Foglio di Collegamento n. 111



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio e in allegato Word
il numero 111 del nostro Foglio di Collegamento.

Vi raccomando di partecipare all'appello per Afsaneh Nouroozi.

In fondo al F. d. C. trovate un pressante invito: "Aiutiamoci a trovare
nuovi aderenti"

Fateci sapere i vostri commenti e le vostre opinioni sugli articoli che
pubblichiamo e inviateci i vostri contributi.

Auguri di buona lettura !
Loredana Giannini

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi, fatecelo
sapere

************************
FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO
DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero 111  -  Ottobre 2003

Sommario:

1 )  Salviamo Afsaneh Nouroozi!
2 ) Kenneth parla delle radici dei mali e della forza spirituale
3 ) Una grande notizia: rilasciato l'oppositore siriano al-Sakhri
4 ) Finalmente prosciolta Amina Lawal
5 ) Discussioni sulla pena di morte e sui tribunali speciali in Iraq
6 ) L'ossessione di Ashcroft per la pena di morte
7 ) Amnesty condanna la richiesta della pena capitale per John Malvo
8 ) L'Iran abolisce la pena di morte per i minorenni
9 ) Incertezza e tensione al massimo livello nel caso Moussaoui
10) L'Arizona ricorre contro l'annullamento di 100 sentenze capitali
11) Concluso l'iter giudiziario per Tommy Zeigler
12) Ansia febbrile nell'imminenza dell'esecuzione
13) Terribili sofferenze e forza morale nell'animo di Philip Workman
14) L'Atto patriottico: una grave minaccia per i patrioti americani
15) Crudeli astuzie di un uomo avido
16) Inno alla vita  dalla "Pier Lombardo" di Novara
17) Notiziario: Arkansas, Globale, Illinois, Nazioni Unite
18) Aiutiamoci a trovare nuovi aderenti


1) SALVIAMO AFSANEH NOUROOZI !

La Sezione italiana di Amnesty International in questo momento e'
particolarmente impegnata nella campagna per salvare la vita di Afsaneh
Nouroozi, condannata a morte in Iran per aver ucciso il capo dei servizi di
sicurezza della polizia di Kish, nell'Iran meridionale. Afsaneh sostiene di
aver accoltellato l'uomo, un amico di famiglia, per difendersi da un
tentativo di stupro. Molte voci si sono levate per aiutare questa donna
che, sia pure in maniera violenta ed estrema, ha esercitato il diritto
femminile a difendere la propria persona ed il focolare domestico. Sappiamo
che Afsaneh Nouroozi e' detenuta nel carcere di Bandar Abbas, tristemente
noto per il pessimo trattamento riservato ai prigionieri. La sentenza di
morte di Afsaneh e' stata confermata dalla Corte suprema per cui l'unica
autorita' con il potere di fermare la sua imminente esecuzione rimane il
leader supremo dell'Iran, l'Ayatollah Sayed Ali Khamenei.
   Esortiamo dunque i lettori ad aderire urgentemente e con grande slancio
alla richiesta di Roberta Aiello, socia del Comitato e attivista del
Coordinamento Pena di Morte di Amnesty, a sottoscrivere l'appello in favore
di Afsaneh all'indirizzo:    http://www.amnesty.it/appelli/iran_10_2003.php3
    Si possono inserire le sottoscrizioni di familiari ed amici, indicando
sempre la propria casella e-mail.
    In aggiunta o in alternativa a cio', chi vuole impegnarsi maggiormente
inviando in proprio un messaggio alle autorita' iraniane, puo' riprodurre
il seguente testo da noi preparato (o comporre un breve testo personale).
Inviate il vostro appello per posta prioritaria (affrancatura 0,77 euro),
all'Ayatollah Sayed Ali Khamenei, corredandolo chiaramente dei nomi e degli
indirizzi completi dei firmatari.

His Excellency Ayatollah Sayed Ali Khamenei,
The Presidency
Palestine Avenue, Azerbaijan Intersection
TEHRAN  - Islamic Republic of Iran

Your Excellency
Afsaneh Nouroozi, is at imminent risk of execution after the death sentence
against her was upheld by the Iranian Supreme Court.
We admire and deeply respect the extremely ancient Iranian civilization,
and we support the governmental duty of fighting criminality and of
isolating criminals form society. Nevertheless, we oppose the death
penalty, particularly in this case, because there is the strong doubt that
Mrs. Nouroozi has killed to protect and defend herself from a rape attempt.
The last word about Afsaneh Noyroozi's fate is yours, Excellency, and we
therefore beg you heartily to use your undisputed powers to grant her
clemency and to spare her life.
We thank you for your kind attention and we remain
Yours sincerely,

-------------------------
Possibilmente, mandate un messaggio per posta o per e-mail  (
khatami at president.ir - provare piu' volte ad inoltrare il messaggio, se non
passa) anche al Presidente della repubblica iraniana Khatami:

His Excellency  Hojjatoleslam val Moslemin Sayed Mohammad Khatami
The Presidency, Palestine Avenue
TEHRAN - Islamic Republic of Iran

Your Excellency,
We know that Afsaneh Nouroozi could be executed in an extremely short time,
since the Iranian Supreme Court did not commute her punishment.
We feel deep admiration for the ancient civilization of your Country, yet
we consider Mrs. Nouroozi's death sentence cruel and unfair, also because
of the strong doubt existing, that she might have killed only to protect
herself from an abuse attempt.
We therefore beg you heartily to use all your authority to recommend
clemency in Mrs. Nouroozi's behalf so that her life may be spared.
We thank you for your kind attention and we remain
Yours sincerely,

Traduzione degli appelli:
1- Eccellenza, Afsaneh Nouroozi e' a rischio di imminente esecuzione da
quando la sua condanna a morte e' stata confermata dalla Corte Suprema
iraniana. Ammiriamo e rispettiamo profondamente l'antichissima civilta'
iraniana, e approviamo il dovere da parte del governo di combattere la
criminalita' e di isolare i criminali dalla societa'. Siamo tuttavia
contrari alla pena di morte, in particolare in questo caso, in cui sussiste
il forte dubbio che la Sig.ra Nouroozi abbia ucciso per proteggersi e per
difendersi da un tentativo di stupro. Eccellenza, sua e' l'ultima parola
riguardo al destino di Afsaneh Nouroozi, e per questo la preghiamo con
tutto il cuore di usare i suoi poteri indiscussi per concederle clemenza e
per risparmiarle la vita. Grati per la sua attenzione, la salutiamo
sinceramente.
2- Eccellenza, sappiamo che Afsaneh Nouroozi potrebbe essere giustiziata
entro un brevissimo lasso di tempo, dal momento che la Corte Suprema
iraniana non ha commutato la sua punizione.
Proviamo profonda ammirazione per l'antica civilta' del Suo Paese, ma
consideriamo tuttavia la sentenza di morte della Sig.ra Nouroozi crudele ed
ingiusta, anche a causa del forte dubbio che essa possa aver ucciso solo
per proteggersi da un tentativo di abuso.
Pertanto la preghiamo con tutto il cuore di usare la sua autorita' per
raccomandare clemenza in favore della Sig.ra Nouroozi affinche' le possa
esserle risparmiata la vita.
La ringraziamo per la cortese attenzione e la salutiamo sinceramente.
(Grazia)


2) KENNETH PARLA DELLE RADICI DEI MALI E DELLA FORZA SPIRITUALE

Il nostro amico Kenneth Foster, che si trova nel braccio della morte del
Texas, ha scritto per noi il seguente articolo. Lo pubblichiamo molto
volentieri.

