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Teatro e Diritti Umani - Produzioni Operai del Cuore
- Subject: Teatro e Diritti Umani - Produzioni Operai del Cuore
- From: "Dal Canto Paolo" <dalcapa at tin.it>
- Date: Sat, 30 Aug 2003 15:39:06 +0200
In vista della prossima stagione teatrale, l'Associazione Teatrale Operai del Cuore desidera riportare la Vostra attenzione sulle proprie produzioni BOIA CHI MOLLA (dedicata alla Pena di Morte), VITA SENZA RISERVE (dedicata ai Nativi Americani) e la nuova LA FABBRICA DI CARTONI (dedicata ai diritti dell'infanzia) e patrocinate da Amnesty International Movimento Internazionale per la Difesa dei Diritti Umani. Ricordiamo che in occasione di iniziative volte alla sensibilizzazione su temi inerenti i Diritti Umani, la compagnia richiede il semplice rimborso spese, e che, relativamente allo spettacolo VITA SENZA RISERVE, parte del compenso viene devoluto direttamente alla causa di JAMES WEDDEL, indiano Dakota cui è dedicato lo spettacolo e che attualmente è rinchiuso nel Penitenzario del South Dakota per un crimine da lui mai commesso. Lo spettacolo VITA SENZA RISERVE ha debuttato nella sua nuova versione il 18 Luglio a Lari (Pisa) in occasione della rassegna internazionale Lariscena 2003. Lo spettacolo è stato rielabortato con l'intento di rafforzarne la carica di denuncia sottolineando maggiormente i particolari legati alla causa di James Weddel, prendendo spunto dalle ultime lettere da lui inviateci. Infine per l'autunno è previsto il debutto della nuova produzione LA FABBRICA DI CARTONI, spettacolo dedicato ai bambini ed al loro diritto di vivere fino in fondo il tempo dell'infanzia e agli adulti ed al loro diritto di non dimenticarla... Per informazioni e contatti: OPERAI DEL CUORE Via Linneo 10 24126 Bergamo - Tel. e Fax: 035/320506 - Cel. 340/3644796 indirizzo e-mail: info at operaidelcuore.it http://www.operaidelcuore.it "VITA SENZA RISERVE", spettacolo dedicato ai Nativi Americani. Dopo un felice debutto all'interno del circuito ALTRI PERCORSI, lo spettacolo è stato replicato all'interno di rassegne nazionali e internazionali quali THEATROPOLIS a Moncalieri, Agriculture in provincia di Viterbo, Argillateatri e Roma, MAYATEATRO a Pescara e GIOVANE F.A.T.A. a Roma, raccogliendo consensi da parte di pubblico e critica. VITA SENZA RISERVE è dedicato a James Weddel, indiano Dakota attualmente in carcere per un omicidio mai commesso e il cui unico torto è stato quello di opporsi alla vendita delle Colline Nere al governo Americano. Per realizzare lo spettacolo ci siamo messi in contatto con le associazioni che stanno seguendo il suo caso, abbiamo parlato con i suoi avvocati e comunicato via epistolare direttamente con lui. Abbiamo inoltre raccolto informazioni e dati sulla situazione attuale dei Nativi Americani, sulle loro condizioni di vita, sui problemi legati alla povertà, alla giustizia ed ai diritti umani troppo spesso calpestati. Ed è per questo che lo spettacolo potrebbe benissimo essere dedicato anche a Leonard Peltier, Anna Mae e a tanti altri "guerrieri" di oggi, vittime di una giustizia non ancora in grado di ascoltare le loro voci e di difendere i loro diritti... Lo stile dello spettacolo ricalca quella che ormai è la poetica degli Operai del Cuore. E' uno spettacolo veloce, ritmato, con alte punte di ironia alternate a momenti di elevata intensità emotiva... La struttura dello spettacolo e liberamente ispirata ai racconti di Sherman Alexie e Hanay Geiogamah, scrittori nativi contemporanei che hanno scritto della riserva, dell'alcolismo, della povertà, delle ingiustizie e del razzismo in modo diretto ma pur sempre venato di ironia e poesia... "...una cavalcata dentro la nostra (cattiva) coscienza collettiva…" Pier Giorgio Nosari "C'è una sola cosa più difficile che tener duro... Arrendersi" James Weddel James Weddel è attualmente in attesa di una revisione del processo... Uno spettacolo per quelli che già c'erano, per chi nel giorno delle conquiste era presente, ma non era il conquistatore. Dedicato non solo ai Nativi Americani, ma anche agli Aborigeni, agli Africani e a tutti coloro che un giorno avevano una terra che adesso non è più la loro, nel nome del progresso e della civiltà. Uno spettacolo nel nostro stile, per sorridere e per pensare, dedicato alla terra e a chi ci cammina sopra. BOIA CHI MOLLA Tratta il delicato tema della Pena di Morte. Debutta nel 1998 e subito si segnala per l'importanza del tema affrontato e per l'originalità con il quale viene messo in scena. Grazie allo stile tragicomico dello spettacolo viene infatti amplificato l'impatto drammatico stimolando la sensibilità del pubblico nei confronti di un argomento ancora molto attuale. Le scene che compongono lo spettacolo, anche le più comiche e grottesche, prendono spunto dalla realtà e sono frutto di un lavoro di documentazione accurato, sviluppato anche con l'apporto di associazioni e persone coinvolte direttamente ed in prima linea per un'opera di sensibilizzazione sul tema. Alcuni dei testi sono stati scritti da condannati a morte. Lo spettacolo è stato rappresentato con successo in molte