Foglio di Collegamento n. 115



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 115 del nostro Foglio di Collegamento.

Notate l'appello in favore di Mandana.

Fateci sapere i vostri commenti e le vostre opinioni sugli articoli che
pubblichiamo e inviateci i vostri contributi.

Cordiali saluti
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
         Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi,
fatecelo sapere

********************

FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 115  -  Febbraio 2004


Sommario:

1 ) Kenneth ci spiega la seconda fase di un processo capitale
2 ) Cerchiamo di salvare la giovane Mandana in Iran
3 ) La Corte Suprema discutera' sulla pena di morte per i minorenni
4 ) La campagna di Amnesty contro la pena di morte per i minorenni
5 ) L'ultimo saluto a Cameron Todd Willingham
6 ) I federali vogliono un'esecuzione nel civile New Hampshire
7 ) Intenso dibattito sul caso di Kevin Cooper in California
8 ) Il destino di Philip Workman e' ancora incerto
9 ) Lezione di rettitudine da una fonte inattesa
10) Cina: prigione per gli attivisti in Internet
11) Notiziario: Florida, Illinois, Texas, Usa


1) KENNETH CI SPIEGA LA SECONDA FASE DI UN PROCESSO CAPITALE

Il nostro corrispondente dal braccio della morte del Texas questa volta ci
fa capire come si arriva ad una sentenza di morte. E' interessante notare
come le istruzioni date per iscritto ai giurati facciano una gran
confusione nel definire i cosiddetti "ragionevoli dubbi", nel tentativo di
evitare che eccessivi scrupoli di coscienza possano salvare la vita
dell'imputato.

Cari amici italiani, ho voluto preparare qualcosa di molto diverso per
questo numero.  Pensando alle cose di cui parliamo riguardo alla pena di
morte, mi sono reso conto che la maggioranza delle persone non conosce la
procedura secondo la quale una giuria condanna a morte un uomo. Oggi
trascrivero' per voi l'intero documento che viene preso in considerazione
da una giuria quando deve decidere se mandare un uomo nel braccio della
morte. Questo articolo costituira' la prima di due o tre puntate, potrete
poi fare riferimento a questo articolo per capire i discorsi successivi.
Ciao, Kenneth
   Ci sono due parti in un processo capitale - la fase in cui si decide la
colpevolezza o l'innocenza e poi la fase in cui si stabilisce la punizione.
Durante la seconda fase l'accusa cerca di presentare prove che dimostrino
che non puoi essere riabilitato e queste prove possono includere le
malefatte commesse da quando avevi cinque anni fino alla tua eta' attuale.
La difesa cerchera' di presentare prove "mitiganti" (cioe' fattori che
inducano a non scegliere di mandarti a morte). Per svolgere il suo compito
secondo le norme vigenti la giuria e' tenuta a informarsi leggendo il
seguente documento.

ISTRUZIONI DELLA CORTE RIGUARDO ALLA PUNIZIONE

   Con il verdetto che avete reso in questo caso, avete riconosciuto
l'imputato colpevole di reato capitale, come richiesto dall'accusa.
   Vi informiamo che la colpevolezza per reato capitale comporta
obbligatoriamente una sentenza alla massima pena detentiva o una sentenza
di morte.
   E' adesso vostro compito considerare tutte le prove di questo caso e
rispondere alle domande che vi vengono poste. Tali domande verranno
definite "questioni" in questo documento, dovrete rispondere ad esse con un
"Si'" o con un "No"; la punizione da infliggere all'imputato dipendera'
dalle vostre risposte alle questioni. Dovrete considerare solo la condotta
e lo stato mentale dell'imputato nel determinare le vostre risposte a
queste Questioni speciali.
   Vi rendiamo edotti che  l'accusa deve dimostrare la veridicita' della
prima e della seconda questione al di la' di ogni ragionevole dubbio. Non
e' obbligatorio che l'accusa dimostri la prima e la seconda questione al di
la' di qualsiasi dubbio, e' necessario altresi' che le prove portate
dell'accusa escludano tutti i "ragionevoli dubbi" riguardo alla prima e
alla seconda questione.
   Un "ragionevole dubbio" e' un dubbio originato dalla ragione e dal senso
comune a seguito di attento e imparziale esame di tutte le prove inerenti
al caso. E' quel genere di dubbio che farebbe esitare una persona
ragionevole ad agire negli affari piu' importanti che la riguardano.
   Prove al di la' di ogni ragionevole dubbio devono essere, quindi, prove
con un carattere di convincimento tale da indurvi a fare affidamento su di
esse e ad agire in base ad esse senza esitazione nei piu' importanti affari
che vi riguardano.
   Nel decidere riguardo alla prima questione dovete considerare tutte le
prove ammesse nella fase di colpevolezza od innocenza e nella fase di
punizione, comprendendo le prove relative al passato dell'imputato o al suo
carattere o alle circostanze in cui e' stato commesso il reato che
depongano pro o contro l'irrogazione di una sentenza di morte.
   La giuria non potra' rispondere "Si'" alla prima questione a meno che
non ci sia unanimita' di decisione da parte dei singoli giurati.
   La giuria non potra' rispondere "No" a tale questione se almeno dieci
giurati non concorderanno sulla risposta; pero' i dieci giurati non devono
necessariamente concordare su quali prove abbiano determinato la risposta
negativa alla questione.
   La prima questione e' la seguente:
Voi ritenete sulla base delle prove al di la' di ogni ragionevole dubbio
che esista una probabilita' che l'imputato potrebbe commettere atti
criminosi di violenza che costituirebbero una continua minaccia alla societa'?
   Se avrete risposto "Si'" alla suddetta questione, allora rispondete alla
seguente questione. Se avrete risposto "No" alla prima questione, o se non
siete in grado di rispondere alla prima questione, allora non rispondete
alla seguente.
   La seconda questione e' la seguente:
Ritenete sulla base delle prove al di la' di ogni ragionevole dubbio che
l'imputato abbia provocato la morte della persona deceduta, o che
intendesse uccidere la persona deceduta o un'altra persona, o che
prevedesse che una vita umana sarebbe stata tolta?
   Risponderete a questa questione speciale "Si'" o "No".
   Non potete rispondere "No" a meno che non vi sia accordo totale da parte
dei giurati e non potete rispondere "Si'" se almeno dieci giurati non
concordano con la risposta affermativa. La giuria pero' non deve
necessariamente concordare su quali siano le particolari prove che
determinano la risposta affermativa.
   Se avete riposto "Si'" alla precedente questione, allora dovete
rispondere alla questione n. 3 qui di seguito riportata.
   La terza questione e' la seguente:
Dichiarate se, prendendo in esame tutte le prove, incluse le circostanze
del reato, il carattere dell'imputato e il suo passato e la colpevolezza
morale personale dell'imputato, c'e' una sufficiente  circostanza mitigante
o ci sono sufficienti  circostanze mitiganti da permettere che venga emessa
una condanna alla massima pena detentiva piuttosto che una sentenza di morte.
   Rispondendo a questa terza questione la giuria dovra' esprimersi con
"Si'" o con "No". Tale questione non potra' avere risposta negativa a meno
che tutti i giurati non concordino unanimemente, e non potra' avere
risposta affermativa se almeno dieci giurati non concordano in tal senso,
anche se non occorre che i dieci giurati concordino su quali particolari
prove abbiano determinato la risposta affermativa.
   Vi istruiamo, nel rispondere a questa terza questione, di considerare
"fattori mitiganti" tutte quelle prove che inducano un giurato a
considerare l'imputato meno degno di riprovazione morale o di morte.
   Vi informiamo che se la giuria fornira' risposte affermative alla prima
e seconda questione e negative alla terza, questa Corte condannera' a morte
l'imputato. Se la giuria dara' risposte negative in merito alla prima o
seconda questione o una risposta affermativa riguardo alla terza, la Corte
condannera' l'imputato alla reclusione a vita nella Divisione Istituzionale
del Dipartimento di Giustizia Criminale del Texas.
   Riguardo alla legge dell'uscita sulla parola, vi informiamo che un
prigioniero condannato a morte non puo' ricevere la liberazione sulla
parola. Un prigioniero che sia stato condannato a vita a seguito di un
reato capitale non potra' essere rilasciato sulla parola fino a quando non
sara' trascorso un effettivo periodo di carcerazione di 40 anni di
calendario, indipendentemente dalla buona condotta. Non dovete considerare
la legge sulla possibilita' di uscita sulla parola o la maniera in cui
verrebbe applicata a questo specifico imputato nel rispondere alle
questioni speciali.
   Vi informiamo che l'imputato puo' testimoniare in suo proprio favore se
scegliera' di farlo, ma se decidera' di non farlo, questo fatto non dovra'
essere da voi considerato come una circostanza contro di lui ne' dovra'
pregiudicarlo in alcun modo.
   Voi siete i giudici esclusivi dei fatti provati, della credibilita' dei
testimoni e del peso da attribuirsi alle testimonianze, ma siete tenuti a
ricevere la legge dalla Corte, cosa che avviene tramite il presente
documento, e ad essere governati dalla medesima.