Recentemente un mio amico (che e' un attivista e si batte per la mia causa)
mi scrisse parlandomi dell'estremo potere e dell'influenza del denaro.
Tutti conosciamo il detto "Il denaro e' alla radice di tutti i mali". Egli
mi chiese poi se pensavo che anche il controllo della "conoscenza" fosse
alla radice del male. Questo mi indusse a riflettere profondamente su
entrambe le affermazioni. Pensai al detto sul denaro che sta alla radice di
tutti i mali e mentre meditavo su questa affermazione, cominciai a
considerarla una metafora, utilizzata per evitare di parlare della vera
radice del male. L'affermazione del mio amico sulla "conoscenza", e'
un'affermazione molto profonda. La conoscenza, in parole povere, e'
l'educazione, l'informazione, la consapevolezza delle cose. L'accesso alla
conoscenza e' probabilmente la capacita' piu' importante delle persone
perche' attraverso la conoscenza impariamo ad attingere alle risorse
necessarie per sopravvivere. Pero', togliendo ad alcuni la conoscenza,
impediamo loro di eccellere. Controllando il loro accesso alla conoscenza
possiamo manipolare o limitare cio' che sanno (cio' rappresenta
evidentemente un atto di malvagita').
   Queste sono considerazioni molto importanti, ma mentre riflettevo
profondamente sull'argomento, mi ritrovai a giungere ad una conclusione
molto seria - alla vera radice di tutti i mali sta la nostra separazione da
Dio.
    Pensando ai commenti espressi dal mio amico, gli dissi che le persone
possono usare qualsiasi scusa per compiere atti di malvagita' e cattiverie.
Dedizioni al male possono realizzarsi per molte ragioni: denaro, potere,
cibo, lussuria, razzismo, ecc..
   Qualsiasi di questi fattori puo' essere portato alle estreme conseguenze
e far si' che una persona agisca negativamente, ma indipendentemente da
quale sia il fattore determinante, si tratta del fatto che se trascuriamo
l'influenza di Dio nelle nostre vite, verremo inevitabilmente sopraffatti
da quelle tentazioni alle quali siamo piu' vulnerabili. Come esseri umani
siamo stati generati imperfetti, ma anche se siamo imperfetti e se non
conduciamo una vita monastica, questo non significa che non possiamo essere
persone spiritualmente forti. Vedete, colui che lotta per raggiungere e
realizzare la volonta' divina, verra' tentato fino allo stremo delle forze;
e questo e' assolutamente necessario, perche' in quale altro modo potrebbe
una persona acquisire la pace sublime, se non ci fossero state prove e
tribolazioni? Quando veniamo attaccati da fattori negativi, dovremmo
fermarci a riflettere su noi stessi. Perche'? Perche' nessuno che non abbia
prima acquisito conoscenza di se stesso, puo' pensare di conoscere Dio.
Andate nel profondo della vostra anima, nel luogo segreto... alle radici,
alle massime vette; perche' tutto cio' che Dio puo' fare e' concentrato in
quei luoghi; c'e' una forza che si sprigionera' sempre se la cercherete
li'. Nel momento in cui ci rendiamo conto che esiste un Potere Superiore,
ogni volta che lottiamo nella vita possiamo imparare a canalizzare la forza
del Creatore e ad invocare lo Spirito Santo a venire ad abitare tra noi.
Commetteremo sempre degli errori e dovremo sforzarci di non rimanervi
attaccati, ma di risollevarci al di sopra di essi. Riusciremo a farlo solo
quando cercheremo di essere piu' simili a Dio. Egli non e' separato da noi
- tuttavia noi possiamo separarci da Lui. E quando cio' accade l'uomo cade
in rovina. Ma ricordate, non e' sufficiente limitarsi a pregare o
desiderare che i nostri "mali" se ne vadano, dovremmo piuttosto pregare di
capire per poter imparare dai mali stessi e allora saremo in grado di
sconfiggerli e infine di crescere.
   In conclusione, voi stessi scegliete se essere recettori di verita'
spirituali quando arrendete la vostra volonta' a quella di Dio. Tutti
abbiamo la medesima possibilita' di accedere ad essa. Dio si rivela a tutti
coloro che lo cercano - parla a tutti coloro che lo ascoltano. Quando
arrenderete la vostra volonta' a quella di Dio, allora si' inizierete una
vita molto attiva, e anche meravigliosa.

Se volete saperne di piu' sul braccio della morte del Texas, collegatevi al
mio sito internet: www.kennethfoster.dc e visitate la sezione "Steel Hell"
(Inferno d'acciaio).


3) UNA GRANDE NOTIZIA: RILASCIATO L'OPPOSITORE SIRIANO AL-SAKHRI

Con un breve comunicato del 14 ottobre la Sezione Italiana di Amnesty
International ha reso nota la scarcerazione dell'oppositore siriano
Muhammad al-Sakhri. Al-Sakhri era stato deportato dall'Italia alla Siria il
28 novembre 2002 dopo il rifiuto del nostro Governo di concedere l'asilo
politico a lui e alla sua famiglia (v. n. 109). Fino al 13 ottobre scorso,
per quasi un anno, al-Sakhri e' rimasto in incommunicado a rischio di
tortura e di incriminazione capitale. Amnesty non fornisce particolari
sull'attuale situazione di al-Sakhri e sul trattamento subito durante la
detenzione.
   Un GRAZIE ai lettori che, rispondendo ad un nostro pressante invito,
hanno partecipato alla petizione in favore di Muhammad al-Sakhri promossa
da Amnesty e diretta al Governo italiano. Evidentemente, un sia pur tardiva
mobilitazione delle nostre autorita', che hanno cercato di riparare alla
loro vergognosa omissione del novembre 2002, deve aver fatto breccia a
Damasco.


4) FINALMENTE PROSCIOLTA AMINA LAWAL

Il 25 settembre e' stato comunicato l'esito del secondo processo di appello
di Amina Lawal tenutosi il 27 agosto presso la Corte islamica d'Appello di
Katsina nella Nigeria settentrionale: la sentenza di morte per lapidazione
che era stata inflitta ad Amina secondo la legge della Sharia il 22 marzo
2002 e' stata annullata. La Corte d'Appello ha ritenuto che sia la condanna
per adulterio che la confessione di Amina Lawal non erano legalmente valide.
   Dopo il proscioglimento di Amina Lawal, il Governo centrale della
federazione nigeriana ha fatto sapere che non avrebbe mai permesso
l'esecuzione della sentenza.  Pur dichiarandosi contrarie alla pena di
morte per lapidazione inflitta dai tribunali islamici, le autorita'
centrali in precedenza si erano tuttavia riferite con estrema prudenza al
caso di Amina Lawal a motivo del violento e sanguinoso scontro in atto tra
i 12 paesi islamici del nord e gli altri 36 stati di religione animista o
cristiana.
   Amnesty ricorda che in Nigeria altre due persone, Fatima Usman e Ahmado
Ibrahim, sono ancora in attesa che una corte di appello dello stato del
Niger riveda la sentenza di morte per lapidazione emessa nei loro
confronti. Sono probabili altri futuri conflitti tra Governo centrale ed
autorita' islamiche a proposito di sentenze emesse secondo la legge della
Sharia, legge che, oltre alla lapidazione, prevede le amputazioni e la
fustigazione.
   Nonostante l'opposizione frontale di alcune autorita' islamiche, va
avanti lentamente il progetto del presidente Olosegun Obasanjo di abolire
la pena di morte in Nigeria: se ne discute attivamente negli ambienti del
Parlamento federale.
   Esplicita e molto avanzata e' la posizione della Chiesa cattolica
nigeriana. L'arcivescovo di Lagos Anthony Okogie ha dichiarato il 19
settembre: "Il Governo ha il compito di punire i criminali ma la
prevenzione dei delitti deve essere fatta altrimenti che con la pena di
morte. Le radici del crimine risiedono nel peccato, nella poverta',
nell'ambiente deprivato, nelle abitazioni malsane, nell'alcolismo. Chiedo
al Governo di affrontare questi problemi prima di prescrivere la pena di
morte."
   Okogie ha detto di non voler discutere in linea di principio del diritto
dello stato di imporre la pena di morte ma afferma che tale pena non e'
ragionevole per il livello di civilta' raggiunto dalla Nigeria.


