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(Fwd) [CacaoElefante] Il quotidiano delle buone notizie
- Subject: (Fwd) [CacaoElefante] Il quotidiano delle buone notizie
- From: "Davide Bertok" <davide at bertok.it>
- Date: Sat, 03 Apr 2004 11:35:17 +0200
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------- Forwarded message follows ------- Date sent: 3 Apr 2004 00:30:02 -0000 To: cacaoelefante at alcatraz.it Subject: [CacaoElefante] Il quotidiano delle buone notizie From: "C@C@O quotidiano" <quotidiano at alcatraz.it> ooo CACAO ELEFANTE ooo Il quotidiano delle buone notizie comiche L'essenziale delle notizie e' sempre vero ------------SPOT------------- [Libri] *** CENSURA *** Le 25 notizie più censurate nel 2003 ed. Nuovi Mondi Media "CENSURA" e' l'edizione italiana di "Censored 2004", la prestigiosa raccolta annuale delle piu' importanti notizie censurate dai grandi mezzi di comunicazione realizzata da Project Censored, un autorevole gruppo statunitense di ricerca sui media che da ventisette anni e' impegnato per la liberta' d'informazione. "Censura" e' il risultato di un lavoro annuale di selezione tra migliaia di notizie condotto, nella Sonoma State University, da oltre 200 fra studenti, giornalisti e studiosi di prestigio, tra cui Noam Chomsky, Norman Solomon e Howard Zinn. 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Ma questa fusione tra elezioni popolari e investiture imperiali, occultata da Washington con la retorica, e' a malapena sufficiente per assicurare la stabilita' del Sud America. Anzi, dal '99 ad oggi sette capi di stato della regione hanno lasciato prima del termine del loro mandato. In ottobre, quattro mesi prima che i francesi e gli americani dessero il benservito a Jean-Bertrand Aristide, presidente legalmente eletto di Haiti, il presidente Gonzalo Sanchez de Lozado, certamente non antiamericano, e' fuggito a Miami dalla Bolivia. Erano scoppiate feroci proteste popolari contro la sua politica economica filoamericana. Allo stesso modo Raul Cubas, presidente del Paraguay, ha dovuto abbandonare di fronte a pesanti contestazioni, sfociate a volte in sommosse. Anche Jamil Mahuad, presidente ecuadoregno sostenitore del libero mercato, e' stato cacciato. Il popolo peruviano ha praticamente eletto il fascistoide Alberto Fujimori, attualmente in esilio in Giappone ed accusato di gravi reati in patria, il quale aspira a un ritorno alla presidenza del Peru. Alejandro Toledo, successore di Fujimori quando questi cadde in disgrazia, ha seguito i dettami USA sul libero mercato causando gravi tumulti. Nel dicembre 2001 l'economia argentina e' crollata e Fernando De la Rua ha dato le dimissioni in seguito alla rivolta popolare contro le politiche neo-liberiste. Le politiche economiche filoamericane (a sostegno del libero mercato) hanno causato il disfacimento di questi regimi. "Filoamericano", pero', non e' la parola giusta per descrivere il venezuelano Hugo Chavez, l'attuale bersaglio delle operazioni segrete di destabilizzazione. Nel 1998, il 49enne ex-paracadutista ha ottenuto un ampio sostegno nelle elezioni presidenziali, ed e' stato rieletto nel 2000, con mandato di sei anni. I leader dell'opposizione sostengono che Chavez voglia trasformare il Venezuela in un sistema di tipo cubano. Avendo miseramente fallito un putsch nel 2002, la cricca di cospiratori Washington-Caracas ha indetto un referendum che annullasse i risultati elettorali, per andare di nuovo alle urne. Il 9 marzo, pero', il Consiglio Elettorale del Venezuela ha annunciato che degli oltre 3 milioni di firme raccolte solo 1.830.000 hanno passato le ispezioni. Con 2,4 milioni di firme si sarebbe andati a nuove elezioni. Il 15 marzo la Corte Suprema del Venezuela ha annullato la decisione del Consiglio. Il Consiglio Elettorale ha quindi fatto ricorso in appello presso un altro ramo della corte suprema, che ha imposto al Consiglio stesso di consegnare tutto il materiale pertinente al caso. Il Consiglio ritiene di essere l'unico organo costituzionalmente competente per quanto riguarda le procedure di annullamento. Chavez dice che si atterra' alla decisione della corte. Paradossalmente, alcuni membri dell'amministrazione Bush, che nel 2000 diedero una mano a truccare il voto in Florida, hanno accusato Chavez di brogli elettorali. I funzionari di Bush chiamano Chavez "il compagnuccio di Fidel" e si fanno beffe delle sue parole di fuoco contro l'imperialismo USA, che considerano un gesto di disobbedienza. I ricchi, i loro rappresentanti politici, i boss dei media e i piu' noti dirigenti ed ex-manager della compagnia petrolifera statale, in compagnia dei loro amiconi leader dei sindacati petroliferi