2) CERCHIAMO DI SALVARE LA GIOVANE MANDANA IN IRAN

Mandana Nik-Khou Monfared, 25 anni, cittadina iraniana, e' stata condannata
a morte per l'assassinio dell'uomo che aveva intenzione di sposare dopo il
perfezionamento del divorzio dal primo marito.
  Nelle mani della polizia che l'aveva arrestata, senza alcuna assistenza
legale, Mandana ha confessato il crimine, ma poi ha ritrattato, sostenendo
che era terrorizzata e che non si e' resa conto delle sue affermazioni. Ha
inoltre sostenuto che e' stato il suo ex-marito a commettere l'omicidio.
Anche il testimone che all'inizio aveva accusato Mandana, ha
successivamente ritrattato.
   Nonostante questo, la Corte Suprema ha confermato la condanna a morte di
Mandana, che potrebbe essere eseguita in qualsiasi momento. Ci sono solo
due possibilita' di salvezza per la giovane iraniana: che i familiari della
vittima scelgano il "risarcimento in denaro al posto del sangue"; oppure
che il capo del potere giudiziario, Ayatollah Shahrudi, decida di
utilizzare la facolta' di revocare un verdetto definitivo, se lo ritiene
ingiusto, e di assegnare il caso ad un'altra corte.
   Sappiamo che il padre di Mandana sta appellandosi a tutte le autorita'
per ottenere un nuovo processo della figlia, e che il figlio di nove anni
della donna ha scritto una lettera (pubblicata anche da un giornale locale
) in cui dichiara che lui e i suoi fratellini piangono ogni sera. Non hanno
il padre e chiedono che venga loro restituita la mamma, in quanto innocente.
   Amnesty International ha chiesto di mobilitarsi nel tentativo di salvare
la vita di Mandana e noi aderiamo volentieri al suo invito.
   Siete pertanto pregati di inviare fax, e-mail e/o lettere alle autorita'
iraniane competenti. La petizione va mandata, possibilmente, a tre
destinatari, ricopiando il testo che vi proponiamo qui di seguito (o
creandone uno vostro) e corredandolo dei vostri dati.
   I destinatari a cui spedire gli appelli sono i seguenti. L'affrancatura
per posta prioritaria e' di euro 0,80 (fino a 20 grammi). Per semplicita'
potete indicare il destinatario solo sulla busta usando la stessa lettera
per tutti. Ricordate di scrivere il vostro indirizzo postale completo ed
esatto. Possibilmente fate firmare la petizione da altre due o tre persone,
oltre voi.

His Excellency Ayatollah Mahmoud Hashemi Shahrudi
Ministry of Justice
Park-e Shahr
TEHRAN
Islamic Republic of Iran
Fax:  0098 21 879 6671 ( indicare il destinatario)

His Excellency Ayatollah Sayed 'Ali Khamenei
The Presidency
Palestine Avenue
Azerbaijan Intersection
TEHRAN
Islamic Republic of Iran
E-mail: webmaster at wilayah.org (sulla riga dell'oggetto scrivete: For the
attention of the office of His Excellency, Ayatollah al Udhma Khamenei, Qom)

His Excellency Hojjatoleslam val Moslemin Sayed Mohammad Khatami
The Presidency
Palestine Avenue
Azerbaijan Intersection
TEHRAN
Islamic Republic of Iran
E-mail: khatami at president.ir (provate a spedire piu' volte il messaggio, se
non passa la prima volta)

   Copia del messaggio puo' essere utilmente inviata a :

Islamic Human Rights Commission
Mr Mohammad Hassan Zia'i-Far, Secretary
Islamic Human Rights Commission
PO Box 13165-137
TEHRAN
Islamic Republic of Iran
Fax:  0098 21 204 0541 (indicare il destinatario)


You Excellency

Mandana Nik-khou Monfared has been condemned to death and she could be
executed soon.
We are aware of your right and responsibility to bring to justice those
suspected of criminal offences, but we strongly oppose the death penalty.
In Mandana Nik-khou Monfared's particular case, there are moreover serious
doubts about her guilt. Actually, even the original witness against her has
retracted the statement incriminating her.
Please consider that, as guaranteed by Article 14 of the International
Covenant on Civil and Political Rights (ICCPR), to which Iran is a state
party, Mandana Nik-khou Monfared is entitled of all fair trial guarantees
and legal counsel.
We beg you to ensure that the victim's family is made aware of its right,
under Islamic law, to pardon the condemned.
We therefore heartily ask you to use all your power so that clemency may be
granted to Mandana Nik-khou Monfared and her death sentence may be cancelled.

Respectfully

Traduzione: Mandana Nik-khou Monfared e' stata condannata a morte e
potrebbe essere presto giustiziata. Ci rendiamo conto del diritto e della
responsabilita' da parte sua di assicurare alla giustizia coloro che sono
sospettati di atti criminosi, ma siamo fermamente contrari alla pena di
morte. Nel caso particolare di Mandana Nik-khou Monfared sussistono inoltre
seri dubbi sulla colpevolezza. Infatti, anche l'originario testimone ha
ritrattato la dichiarazione che la incriminava. Per favore consideri che,
come previsto dall'articolo 14 della ICCPR (Convenzione Internazionale dei
Diritti Civili e Politici) della quale fa parte l'Iran, Mandana Nik-khou
Monfared ha diritto a tutte le garanzie per un processo giusto e
all'assistenza legale. La preghiamo di assicurarsi che i familiari della
vittima siano al corrente della possibilita', in base alla legge islamica,
di perdonare la condannata. La preghiamo pertanto caldamente di usare tutto
il suo potere perche' venga concessa clemenza a Mandana Nik-khou Monfared
e perche' la sua condanna a morte venga annullata. Rispettosamente


3) LA CORTE SUPREMA DISCUTERA' SULLA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