5) DISCUSSIONI SULLA PENA DI MORTE E SUI TRIBUNALI SPECIALI IN IRAQ

Gli USA e la Gran Bretagna discutono sul ripristino della pena di morte in
Iraq sospesa dopo la caduta del regime di Saddam Hussein. Gli Inglesi sono
contrari ma il Consiglio di governo formato da esponenti iracheni sarebbe
favorevole.
   Molto complesso e' il problema di perseguire i responsabili dei crimini
di guerra e dei crimini contro l'umanita' compiuti sotto il passato regime.
Qualcuno dovrebbe essere chiamato a rispondere dell'uso dei gas contro i
villaggi curdi, dell'invasione del Kuwait, della sanguinosa repressione
della rivolta curda del 1992 e cosi' via. Tuttavia mancano i fondi
necessari e anche idee chiare. Gli Americani sono ostili alla creazione di
tribunali internazionali e preferirebbero lasciare il compito di giudicare
gli iracheni a loro concittadini, sia pure formati da esperti
internazionali. A meno che non si voglia fare giustizia sommaria, non
potranno essere comunque giudicate in un tempo ragionevole piu' di alcune
centinaia di persone. In ogni caso sembra che l'amministratore americano
Paul Bremer abbia gia' pronto uno statuto per l'istituzione di 'tribunali
speciali' atti a perseguire i principali esponenti del regime di Saddam.
Non si sa se lo statuto contenga la previsione della pena di morte che
susciterebbe la netta opposizione degli alleati europei, i quali dovrebbero
collaborare con gli Americani per una seria amministrazione della giustizia.
   Non si prevede che i processi possano partire prima di un anno anche
perche' per ora mancano i soldi, sia pure per le investigazioni: tanto per
cominciare ci sarebbero '12 chilometri' di dossier sequestrati dagli
Americani da consultare e 153 fosse comuni da esaminare.


6) L'OSSESSIONE DI ASHCROFT PER LA PENA DI MORTE

Il declino naturale della pena di morte negli Stati Uniti ha subito alcune
battute d'arresto dopo l'insediamento dell'amministrazione del Presidente
Bush e dopo la dichiarazione della cosiddetta "guerra al terrore". In
particolare l'uso della pena di morte a livello federale si stava esaurendo
quando, con grande impegno, il nuovo Ministro della Giustizia John Ashcroft
si e' incaricato di rinfocolarla.
   Ashcroft ha cominciato a fustigare gli accusatori federali imponendogli
di perseguire il maggior numero di condanne alla pena capitale. Non solo,
ha dato ordine di avocare il piu' possibile alle corti federali i processi
per omicidio che usualmente venivano celebrati negli stati in cui non e'
prevista la pena di morte, nell'intento di uniformare l'uso della pena
capitale (v. ad es. n. 108 ). Ashcroft fino ad ora ha perseguito la pena di
morte in 12 casi negli stati esenti dalla pena capitale: 3 in
Massachusetts, 1 in Vermont, 6 in Michigan, 1 nello Iowa e 1 in Virginia
Occidentale. In 7 di questi casi il Ministro della Giustizia ha forzato
l'orientamento degli accusatori federali che non erano d'accordo per la
pena di morte.
   La determinazione con la quale il Ministro della Giustizia sostiene la
pena di morte non finisce di meravigliare gli osservatori e continua a
scontentare perfino molti esponenti del suo schieramento politico, quello
repubblicano.
   A fine settembre ha fatto molto scalpore la richiesta federale della
pena di morte in Massachusetts per due affiliati di una gang, Darryl Green
di 26 anni e Branden Morris di 20. "Si manifesta una strategia per
assicurare che la pena di morte sia largamente applicata in tutta la
nazione senza tener conto degli atteggiamenti e delle politiche dei popoli
dei singoli stati," ha detto David Bruck, un avvocato della South Carolina
appartenente ad un gruppo di legali che difende i condannati a morte.
"Credo che rifletta la volonta' di nazionalizzare la pena capitale che e'
sempre stata trattata come una questione locale."
   Notevole e' anche l'Ordine, emesso da Ashcroft il 23 settembre per
centralizzare al massimo il potere giudiziario e inasprire le pene, che
impedisce agli accusatori federali di addivenire a patteggiamenti con gli
accusati, con eccezioni i sei casi dei quali il piu' notevole e'
l'accertata disponibilita' dell'imputato ad una collaborazione estensiva
nelle investigazioni. Accusatori e difensori hanno osservato che riducendo
in maniera drastica le possibilita' di patteggiamento si rischia tra
l'altro di inasprire ed estendere la conflittualita' processuale e intasare
il sistema giudiziario.


7) AMNESTY CONDANNA LA RICHIESTA DELLA PENA CAPITALE PER JOHN MALVO

Lee Boyd Malvo, detto John,  aveva 17 anni nell'ottobre dello scorso anno
quando, insieme con John Allen Muhammad, in un periodo di tre settimane
partecipo' all'uccisione di 10 persone, ignari passanti che vennero presi
di mira con un fucile di precisione negli stati della Virgina, del Maryland
e di Washington. Verra' processato a giorni. Una delle accuse mosse contro
Malvo e' di aver commesso un omicidio "nel corso di un atto di terrorismo."
Per lui e' stata scritta in anticipo una sentenza capitale.
   Non appena John Malvo fu catturato, il Ministro della Giustizia John
Ashcroft gli promise la pena di morte. Lo stesso Ministro si adopero' per
farlo processare nello Stato e nella Corte che piu' facilmente potevano
emettere una sentenza capitale. Frutto di tanto impegno e' il processo
contro Malvo che comincera' in Virginia il prossimo 10 novembre.
   Respinte dal giudice una serie di eccezioni preliminari, l'accusa ha la
facolta' di chiedere, e si appresta ad ottenere, la pena di morte per
Malvo. Il processo avra' un'enorme pubblicita'.
   Il Washington Post, in un editoriale del 19 settembre intitolato 'Legale
ma sbagliata', afferma che 'la legittimita' [della pena di morte per i
minorenni] non rende la cosa per nulla meno repellente"
   Amnesty International, emettendo una 'azione urgente' in favore di John
Malvo, ricorda che la pena di morte per i minori di 18 anni e' praticamente
proibita in tutto il mondo con l'eccezione degli Stati Uniti dove si sono
verificate 13 delle 18 esecuzioni di persone che erano minorenni all'epoca
del crimine avvenute dal 1998 in poi. Tale pratica e' condannata da una
moltitudine di trattati e dalle organizzazioni internazionali e, come hanno
affermato quattro giudici della Corte suprema federale, in America
rappresenta 'un relitto del passato'.


8) L'IRAN ABOLISCE LA PENA DI MORTE PER I MINORENNI

In Iran e' stato redatto un progetto di legge, che verra' approvato dal
Parlamento al piu' presto, per abolire l'inflizione della pena capitale ai
minori di 18 anni al momento del crimine loro contestato. Alireza Jamshidi,
Segretario del Consiglio Supremo per lo Sviluppo della Legislazione, ha
annunciato a fine settembre che per i minorenni non soltanto viene abolita
la pena di morte ma anche l'ergastolo e la pena della fustigazione. "La
nuova legge si conforma perfettamente alla Sharia e ai moderni criteri
giuridici" ha affermato Alireza Jamshidi.


