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Il dramma di Brindisi
- Subject: Il dramma di Brindisi
- From: "Giancarlo Canuto" <giancanuto at tiscalinet.it>
- Date: Fri, 6 Feb 2004 11:44:04 +0100
In queste settimane continua a dilagare a Brindisi la crisi occupazionale· Si sta consumando un dramma - dalle origini antiche - per Brindisi città ed il suo territorio provinciale. La crisi ambientale unita all'esplodere di quella occupazionale, la stessa vertenza politico-giudiziaria rendono sempre più fosco uno scenario già drammatico. Che si consuma con i riflettori nazionali e regionali da sempre spenti su una provincia che non ha mai contato niente - manco sulla stampa di contro informazione - e con un dibattito politico nel centrosinistra (alla ricerca di identità, programmi e candidature) caratterizzato da ritardi ed inadeguatezze. A completare il quadro la notizia, sempre più confermata, della ipotesi di fare del porto di Brindisi un sito per sommergibili nucleari (!!!???). · Per chi ha voglia e tempo per approfondire di seguito trova - e diffonda se può- un articolo di Michele Di Schiena proprio su questi scenari e sul dibattito nel centrosinistra (anche dopo la fuoriuscita del PRC dal tavolo delle trattative); una nota del Forum Ambiente-Salute-Sviluppo sulla crisi economica e la vertenza "Multiservizi; e rilancio - è apparsa su tutti i giornali locali - una e.mail di Bobo Aprile con la notizia dell'interpellanza dell'on.le Bulgarelli sui sommergibili atomici Giancarlo CANUTO - A SINISTRA - Brindisi AVVERTENZA - Legge 675/96: tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento di dati personali. Gli indirizzi e-mail provengono da conoscenze personali di amici e conoscenti, da contatti avuti sulla rete o da elenchi e servizi di pubblico dominio pubblicati su internet, da dove sono stati prelevati. 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Nell'intervista introduttiva della sua campagna elettorale egli infatti ha detto che l'installazione del rigassificatore è oramai un fatto compiuto ed ha espresso solo una fievole quanto evanescente contrarietà al potenziamento della centrale di Brindisi Nord aprendo così una comoda strada a scelte che faranno crescere pericoli e malattie e condanneranno alla stagnazione e al regresso l'economia locale sempre più insidiata dalla perdurante disoccupazione, dai ricorrenti licenziamenti e dalla crescente precarietà del lavoro. Sul problema del rigassificatore l'on.le Mennitti, pressato da incalzanti dissensi, è stato poi costretto ad ammettere che la localizzazione dell'impianto nel porto è una scelta "sbagliata" dicendosi in pratica favorevole, senza alcuna motivazione contro ogni buon senso, alla installazione dell'impianto medesimo a qualche chilometro di distanza dal porto, sempre sul nostro litorale marino. Ha cercato poi di defilarsi l'on.le Mennitti quando, vestendo i panni di una studiata modestia, ha fatto riferimento alla limitatezza dei suoi poteri, oggi come candidato e domani come eventuale Sindaco. Ma non è forse egli uno dei più ascoltati consiglieri di quel Berlusconi il quale ha assicurato a Tony Blair che la British Gas potrà fare a Brindisi ciò che vuole? E perché mai egli minimizza tanto i poteri che il Sindaco ancora conserva sul territorio comunale ed omette di considerare che comunque lo stesso Sindaco, avendo la rappresentanza complessiva degli interessi della città, può sempre guidare una forte mobilitazione popolare per bloccare progetti "sbagliati" che arrecano grave danno alla comunità cittadina? Il fatto è che siamo di fronte ad uno schieramento, quello appunto della destra locale, che costituisce uno strumento operativo della politica industrialista del governo Berlusconi, una politica delle grandi opere e dei grandi insediamenti che devasta l'ambiente e blocca il vero sviluppo. Una politica economica vecchia e fallimentare che punta sul "grande" e soffoca il "piccolo", che favorisce le forti concentrazioni industriali e danneggia l'imprenditoria delle vocazioni locali e delle iniziative di base, che privilegia le ragioni del grande profitto sugli interessi generali e su quelli dei ceti