Il 26 gennaio la Corte Suprema degli Stati Uniti ha fatto sapere che
mettera' sotto esame l'ammissibilita' costituzionale della pena di morte
per i minorenni. La piu' recente giurisprudenza della massima corte risale
al 1989 e lascia la possibilita' di condannare a morte persone che avevano
16 o 17 anni al momento dei delitti loro contestati (senza aver detto una
parola definitiva ed assoluta sulla possibilita' di condannare a morte
criminali ancora piu' giovani).
   La Corte Suprema federale ha stabilito di discutere un ricorso avanzato
dal Ministro della Giustizia del Missouri Jeremiah W. Nixon contro una
decisione della Corte Suprema del proprio stato. Tale corte, a stretta
maggioranza, il 26 agosto scorso aveva infatti annullato la sentenza
capitale per Christopher Simmons diciassettenne all'epoca del crimine e
dichiarato incostituzionale la pena di morte per i minorenni. La Corte
suprema del Missouri si era riferita dell'evoluzione dei cosiddetti
'standard di decenza' verificatasi dal 1989 in poi, reputando che "...la
Corte Suprema federale oggi sentenzierebbe che tali esecuzioni sono
proibite" (v. n. 110).
   Sappiamo per certo che la massima Corte, nettamente divisa la suo
interno, negli ultimi tempi si e' piu' volte rifiutata di prendere in esame
la questione (vedi ad es. nn. 101 e 102) dimostrando di non essersi ancora
decisa ad emettere una storica sentenza in materia. Ora il ricorso del
Ministro della Giustizia del Missouri l'ha in qualche modo costretta a
prendere posizione. Speriamo che sia la posizione giusta.
   Il 'pericolo' che possa essere messa fuori legge la pena di morte per i
minorenni ha allarmato soltanto i gruppi piu' conservatori. "E' un
disastroso sviluppo per le vittime del crimine e per gli innocenti
assassinati" ha detto la signora Dianne Clements, leader dell'associazione
texana Justice for All schierata per la pena di morte.
   La stampa statunitense - concordemente favorevole ad una proibizione
della pena capitale per i minori - ha analizzato in dettaglio la posizione
dei vari giudici della Corte Suprema federale e la situazione nel paese per
azzardare previsioni sulla decisione che verra' resa nota nell'estate del
2005.
   Si sa che 4 giudici su 9, quelli meno conservatori (John Paul Stevens,
David H. Souter, Ruth Bader Ginsburg, Stephen Breyer), sono da tempo
favorevoli ad una sentenza innovativa. Tra i 5 giudici ultra  conservatori
(William H. Rehnquist, Antonin Scalia, Anthony M. Kennedy, Sandra Day
O.Connor, Clarence Thomas), sono due, la O'Connor e Kennedy, coloro che
potrebbero fare un passo in avanti. Questi due hanno votato nel 2002 contro
la pena capitale per i ritardati mentali e la O'Connor ha espresso di
recente, in occasioni non ufficiali, critiche nei riguardi dell'uso attuale
della pena di morte.
   Nel 2002, quando e' stata proibita la pena di morte per i ritardati
mentali, 30 stati su 50 avevano gia' rinunciato a 'giustiziare' tali
persone. Oggi gli stati che hanno abolito la pena di morte per i minorenni
sono 29 e in altri 6 stati (Arizona, Kentucky, New Hampshire, South Dakota,
Virginia, Wyoming) si stanno discutendo leggi che vanno in tal senso.
Almeno in tre stati queste leggi potranno essere approvate facilmente e
diventare operative nel giro di qualche mese. Anche il pubblico - messo di
fronte alla scelta tra il carcere a vita e la pena di morte per i minorenni
all'epoca del crimine - si oppone ormai per il 70% all'uso della pena
capitale.
   Appare pertanto che vi sia nel paese un ampio consenso per la messa al
bando della pena di morte per i minorenni a dimostrazione che gli 'standard
di decenza' si sono effettivamente evoluti. Purtroppo non e' del tutto
scontato che i nove anziani giudici paludati di nero che compongono la
Corte Suprema federale siano in grado di capirlo. Tra l'altro, nel giro di
un anno potrebbe verificarsi un ricambio di uno o due giudici e il
presidente Bush non e' certo incline a nominare giudici progressisti.


4) LA CAMPAGNA DI AMNESTY CONTRO LA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

Il 21 gennaio Amnesty International ha lanciato contemporaneamente in tutto
il mondo una impegnativa Campagna biennale per porre fine alle esecuzioni
dei minorenni all'epoca del crimine. Obiettivo ambizioso ma realistico
della Campagna e' quello di ottenere che questa pratica particolarmente
barbara e spietata venga messa fuori legge in tutto il mondo entro il 2005.
   In un rapporto diffuso da Amnesty all'inizio della Campagna sono
documentate 34 esecuzioni di minorenni all'epoca del reato avvenute dal
1990 in poi in otto paesi, 19 delle quali portate a termine negli Stati
Uniti, le rimanenti 15 distribuite tra Cina, Pakistan, Repubblica
democratica del Congo, Iran, Nigeria, Arabia Saudita e Yemen. A differenza
degli Stati Uniti, tutti gli altri paesi nel frattempo hanno proibito o
interrotto la pratica di mettere a morte i minorenni all'epoca del crimine.
Si ritiene comunque che nei bracci della morte delle Filippine e del Sudan
vi siano ancora dei minorenni, in contrasto con la legislazione vigente,
mentre in alcune regioni del Pakistan - nonostante l'impegno del presidente
Musharraf nei riguardi di Amnesty International - si potrebbero ancora
verificare condanne capitali ed esecuzioni di minori.
   L'ostacolo piu' grande da superare e' certamente la resistenza dei ceti
piu' conservatori degli Stati Uniti che proprio in questo momento
rafforzano la loro posizione con la conferma in Virginia della pena di
morte per Shermaine Ali Johnson, sedicenne all'epoca del crimine, e con la
programmata esecuzione in Texas di quattro diciassettenni all'epoca del
crimine tra il 30 marzo e il 24 giugno.
   Di enorme aiuto alla Campagna sarebbe un pronunciamento della Corte
Suprema degli Stati Uniti sull'inammissibilita' costituzionale della pena
di morte per i minorenni che potrebbe avvenire nel 2005 (vedi articolo
precedente). Pur essendoci tutte le condizioni per una sentenza in tal
senso, non si puo' certamente dare per scontato il comportamento dei
giudici. La Campagna, a sua volta, potrebbe favorire una storica decisione
innovativa della Corte Suprema.


