di una città messa in ginocchio dal craxismo
e dal liberismo. Perché Milano da laboratorio del liberismo possa diventare
un laboratorio dell'alternativa. Per proporre un progetto complessivo di
trasformazione centrato sulla democrazia e sulla partecipazione dei
cittadini.



Primo convegno

MILANO/METROPOLI:

UN'ALTRA MILANO E' POSSIBILE



Milano da città faro della buona amministrazione, della convivenza civile,
delle lotte operaie, della cultura avanzata e innovativa dell'Italia del
dopoguerra, alla degenerazione negli anni del craxismo imperante. Le
trasformazioni strutturali, dalla deindustrializzazione alla città dei
servizi, al cambiamento della morfologia sociale. Il dominio della finanza,
la terziarizzazione, il processo di privatizzazione dei servizi pubblici. La
precarizzazione, l'allargamento della povertà e l'espansione della
disgregazione sociale. Dalla "rivoluzione" di Mani Pulite alla fine della
cultura riformista della tradizione politica milanese. Per la ripresa del
protagonismo sociale dei cittadini e delle loro associazioni, per una
riforma radicale della politica e delle sue istituzioni, per il lancio della
democrazia partecipativa. Per la ricostruzione di una cultura della
solidarietà, della condivisione e della città come bene comune e pubblico.
Il traffico e l'inquinamento. Il problema della casa. Il saccheggio del
territorio e dei beni comuni della città. Per un progetto di organizzazione
sociale ed economica della città a misura dei suoi cittadini, in funzione
della loro qualità della vita.



MILANO - VENERDI' 16 APRILE E SABATO 17 APRILE 2004

SALA CENTRO CULTURALE SAN FEDELE - PIAZZA SAN FEDELE 4



Venerdì 16 aprile ore 18 - 23

Prima sessione: Storia della crisi di Milano



Relazioni

* ANDREA FUMAGALLI (Università di Pavia), La trasformazione economica e
sociale di Milano

* ANDREA DI STEFANO (giornalista e saggista), La città dei poteri forti:
finanza, lavori pubblici, media da Craxi a Berlusconi

* ROBERTO BIORCIO (Università di Milano), Il craxismo

* GIORGIO FERRARESI (Politecnico di Milano), Milano tra trasformazione
urbanistica e sociale e proposte alternative

* GIORGIO BOCCA (giornalista e saggista), breve intervento filmato

* GIANNI BARBACETTO (giornalista Il diario), La stagione di Mani Pulite

* BRUNO AMBROSI (presidente dell'Associazione Walter Tobagi per la
formazione al giornalismo), L'informazione e il ruolo dei mass media

* La Milano della Lega e di Berlusconi (interventi dei consiglieri comunali
GIOVANNI COLOMBO (pres. La Rosa Bianca, Ds), GIANNI OCCHI (capogruppo Prc),
BASILIO RIZZO (Miracolo a Milano)





Sabato 17 aprile ore 9.30 -18.30

Seconda sessione

Il progetto di una città vivibile, civile, giusta: un'altra Milano è
possibile



* BRUNO BOSCO (Università di Milano), L'alternativa dei beni comuni e
dell'economia pubblica

* MARIO VITIELLO (Attac Milano), L'alternativa urbanistica, dei trasporti e
della viabilità

* MARIO AGOSTINELLI (Forum mondiale delle alternative), L'alternativa nel
campo del lavoro e dei servizi pubblici

* Don ALBERTO VITALI (Pax Christi), L'alternativa di una Milano della pace,
solidale e inclusiva, dai migranti alle culture diverse Comunicazioni:
EMANUELE PATTI (Arci), Il problema dei migranti

* Padre GIUSEPPE PIROLA (filosofo e teologo gesuita, Aloisianum), Per una
cultura della solidarietà

* L'alternativa sociale e politica. Dibattito tra AUGUSTO ROCCHI (segr. Prc
Milano), SABINA SINISCALCHI (resp. Fondazione di Banca Etica), SERGIO
SILVOTTI (Arci Milano), VITTORIO AGNOLETTO (cons. int. Fsm), PIERFRANCESCO
MAJORINO (segr. Ds Milano)

* Conclusioni di EMILIO MOLINARI (Punto Rosso-Fma, vicepres. Comitato
Italiano Acqua)



Sono invitati a intervenire associazioni, gruppi, organismi di Milano che
operano sui temi del convegno: Federico Ceratti (Acea Onlus), Antonio Lareno
(segr. Camera Lavoro di Milano) e altri in via di definizione.



