Il caso Bossi. L'Europa all'angolo



      Il caso Bossi. L'Europa all'angolo

      di Redazione/ Korazym.org (http://www.korazym.org/)

              Le parole del ministro Bossi sulla Chiesa e il papa si
commentano da sole. A pochi mesi dalle elezioni europee è preoccupante
vedere come si pensi solo ad alzare i toni in vista di una facile
visibilità. E l'Europa rimane al margine.

              Le parole sono pietre, dicevano gli antichi. Oggi sono
diventate invece dei sassolini, delle palline da cerbottana da tirare qua e
là. Capita così che un ministro della Repubblica, a margine di un comizio,
si imbarcameni con i cronisti in un ragionamento su Chiesa, papa e
cardinali da far rabbrividire. Cancellare l'otto per mille, far andare i
preti a piedi nudi, preservare la religione, come se a riguardo il signor
Bossi avesse più autorevolezza del papa stesso. L'imbecillità di tali
dichiarazioni è sotto gli occhi di tutti e sinceramente non merita neppure
una risposta che farebbe solamente il gioco di chi le ha pronunciate.

            È interessante piuttosto capire cosa c'è dietro, anche perché
Bossi non è l'ultimo arrivato e da sempre ha la capacità di intercettare le
spinte del proprio elettorato e di fiutare gli eventi. Nell'attacco alla
Chiesa, la gerarchia c'entra davvero poco; la vera posta in gioco è la
visibilità, il traguardo da raggiungere ad ogni costo e senza alcuna
inibizione, mettendo da parte anche il rispetto per una figura come quella
del pontefice.

            La politica italiana è da alcune settimane in fibrillazione: la
campagna elettorale per le europee di giugno è di fatto iniziata e sta per
essere di nuovo messa in scena la guerra virtuale tra schieramenti, nel
solco della tradizione. L'assetto incompiuto del nostro sistema politico e
istituzionale ci ha abituati ad una bellicosità permanente, ad una
delegittimazione costante tra le parti in gioco, alla messa in atto di
tecniche e strategie comunicative per "cambiare l'argomento del discorso".
Non importa quindi che a giugno l'Italia sia chiamata a rinnovare il
parlamento europeo: i temi dell'allargamento, dell'integrazione, della
politica che dovrà guidare la vita del vecchio continente sono destinati a
rimanere all'angolo. Ancora una volta, saremo legati al nostro sano
provincialismo che non ci permette di guardare oltre il naso. La legge
elettorale proporzionale poi non fa altro che acuire i contrasti e i toni
di ogni forza politica che in questo modo afferma, pur stupidamente, la
propria specificità.

            Bossi ha imparato benissimo la lezione e sa che quando si tocca
il papa si alza giustamente una levata di scudi. Il buon senso e un minimo
livello di civiltà vorrebbero al contrario che si tornasse a dare il giusto
peso alle parole, anche perché in tutta franchezza, il nostro Paese di
quattro mesi di sparate alla Bossi non ne ha proprio bisogno. Idem l'Europa.


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