9) INCERTEZZA E TENSIONE AL MASSIMO LIVELLO NEL CASO MOUSSAOUI

La Corte federale d'Appello del Quarto Circuito terra' un'udienza il 3
dicembre per esaminare il ricorso del Governo americano contro una recente
decisione della Giudice Leonie Brinkema, presidente della Corte federale
distrettuale di Alexandria in Virginia incaricata di giudicare Zacarias
Moussaoui, sospetto terrorista di al-Qaeda. L'inizio del processo contro
Moussaoui, gia' rimandato tre volte, si allontana ulteriormente.
   La Brinkema il 2 ottobre ha annullato i principali capi d'accusa contro
Moussaoui, proibendo di richiedere per lui la pena di morte, in risposta
alla decisione dell'Amministrazione di negare l'accesso,  sia pure a
distanza, a tre dirigenti di al-Qaeda nelle mani degli Americani e detenuti
sotto interrogatorio in localita' sconosciute. La testimonianza di Khalid
Shaikh Mohammed, Ramzi Binalshibh e Mustafa Ahmed al-Hawsawi, che
potrebbero scagionare Moussaoui dall'accusa di aver tramato per gli
attacchi dell'11 settembre 2001, era stata autorizzata da Leonie Brinkema
con ordinanze emesse nei mesi di gennaio e di agosto di quest'anno (v. nn.
109 e 110).
   "Al Governo verra' impedito nel corso del processo di avanzare qualsiasi
argomento, o di presentare qualsiasi prova, tendente a dimostrare che
l'imputato fu in qualche modo coinvolto negli attacchi dell'11 settembre, o
ne aveva conoscenza, - ha scritto Leonie Brinkema il 2 ottobre - sarebbe
chiaramente ingiusto chiedere a Moussaoui di difendersi contro tali accuse
essendogli impedito di presentare le testimonianze di coloro che possono
aiutarlo a confutarle."
   Per quanto riguarda la richiesta della pena capitale, la giudice
Brinkema ha sentenziato che: "Non e' possibile che Moussaoui, un remoto e
minore partecipante alla guerra di al-Qaeda contro gli Stati Uniti, sia
correttamente condannato a morte per le azioni commesse da altri membri di
al-Qaeda, che effettuarono gli attacchi dell'11 settembre 2001, senza
alcuna prova che egli vi sia direttamente coinvolto" o abbia avuto
conoscenza della loro preparazione.
   Non e' facile prevedere come decidera' la Corte federale d'Appello del
Quarto Circuito. Si sa che tale corte ha un orientamento ultra conservatore
ed e' sensibile  alle esigenze di sicurezza avanzate dell'Amministrazione.
Tuttavia l'accesso ai testimoni e' un principio pressoche' sacro recepito
nel Sesto emendamento della Costituzione americana: una sentenza che
annullasse la decisione della Giudice Brinkema potrebbe suscitare diffuse
critiche e allarme non solo nel campo progressista ma anche tra i
conservatori piu' legati ai tradizionali principi di liberta' ed equita'.
   Se, come e' abbastanza probabile, verra' confermata la correttezza del
comportamento della giudice Brinkema, l'Amministrazione dovra' scegliere
tra varie alternative, tutte difficili. Se ricorrera' alla Corte Suprema
federale, si esporra' all'eventualita' di una terza umiliante sconfitta. Se
acconsentira' a proseguire il processo davanti alla corte presieduta da
Leonie Brinkema dovra' sopportare la bruciante rinuncia ad una sentenza di
morte e faticare moltissimo nel tentativo di conseguire una condanna
all'ergastolo. Se fara' giudicare Moussaoui da una Commissione militare
nella base di Guantanamo, dove potra' dettare a suo piacimento le regole
processuali, si dimostrera' agli occhi del mondo 'assetata di sangue' e
vieppiu' irrispettosa delle salvaguardie costituzionali.


10) L'ARIZONA RICORRE CONTRO L'ANNULLAMENTO DI 100 SENTENZE CAPITALI

Come era prevedibile, lo stato dell'Arizona ha presentato ricorso alla
Corte suprema federale contro la sentenza della Corte federale d'Appello
del Nono Circuito che il 2 settembre scorso aveva annullato oltre 110
sentenze di morte emesse da giudici in luogo delle giurie (v. n. 110).
Ricordando che altre corti federali d'appello si erano espresse
diversamente sulla questione, gli avvocati dell'Arizona "nell'interesse del
giusto trattamento delle parti in causa e delle vittime degli omicidi"
hanno chiesto alla massima corte di annullare una sentenza che "apre la
porta a inimmaginabili contestazioni."
    Un segnale di segno opposto viene invece dal Missouri dove la Corte
suprema ha commutato in carcere a vita la sentenza di morte di Deandra
Buchanan, emessa nel 2000 da un giudice in luogo della giuria. La Corte
suprema del Missouri si e' ricollegata alla sentenza della Corte suprema
federale 'Ring v. Arizona' del giugno 2002. E' la seconda volta che la
Corte suprema del Missouri annulla una sentenza di morte con questa
motivazione.


11) CONCLUSO L'ITER GIUDIZIARIO PER TOMMY ZEIGLER

La Corte federale d'Appello dell'Undicesimo Circuito il 19 settembre ha
respinto il ricorso del nostro amico Tommy Zeigler confermando la sua
condanna a morte. Si conclude cosi' un iter giudiziario, durato quasi 28
anni, cominciato quando la polizia e l'accusa sostennero che Tommy si era
sparato nel ventre con una pistola di grosso calibro per simulare una
rapina. Se non vi fossero i recentissimi risultati dei test del DNA per lui
favorevoli (v. n. 109) la sua situazione sarebbe tragica.
   Nell'ultimo ricorso a livello federale, la difesa di Zeigler denunciava
che l'accusa aveva nascosto delle prove, che la giuria aveva agito
irregolarmente, che nel processo gli avvocati difensori fecero un cattivo
lavoro, che le corti che hanno riesaminato il caso nel corso degli anni
commisero diversi errori.
   La Corte dell'Undicesimo Circuito ha ritenuto che se fosse stato
presentato un video con una testimonianza sugli eventi che contraddice la
versione della polizia (video nascosto dall'accusa durante il processo del
1976) la giuria probabilmente non avrebbe emesso un verdetto diverso. Altre
prove incongruenti con le accuse a carico di Zeigler, per la Corte non sono
rilevanti perche' non collimano con la versione fornita dall'imputato. Una
moltitudine di altre irregolarita' compiute nell'iter giudiziario non
inficerebbero il caso per 'mancanza di merito' o ragioni procedurali.
   Sta di fatto che per Tommy Zeigler puo' essere ora fissata una data di
esecuzione. Come sappiamo, pero', i test del DNA sui reperti biologici
prelevati dalla scena del delitto hanno dato piena conferma alla versione
del condannato (v. n. 98) e il Governatore Jeb Bush sta attentamente
vagliando il suo caso in vista di un eventuale provvedimento di clemenza
che possa raddrizzare con la luce della ragione una vicenda veramente
assurda (v. n. 109).
  Anche la sentenza della Corte suprema federale sul ruolo delle giurie nei
casi capitali e la conseguente sentenza della Corte federale d'Appello del
Nono Circuito (v. n. 110 - "Annullate cento sentenze capitali...") lasciano
sperare che a Tommy verra' quanto meno risparmiata l'iniezione letale: egli
fu infatti condannato a morte da un giudice nonostante il fatto che la
giuria avesse proposto per lui il carcere a vita.


12) ANSIA FEBBRILE NELL'IMMINENZA DELL'ESECUZIONE

Pubblichiamo alcuni brani tratti da una lettera di Bobby Lee Hines alla
nostra amica Cristina Canciani. Per rimanere fedeli al testo originale
dobbiamo riportare alcune espressioni triviali. Abbiamo appreso che
l'appello del condannato alla Corte Suprema federale di cui si parla nella
lettera  e' stato purtroppo respinto  il 6 ottobre scorso.

