I rom ed il Comune di Milano.



Ho ricevuto dal Comune di Milano la seguente email, con cui informa di
"patrocinare":

Una serata Amici dei Rom
17 gennaio 2004, dalle ore 18,00 alle ore 23,30
Civica Arena Gianni Brera, viale Byron, 2 -Milano
Ingresso gratuito
Quadrangolare di calcio in solidarietà con i Rom senza casa.
All'iniziativa parteciperanno le squadre: A.S. Multietnica 2001 -
CGIL Milano - Rom
Opera Nomadi e Sky Tv.
Per informazioni: CGIL Camera del Lavoro, tel. 02/55025293, e-mail:
segreteria.cdlm.mi at cgil.lombardia.it



Vorrei ricordare che il Comune di Milano ha promosso ripetuti sgomberi di
campi di Rom, in particolare, nell'ottobre scorso, quello violento contro
gli occupanti di via Barzaghi (articolo allegato de' il manifesto), e da
impulso ad ogni azione per dare termine all'occupazione della casa di via
Adda.

Credo che la coerenza imponga a chi dice di essere "amico del popolo rom"
di scegliersi i propri compagni di strada, tra i quali non puo' starci, in
alcun modo, la Giunta del Comune di Milano, nemica delle/dei migranti,
delle/dei lavoratrici/lavoratori dell'ATM e di tutti quei soggetti che
fanno opposizione sociale e politica contro questo governo cittadino
neofascista e conservatore.

Personalmente, sono in totale disaccordo con chi avrebbe promosso questa
iniziativa patrocinata dalla giunta Albertini.

Sarebbe stato meglio pagare l'affitto di un campo di calcio o, almeno,
trovarne uno parrocchiale, soluzione, quest'ultima, piu' accettabile e
dignitosa.

Ma credo che sia un errore dell'ufficio del Comune di Milano,
l'informazione inviatami.

Oppure no?

Temo chi fa pasticci e/o improvvisa e/o maneggia in politica.

Roberto DI FEDE

il manifesto 30 ottobre 2003

Albertini buttafuori dei rom

In 180 cacciati da un'ex fabbrica.

E' già la seconda volta.

Scacciati. Ovunque vadano. E' questo l'unico destino che la giunta
Albertini riserva a 180 rom milanesi di origini rumena. Nel giro di pochi
giorni sono stati sgomberati due volte.

Due settimane fa il comune ha mandato le ruspe a distruggere le loro
baracche costruite nei pressi del campo di via Barzaghi, e ieri mattina le
forze dell'ordine li hanno cacciati anche da una ex fabbrica dove si erano
rifugiati. Gli occupanti sono stati divisi in due gruppi e smistati in due
diversi commissariati.

Da una parte chi non era in regola con il permesso di soggiorno è stato
trattenuto in attesa di essere espulso. Tutti gli altri sono stati
sistemati alla meno peggio in un capannone in attesa di continuare la loro
odissea. "Gli agenti sono arrivati all'alba in tenuta anti-sommossa -
raccontano alcuni testimoni - e hanno sfondato il cancello senza incontrare
resistenza. Abbiamo cercato di avere notizie di tutti i fermati e in serata
abbiamo visto partire tre pullman diretti verso il confine".

Nella ex-fabbrica di via Polidoro, zona viale Certosa, vivevano intere
famiglie con donne e bambini. Da quando erano entrati in quello stabile i
rom avevano costituito un comitato di occupazione sull'esempio di un'altra
casa occupata da tempo da altri nomadi, in via Adda, una zona centrale di
Milano.

Per il comune quello è un "cattivo esempio" che assolutamente non deve
essere imitato.

Non a caso chi ieri era presente allo sgombero dice di aver sentito gli
agenti promettere che "la prossima volta andiamo in via Adda". Anche la
storia di quella occupazione anomala è iniziata in seguito a un altro
sgombero in via Barzaghi, il campo che per anni è stato una delle più
grande baraccopoli d'Italia e che da qualche tempo è stato trasformato in
una "gabbia" comunale dove possono vivere in condizioni pietose solo pochi
nomadi. Gli occupanti di via Adda, invece, hanno deciso di abbandonare i
campi e di prendersi un intero caseggiato a pochi passi dalla Stazione
Centrale. Si tratta di una situazione molto delicata che resiste da mesi
nonostante le condizioni difficili in cui vivono gli occupanti, le
inevitabili lamentele di alcuni milanesi del centro, i raid di polizia e
carabinieri che per tutta l'estate hanno prelevato alla spicciolata qualche
rom nelle strade del quartiere. Un mese fa in via Adda è morto anche un
neonato e a quel punto il prefetto di Milano, Bruno
 Ferrante, ha ammesso la necessità di trovare una sistemazione per i nomadi.

Con lo sgombero di ieri invece la giunta di centro destra sembra rigettare
ogni soluzione.

"Lo sgombero - dice Daniele Farina, consigliere comunale del Prc - trasloca
i problemi senza alcuna intenzione di risolverli. Un gioco dell'oca in cui
brilla la latitanza dell'amministrazione, l'assenza di una politica
dell'abitare e un uso politico dei problemi che ne derivano".
















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