meno tutelati. Ora, questa politica si può e si deve battere per assicurare alla città un futuro migliore. Ecco perché le istanze democratiche più avvertite dell'area progressista hanno detto per tempo che si deve "cambiare rotta" e che bisogna farlo lungo due direttrici fondamentali: quella di un serio impegno per il rilancio della partecipazione dei cittadini alle scelte politiche e quella del cambiamento del modello di sviluppo mediante la promozione di un polo produttivo costituito da piccole e medie imprese e da sodalizi a struttura cooperativistica capaci di esprimere esigenze ed attitudini di autorganizzazione e di autogestione. Come metodo, dunque, la città dei pochi che diventa la città di tutti e come progetto un polo produttivo dai connotati sociali in grado di affiancare, non in modo marginale, il polo chimico e quello energetico e di porsi come una realtà emergente e tendenzialmente prevalente rispetto ai due citati settori. A Brindisi si gioca quindi una partita decisiva per le sorti della città ed anche - giova sottolinearlo - di grande rilievo nazionale per il valore simbolico che può avere da noi il responso popolare in un confronto dove la sinistra ed il centrosinistra sono chiamati ad opporsi ad un odioso diktat berlusconiano che si incarna nella candidatura di uno dei più fedeli ed autorevoli collaboratori del premier. Ed allora, di fronte ad una così grande responsabilità come potrebbero trovare giustificazione i personalismi, le divisioni, i ritiri aventiniani, le rivalse, i corporativismi e gli orgogli di partito o di gruppo? E non sarebbero espressione di vocazioni autodistruttive, di un vero e proprio "cupio dissolvi", i rinnovamenti di facciata, i camaleontismi, le regie dietro le quinte e le "desistenze" tattiche senza autentici "ravvedimenti operosi"? Occorre perciò mettere al bando i rigurgiti di vecchi metodi e di vecchie prassi che sono in aperto contrasto con lo spirito del "cambiare rotta" e che condannerebbero lo schieramento progressista ad un'amara e forse irreparabile sconfitta. Sento perciò il dovere, col cuore di chi non ha altra ambizione se non quella di rendere un modesto servizio al cammino che abbiamo insieme intrapreso, di pregare i gruppi dirigenti dell'Ulivo di dare risposte rassicuranti alla domanda di un più deciso e coraggioso rinnovamento, che verrebbe maggiormente accreditato dalla scelta di aderire in massa alla mobilitazione popolare che stanno promuovendo le associazioni ambientaliste contro le rovinose scelte industrialiste di ieri e di oggi. E mi sia consentito anche pregare gli amici di Rifondazione Comunista e delle altre formazioni che hanno dato impulso al progetto rinnovatore di superare il disagio provocato da qualche comprensibile delusione per riprendere il cammino assembleare e non disperdere i frutti preziosi della loro generosa e provvida iniziativa che ha avuto nelle due assemblee dell' "Universal" i suoi momenti più significativi di partecipazione democratica e di progettazione politica. Ed infine uno spunto di riflessione mi permetto anche di offrire al notaio Errico e agli altri amici di orientamento progressista che hanno dato il loro contributo alla raccolta qualche tempo addietro delle diecimila firme per chiedere un referendum consultivo sugli impianti inquinanti di questa città. Quel referendum ci fu negato ma, tenuto conto dell'evoluzione che le cose hanno avuto e della politica di questo governo sul futuro di Brindisi, si presenta oggi una grande occasione: quella di vivere all'interno dello schieramento progressista l'appuntamento elettorale della prossima primavera anche come la riproposizione di quel referendum che ci fu scippato, come una grande consultazione popolare sul futuro della città e del suo territorio. Bisogna allora ritrovare l'unità intorno all'idea-forza del "cambiare rotta". Abbiamo tutti il dovere di provarci e per farlo dovremmo ritrovarci al più presto in quel comitato nominato a conclusione dell'assemblea del 23 gennaio. Mi si perdoni infine un'annotazione di carattere personale: se le cose andranno nel verso auspicato, sentirò il dovere di candidarmi, sempre che gli amici lo