23 settembre 2003
[...] Hanno fissato la data della mia esecuzione circa una settimana e
mezzo fa. O per lo meno questo e' quando me l'hanno detto! Cazzo, la mia
avvocatessa non mi ha scritto e non mi ha detto che l'avevano fissata! Me
lo hanno detto quei fottuti del carcere! Le ho scritto ma non mi ha ancora
risposto e io nemmeno la cerco! [...] Mi ero accorto che stava succedendo
qualcosa e stavo cercando di controllare la situazione prima che la
tempesta si abbattesse su di me, ma mi ha distrutto lo stesso! Adesso sono
stato trasferito nella cella della morte. In questo momento ci sono altri
tre tipi... Comunque la Corte Suprema decidera' sul mio caso il 29 di
questo mese. In verita' credo che rifiuteranno anche il mio ultimo appello.
Ma chissa', tutto puo' succedere, prego che succeda! La data della mia
esecuzione e' fissata per l'11 Dicembre 2003. Vedo la finestra del tempo
che si sta chiudendo sulla mia vita! Ma non voglio vivere cosi' per il
resto dei miei giorni. Non voglio morire, cazzo, ho una paura fottuta
adesso! Ma a parte i miei pensieri, se non mi giustiziano non voglio vivere
cosi' per il resto della mia vita! Se dovessi lo farei ma non voglio! Pare
che non riesca a pensare ad altre cose su cui scrivere a parte questa!
Spero che non pensiate che sono assillato da questa idea ma non riesco a
togliermela dalla testa. Ma se non ci riesco credo che impazziro' prima
dell' 11 Dicembre...
   Potete scrivere a:
   Mr. Bobby Hines #999025 - Polunsky Unit - 3872 F.M.350 South -
Livingston, TX 77351    U.S.A.


13) TERRIBILI SOFFERENZE E FORZA MORALE NELL'ANIMO DI PHILIP WORKMAN

Per la quarta volta in poco piu' di tre anni, Philip Workman e' arrivato a
pochi passi dall'iniezione letale, prevista per il 24 settembre scorso.
Anche questa volta la sua esecuzione e' stata sospesa quando ormai egli si
apprestava, fisicamente e spiritualmente, a lasciarsi uccidere. Aveva gia'
lavato le pareti della sua cella in previsione dell'imminente trasferimento
nella camera della  morte, desideroso di lasciare ad un successivo "ospite"
un ambiente pulito. Quando e' stato informato della sospensione, stava
ordinatamente impacchettando le sue cose in modo che i familiari potessero
facilmente portarle via dopo la sua morte.
   Questa quarta sospensione lo ha lasciato abbastanza sorpreso, anche se
egli, gia' da molti anni convinto credente, attribuisce ogni volta a Dio il
dono di un prolungamento della sua vita, che questa volta gli permettera'
comunque di trascorrere almeno ancora un Natale godendo la visita della
figlia e dei suoi due nipotini.
   Philip afferma pero' che queste continue minacce di esecuzione, giunte a
volte fino ad un'ora dal realizzarsi, stanno logorandogli i nervi. Notti
insonni e stati ansiosi iniziano per lui almeno quindici giorni prima del
paventato evento, e, come lui stesso descrive, con l'avvicinarsi del
momento fatidico "Il livello di ansia e il senso di caos mentale ti
penetrano completamente. Ti disorienta il tentativo di far fronte a tutte
le cose che occorre fare e di conservare comunque la speranza. E' veramente
una contorsione mentale. Puoi quasi impazzire. Uno potrebbe pensare che le
ripetute esperienze di questo tipo dovrebbero rendere la cosa piu' facile,
invece e' esattamente il contrario, e' ogni volta piu' duro".
   Se questa non e' una punizione "crudele ed inusuale" quale altra potra'
mai esserlo?
   Il caso  giudiziario di Workman, zeppo di imbrogli e ingiustizie, che
vanno dall'occultamento delle prove a discarico, alla falsa testimonianza
sotto giuramento, e' ormai ben noto ai nostri lettori, visto che il
Comitato sta aiutando  Philip da anni, e si e' mobilitato, con grande
collaborazione e appoggio dei soci e dei simpatizzanti, ogni volta che la
sua vita e' stata a rischio.
   Cio' che forse per molti potra' essere una novita' e' invece la ragione
che il governatore Bredesen - sotto pressione da parte di coloro che
chiedevano un provvedimento di clemenza - ha adotto per sospendere
l'esecuzione di Philip Workman.
    L'analista medico della contea di Shelby, O.C. Smith ha testimoniato
contro Workman in qualita' di esperto dello stato, sostenendo che il
proiettile che uccise il poliziotto Oliver era stato sparato proprio
dall'arma di Workman.
   Gli investigatori federali stanno ora esaminando una strana aggressione
subita l'anno scorso da Smith: egli fu trovato legato con filo spinato ed
imbavagliato fuori dal suo ufficio il 1° giugno 2002. Disse agli agenti che
qualcuno gli aveva gettato sul viso una sostanza caustica, e che gli aveva
legato addosso una bomba; di fatto Smith non presentava pero' lesioni serie.
   La personalita' di Smith e' ora sotto indagine anche perche' aveva
denunciato l'arrivo di lettere che lo accusavano di aver mentito
all'udienza di Workman.
   Il Governatore Bredesen, quando ha sospeso l'esecuzione di Philip
Workman, ha motivato il suo provvedimento dicendo che occorreva aspettare
che si potesse concludere una indagine federale legata al caso Workman. Non
parlo' espressamente del dott. Smith ma non sembra essere una pura
coincidenza il fatto che la sospensione dell'esecuzione terminera' il 15
gennaio prossimo, proprio quando si concludera' l'indagine sul caso Smith.
   Certamente, se a Workman verra' fissata una nuova data di esecuzione,
dovremo ancora una volta mobilitarci con energia e impegno per tentare di
strapparlo dalle mani del boia.
   Vorrei chiudere questo articolo ricordando quanta forza ci sia
nell'animo di Philip e quale incredibile capacita' di ripresa riveli
quest'uomo. Durante una recente intervista, poco dopo aver ricevuto la
notizia della sospensione, egli ha raccontato con una certa arguzia che un
suo amico, vicino di cella, vedendolo tornare ogni volta dopo le tre
precedenti mancate esecuzioni, era solito guardare l'orologio e dirgli:
"Ehi, tu non dovresti essere qui a quest'ora!". L'ultima volta pare abbia
aggiunto: "Hai piu' vite di un gatto!" Al che Philip ha risposto: "E spero
che le cose continuino cosi'". (Grazia)