5) L'ULTIMO SALUTO A CAMERON TODD WILLINGHAM

DIARIO DAL BRACCIO  di Fabrizio De Rosso
Cameron Todd Willingham nacque il 9 gennaio 1968 ad Ardmore, Oklahoma. Il
23 dicembre 1991, a seguito di un incendio sviluppatosi nella sua casa di
Corsicana, Texas, le sue tre figlie Amber (30 mesi) e Karmen e Kameron (12
mesi) persero la vita. Todd fu accusato di aver volontariamente causato
l'incendio - fatto da lui sempre negato - e, dopo un breve processo,
condannato a morte dallo stato del Texas. Nel 1993 iniziai con lui una
corrispondenza che e' proseguita fino alla sua esecuzione, il 17 febbraio
2004.
Quella che segue e' la cronaca del mio viaggio, avvenuto dall'11 al 16
febbraio, e del nostro incontro presso la Allan B. Polunsky Unit, il
Braccio della Morte di Livingston, Texas.
[...]Sul modulo che ho compilato ci sono domande del tipo: lei e' venuto
negli Usa con l'intenzione di commettere un crimine o avviare un'attivita'
delittuosa o immorale? E' stato mai coinvolto in attivita' di spionaggio e
sabotaggio? Tra il 1933 e il 1945 e' stato coinvolto in persecuzioni
associate alla Germania nazista? (giuro, non ho bevuto che acqua, c'e'
scritto cosi') Ha mai trattenuto presso di se' un bambino la cui custodia
era stata affidata a un cittadino statunitense?
[...] L'aereo tocca e si sente, eccome. Grosso e pesante, ci mette prima di
fermarsi.
Sono in Texas. Dopo un bel po' di giri ci fermiamo. Guardo l'orologio, sono
le 15.30. Scendiamo e ci avviamo all'immigrazione. Il poliziotto mi guarda,
apre il passaporto e mi chiede perche' sono negli USA. I suoi bicipiti mi
sconsigliano dal rispondergli che sono cazzi miei.
Sono qui per un amico. Da quanto siete amici? Da 12 anni. Quando vi siete
conosciuti? Non ci siamo mai incontrati, ci scriviamo. Come hai fatto a
sapere di lui? Su un giornale. E perche' gli hai scritto? OK, ne ho
abbastanza. E' nel braccio della morte. Tra quattro giorni lo uccidono.
Mi guarda senza dire una parola per un po'. Mi fa mostrare il biglietto di
ritorno, poi mi fa cenno di andare. Il tizio alla dogana si fa dare l'altro
modulo, sogghigna mentre mi chiede se sono sicuro delle risposte che ho
dato. Poi mi fa cenno di proseguire.
[...] Il pick-up si ferma davanti ad una specie di fortezza in mattoni
rossi. [...] the Walls come la chiamano i detenuti, dove anche Todd verra'
portato per morire.
Fuori, all'imbocco del viale d'accesso, due poliziotti impediscono di
avvicinarsi. Dall'altro lato, un drappello di persone con in mano candele e
poster. No death penalty.
Realizzo che e' una veglia per qualche condannato. Anche Christa tira fuori
una grossa candela profumata alla vaniglia e l'accende, ma il vento la
spegne. E' costretta ad accenderla piu' volte, invano. Sono le 17.50. Alle
18.00 un condannato verra' ucciso. Il cognome e' Lagrone. I minuti
scorrono, un fotografo ci chiede il permesso di fotografarci: Christa dice
di si'. Sono colto di sorpresa, non mi aspettavo una cosa del genere cosi'
di brutto. Rimaniamo in silenzio, osserviamo il silenzio per Lagrone.
[...] A Livingston, ci fermiamo un attimo alla Polunsky Unit, il carcere
dove si trova Todd. Sono qui, brother. Una serie interminabile di luci fa
intuire quanto grande e' questa prigione.  Mi indicano il portone
principale. Oltre a qualche centinaio di condannati a morte, la prigione
ospita circa tremila detenuti comuni. [...]

12 febbraio
Day 2: otto ore nel braccio. OK, ci siamo. Todd sono qui.
[...] Alle 8.10 varco la soglia del parlatorio, la visitation room. A
destra le macchinette del cibo e delle bevande, a sinistra una fila di
postazioni - una trentina - con due telefoni ciascuna. Separate da uno
spesso vetro, altrettante gabbie metalliche, ognuna con la sua porta
d'ingresso. Quella di Todd e' la 28. [...] Lo intravedo, e' seduto e
piegato in avanti, le mani protese all'indietro per farsi togliere le
manette, operazione compiuta attraverso una finestrella della porta
apribile a mezza altezza. Mi giro dall'altra parte perche' non vorrei
metterlo a disagio - la sensazione che proverei io in quella gabbia
metallica. I genitori mi invitano a sedere per primo. Ho paura, mi siedo e
solo ora alzo lo sguardo. Scoppio a piangere davanti a questo ragazzo. Mi
sembra molto piu' giovane dei suoi 36 anni, gli occhi mobili e vispi, il
viso sbarbato e un sorriso che non mi aspettavo. Piango e lui parla. Non
capisco niente. Il tono e' tranquillo. La madre mi passa una salvietta di
carta. Quando riesco a smettere, cominciamo a parlare. La divisa del
detenuto e' una sorta di tuta con le maniche corte sopra una T-shirt,
entrambe bianche.  Sulla schiena le iniziali in nero DR (Death Row). Per
parlare con lui ci diamo il turno, a volte da soli a volte in coppia. Nel
frattempo la sala si popola di persone, una fila di schiene al telefono.
Non ho il coraggio di guardare i detenuti passeggiando lungo il centro del
parlatorio. C'e' una famiglia di colore con tanto di bambini che fanno
confusione, giocano e si divertono.
Todd mi chiede di Anna, di Lydia, Lorenzo e Alberto, del viaggio, mi parla
dei suoi genitori, delle altre persone che vedro' oggi e domani, delle sue
corrispondenti, della Parmalat, della MV Agusta, del braccio e dei detenuti
suoi amici. Ha tanta voglia di parlare e mette a dura prova i suoi
genitori, suo padre Gene soprattutto, e anche me [...]
Todd vuole fare l'americano, credo sia la sua maschera, racconta
barzellette, fa battute, disquisisce di storia della chiesa e di storia
europea, crociate e papi. La madre lo guarda e dice: Whatever.... come
dire: io non ne so nulla, fate un po' voi.
Questo stare sopra le righe di Todd mi mette un po' a disagio, ma lascio
che sia come vuole lui. Se a lui sta bene cosi'. [...]
In apparenza, sembrerebbe impossibile lo so, il braccio ha una sua
normalita', le persone fanno quello che devono fare; i guardiani il loro
lavoro, i parenti fanno  le loro visite, i detenuti le ricevono. Ci sono
persino i bambini. E le macchinette della Pepsi. Come puo' un posto del
genere essere intrinsecamente malvagio ? Io parlo con la guardia; quanto
dura il turno, dove abita, dice che e' contenta perche' lunedi' e'
vacanza.... . Solo quando una giovane donna dal fondo del parlatorio si
alza e sostenuta da un'altra donna si avvia verso l'uscita gemendo e
dicendo ad alta voce HAVE MERCY mi rendo conto che non e' poi cosi'
normale, che un'altra vita sara' spezzata stasera.
[...] La guardia riempie sacchetti di patatine, dolci, panini e bibite
offerti da amici e familiari ai rispettivi detenuti.
Le due anziane signore entrate con me alle 8, Kathy e Irene, continuano a
parlare con i loro detenuti. Sono volontarie e vengono qui ogni giorno.
Irene ha 77 anni, ne dimostra almeno 10 di meno.
[...] Non ho capito molto bene le varie ramificazioni dei Willingham.
L'unica cosa che ho capito e' che Todd ha un fratellastro che si chiama
Davy Crockett (lo giuro, e' vero) che e' in galera pure lui, ad Huntsville,
reo confesso dell'uccisione di quattro persone in tre stati diversi. Todd
mi chiede il permesso di passargli il mio indirizzo perche' mi possa
scrivere. Io gli dico di si', naturalmente.  [...]