città italiane in occasione di Festival e rassegne teatrali anche a livello Internazionale, quali Theatropolis a Moncalieri; è stato inserito nel Circuito Altri Percorsi della regione Lombardia e rappresentato in occasione di importanti iniziative volte alla sensibilizzazione sul tema o comunque relative alla difesa dei diritti dell'uomo, quali la giornata conclusiva della Campagna di sensibilizzazione USA tenutasi nel '99 al castello Sforzesco di Milano. L'associazione Operai del Cuore collabora dal 1998 con Amnesty International, la Coalizione Italiana Contro la Pena di Morte ed altre associazioni per le quali ha più volte rappresentato i suoi spettacoli. In queste occasioni la compagnia richiede il solo rimborso delle spese. "Andate a dormire, giornalisti, carcerieri; prendete i vostri soldi, cercate di dimenticare." RASSEGNA STAMPA "Si rinnova l'impegno sociale e di ricerca teatrale della compagnia "OPERAI DEL CUORE". Dopo il successo di BOIA CHI MOLLA con il quale, a partire dall'autunno del 1998 hanno affrontato il delicato tema della pena di morte, gli Operai del Cuore portano in scena con VITA SENZA RISERVE la dura realtà del popolo indiano, confinato a vivere nelle riserve americane. L'opera è dedicata a James Weddel, guerriero Dakota attualmente in carcere per un omicidio mai commesso, e di fatto colpevole per essersi opposto alla vendita delle Colline Nere al governo americano. Com'è nella tradizione della compagnia, anche questa performance è caratterizzata da uno stile tragicomico grottesco molto particolare. Uno spettacolo che ancora una volta non manca di far sorridere e, malinconicamente, far riflettere..." Cosi Claudio Bonaschi su Il Nuovo Giornale di Bergamo. "Dopo BOIA CHI MOLLA, che affrontava il tema della pena di morte pur scegliendo un linguaggio leggero che prendeva in giro le ipocrisie piccole e grandi della società, con VITA SENZA RISERVE si osserva un ulteriore salto di qualità. Il giovane gruppo bergamasco mantiene la preferenza per uno stile rapido, con un montaggio a frammenti che si intersecano: una specie di puzzle che si compone di tante scene e di tante azioni che si riuniscono attorno ad un tema. Il tema è la vita dei Nativi americani, i pellerossa. Il risultato è una combinazione di "leggerezza" stilistica e "pesantezza" di contenuti: l'alcolismo dilagante nelle riserve, i cui abitanti sono al di sotto della soglia di povertà e vivono in comunità che sono state private delle loro radici; la giustizia negata o, meglio, piegata spudoratamente a vantaggio dei bianchi… Il tutto mescolato a frammenti di storie e a citazioni di cronaca… Una cavalcata dentro la nostra (cattiva) coscienza collettiva…" Così Pier Giorgio Nosari su L'eco di Bergamo "Ennesima performance di successo, stavolta a Roma all'ARGILLATEATRO , dell'associazione teatrale OPERAI DEL CUORE con lo spettacolo BOIA CHI MOLLA dedicato al tema della Pena di Morte. Lo spettacolo creato anche su testi scritti da condannati a morte, affronta il tema della pena capitale con uno stile tragicomico, tecnica che da un lato permette di alleviare la crudezza dell'argomento, dall'altra in paradoxo rende i toni ancora più drammatici contribuendo comunque alla fine a creare un afflato di umana pietas." Gennaro Francione - Antiarte "Un eterno inseguirsi tra la comicità della realtà e la serietà della finzione, un amalgama dove attraverso un esercizio spudorato della dissacrazione vengono svelate le dinamiche aberranti e contraddittorie della pena di morte. Uno spettacolo genuino ed avvincente, ricco di raffinata ironia in cui il grottesco si traduce in denuncia di stampo giornalistico." Max Delaclos - a-sinistra "ALL'ARIBERTO SI PENSA ALLA PENA DI MORTE"…si può anche sorridere delle tragedie senza per questo mancarne di rispetto, anzi sottolineandone così l'assurdità. Lo spettacolo affronta infatti il delicato tema della pena di morte ma lo fa in modo tragicomico, alternando il lato surreale a quello drammatico. Paolo Avanti - Il Giornale "Con lo stile del cabaret grottesco una riflessione sulla pena di morte." Gli Operai del Cuore hanno il coraggio di prendere di petto un tema politico arduo e di esprimere, attraverso di esso, un pensiero sul mondo. Quello che più conta, lo hanno fatto in termini teatrali. La via intrapresa è quella giusta. Pier Giorgio Nosari - L'Eco di Bergamo "IL BOIA NON MOLLA MAI" Non succedeva da un po' di tempo che il teatro fosse "impegnato", o che semplicemente cercasse di intervenire in certi dibattiti in corso. E beh, era ora! Guido Tedoldi - Giornale di Bergamo "Tema alto e forte con il gruppo "Gli Operai del Cuore" che hanno affrontato in Boia chi molla, il drammatico problema della pena di morte. Attraverso una messa in scena sobria, appena venata di attualità, i ragazzi della giovane compagnia bergamasca hanno allestito uno spettacolo attento e aperto alla speranza… Boia chi molla ha rivelato la sua bellezza soprattutto nei momenti dell'abbandono dove la nostalgia e i ricordi restano come sospesi: sospesi nella magia del teatro…" Andrea Frambrosi - L'Eco di Bergamo
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