14) L'ATTO PATRIOTTICO: UNA GRAVE MINACCIA PER I PATRIOTI AMERICANI

Il Ministro della Giustizia John Ashcroft sta cercando di ottenere in tutti
gli stati una forte adesione all' "Atto Patriottico", il pacchetto di norme
Anti-Terrorismo americano (v. ad es. n. 107, "Verso la fine delle liberta'
civili"), che invece pare trovi notevole ostilita' da parte dei cittadini,
molti dei quali stanno rendendosi conto del "sapore" dittatoriale e dei
pericoli impliciti di questo atto.
   Un brillante scrittore americano, William Rivers Pitt, ha tenuto una
contro-conferenza in Texas, dopo che un oratore aveva sostenuto i pregi
dell'Atto Patriottico. Pitt  ha affermato che la difesa effettiva dell'Atto
si e' sempre limitata all'affermazione: "Noi siamo il governo e voi dovete
fidarvi di noi". Ma, obietta Pitt, come ci si puo' fidare dopo tante
menzogne? Egli cita la guerra in Iraq, motivata dall'esistenza di armi di
distruzione di massa, in realta' mai reperite, e obietta che i fatti
dell'11 settembre richiedono si' una reazione difensiva, ma afferma che
l'Atto Patriottico si spinge ben oltre a cio' e diviene una minaccia stessa
ai cittadini americani, perche' viola apertamente i diritti costituzionali
di liberta' di pensiero e di espressione, che sono stati finora un vanto
dell'America. L'immagine dell'America, cio' che davvero i cittadini
americani devono considerare Patria, afferma Pitt, non sono i grattacieli o
le grandi autostrade, o le praterie o i grandi parchi, o i possenti
eserciti, ma e' il profondo ideale di liberta'. L'America dice ai suoi
cittadini: "Puoi andare dove vuoi, dire cio' che vuoi, pensare cio' che
vuoi, avere fede nel Dio che vuoi, o non averne affatto, e il governo non
puo' impedirti di fare queste cose a meno che tu non stia danneggiando in
modo dimostrabile un tuo concittadino". Pitt afferma giustamente che l'Atto
Patriottico uccide questo ideale di liberta' americano, uccidendo cosi' la
stessa America, e facendo quindi il gioco dei terroristi che l'hanno
colpita, in modo molto piu' efficace e definitivo di quanto essi potrebbero
mai riuscire a fare direttamente.
   Pitt cita alcuni passi molto significativi dell'Atto Patriottico e
illustra le loro conseguenze con esempi pratici. Nella sezione 213, per
esempio, viene conferita  agli agenti del governo federale l'autorita' di
entrare nelle case, di perquisire le proprieta', di mettere sotto controllo
il telefono e il computer affinche' vengano registrati tutti i messaggi in
posta elettronica e tutti i siti che si visitano, oltre naturalmente alle
telefonate. Tutto questo non richiede un mandato e addirittura puo' essere
effettuato senza informare il proprietario degli oggetti perquisiti o
controllati.
   Si afferma nell'Atto Patriottico che questo tipo di trattamento verra'
ovviamente riservato a quelle persone considerate potenziali terroristi. Ma
la definizione di "terrorista" nell'atto stesso e' molto vaga.  Nella
sezione 802 l'Atto istituisce come nuovo crimine federale il "terrorismo
domestico". Fra le altre cose, la sezione afferma che atti compiuti
all'interno degli Stati Uniti "pericolosi per la vita umana, che siano una
violazione delle leggi criminali" possono essere considerati atti di
terrorismo domestico se "sembreranno mirare a influenzare la politica del
governo per mezzo di intimidazione o coercizione, o la popolazione civile".
Le attivita' di protesta durante le manifestazioni sono spesso abbastanza
agitate e possono arrivare ad atti di turbolenza: a questo punto saranno
considerati terroristi anche i giovani no-global, o gli attivisti
anti-abortisti, oppure ancora gli ecologisti.
   John Ashcroft, sostenendo l'Atto Patriottico, nel dicembre 2001
affermava: "A coloro che spaventano le persone amanti della pace con
fantasmi di liberta' perdute, io dico: il vostro atteggiamento aiuta solo i
terroristi - perche' corrodete la nostra unita' nazionale e sminuite la
nostra decisione". Secondo Pitt, a norma della sezione 411 dell'Atto
Patriottico, chi critica l'Atto Patriottico e' gia' un terrorista, perche',
secondo quanto affermato da Ashcroft, appoggia pubblicamente le attivita'
terroristiche. Queste persone potrebbero percio' gia' di per se' essere
perseguite secondo il dettato dell'Atto Patriottico.
   In sostanza l'atto Patriottico chiede agli Americani di gettare alle
ortiche molti emendamenti della loro Costituzione, tra i quali ovviamente
il primo, che afferma che "I cittadini americani sono dotati
dell'inalienabile diritto alla Vita, alla Liberta', e al Perseguimento
della Felicita'".
   L'Atto Patriottico consente al governo di imprigionare, a scadenza
indeterminata e senza accesso ad un avvocato o ad un tribunale civile,
chiunque venga considerato un terrorista. La qualifica di 'terrorista' e'
lasciata alla sola discrezione del governo federale, e a John Ashcroft. La
qualifica puo' applicarsi a cittadini americani e non.
   Non contenta delle gravi violazioni dei diritti civili ed umani
contenute nell'Atto Patriottico ora l'Amministrazione statunitense si
prepara a varare il 'Victory Act' (Atto della Vittoria) che smantella
ulteriormente le tutele costituzionali dei cittadini americani e stranieri
rendendo praticamente illimitata nel tempo una situazione di arbitrio che
fu agevolmente imposta a ridosso dell'11 settembre 2001. Questo Atto - tra
l'altro - consentira' al Governo di usare prove illegali nei processi, di
spiare le comunicazioni e i computer di chiunque senza autorizzazione
dell'autorita' giudiziaria. Nell'Atto e' previsto il reato di
"narco-terrorismo" con pena obbligatoria minima di 20 anni di carcere. Vi
potranno incorrere coloro che - magari a propria insaputa - commettano
reati di droga "direttamente o indirettamente" connessi con persone od
organizzazioni definite 'terroristiche' dall'Amministrazione.
   In conclusione Pitt chiede ai cittadini americani di appoggiare i valori
e gli ideali della costituzione che fanno dell'America cio' che e', e
chiede loro anche, in quanto patrioti, di opporsi all'Atto Patriottico
cosi' come al futuro Victory Act.
   Sembra che in Texas, come in molte altre comunita' americane, si sia
gia' formata una forte opposizione all'Atto Patriottico. Ad esempio lo ha
bocciato il Comune di Austin, capitale dello stato, in una risoluzione
votata il 25 settembre. Simili risoluzioni sono state adottate da almeno
altri 170 comuni o contee degli Stati Uniti.
   Noi sappiamo che purtroppo l'America non ha dato prova nei decenni di un
assoluto rispetto dello spirito della propria costituzione (la pena di
morte di per se' e' gia' una grave contraddizione), ed il Texas in
particolare e' fra gli stati piu' retrogradi in cui molte ingiustizie
sociali, razziali ed economiche vengono regolarmente compiute. Siamo
tuttavia felici di apprendere che almeno le piu' aperte e dirette
violazioni delle liberta' e dei diritti civili degli Americani troveranno
una discreta opposizione anche da parte dei cittadini piu' conservatori.
(Grazia)


15) CRUDELI ASTUZIE DI UN UOMO AVIDO

Alla fine del diciannovesimo secolo l'elettricita' stava cominciando a
rivelarsi un'innovazione tecnologica di grandissima utilita', ma, come ogni
innovazione, suscitava non poche preoccupazioni e perplessita' fra la
popolazione. Due aziende si contendevano il monopolio della diffusione
nelle citta' americane di questa novita': la ditta di Edison e quella di
Westinghouse.
   Il primo offriva ai cittadini la corrente continua, l'altro proponeva la
corrente alternata. La rivalita' era grande, perche' l'appalto delle
forniture nelle citta' costituiva ovviamente una fonte di immensi profitti.
E fu cosi' che, tanto per cambiare, fu proprio l'avidita' di grossi
guadagni a spingere Edison a formulare una "geniale" trovata pubblicitaria
"indiretta". Sfruttando la paura piu' o meno consapevole delle persone nei
confronti dell'elettricita', e approfittando del desiderio, maturato in
quell'epoca, di propinare ai condannati a morte una fine piu' decorosa e
"umana" delle impiccagioni, egli propose ufficialmente l'introduzione della
sedia elettrica. Sostenne a spada tratta che il miglior tipo di corrente da
usare, per quel genere di utilizzo, era... la corrente alternata del suo
rivale Westinghouse. E cosi', nel 1888, una commissione designata dal
parlamento dello stato di New York, raccomando' l'uso della sedia elettrica
per le esecuzioni, garantendo che la morte conseguente sarebbe stata
"istantanea ed indolore" e "priva di qualsiasi tipo di barbarie". Pare che
Westinghouse, che naturalmente capi' subito la macchinazione messa in atto
dal suo astuto avversario, assoldasse segretamente un abilissimo avvocato
per la difesa del primo imputato che avrebbe potuto essere giustiziato
sulla sedia elettrica e, dopo la condanna di costui, per appellarsi contro
l'uso della sedia, giungendo fino alla Corte Suprema.
   Associare nei cittadini l'idea della morte con quella della corrente
alternata, proposta da Westinghouse, era gia' una mossa molto valida per
screditarlo, senza contare che poi, come probabilmente aveva intuito
Edison, il processo di elettrocuzione si rivelo' tutt'altro che istantaneo,
anzi quasi sempre mostruosamente prolungato, nonche' rivoltante anche per i
testimoni alle esecuzioni.
   Ancora una volta, come era accaduto in precedenza e come accade ancora
nel nostro presente, le piu' odiose crudelta' contro gli esseri viventi,
umani e non, vennero portate avanti consapevolmente per il puro profitto
economico.