13 febbraio
[...]  All'entrata parlo con Kathy, una delle volontarie. Mi inchioda per
venti minuti buoni. Mi dice che fa questo da trent'anni e che ha assistito
a trentasette esecuzioni. Mi sento come colui che disse: non sono degno di
scioglierti i legacci dei sandali.[...]
Todd e' spavaldo come ieri, come ieri smista il traffico alla postazione
con sicurezza e tempistica da professionista. Io pero' non voglio rubare
tempo agli altri e mi concedo un lungo colloquio piu' tardi quando la
famiglia, ad eccezione di Coletha, esce  per pranzare. Sara' un colloquio a
tre, io Coletha e Todd. Ma andiamo con ordine.
[...] Arriva l'ora di pranzo. Todd, io e lei. La gioventu' di Todd, ribelle
attaccabrighe, bevitore, uno che se gli dicevi di fare A faceva B, che non
aveva paura di niente  e di nessuno. Si guadagnava qualche dollaro con dei
lavoretti, tipo tagliare l'erba nel giardino del vicino, poi spendeva
tutto. Racconta di quella volta che era stato arrestato per assault and
battling ( rissa, ma lui dice che aveva difeso una ragazza da un
molestatore ) di quell'altra per feloniously pointing a firearm ( minaccia
di persone a mano armata, con una pistola giocattolo dice lui ), dei suoi
furti d'auto e di come questi fatti siano stati usati contro di lui al
processo. Di come il Dr Grigson, il famigerato psichiatra soprannominato
Doctor Death per il centinaio di condanne a morte cui ha attivamente
contribuito, lo avesse dipinto come un pericoloso criminale. Di come il suo
avvocato difensore, nominato d'ufficio, lo avesse persuaso a non far
deporre i suoi testimoni a discarico, talmente inconsistenti erano a suo
avviso le prove in mano all'accusa. Di come il perito dei vigili del fuoco
avesse sostenuto che il fuoco fosse stato appiccato all'interno della casa
e che Todd se l'era  poi svignata dalla porta principale, facendo cosi'
morire le tre bambine. Todd afferma che no, non era possibile che lui fosse
scappato da quella porta perche' le foto mostravano i cardini fusi dal
calore in posizione ripiegata e non aperta. La giuria, la fase
guilt/innocence (colpevole/innocente) durata un giorno e mezzo, la fase
life sentence/death penalty sentence (condanna all'ergastolo/alla pena di
morte), un altro giorno e mezzo.
Poi si parla delle tre figlie, Amber ( 30 mesi ) e le twins, Kameron e
Karmen  ( 12 mesi ), della moglie Stacy. Stacy che dice: You have fucked up
my life, mi hai completamente rovinato la vita. Stacy che non vuole saperne
di stare con le bambine, prendersi cura di loro. Todd che ammette: I was
mean to her, sono stato meschino con lei. Lui e le  bambine, lui che cambia
i pannolini, lui che, in prigione al tempo della nascita di Amber, giura a
se stesso di cambiare vita, di smetterla con le cazzate, lui che insegna ad
Amber a dare il cinque. Amber che pronuncia la prima parola: TATTOO (Todd
ha un grosso tatuaggio sul braccio sinistro). Poi lui che le insegna HEY
MAN e glielo fa ripetere davanti al nonno, Gene, che odiava
quell'espressione  che il figlio usava sempre. Amber che vuole per se'
l'attenzione dei presenti, Amber who was the cutest girl I've ever seen, la
bimba piu' in gamba che abbia mai visto. Amber che muore soffocata dal
fumo, Karmen e Kameron che muoiono bruciate vive. Amber che sveglia il
padre urlando: HOT, DADDY, HOT. Lui che sfonda il vetro della finestra, i
testimoni che dicono che all'esterno non c'era fuoco, solo all'interno.
Todd con i capelli e le sopracciglia bruciate, ustioni alle mani. I periti
che dicono che se l' e' procurate accendendo il liquido infiammabile.
La madre: e' stata la solita storia. La Peyton Place locale che se la
prende con l'outsider di turno, con precedenti penali. Dagli all'outsider.
La famiglia di Stacy che, sotto i riflettori della polizia, sospinge le
indagini su Todd per farne il capro espiatorio. Il colpevole perfetto.
L'accusa che mostra alla giuria i capi di imputazione per i quali Todd era
stato arrestato - ma non quelli per i quali era stato poi prosciolto. Todd
che dice: riconosco di avere trattato male Stacy. La madre: don't be too
hard on yourself, non essere troppo duro con te stesso, hai fatto quello
che qualunque altro uomo al tuo posto avrebbe fatto. Parole di una donna
che ha avuto quattro matrimoni.
[...] Coletha ha due figli in galera. Domani va da Davy. Todd non lo tocca
da 12 anni, ma con Davy e' diverso, puo' toccarlo e stare solo con lui. Gli
occhi le si inumidiscono. Provo pieta' per questa donna che deve soffrire.
Dice: e' duro per una madre dover vivere vedendo due suoi figli in
prigione. [...] Coletha mi chiede del mio lavoro. Lei fa la radiologa in
ospedale e dice che le piace molto. Parliamo ancora e alla fine ci
scambiamo indirizzi e cose del genere. Torna da Todd e quando rientra alla
base gli occhi sono lucidi. Todd inizia la fase dei saluti e anche i suoi
occhi perdono l'aria spavalda e si inumidiscono. Quando arriva il mio turno
fa fatica a trattenere le lacrime. Mi ringrazia della mia presenza, gli
dico che sono contento di avere incontrato la sua famiglia, e' stato un
onore per me. Adesso non ci sono piu' filtri, la sua fragilita' me lo rende
vicino, mi sento piu' a mio agio ora nonostante il dolore. Mi congedo da
lui per lasciare agli altri il tempo di un ultimo rapido saluto. Il momento
e' doloroso, per tutti.
Usciamo e Coletha mi chiede come sto. [...] Quando mi abbraccia e mi dice
che e' riconoscente per tutto quello che ho fatto mi viene da piangere. Mi
riprendo e dico che non ho fatto niente. Lei replica che no, che sono stato
vicino a Todd per tutti questi anni. Poi sale in macchina. [...]

14 febbraio
Cautiously hopeful: cautamente ottimistico. Avant'ieri cosi' si era
espresso l'avvocato con Todd al telefono riguardo alla possibilita' di
ottenere una stay, sospensione, dell'esecuzione. [...]
Todd e' gia' li'. Mi siedo e cominciamo a parlare. Mi chiede della giornata
di ieri, della sua famiglia. Io gli racconto della guest-house, del fatto
che ho fatto partire l'allarme anti incendio con il tostapane, delle mie
impressioni sui texani. Lui mi dice che sono gente ottusa, ditch-diggers (
scavafossi ) li chiama lui. Dice che l'unica cosa che conta per loro e' se'
stessi - leave me alone ( lasciami in pace ). Dico che forse potrei
comprare ad Alberto un cappello da texano. Poi aggiungo che pero' ci sono
persone come Irene e Kathy che con il loro lavoro riscattano tutto il
resto. Chiedo se ci sono novita' sul fronte legale. Mi risponde di no. Mi
chiede che libri ho letto di recente. "The Corrections", ho appena
cominciato "David Copperfield". Lui racconta delle sue letture bibliche, di
come sia riuscito a mettere in difficolta' dei detenuti cattolici, lui che
cattolico non e'. Mi spiega come i simboli religiosi cristiani possano
essere letti in altro modo. Si diffonde in una lecture sui quattro elementi
e su come il quinto, lo spirito di Dio, insufflando gli altri abbia reso
possibile la creazione dell'uomo. Ci tiene a fare bella figura con me e io
lo lascio parlare anche perche' non sempre riesco  a seguirlo. Poi arriva
il suo turno di ordinare del cibo e glielo offro: submarine sandwich e soda
(una Pepsi).
Quando riprendiamo gli dico che mi sento un po' stupido perche' la sabbia
nella clessidra scende e penso che dovremmo stare parlando del senso della
vita e invece...
Ah, vuoi parlare dei Monty Python? E improvvisa un paio di scene madri da "
Monty Python e il Sacro Graal". E' molto bravo negli sketch, imita alla
perfezione Cleese e compagnia - abbandonando il texano e abbracciando il
vecchio caro British English - e ridiamo come due idioti, piegati io sulla
sedia e lui sullo sgabello.
Racconta delle figlie, di quella volta che Stacy si era rifiutata di
festeggiare il Thanksgiving con tutta la famiglia e lui aveva preso le
figlie e la cena - comprata da Wal-Mart - e aveva raggiunto i suoi in
Oklahoma. C'era la neve la' pero' e quando aveva fatto scendere Amber lei
si era messa a piangere: My feet daddy! - i suoi piedi erano affondati
nella neve e lei credeva di averli persi! Poi avevano cenato tutti insieme
e, mentre lui cambiava il panno alle gemelle, Coletha e Eugenia si erano
complimentate con lui per la sua abilita'.
Ma io facevo quello che c'era da fare, nulla di piu'. What's so special
about that? No big deal! Ho pensato alle mie figlie ogni giorno della mia
vita.
Todd, come fai ad essere cosi' tranquillo? Tra tre giorni ti uccidono.
Ho vissuto la mia vita in pieno, non ho rimpianti, anzi uno ne ho, non ho
trattato Stacy come avrei dovuto. Ho avuto te, Isabella, i miei familiari e
altre persone. Sono riuscito a stare qui dentro per questi anni senza
impazzire grazie a voi. Mi dispiace di aver tentato di fare del male a
quell'uomo (Todd qualche tempo fa aveva aggredito con un'arma di fortuna un
detenuto che aveva sostenuto la sua colpevolezza per la morte delle
figlie), ma dovevo farlo, capisci, o mi avrebbero picchiato o violentato o
altro ...
[...] Ma non hai paura di morire? Non e' una maschera quella che porti?
No, non credo che avro' una stay, ma sono pronto. Ho fatto i conti con la
mia coscienza e sono pronto.
Non provi odio, desiderio di vendetta per il fatto che ti mandano a morire
anche se sei innocente?
No, non mi consegnero' di mia spontanea volonta' ma non faro' del male a
nessuno intenzionalmente. Mio fratello Davy mi ha scritto: non rovinare con
la violenza la tua uscita di scena. Ho deciso che aveva ragione. Non faro'
del male a nessuno.
Dio, Todd, non so se ce la farei a fare come te. Sono un teacher ma sei tu
che mi stai dando una lezione.
Beh, e' giusto che ogni tanto gli insegnanti ricevano delle lezioni, o no?
Vuoi che qualcuno assista?
No, non voglio nessuno. Solo Irene. Non voglio che i miei familiari mi
vedano. Voglio essere cremato e sepolto vicino alle bambine.
Il tempo e' finito, dice la guardia.
Grazie, Fab, di quello che mi hai dato, di avere condiviso le tue paure, le
tue debolezze, di avere avuto il coraggio di venire qui. Mi sei stato di
grande aiuto.
Anche tu Todd, mi hai aiutato ad essere un padre un po' migliore.
No, Fab, non ti ho aiutato io. Erano le parole che tu scrivevi che ti
aiutavano nel momento in cui tu lo facevi. Non sono stato io. Tu sei gia'
un buon padre. Ci sei gia' arrivato.
La mano e' contro la sua, il vetro in mezzo. Mi alzo con un velo negli
occhi. Il tempo di un ultimo sguardo.
Fuori fa freddo, le luci gialle della prigione si riflettono sulla rete di
recinzione, sui reticolati.
Ciao Todd. Ciao amico mio.