d'elite, hanno cercato senza successo di disfarsi di Chavez con un colpo di stato nell'aprile 2002. Questi ex-golpisti e i loro sostenitori su, alla Casa Bianca, hanno avuto anche la faccia tosta di sostenere che e' stato Chavez, non loro, a minare la democrazia. Immaginatevi i funzionari americani che osano accusare altri di minare la democrazia mentre continuano a ficcare il loro sudicio naso negli affari di Haiti, dopo aver rovesciato Aristide. Recentemente Chavez ha citato nei suoi discorsi alcuni documenti ottenuti grazie alla Legge sulla Liberta' d'Informazione, che dimostrano come agenzie USA abbiano finanziato gli ex-golpisti. Chavez ha intimato agli Stati Uniti di "tener giu' le mani dal Venezuela". Quei documenti dimostrano che il "Sumate" (un gruppo che gestisce la raccolta di firme contro Chavez) ha ricevuto 53.400 dollari dal National Endowment for Democracy (NED, Fondo Nazionale per la Democrazia), un organismo finanziato dal Congresso Usa, il cui scopo e' sostenere economicamente la causa del consolidamento della democrazia. Gli organizzatori della campagna per l'annullamento dell'elezione di Chavez, hanno anche fomentato veementi manifestazioni di piazza costate almeno otto morti. Ci sono membri delle classi privilegiate che vanno in giro per i loro quartieri battendo pentole e padelle (quando a casa gli unici che le toccano sono quelli della servitu'), mentre agenti sostenuti dagli USA pagano alcuni tra i numerosissimi poveri del Venezuela per rendere piu' violente le proteste. In queste tattiche c'e' una forte eco di formule gia' testate da parte della CIA, come quelle usate per fomentare la rivolta contro il governo di Salvador Allende in Cile, tra il '70 e il '73. "E' tutto in nome della democrazia", ha detto Jeremy Bigwood, il giornalista che si e' procurato i documenti che provano la complicita' USA, "ma e' un'ipocrisia. Il Venezuela ce l'ha gia' un presidente democraticamente eletto grazie al voto popolare, al contrario degli Stati Uniti. (Andrew Buncombe, 13 marzo, Independent) L'obbiettivo del NED sono i leader stranieri che non hanno abbastanza fiducia nel libero mercato e nella privatizzazione, o che vogliono che il governo abbia un ruolo attivo nell'economia. Per esempio, il NED ha preso di mira Aristide a causa del suo rifiuto di accettare totalmente le richieste dei privatizzatori come l'FMI e il governo USA: ha mandato soldi agli oppositori del presidente, mentre lo stesso governo USA ha tagliato prestiti, crediti e aiuti al governo haitiano. Washington, tuttavia, non puo' usare queste tecniche in Venezuela senza temere una politica di rappresaglia petrolifera da parte di Chavez; ha pero' assoldato uno storico alleato dei tempi della Guerra Fredda, il dipartimento di politica estera dell'AFL-CIO, (il piu' importante sindacato americano), ovvero l'American Centre for International Labor Solidarity (Centro per la Solidarieta' Internazionale del Lavoro). L'AFL-CIO, pur perdendo iscritti in patria, non ha esitato a spendere i soldi dei lavoratori per istruire e dare consulenza alle forze di opposizione anti-Chavez. Il governo USA agisce a grandi linee come organizzatore per riunire tutti i sindacati contrari a Chavez e quei partiti politici ormai screditati, come Azione Democratica e il COPEI, i cui passati governi hanno prosciugato le ricchezze nazionali nel giro di una quarantina d'anni. Chris Sabatini, direttore del NED per l'America Latina, sostiene che la sua agenzia vuole solo "costruire uno spazio politico" (Independent, 13 marzo). Tali affermazioni paiono risibili, ma la ridicolaggine da sola non basta a guastare questa apparente democraticita'. Nella realta' la preoccupazione americana per la democrazia viene fuori solo quando questo storico modello ideato dai greci comincia a funzionare bene per i poveri. Nel Cile dei primi anni '70 e nel Venezuela di oggi i benestanti gridano "democrazia!" solo quando le loro ricchezze sono minacciate da politiche fiscali volte ad aiutare i poveri. I media, in mano ai ricchi, non raccontano di quando i passati governi "democratici" prosciugavano regolarmente le finanze venezuelane; hanno pero' diffuso il panico riguardo ai bilanci di Chavez, le cui priorita' sono la sanita' pubblica e l'istruzione (cose che ai ricchi non interessano), e sperano in un intervento piu' deciso da parte degli Stati Uniti. Le truppe americane sono intervenute molto spesso nella regione durante il 19mo ed il 20mo secolo. Dopo aver occupato Haiti per trent'anni (1914-34), i marines cedettero le redini del governo a lacche' militarizzati che soffocarono il popolo nella repressione, rimanendo fedeli a Washington. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, mentre la democrazia diventava un bene esportabile (come anche l'integrazione razziale negli anni '60), la CIA ne cambiava la definizione per farla coincidere con gli interessi politici americani nel mondo. La piu' grande democrazia del pianeta ando' a rovesciare il governo legittimamente eletto in Iran (1953), per le sue idee sulla nazionalizzazione del petrolio, e quello del Guatemala (1954), per aver ridistribuito a contadini senza terra alcuni dei terreni incolti della United Fruit Company, dopo aver concesso a quest'ultima un indennizzo in base al valore imponibile dichiarato. Gli Stati Uniti hanno l'usanza di togliere di mezzo candidati "non graditi" usciti vincitori dalle elezioni, sostituendoli con un candidato piu' obbediente. Negli anni '60, attivita' segrete degli USA agevolarono la deposizione del presidente riformista del Brasile, Joao Goulart (1964), e riempirono i forzieri dei candidati amici in tutto il Sudamerica. In risposta alla rivoluzione cubana, le campagne di controinsurrezione finanziate dagli USA andarono a rafforzare gli elementi piu' antidemocratici dell'America Latina; contemporaneamente i presidenti Kennedy e Johnson decantavano l'importanza dell'Alleanza per il Progresso nel processo di democratizzazione. Ma l'Alleanza in Sudamerica ricevette finanziamenti ridicoli al confronto di quelli elargiti all'esercito. Nixon autorizzo' lo spodestamento della coalizione socialista di Salvador Allende in Cile, portato a termine col sanguinoso golpe del '73, e la creazione di cio' che l'ambasciatrice di Reagan all'ONU Jean Kirkpatrick defini' semplicemente come governo "autoritario", in contrapposizione ai cattivissimi governi "totalitari". "I regimi autoritari possono essere cambiati", sosteneva, "mentre quelli totalitari rimangono immutabili". Non faceva menzione del fatto che anche i governi autoritari sorretti dagli USA in buona parte dell'America Centrale e Meridionale facevano fuori i loro antagonisti. I regimi totalitari perlomeno offrivano dei servizi e, come si e' visto in seguito, potevano a loro volta cambiare o crollare. La Kirkpatrick era fermamente convinta che l'America Centrale fosse la regione piu' importante al mondo. Immaginatevela mentre lo dice durante una perizia psichiatrica! Per quanto ideologicamente bizzarri, Jean Kirkpatrick e la sua schiatta si sono dimostrati freddi calcolatori nel loro sostegno alle operazioni segrete di guerra in Nicaragua per rovesciare i Sandinisti (1979-80), e ai golpe militari (ma autoritari) contro governi in carica negli anni '70 e '80. Nel 21mo secolo, la Casa Bianca da' prova della sua evoluzione rimuovendo Aristide, e sventolando come scusa la sua antipatia per la democrazia. Queste sono le parole del Consigliere per la Sicurezza Nazionale Condoleeza Rice :"Siamo convinti che il presidente Aristide abbia perso la capacita' di guidare il suo popolo poiche' non governava democraticamente" (14 marzo, nel programma NBC "Meet the press"). Non ha fornito alcuna prova al riguardo. I Chavistas (sostenitori di Chavez) hanno seguito il dramma di Haiti con la consapevolezza di chi sa di essere il prossimo nella lista di Bush. Sia l'Inviato Speciale per l'Emisfero Occidentale Otto Reich, sia il Vicesegretario di Stato per gli affari emisferici Roger Noriega non hanno fatto mistero delle loro intenzioni aggressive. Mentre la follia dilaga, i seguaci di Chavez, in massima parte poveri come l'80 percento dei venezuelani, capiscono sempre piu' chiaramente i loro nemici. Comprendono anche cosa fare per cambiare la propria storia: hanno eletto un presidente, e la democrazia impone che prevalga la loro volonta', quella della maggioranza. Il giorno in cui Bush credera' in questo semplice assunto mi crescera' l'erba sulle mani. Quindi all'erta companero Hugo e membri dei Circoli Bolivariani! Traduzione di Claudio Carello per NuoviMondiMedia Fonte: http://www.counterpunch.com/landau03252004.html Simone Canova, Jacopo Fo, Gabriella Canova, Maria Cristina Dalbosco _____________________________________ *** Per commentare questa news http://62.110.58.77/redazione/news/show_news_p.php3?NewsID=2045 Per cancellarti da questa newsletter vai alla pagina http://www.alcatraz.it/mailinglist.html Associati a Cacao - Libera Universita' di Alcatraz e sostieni il Quotidiano delle buone notizie e tutto il circuito di siti internet di Alcatraz. 27 euro per andare avanti. http://www.alcatraz.it/soci.html Iscrivi un amico o una amica! http://www.alcatraz.it/mailinglist.html Il tuo amico poi potrà confermare l'iscrizione oppure lasciarla decadere automaticamente. 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