Nel corso del convegno presentazione del giornale il manifesto con Bruno
Perini (giornalista del Manifesto) nell'ambito della campagna "Democrazia
preventiva".



organizza

Associazione Culturale Punto Rosso-Forum Mondiale delle Alternative

in collaborazione con

Arci, il manifesto, LavoroSocietà - area programmatica Cgil Lombardia,
Associazione Aprile, Attac Italia, Acea Onlus, Miracolo a Milano, Carta,
Alternative e altri in via di definizione


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Rete Lilliput, Associazione Culturale Punto Rosso - FMA, CGIL Lombardia e
altri in via di definizione, nell'ambito della:

Terza settimana nazionale dell'impronta ecologica e sociale

organizzano l'incontro pubblico:
"Scelte individuali e sociali per un mondo di pace e in armonia con
l'ambiente"

Con la collaborazione di Banca Etica

Milano - Mercoledì 5 maggio - ore 20.45
Camera del Lavoro - Corso di Porta Vittoria 43

Relatori:

Maurizio Pallante - Esperto di problemi energetici
Sergio Zabot - Dirigente del settore energia dell'Agenzia regionale per
l'ambiente della Lombardia
Andrea Saroldi - Rete Lilliput - Fondatore dei Gruppi di acquisto solidale
italiani
Mario Agostinelli - Ricercatore Enea, Punto Rosso-Forum Mondiale delle
Alternative
Marina Forti - giornalista del Manifesto

E' sempre più facile constatare gli effetti degli stili di vita individuali
più o meno consumistici e  delle strategie politico-economiche più o meno
dissennate riguardo all'uso dell'energia: gli enormi problemi sociali e
ambientali, le guerre che ne conseguono impongono veloci e decisi
cambiamenti culturali.
Chi é impegnato come individuo per creare un nuovo mondo troverà in questo
incontro numerosi spunti concreti per abbattere il proprio impatto
ambientale, per misurare la propria impronta ecologica e l'efficienza
energetica della propria casa e per aggiornarsi sui Gruppi di acquisto
solidali e le nascenti Reti di economia solidale.
Chi vuole indurre le amministrazioni pubbliche ad adottare strategie per un
minore impatto ambientale verrà informato sulle procedure per abbattere i
consumi energetici pubblici (scuole, centri sportivi ecc.) - a costo zero
per le amministrazioni stesse - grazie alle Energy Service Companies (ESCO).


Gli aderenti a questa terza edizione della "Settimana nazionale
dell'impronta ecologica e sociale" intendono quindi fornire strumenti
concreti per un mondo di pace e in armonia con l'ambiente.

Nell'occasione presentazione dei libri
Marina Forti - La Signora di Narmada - Feltrinelli 2004
Maurizio Pallante - Un futuro senza luce? - Editori Riuniti 2004


aderiscono: Ambiente Italia, Amici della terra (Lombardia), Anniverdi,
Bilanci di Giustizia, Campagna per la riforma della Banca Mondiale, Coop.
Chico Mendes, Ekoclub international onlus Sezione provinciale di Milano,
Federazione Italiana Amici della Bicicletta - FIAB Onlus, Federazione
Nazionale Pronatura, FIAB CICLOBBY Onlus, Forum Ambientalista, Acea Onlus,
Vivi e progetta un'altra Milano, Legambient (Lombardia),
Officinadellambiente, ROBA dell'Altro Mondo, Touring Club Italiano,
<http://www.failacosagiusta.it> www.failacosagiusta.it e altri in via di
definizione

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Una prima sintesi e alcune considerazioni sulla tredicesima udienza del
processo a Leyla Zana

a cura di Silvana Barbieri





La tredicesima udienza del processo a Leyla Zana, Selim Sadak, Orhan Dogan e
Hatip Dicle si è svolta, come la precedente udienza, in assenza degli
imputati. Ricordo che i motivi di ciò sono dovuti alle dichiarazioni del
Ministro della Giustizia Cicek di un mese fa circa,  secondo le quali
rimanere in carcere era per gli imputati una scelta per attirare l'

attenzione del Parlamento Europeo e degli osservatori internazionali.



La tredicesima udienza è stata impegnata quasi tutta dall'arringa di Yusuf
Alatas, Presidente del Collegio degli avvocati della Difesa. Tocca infatti
ora a loro.  Il Procuratore  a conclusione della precedente udienza ha
infatti chiesto la riconferma per gli imputati della pena  a 15 anni di
carcere, comminata loro nel processo del 1994.