Cameron Todd Willingham e' stato ucciso il 17 febbraio alle 18 [...] Quando
sono andati a prenderlo per portarlo a "the Walls", il luogo
dell'esecuzione, Todd si e' rifiutato di camminare sulle sue gambe e si e'
steso a terra. E' stato portato via su una barella.


6) I FEDERALI VOGLIONO UN'ESECUZIONE NEL CIVILE NEW HAMPSHIRE

E' stata l'ostinazione del Ministro della Giustizia degli Stati Uniti John
Ashcroft che ha portato ad una condanna a morte federale in Massachusetts,
uno stato che ha abolito per legge la pena capitale (v. n. 114,
notiziario). Il giudice presidente Mark Wolf ha proseguito il lavoro di
Ashcroft decretando che la condanna a morte di Gery Lee Sampson venga
eseguita nel New Hampshire, uno stato che ha abolito di fatto la pena
capitale. In tutta la storia del New Hamshire e' noto un totale di 12
esecuzioni, l'ultima delle quali effettuata nel luglio del 1939. Nel 2000
il Parlamento aveva anche  approvato una legge per abolire la pena di morte
bloccata in extremis dal veto della governatrice di allora Jeanne Shaheen.
   Molti attivisti ed esponenti politici del New Hampshire hanno protestato
vivacemente contro la decisione del giudice Wolf tesa ad allargare il piu'
possibile la cappa della pena capitale in un momento in cui la lugubre
istituzione comincia chiaramente a perdere colpi.
   Il 1° febbraio, nel corso di un lungo discorso diretto all'imputato, il
giudice Wolf ha tratteggiato l'ideologia della pena di morte piu'
conservatrice dicendo tra l'altro:
    "[...] Io qui ordino che tu sia giustiziato in New Hampshire nei modi
previsti in New Hampshire, con l'iniezione letale o, se non praticabile,
per impiccagione.
   La morte, naturalmente, e' la piu' severa punizione. I tuoi crimini sono
spregevoli, inesplicabili e non scusabili. [...]Sono inesplicabili. Sei
cresciuto in un suburbio, non in un ghetto. Avevi due genitori. Eri molto
piu' avvantaggiato di altre persone che ho sentenziato. I tuoi crimini sono
certamente non scusabili. Puoi essere dislessico. Puoi essere o puoi non
essere affetto da psicosi bipolare. Tu usavi del crack. Tuttavia i nostri
rifugi per barboni e le nostre carceri sono pieni di gente con problemi
mentali e disabilita' di apprendimento che hanno abusato di droghe. Ma loro
non sono crudeli pluriomicidi. [...].
   Ho fatto del mio meglio per darti un giusto processo. Cio' ha richiesto
decisioni risultate dolorose per le famiglie delle vittime ma che erano
legalmente necessarie ed opportune. [...] Dopo aver considerato tutte le
prove la giuria ha deciso che la morte era la pena piu' appropriata nel tuo
caso. Ci sara', quindi, un'altra uccisione. Comunque c'e' differenza tra
omicidio ed esecuzione. La differenza consiste nel giusto processo nel
corso del quale una giuria di cittadini di questa comunita' ha deciso che
la tua morte e' giustificata. [...]
   Questa sentenza non ha lo scopo di proteggere la societa' da un
qualsiasi pericolo che tu possa rappresentare in futuro. La giuria non
riteneva che tu avresti costituito un pericolo qualora sentenziato per il
carcere a vita senza possibilita' di liberazione. La sentenza non ha
ovviamente lo scopo di riabilitarti ne' di dissuaderti dal commettere
crimini in futuro. E non c'e' un ragionamento o una prova che le esecuzioni
costituiscano un deterrente per potenziali assassini. Non ho mai incontrato
una prova che la pena di morte possa servire a questo scopo. Infatti
l'irrazionalita' dei tuoi delitti dimostra che la pena di morte
difficilmente puo' scoraggiare i criminali potenzialmente violenti. [...Il
motivo per cui] la pena di morte e' appropriata nel tuo caso [...] la legge
lo chiama 'retribuzione'. Come spiega il Dizionario di legge di Oxford: "La
retribuzione e' uno degli scopi della pena, che soddisfa gli istinti di
rivalsa e vendetta, che naturalmente nascono in una vittima, ma anche in
una parte considerevole della societa' in generale. La vendetta richiesta
dalla societa' ha bisogno di essere regolarizzata e controllata." Cosi' la
sentenza di morte che ti impongo e' realmente tesa soltanto allo scopo
della retribuzione, che significa rivalsa e vendetta.
   [...]Tuttavia io impongo questa sentenza con una certa tristezza dal
momento che noi viviamo in una nazione di persone per bene che, dalla
Dichiarazione di Indipendenza in poi, hanno avuto storicamente un ideale di
rispetto per la vita. Commettendo crimini orrendi che hanno costretto gli
onesti membri di questa comunita' a condannarti a morte, tu hai diminuito
la nostra dignita', se non degradato tutti noi.[...]