Questi fatti sono narrati in un libro di Mark Essig recentemente uscito in
America: "Edison and the Electric Chair"  (Grazia)


16) INNO ALLA VITA  DALLA "PIER LOMBARDO" DI NOVARA

Grazia aveva ragione quando, in quel di Marzo 2003, ha affermato che
"qualche timido germoglio" sarebbe sbocciato tra i giovanissimi della SMS
"P: Lombardo " di Novara. Dopo sette mesi dall'incontro dei ragazzi delle
classi terze con la nostra amatissima coordinatrice del gruppo "Comitato
Paul Rougeau" di Torino, posso assolutamente dire che quel timido germoglio
si e' trasformato in fiore...
    ... Nelle pagine dei diari: Caro Diario, come stai? Io sono triste.
Oggi in classe abbiamo letto delle lettere di condannati a morte, e alcuni
ingiustamente...    5/02/03
Caro Diario, sono sempre piu' triste.Oggi abbiamo visto il film "Difesa a
oltranza"...E' stato un film commovente...L'avvocato di difesa della
giovane condannata prende molto a cuore la vita  della donna, cerca in
tutti  i modi di salvarla ma non ci riesce... ho capito che se una persona
e' innocente bisogna fare ricerche molto approfondite... 24/02/03
Caro Diario, oggi in classe abbiamo aperto un dibattito sul film... Io
restero' contrario alla pena di morte perche' non e' giusto togliere la
vita agli altri in quanto e' sacra... Matteo 3F  26/02/03
   ... In lettere scritte di getto ad un condannato a morte : Caro
Raymond... Sono Lucia, una ragazzina italiana che ha letto la tua
lettera... E' stata molto toccante per me e la mia classe... io comprendo
la tua rabbia, il tuo dolore per una pena che trovi ingiusta, spietata e
priva di senso... capisco la tua angoscia, la tua disperazione...  A scuola
si e' tenuto un dibattito sulla  pena di morte, il concetto che e' stato
ribadito piu' volte e' stato quello della sacralita' della vita... Se un
uomo, preso da forti emozioni, uccide, lo Stato "a freddo" non ha il
diritto di  ucciderlo, altrimenti ripeterebbe il crimine commesso
dall'assassino... Anche se le tue speranze stanno per esaurirsi, io e i
miei compagni ti diciamo che devi continuare a sperare nella grazia del
governatore e soprattutto  nel perdono di Dio... Ti penseremo spesso.
   Caro Raymond... leggendo la tua lettera, mi ha colpito molto il modo in
cui vi trattano nel "braccio della morte" gia' sapendo che da un giorno
all'altro dovrete essere uccisi... magari tu ti trovi in prigione,
condannato a morte, solo perche' qualcuno, minacciato o pagato, ha
dichiarato il falso contro di te, e in questo momento il vero assassino si
aggira libero per le vie d'America... Erika.
   Caro Raymond... io credo in Dio e ho imparato che chi sbaglia deve
essere sempre perdonato, aiutato, non deve essere abbandonato a se
stesso...  Preghero' per te, Anna.
   Caro Raymond,... trovo ingiusto che,chi non se lo puo' permettere, debba
avere un avvocato d'ufficio spesso incompetente e a volte anche alcolizzato
o drogato...
   Caro Roger,  Ho letto la tua lettera e sono ancora sconvolto per le tue
parole. Questa notte non ho dormito perche' pensavo alle tue condizioni di
condannato, deve essere atroce sapere che tra poco la propria vita avra'
fine e, soprattutto sapere in che modo... Spillo.
...Ho apprezzato molto la tua sincerita' e ti credo quando dici di essere
innocente... Ora che sto vivendo insieme a te questa grave ingiustizia, mi
rendo conto di quanto sia ingiusto e insensato mantenere in vigore la pena
di morte, perche' questo significa togliere la vita a una persona che,
anche se colpevole, avrebbe potuto migliorare, magari studiare... cambiare
completamente... Con affetto, Flavio.
   ... In riflessioni calme ma sofferte:... ma la pena di morte e'
corretta?, si chiede Michela, ... sono convinta che non c'e' una soluzione
perfetta al problema del terrorismo e dei reati in genere, ma togliere la
vita non e' mai corretto, neanche se il colpevole ha commesso un omicidio,
uccidendolo ci metteremmo soltanto alla pari con lui..., la vita e' sacra e
non si  deve togliere a nessuno, si puo' far recuperare un condannato che,
a volte vittima di droga, alcol o di persone, non ha compiuto
volontariamente il fatto, fino a farlo diventare una persona splendida come
Paula Cooper, la ragazza che aveva ucciso la sua catechista, ma ucciderlo
mai...
   Mi ha colpito molto il film "DIFESA A OLTRANZA", dice Federica... non
credo che riusciro' a dimenticare la crudelta' e l'avidita' di potere di
molti governatori, ne' il coraggio e la costanza del giovane e inesperto
avvocato di difesa di Cindy. Ha creduto in lei e nelle sue possibilita' di
riscatto, ed e' stato proprio questo il motivo per cui Cindy stava
cambiando...
   Con la pena di morte non si rende la vita alla vittima del delitto ma la
si toglie all'assassino, c'e dunque una sorta di compensazione, ma di
morte... Anche in Italia si sente spesso la voce di chi vorrebbe
l'applicazione della pena capitale in casi particolari come le stragi
terroristiche e delitti mafiosi......io credo invece che i reati, anche
gravi, richiedano correzione, pene per  chi li commette, severe punizioni,
ma mai la morte... E' dovere dello Stato proteggere la vita di tutti i
cittadini rispettando la dignita' della persona..., afferma con forza Martina.
   Si e' constatato che, nei paesi in cui vige la pena capitale, gli
omicidi non sono diminuiti, anzi sono aumentati..., osserva Annalisa... ma,
continua, non bisogna dimenticare il grande Cammino che e' stato fatto,
perche' in alcuni Paesi le esecuzioni sono diminuite, e questa e' una cosa
positiva...
   La pena di morte fondamentalmente e' una contraddizione, pensa
Elisabetta..., come una manifestazione pacifista in cui si lanciano bombe
per protestare contro la guerra... E poi, dove sono finiti i principi di
uguaglianza, fraternita' e democrazia? ... Noi che ci riteniamo intoccabili
e giusti, uccidiamo un uomo sotto le false spoglie della giustizia, ma che
razza di persone siamo?...
   Dopo il dibattito sulla pena di morte, ho cambiato del tutto la mia
opinione... osservando la cella virtuale ho capito che i condannati vivono
malissimo fino all'ultimo istante, col continuo pensiero della morte
imminente... dichiara Andrea... La vendetta e' una reazione istintiva
dell'uomo, ma non e' giusto farsi accecare dalla rabbia e vivere nel
desiderio che chi ha sbagliato muoia...
... La DICHIARAZIONE  UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI, conclude autorevolmente
Tancredi, afferma il diritto alla VITA e il diritto a non essere sottoposti
a pene crudeli, disumane. Non deve mai essere consentito uccidere per
punire... Sono sempre stato fermamente contrario alla pena di morte, e
ancor piu' lo sono adesso, dopo la partecipazione al dibattito
sull'argomento... Percio' apprezzo tutte le associazioni che si battono
affinche', finalmente, questo medievale strumento di punizione venga
abolito in tutto il mondo.

