il cacciatore vaticano




*DIO STA TRASLOCANDO.

*CHI TRASLOCA CREDE IN DIO.

*CHI NON TRASLOCA E' CON LA GERARCHIA   DELLA "CHIESA ROMANA" E CON LE SUE
AZIONI.

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Il cacciatore vaticano



E’ uno del mestiere. Vecchio, vecchissimo, la carabina sempre lucida e
carica, il fucile sempre a portata di mano. Non può andare in pensione…
perchè si dice che il castello e i dintorni abbiano difficoltà a sostituire
questo “guardiano”.

Joseph Nazinger è un cacciatore speciale. Ogni giorno spara pallottole
speciali…

“Con immenso dolore devo toglierle la cattedra di teologia”.

“Con immensa sofferenza devo dichiararla eretico”.

“Con grande tormento devo estrometterla dal ministero”.

“Con pungente sgomento devo estrometterla dal suo incarico di abate”.

“Con profondi gemiti del mio cuore devo dirle che da domani è privato del
suo ufficio”.

“Per quanto abbia il cuore ferito, devo dire a divorziati e risposati, alle
coppie gay e lesbiche che sono nel peccato”.

“Tra gemiti e preghiere devo ammonire i teologi che chi non obbedisce è
fuori della chiesa”.

”Con cuore trepidante devo ricordare ai politici cattolici, e anche agli
altri, che, se promuovono leggi a favore delle unioni di fatto, soffriranno
le pene dell’inferno”.

“Con ineguagliabile sofferenza, ma con altrettanta chiarezza debbo
ricordare a voi vescovi che dovete un po’ chiacchierare di poveri, ma poi
mantenere ben ferme le alleanze con i ricchi, i potenti e i finanziatori di
Santa Madre Chiesa …”.

“Con un dolore che mi spacca il cuore devo dire che voi amministratori
dovete, se non volete cadere nella nostra maledizione, promuovere ad ogni
costo i privilegi della scuola privata, cioè la nostra”.

Si tratta di un cacciatore che non vuole vedere anima viva.

Se vede un’aquila volare nel cielo… ha paura della sua libertà e delle sue
altezze.

Se sente un cane abbaiare… pensa che voglia aggredire lui e il suo castello.

Se sente una pecora belare un po’ più forte… la ammutolisce perché è “una
voce fuori dal coro”.

Se vede degli uccellini beccare qua e là… spara perché non vuole che
mangino cibi avvelenati: così risparmia loro, per amore preventivo, le
sofferenze da avvelenamento.

Sono rimaste nel recinto quattro pecore senza voce. E il cacciatore è
contento perché sono obbedienti e non muove foglia senza che Nazinger lo
voglia.

La chiesa partì con dei pescatori. Ora è finita in mano a qualche cacciatore?

No … Dio sta traslocando e il cacciatore–custode non si accorge che la
Chiesa più bella cresce fuori dalle mura.

Franco Barbero

Pinerolo, 8 agosto 2003







Intervista a don Franco Barbero

Ora è persecuzione



Penso che Lei abbia letto l'ultimo documento vaticano, firmato dal
cardinale Ratzinger e approvato ufficialmente dal papa "Considerazioni
circa i progetti di riconoscimento legale delle unioni tra persone
omosessuali"...



Si, ho letto tutto questo documento che entra a pieno titolo tra quei
capolavori di ignoranza e di arroganza per i quali il Vaticano si sta
distinguendo. Qui si citano la "retta ragione", le Scritture, l'esperienza
storica e le esigenze della giustizia con la presunzione di chi crede di
possedere il monopolio. Queste pagine possono essere inserite nella "storia
criminale" del cattolicesimo ufficiale.



Secondo Lei, c'é qualcosa di nuovo, dunque, in questo documento?



Va subito detto che sul piano dottrinale non si aggiunge nulla alle
precedenti condanne ed emarginazioni. Piuttosto la terza e la quarta parte
del documento si spingono oltre: si passa dalla condanna alla persecuzione
pianificata, organizzata, sollecitata. Trattando i politici cattolici come
dei chierichetti, si chiede loro di obbedire alla gerarchia e di opporsi ad
ogni progetto di legge che favorisca il riconoscimento delle unioni
omosessuali: "il parlamentare cattolico ha il dovere di esprimere
chiaramente e pubblicamente il suo disaccordo e votare contro il progetto
di legge” (n°10).

Questo è il passaggio nuovo: si invitano le chiese locali, i parlamentari e
"tutti coloro che sono impegnati nella promozione e nella difesa del bene
comune della società"(n°1) a ostacolare con ogni mezzo l'affermazione
sociale del diritto ad amare secondo ciò che si è. Questo è un vero e
proprio atto persecutorio, travestito di "rispetto, compassione,
delicatezza" (n°4).



Ma perché esce ora questo documento e, per giunta, con tanto accanimento?



Non mi sembra difficile individuare, alle spalle di questo documento, un
triplice fattore.

I gay e le lesbiche credenti hanno cessato di essere le "pecorelle
obbedienti ai sacri pastori" che le guidavano verso i devastanti pascoli
dei sensi di colpa e dell'angoscia. Sanno vivere la loro vita e il loro
amore sotto il sorriso di Dio anche quando la gerarchia maledice.

Questa è una direzione da alimentare, da far crescere, ma certo molto viva
ormai tra gli omosessuali credenti cattolici.

Inoltre, proprio ora, sono maturi i tempi per nuove leggi che eliminino le
più macroscopiche violazioni dei dirittti dei cittadini/e omosessuali.

Ma c'é una terza ragione che spiega l'accanimento vaticano: la gerarchia è
disperata. Quando un potere ricorre o alle scomuniche o alle armi è segno
che non ha più altre carte da giocare. Non ha più ragioni e, quindi,
conosce soltanto più la via dell'imposizione. Ormai le gerarchie servono
per le parate, le "belle cerimonie ufficiali", per gli spettacoli... ma
sono voci prive di ascolto e, soprattutto, prive di ogni autorevolezza
morale. Invocano ad ogni pié sospinto la loro "sacra potestà" (che si sono
attribuite nei secoli), ma in realtà dietro le porpore c'é tanta
solitudine, tanta crisi di identità. In questo loro vestirsi di panni
divini, mentre fanno manovre per conservare qualche fetta di potere, sono
persino patetici.



Quale può essere, secondo Lei, la risposta dei credenti a questa ennesima
provocazione?



Non pretendo di dare consigli... a nessuno.

Inviterei il cardinale Ratzinger a guardarsi un po' in profondità: questo
suo ossessivo bombardamento cartaceo sui temi della sessualità, del
matrimonio, della famiglia... non potrebbe derivare, almeno in parte, da
qualche suo conflitto non ben risolto, da una sua mancanza di serenità sul
terreno affettivo e sessuale?

Quanto a me e alla mia comunità, questo documento suona come un invito ad
intensificare ancora di più l'impegno per leggi che riconoscano il valore e
i diritti conseguenti delle unioni omosessuali. Nello stesso tempo
continueremo più di prima a favorire quelle eucarestie in cui gay e
lesbiche desiderano celebrare le loro nozze.

Ormai... prete da quarant'anni, sto imparando in tutta tranquillità a dare
a Ratzinger ciò che è di Ratzinger per dare a Dio ciò che è di Dio.

A Ratzinger offro la mia totale disobbedienza, come umile testimonianza di
libertà evangelica.

A Dio offro la commossa gratitudine del mio cuore perché mi fa incontrare a
migliaia gay e lesbiche credenti che sanno amarsi ringraziandoLo per il
dono della loro omosessualità.



Pinerolo, 31 luglio 2003