L'avvocato Alatas ha parlato per più di tre ore e mezza,  ripercorrendo
tutte le tappe del processo in corso e mettendolo a confronto con quello del
1994. L'unica differenza tra i due processi, ha sottolineato, sta nel fatto
che nel 1994 la Corte comprendeva anche un giudice militare, abolito dalle
recenti riforme. Per il resto  non ci sono differenze né di metodo né di
contenuto.



Tutte le decisioni della Corte, dice Alatas, sono state prese di comune
accordo con l'Accusa. Ogni volta che la Corte si è ritirata lo ha  fatto con
l'Accusa. Ogni volta che gli avvocati della difesa hanno proposto dei
testimoni, la Corte, accogliendo le richieste dell'accusa, li ha rifiutati.

Alatas  ha  sottolineato inoltre come anche l'Associazione Internazionale
dei Giuristi Indipendenti condivida il giudizio di un carattere iniquo di
questo processo. I rappresentanti di quest'Associazione sono presenti a
questo processo sin dalla sua prima udienza. La totalità dei testimoni dell'

Accusa erano, ha continuato Alatas, poliziotti o guardie del villaggio,
gente quindi tutta pagata dallo Stato turco, oppure si tratta di ex militant
i del PKK pentiti tuttora in carcere, per la cui testimonianza  avranno un
premio. Non solo, la stragrande maggioranza di questi testimoni ha
confermato le dichiarazioni di 10 anni fa senza però riuscire a specificare
cosa dissero 10 anni fa. Inoltre la maggior parte di queste testimonianze
venne rilasciata nel 1994 non nel corso del processo ma fu raccolta nei
commissariati di vari paesi e villaggi del Curdistan, allora in guerra.

Alcuni tra i pochi testimoni che la Difesa è riuscita a imporre sono venuti
in aula a ritrattare le accuse fatte nel 1994 perché erano state loro
estorte sotto tortura. Tutte  le prove  riportate dai testimoni della
difesa, che potevano scagionare Leyla Zana e gli altri imputati, sono  state
rifiutate. E' stata rifiutata la possibilità di verificare con il prefetto
di Dijarbakir se Leyla Zana nel 1991 era impegnata nella campagna elettorale
che la fece eleggere in Parlamento invece che essere stata per un mese in un
campo di addestramento militare del PKK in Libano. Qui la Corte ha ritenuto
sufficiente la testimonianza di un pentito in carcere e mai messo a
confronto con Leyla Zana, che ha dichiarato di aver riconosciuto Leyla Zana
in quel campo. E' stato rifiutato dalla Corte l'ascolto di una cassetta
registrata che testimonierebbe la propaganda fatta dagli imputati per il PKK
e per la lotta armata,  che è una cassetta mai portata e mai ascoltata in
Tribunale nemmeno durante il processo del 1994. Analogamente  per quanto
riguarda il bar dove la maggioranza dei testimoni dell'accusa avrebbe
ascoltato Leyla Zana, Selim Sadak e Hatip Dicle fare propaganda per la lotta
armata, senza però riuscire a specificare coerentemente se gli imputati si
trovavano dentro o fuori il bar o la distanza che separava il bar dalla
caserma della gendarmeria. Un capo guardiano di villaggio ha dichiarato che
suo figlio entrò nel PKK "rapito" da Leyla Zana:  la Corte  non ha preso in
considerazione la testimonianza del figlio, in carcere, che ha dichiarato di
essere entrato di sua volontà nel PKK e di non aver mai  conosciuto Leyla
Zana.



Se non fossi stata presente a tutte le udienze e non avessi ascoltato con le
mie orecchie stenterei a credere che tutto questo sia avvenuto nell'aula di
un Tribunale di un Paese candidato ad entrare nell'UE.



Tutte queste cose l'avvocato Alatas le ha elencate una per una. Egli  ha
così documentato che questo processo non ha minimamente rispettato le
indicazioni della sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo.



Dopo questa lunga arringa, e le altre più brevi degli altri Avvocati, la
Corte si è ritirata, con l'immancabile Procuratore, che tra l'altro  ha
passato tutto il giorno lavorando al suo computer e senza mai degnare di un
minuto di attenzione gli interventi della Difesa, ed è riapparsa dopo cinque
minuti negando per l'ennesima volta la scarcerazione degli imputati e
decidendo l'aggiornamento  del processo,  per l'emissione della sentenza, al
21 di aprile.









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