Le dichiarazioni dei ragazzi della Scuola Media Pier Lombardo di Novara
sono la  prova  evidente che  se il cuore di un adolescente e'
particolarmente toccato da  una storia di morte , e di morte ingiusta e
crudele, tanto piu'  invoca rabbiosamente la VITA per TUTTI, NESSUNO
escluso. E noi adulti non dobbiamo disattendere il loro messaggio di
speranza in un mondo migliore e piu' giusto.  (Anna Maria)


17) NOTIZIARIO

Arkansas. Cura forzata dei malati mentali da giustiziare.  Il caso di
Charles Singleton, malato mentale condannato a morte in Arkansas, e'
arrivato alla Corte suprema federale che ha definitivamente respinto il suo
appello affermando cosi' un principio valido per tutti gli Stati Uniti. La
massima corte il 6 ottobre ha rigettato senza commento il ricorso di
Singleton che contestava la violazione dei suoi diritti costituzionali per
aver subito una cura farmacologica forzata che gli ha permesso di
riacquistare il minimo di consapevolezza richiesto per essere giustiziato.
Negli Stati Uniti e' quindi possibile 'giustiziare' un condannato che ha
riguadagnato una sufficiente sanita' mentale tramite la somministrazione
forzata di una cura idonea.

Globale. Celebrata la giornata abolizionista mondiale. Il 10 ottobre si e'
celebrata - con eventi piccoli e grandi - la Prima giornata mondiale contro
la pena di morte. La manifestazione e' stata organizzata dalla Coalizione
mondiale contro la pena di morte. La Coalizione mondiale, nata il 13
settembre 2002, e'  promossa dall'associazione francese 'Ensemble contre la
peine de mort' e dalla Comunita' di Sant'Egidio, di essa fanno parte
Amnesty e tutte le maggiori  'coalizioni' e associazioni che si battono
contro la pena capitale. In occasione della Giornata mondiale
particolarmente significativo e' stato il pronunciamento contro la sanzione
capitale dell'Unione Europea. L'UE ha illustrato le sue molteplici
attivita' a livello internazionale finalizzate all'abolizione della pena di
morte per 'la promozione della dignita' umana e lo sviluppo dei diritti
umani.'

Illinois. Mancato conferimento del Nobel a George Ryan. L'ex Governatore
dell'Illinois George Ryan che in gennaio compi' il coraggioso gesto di
vuotare il braccio della morte del suo stato, concedendo 4 grazie e
commutando 167 condanne a morte, e' diventato un convinto ed attivo
abolizionista. Egli partecipa ad eventi in tutto il mondo in cui si chiede
l'abolizione della pena di morte. All'inizio di ottobre sono trapelate voci
che lo davano tra i 'finalisti' del premio Nobel per la Pace di quest'anno,
in lizza con il pontefice Giovanni Paolo II. Il 10 ottobre quando si e'
saputo che il Nobel per la Pace era stato conferito all'attivista iraniana
per i diritti umani Shirin Ebadi, un po' di disappunto si e' manifestato
tra i sostenitori di George Ryan. Se il prestigioso premio fosse stato
conseguito da Ryan la causa abolizionista se ne sarebbe non poco
avvantaggiata.

Nazioni Unite. Berlusconi per l'Unione Europea parla contro la pena di
morte. Intervenendo all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 24
settembre in qualita' di Presidente di turno dell'Unione Europea, Silvio
Berlusconi ha perorato 'la moratoria universale della pena di morte'
dichiarando: "L'abolizione e' il nostro scopo principale ma dove la pena di
morte e' ancora praticata chiediamo che il suo uso si arresti per una
generale moratoria delle esecuzioni."

18) AIUTIAMOCI A TROVARE NUOVI ADERENTI

E' di vitale importanza per il Comitato potersi giovare dell'entusiasmo e
delle risorse personali di nuovi aderenti. Dal momento che non abbiamo i
mezzi finanziari per accedere ai canali della pubblicita', facciamo
affidamento su coloro che gia' aderiscono alla nostra associazione
pregandoli di trovare persone disposte ad aderire al Comitato Paul Rougeau.

Se ogni socio riuscisse ad ottenere l'iscrizione di un'altra persona, il
nostro lavoro migliorerebbe enormemente !

Cercate soci disposti anche soltanto a versare la quota sociale ed a
partecipare di tanto in tanto alle nostre campagne.
Cercate soci attivi.
Chiunque puo' diventare un socio ATTIVO facente parte dello staff del
Comitato Paul Rougeau. Cercate volontari disposti ad andare a parlare nelle
scuole dopo un periodo di formazione al seguito di soci gia' esperti.
Cercate amici con cui lavorare per il nostro sito Web, per le traduzioni.
Occorre qualcuno che mandi avanti i libri in corso di pubblicazione,
produca magliette e materiale promozionale, organizzi campagne e azioni
urgenti, si occupi della raccolta fondi ecc.
Qualcuno vuole assumersi la responsabilita' di uno dei compiti svolti dalla
nostra associazione? Ce lo faccia sapere scrivendo al nostro indirizzo
postale o alla nostra casella e-mail.

Chiunque puo' dare un contributo alle attivita' del Comitato se decide di
dedicarvi una quota - piccola o grande - del proprio tempo. Chi ha mezzi o
capacita' particolari - per esempio una qualche conoscenza dell'inglese -
potra' fornire un aiuto piu' specifico. Se vivi a Firenze, Torino, Roma,
Napoli, Bologna o Piacenza potrai venire a far parte di un gruppo di
persone che ogni tanto si riuniscono per programmare il lavoro e prendere
lo slancio.  Anche se abiti in un paesino sperduto, specie se possiedi un
computer collegato a Internet, potrai lavorare con noi!

ISTRUZIONI PER ISCRIVERSI AL COMITATO PAUL ROUGEAU

Per aderire al Comitato Paul Rougeau scrivici una lettera (o un e-mail a
prougeau at tiscali.it) con una  breve autopresentazione e con tuoi dati:
indirizzo, numero di telefono e, se posseduti, indirizzo e-mail e numero di
fax. Appena puoi paga la quota associativa sul c. c. postale del Comitato
Paul Rougeau.
   Responsabile dei contatti con i soci e' Loredana Giannini (Tel. 055
485059).
   I soci in regola con la quota annuale hanno diritto alla ricezione della
versione cartacea del Foglio di Collegamento.
   Le quote associative annuali sono le seguenti:
Socio Ordinario       	*  25
Socio Sostenitore      	*  50
Socio Giovanile (fino a 18 anni o a 26 anni se studente) *  15
Abbonamento al bollettino cartaceo (non soci)  *  15
  L'edizione e-mail del bollettino e' gratuita per soci e simpatizzanti,
richiedetela a: prougeau at tiscali.it
   Le quote associative devono essere versate sul  c.c.p. n.  45648003,
intestato a: Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100
Piacenza, specificando la causale.

*****************
Il nostro indirizzo postale e' : Comitato Paul Rougeau C.P. 11035, 00141
Roma Montesacro.

Dalla redazione: il Foglio di collegamento di norma viene preparato
nell'ultima decade di ogni mese.  Pertanto chi vuole far pubblicare
articoli, appelli, notizie, comunicati, iniziative, lettere o riflessioni
personali deve far pervenire i testi in tempo utile a un membro del
Consiglio Direttivo o, preferibilmente, inviare un mail a
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Questo numero e' stato chiuso il 15 ottobre 2003