ritengano utile, a dare il contributo di cui sono capace al lavoro di conduzione e di svolgimento della campagna elettorale mentre escludo categoricamente ogni mio interesse, per i motivi già pubblicamente indicati, a qualsiasi candidatura in senso proprio. Brindisi, 02 febbraio 2004 Michele DI SCHIENA forum ambiente salute e sviluppo c/o studio avv. Carlo De Carlo Via Casimiro 6 -Brindisi tel. 0831/524136 - fax 524137 --------------------- L'OSCURO MONDO DEI RIFIUTI In queste settimane continua a dilagare a Brindisi la crisi occupazionale. Dopo Dow, Fiat Avio, Powerco molti posti di lavoro della Multiservizi e di ditte i cui dirigenti sarebbero stati coinvolti nelle indagini giudiziarie dello scorso autunno sono minacciati di licenziamento. L'Edipower mette alla porta le ditte dei servizi che sarebbero coinvolte nella "tangentopoli" brindisina. Inoltre l'azienda che gestisce la discarica in contrada Autigno, in previsione dell'entrata in funzione dell'impianto per la produzione di "combustibile da rifiuti" (CDR), procede al licenziamento della metà dei lavoratori impegnati in quella attività sulla base della previsione di una riduzione della quantità di rifiuti conferiti in discarica. Dal canto suo, la ditta Termomeccanica, gestore dell'inceneritore di rifiuti industriali del consorzio SISRI nella zona industriale e socio di minoranza al 49% della stessa Multiservizi, pretenderebbe che le si affidi l'intero ciclo dei rifiuti ( dalla produzione del CDR, al suo incenerimento eufemisticamente chiamato termovalorizzazione) - e che si incrementi il numero dei parcheggi a pagamento in città per favorire il ripiano dei debiti della Multiservizi e per scongiurare così i minacciati licenziamenti. In coincidenza non casuale di queste vicende occupazionali si è appresa in questi giorni la notizia che la caratterizzazione del suolo del Petrolchimico avrebbe messo in evidenza la presenza di grandi quantità di diossine e di furani. Ora, tali reperti sono da tempo emersi in analoghe realtà industriali come quelle di Porto Marghera e di Mantova. In quelle realtà del Nord diossine e rifiuti industriali sono stati trovati rispettivamente nelle aree prospicienti al perimetro industriale e in discariche abusive nei territori dei comuni limitrofi a quelli di localizzazione degli impianti. Intorno poi al petrolchimico di Mantova uno studio di tipo sanitario ha rilevato un incremento di ben 25 volte della mortalità per un particolare quanto raro tumore strettamente correlato alle diossine e quindi all'incenerimento dei rifiuti, ossia il sarcoma delle parti molli. Il ritrovamento delle diossine nel Petrolchimico di Brindisi è correlato alle attività ormai dismesse degli impianti di cloro-soda e di cloruro di vinile monomero, ma occorre tener presente che diossine vengono emesse anche dalle attività di incenerimento dei rifiuti e questo vale a Brindisi anche per la piattaforma del SISRI gestita dalla Termomeccanica e per l'inceneritore che si intende costruire a Carovigno. Le vicende occupazionali a cui stiamo assistendo in queste settimane confermano che il malaffare si coniuga sempre con il disprezzo della salute e dell'ambiente ma anche del lavoro e che l'attuale distorta gestione dei rifiuti perpetua la dipendenza economica del nostro territorio e la piaga della disoccupazione. I rifiuti oltre che costituire una risorsa molto profittevole per chi vuole ricavare dalla loro manipolazione CDR per bruciarlo (il che non significa - si badi - far scomparire i rifiuti nel nulla!) possono rappresentare una ricchezza di valore anche maggiore per la collettività sia dal punto di vista genericamente economico che da quello più strettamente occupazionale. Infatti se le diverse tipologie merceologiche (carta, vetro, alluminio, plastica, umido) venissero separate in casa, con la predisposizione dei necessari presidi e con il dispiegamento della opportuna organizzazione, potrebbero essere avviate al vero riciclo con produzione di nuova carta, vetro, plastica ed alluminio e con molto più profitto per la collettività anche in termini occupazionali. Proseguendo invece sulla strada della differenziazione dei rifiuti a "valle", solo per la produzione di CDR da bruciare negli inceneritori, si incrementano solo i profitti di pochi ed i costi per la collettività (TARSU e "strisce blu") e si abbandonano i lavoratori al ricatto occupazionale. I cittadini pagano già molte tasse, comprese quelle comunali, e sarebbero sicuramente pronti a pagarne altre se ciò servisse ad evitare la disoccupazione di molti lavoratori. Ma le risorse che il Comune già assorbe dai loro redditi con la tassa sui rifiuti e con i parcheggi, per citare solo alcuni dei numerosi prelievi, potrebbero creare molto più lavoro anche nella stessa Multiservizi se anziché venire assorbite dai gestori delle discariche, dai produttori di CDR e dai conduttori degli inceneritori, fossero impiegate per finanziare un vero riutilizzo dei rifiuti differenziati e recuperati direttamente nelle case. Un "cambiamento di rotta" nella gestione dei rifiuti che blocchi la costruzione dei nuovi inceneritori e programmi la dismissione di quelli funzionanti, oltre a rappresentare un segnale concreto di contrasto del malaffare e di discutibili intrecci tra politica ed interessi industriali, consentirebbe di trasferire il profitto finora destinato a pochi verso attività economiche che la stessa Multiservizi potrebbe gestire nell'interesse della collettività. Brindisi, 3/2/2004 Annino Baroni - Giovanni Caputo - Carlo De Carlo -Michele Di Schiena - Raffaella Guadalupi - Teodoro Marinazzo - Achille Noia - Michele Polignano - Maurizio Portaluri. Ricevo ed inoltro da Bobo Aprile RICORDATE QUELLA RICHIESTA DI INFORMAZIONI FATTA DA ME E DA STEFANO PALMISANO AL PREFETTO DI BRINDISI , DOPO LE NOTIZIE APPARSE SUL MANIFESTO E RELATIVE AGLI 11 PORTI ITALIANI CHE POTEVANO OSPITARE SOMMERGIBILI NUCLEARI? I nodi vengono al pettine ON.LE BULGARELLI: A BRINDISI SITO SOMMERGIBILI NUCLEARI? INTERROGAZIONE DEPUTATO DEI VERDI (ANSA) - ROMA, 3 FEB - Il governo ha autorizzato un sito per sommergibili nucleari nel porto di Brindisi? E' quanto chiede di sapere, in una interrogazione parlamentare, il verde Mauro Bulgarelli. ''Secondo informazioni in nostro possesso - afferma Bulgarelli in una nota - sarebbero in corso accordi tra la Marina Militare, il governo e l'Autorità portuale di Brindisi per la costruzione di un punto di attracco e rifornimento per sommergibili nucleari sulla banchina di Capobianco, nella zona industriale di Brindisi. Il dato sconcertante - sottolinea il deputato dei verdi - e' che il sito dovrebbe sorgere accanto al futuro impianto di rigassificazione della British Gas e a breve distanza dalle centrali termiche che si trovano tra la zona industriale e la costa sud. Secondo indiscrezioni, al punto di rifornimento sarebbero interessati le flotte nucleari di Stati Uniti, Francia e Russia''. ''E' inutile sottolineare - afferma Bulgarelli - gli enormi rischi che una simile collocazione comporterebbe per la popolazione civile, sia in caso di incidente - che provocherebbe una vera e propria catastrofe - sia in seguito all'inquinamento radioattivo derivante dal transito dei sommergibili''. Il parlamentare dei verdi sottolinea inoltre che, secondo alcuni organi di informazione locali, ''a Taranto sarebbe in costruzione una terza base militare sotto comando Usa. Barbara Lief, diplomatica dell'ambasciata americana, e' giunta a Taranto il 12 gennaio scorso con al seguito funzionari della Westland Securities, societa' specializzata in studi di fattibilita'. La nuova base - continua Bulgarelli - dovrebbe far parte del sofisticato sistema C4I, una rete di coordinamento e spionaggio militare che colleghera' la base navale jonica direttamente al Navy Center for Tactical System Interoperability di San Diego, in California, scavalcando di fatto la catena di comando Nato''. ''Insomma - conclude il deputato dei verdi - siamo di fronte al solito intollerabile gioco: grazie ad accordi segreti il nostro territorio diviene di fatto un protettorato Usa e l'Italia, pur avendo ripudiato da anni l'energia nucleare, si trova ad essere disseminata di ordigni nucleari che attentano quotidianamente alla salute della sua gente''. (ANSA).
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