7) INTENSO DIBATTITO SUL CASO DI KEVIN COOPER IN CALIFORNIA

L'esecuzione in California di Kevin Cooper, nero di 45 anni, era stata
fissata per il 10 febbraio.
   Condannato a morte nel 1985 per un omicidio a colpi d'ascia e di
coltello di quattro membri di una famiglia bianca e per il ferimento del
quinto, avvenuti due anni prima, Kevin si dichiara innocente.
   Una 'azione urgente' emessa da Amnesty International il 16 gennaio
denunciava il clima di pregiudizio e di odio razziale in cui si svolse il
processo a Kevin e sottolineava le molteplici incongruenze nella tesi
dell'accusa pur suffragata da prove oggettive.
   Gli attuali efficientissimi avvocati di Kevin sono riusciti ad ottenere
una sospensione dell'esecuzione da parte della competente Corte d'Appello
federale (quella del Nono Circuito) con 8 ore di anticipo sull'ora fissata.
In precedenza le altre corti, la Commissione per le Grazie e il Governatore
Arnold Schwarzenegger si erano rifiutati di intervenire. La conferma
definitiva della sospensione da parte della Corte Suprema federale ha
riscosso fragorosi applausi tra gli oltre 300 sostenitori di Kevin Cooper
radunati davanti al carcere di San Quentin.
   La Corte che ha sospeso l'esecuzione di Kevin ha dichiarato che intende
controllare se le argomentazioni della difesa a sostegno dell'innocenza del
condannato hanno un fondamento: "Nessuno sara' giustiziato se ci sono dubbi
sulla sua colpevolezza...". Verranno con tutta probabilita' eseguiti test
di laboratorio supplementari e la sospensione della sentenza potrebbe
durare a lungo, forse anche due anni.
   Se Kevin Cooper non e' ancora morto, cio' e' dovuto con tutta
probabilita' alla prudenza con cui si amministra la pena di morte in
California, un grande stato avanzato - non soltanto dal punto di vista
tecnologico. Con una popolazione superiore a quella del Texas, la
California ha portato a termine 10 esecuzioni dal 1997 in poi (da
confrontare con le 320 compiute in Texas nello stesso periodo).
   Il 'fuoco di sbarramento' degli abolizionisti, tra cui figurano Jesse
Jackson e molti divi di Hollywood, in favore di Kevin Cooper, ha riempito i
media e reso di pubblico dominio i particolari del suo caso.
   Per sostenere l'innocenza del condannato, la difesa - oltre a porre in
evidenza vistose incongruenze nella ricostruzione dei fatti operata
dall'accusa - ha dovuto avanzare l'ipotesi che la polizia abbia
intenzionalmente incastrato Kevin Cooper con prove artefatte, in
particolare portando in un'auto rubata dei mozziconi di sigaretta di Kevin
prelevati dalla sua abitazione e sporcando intenzionalmente, con un
campione di sangue del sospettato conservato in laboratorio, una maglietta
fatta trovare sul luogo del delitto.
   E' appena il caso di osservare che una simile strategia di difesa puo'
reggere solo se sostenuta da una forte pressione dell'opinione pubblica.


8) IL DESTINO DI PHILIP WORKMAN E' ANCORA INCERTO

   Nel gennaio del 2001 l'ultima richiesta di clemenza di Philip Workman fu
respinta all'unanimita' dalla Commissione per le Grazie del Tennessee,
anche in base alla testimonianza di un certo dott. Smith, medico legale
presentato dall'accusa, il quale aveva dichiarato che, sulla base delle
radiografie e degli accertamenti sul corpo sulla vittima, vi erano motivi
sovrabbondanti per sostenere la colpevolezza di Philip.
   Il dott. O. C. Smith fu poi protagonista di uno strano episodio: lo
trovarono per strada, vicino al suo studio, legato con filo spinato e
imbavagliato, con una bomba artigianale appesa al collo. Egli dichiaro'
agli inquirenti di essere stato picchiato e aggredito con una sostanza
caustica. In precedenza egli aveva affermato di essere stato minacciato da
persone che lo avevano incolpato per la testimonianza contro Workman. Il
governatore del Tennessee  sospese nel settembre scorso l'esecuzione di
Workman in attesa di un chiarimento su questo strano evento (la ragione
della sospensione e' stata resa nota solo in seguito). (Vedi n. 110).
   Le indagini federali che sono state svolte suggeriscono che il dottor
Smith abbia inscenato l'aggressione e abbia mentito sulle minacce. Il 10
febbraio egli e' stato incriminato per falso e detenzione abusiva di una
bomba e il giorno dopo e' dovuto comparire in tribunale.
   Quanto questo sviluppo influira' sulla sorte di Philip non e' ancora
chiaro. E' comunque incoraggiante il fatto che il Governatore Bredesen
abbia chiesto in questi giorni ad un altro esperto una perizia sulle prove
balistiche e mediche relative al caso Workman, per verificare
l'attendibilita' della deposizione del dott. Smith davanti alla Commissione
per le Grazie. Deposizione che ha certamente influito sul rifiuto di
concedere clemenza.
   Addirittura si stanno mettendo in dubbio non soltanto la testimonianza
del dott. Smith nel caso Workman, ma anche le altre sue testimonianze
riguardanti casi capitali. Su tutte e' stata richiesta un'indagine.
   La sospensione dell'esecuzione di Philip dovrebbe cessare a meta'
aprile. Per adesso non ci resta che sperare nella competenza e nell'onesta'
del nuovo esperto e nella buona volonta' del governatore.
   Ovviamente terremo informati i nostri lettori degli sviluppi di questa
drammatica vicenda. (Grazia)


9) LEZIONE DI RETTITUDINE DA UNA FONTE INATTESA

Come promesso ai lettori nell'articolo "Le esonerazioni evidenziano i
crimini del sistema giudiziario" - pubblicato sul numero precedente di
questo Foglio di Collegamento - abbiamo seguito le ultime vicende
giudiziarie di Darryl Hunt, un nero detenuto per 19 anni in North Carolina
per lo stupro e l'uccisione di una donna bianca, delitto che non ha
commesso. Egli fu scagionato dal test del DNA dieci anni fa ma e' uscito di
prigione solo adesso, al termine di una strenua lotta contro la cattiveria
e l'ottusita' di giudici e accusatori che nel corso di un decennio hanno
tentato in tutti i modi di "rimpastare" il suo caso per continuare a
perseguirlo nonostante le prove di innocenza.
   Infine giustizia (quella vera) e' stata fatta e il 6 febbraio Darryl
Hunt stato definitivamente esonerato.
   Questi i fatti nella loro essenzialita'. Ma su di essi ci sono alcune
considerazioni da fare, specialmente dopo aver letto gli articoli che sono
stati pubblicati in occasione dell'udienza conclusiva cui hanno partecipato
oltre 150 amici e sostenitori di Darryl.
   Dalle dichiarazioni riportate dalla stampa si viene a sapere che il
comportamento dei vari protagonisti dell'allucinante vicenda e' pressoche'
capovolto rispetto a quello che ci si attenderebbe. Cerchero' di spiegarmi
meglio ponendo alcune domande.
   Quando si libera un uomo con almeno 10 anni di ritardo (i primi 9 anni
di prigionia erano ingiusti, ma i successivi furono addirittura
scandalosi), che cosa ci aspetteremmo da parte dell'accusa e dei giudici?
    Delle scuse, naturalmente! Bene, nel caso di Darryl non e' stata spesa
neppure una parola in questo senso. "Ammetto che si e' trattato di un
errore" ha detto il Giudice Anderson Cromer che lo ha esonerato. Nessuno si
e' sentito in dovere di chiedere perdono per aver rubato ad un uomo meta'
della sua vita, men che meno la pubblica accusa.
   Quando viene dimostrata senza ombra di dubbio la colpevolezza di un
altro uomo, che oltre tutto ha poi confessato, che cosa ci si aspetterebbe
dai familiari della vittima? Solidarieta' per l'innocente ingiustamente
condannato e soddisfazione per la scoperta del vero colpevole. Naturalmente!
   Bene, nel caso di Darryl i familiari della vittima hanno supplicato il
giudice di non liberare colui che era stato oggetto di un enorme errore
giudiziario!
   Quando un uomo e' stato defraudato di quasi vent'anni della sua vita,
subendo ogni sorta di umiliazioni e angherie fisiche e mentali, che cosa ci
si aspetterebbe di sentirgli dire al momento della liberazione? Forse
insulti e contumelie verso i giudici, verso gli accusatori e, perche' no?,
anche verso i familiari della vittima che lo volevano morto ad ogni costo!
Darryl, alzatosi in piedi alla fine dell'udienza, ha invece detto di capire
che cosa provano i familiari della vittima per essere stato vittima anche
lui, ha esortato tutti a pregare per loro come gia' sta facendo lui ed ha
semplicemente ringraziato Dio, fra le lacrime, per averlo esaudito dopo 20
anni di sforzi per dimostrare la propria innocenza.
   Certo, le diverse reazioni, apparentemente assurde e "capovolte", hanno
motivazioni psicologiche, politiche e umane: per esempio giudici e
accusatori elettivi non vogliono ammettere le loro colpe clamorose per tema
di perdere il consenso elettorale, costoro non cedono neanche di fronte
all'evidenza di errori commessi per la fretta di condannare chiunque pur di
dimostrarsi duri con il crimine e rapidi nell'inchiodare i colpevoli; i
familiari della vittima, dopo che per anni hanno covato il loro rancore e
la loro sete di vendetta, sfogando in un modo distorto ma comunque
comprensibile il dolore, si trovano di colpo spossessati di colui che hanno
eletto a capro espiatorio.
   Al di la' di ogni meschinita' spicca pero' la figura di Darryl, che ha
saputo elevarsi sul marciume che ha cercato di soffocarlo per dare a tutti
una grandiosa lezione morale. (Grazia)


10) CINA: PRIGIONE PER GLI ATTIVISTI IN INTERNET

L'enorme sviluppo dell'uso di Internet in Cina, che e' aumentato del 35%
nell'ultimo anno raggiungendo 80 milioni di utenti, e' fonte di gravi
preoccupazioni per la autorita' del grande paese asiatico. Dal 2002 il
Governo e il Partito controllano, censurano e reprimono l'accesso alla rete
a fini politici (v. "La cyber-guerra e' gia' cominciata, in Cina" nel n.
102). Pesanti pene detentive e perfino la pena di morte sono previste per
chi si rende responsabile di 'reati di opinione' nella rete. Ne hanno fatto
le spese anche numerosi attivisti per i diritti umani.  Nonostante cio'
l'uso di Internet per comunicare liberamente il proprio pensiero e le
informazioni 'proibite' si sta sviluppando a macchia d'olio.
   Un rapporto di Amnesty International del 28 gennaio rileva che almeno 54
persone sono detenute attualmente in Cina per reati di opinione connessi
con l'uso di Internet (con condanne che arrivano a 12 anni di carcere),
senza contare un numero imprecisato di persone imprigionate per aver
diffuso nella rete notizie sulla Sars. (vedi:
http://web.amnesty.org/library/index/engasa170012004 )
   Emblematico e' il caso di Liu Di, studentessa di psicologia di Pechino
rilasciata in novembre, dopo un anno di detenzione - senza poter comunicare
con la famiglia - per aver criticato il governo 'chattando' e aver chiesto
la liberazione di un altro utente di Internet, tale Huang Qi. A favore
della ragazza, nota con lo pseudonimo di  "mouse d'acciaio", erano
intervenuti 3000 utenti di Internet, in gran parte cinesi. La campagna per
la liberazione di Liu ha pero' portato in carcere ad altre cinque persone,
tuttora detenute.
   Amnesty critica alcune multinazionali - tra le quali Microsoft e Cisco
Systems - che fornirebbero le tecnologie informatiche utilizzate dalle
autorita' cinesi per spiare e censurare l'uso di Internet (con la
collaborazione degli ISP e dei 'cafe' Internet').


11) NOTIZIARIO

Florida. Ucciso Robinson assistito Dale Recinella. Il 4 febbraio, dopo una
sospensione di 60 minuti disposta alle 17 e 45', e' ripresa in Florida la
procedura di esecuzione di Johnny L. Robinson che si sarebbe dovuta
concludere alle ore 18. Il prigioniero, un nero reo confesso di un
maldestro omicidio, e' morto 'regolarmente' alle ore 19 e 34'. Nell'ultimo
penoso mese di vita e' ha avuto come assistente spirituale il nostro amico
Dale Recinella.

Florida. Un  ricorso contro il caldo terribile che soffrono i condannati a
morte. In uno dei bracci della morte della Florida, quello di Reiford, la
temperatura in estate raggiunge i 40 gradi con un tasso di umidita'
elevatissimo. Opponendosi ad un ricorso dei detenuti, il Ministero della
Giustizia ha definito il problema di "ampiezza non costituzionale." Il
ricorso, gia' respinto da una corte inferiore nel 2003, e' ora pendente
davanti ad una corte di appello. Si spera che la sentenza arrivi prima
dell'autunno.

Illinois. Approvazione definitiva della legge che riforma la pena di morte.
La seconda delle due leggi che tendono ad emendare profondamente il sistema
della pena di morte in Illinois (vedi n.113) e' stata firmata dal
governatore Rod Blagojevich il 20 gennaio.

Illinois. Confermata l'integrale validita' dello storico provvedimento di
Ryan. La Corte Suprema dell'Illinois il 23 gennaio ha sentenziato che l'ex
governatore George Ryan aveva la facolta' di commutare le sentenze di tutti
i 167 condannati a morte il 10 gennaio dello scorso anno. Il Ministero
della Giustizia aveva fatto ricorso contro la commutazione delle sentenze
in 32 casi. In 21 dei quali gli interessati non avevano avanzato una
domanda di clemenza e in 14 dei quali la sentenza di morte non era in
vigore al momento perche' si erano appellati. Tre detenuti facevano parte
di entrambe le categorie.

Texas. Interviene un giudice federale per fermare l'esecuzione di un folle.
Scott Panetti era un malato mentale grave quando uccise i suoceri nel 1992,
lo era durante il processo in cui si difese da solo, vestito da cow boy,
chiamando a testimoniare John Kennedy e Gesu' Cristo, e lo era alla vigilia
della sua esecuzione il 4 febbraio scorso. Nonostante la sdegno di Amnesty
International e dell'Unione Europea, riverberato dai media, le autorita'
del Texas si erano rifiutate di fermare l'esecuzione di Panetti. E'
intervenuto un giudice federale che ha concesso una sospensione di 60
giorni per consentire una perizia che stabilisca se attualmente il
prigioniero e' abbastanza lucido per essere giustiziato.

Usa. Ancora irrisa la Corte Internazionale dell'Aia.  L'ordine del
Tribunale internazionale dell'Aia di sospendere le esecuzioni di tre
cittadini stranieri cui erano stati negati i diritti consolari previsti dal
Trattato di Vienna del 1963 (v. ed es. n. 114) ha ricevuto un irrispettoso
commento in Texas dalla autorita' che si prefiggono di 'giustiziare'
comunque i messicani Cesar Fierro Reyna e Roberto Moreno Ramos. Dal canto
suo il Governatore dell'Oklahoma Brad Henry ha rifiutato di concedere
clemenza al terzo di questi condannati, il vietnamita Hung Thanh Le. Per
quest'ultimo - che verra' ucciso il 26 febbraio -  la Commissione per le
Grazie aveva avanzato all'unanimita' una proposta di clemenza.


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Questo numero e' stato chiuso il 17 febbraio 2004