Ma la Cisl da che parte stà?



Scrivo di getto queste righe trasportata dall'indignazione nell'aver  letto
nelle News dei nquotidiani dell'iniziativa INAS CISL, che per sponsorizzare
il primo telefono verde per la sicurezza sul lavoro scende addirittura in
piazza. Per chi ha subito direttamente l'impatto con quel grande carrozzone
autoimmune che è la CISL  è impensabile restare indifferenti rispetto a
simili grottesche iniziative. Mi chiedo e chiedo: non sarebbe meglio che la
CISL piuttosto che scendere in piazza sperperando i soldi degli iscritti e
dei contribuenti, faccia ciò che deve presidiando a monte i luoghi di
lavoro con il suo esercito di sindacalisti? La CISL non è un'associazione
di persone di buona volontà, bensì un sindacato che dovrebbe vigilare nei
luoghi di lavoro, dov'è ben presente, sulla sicurezza dei lavoratori. Se
facesse la sua parte piuttosto che boigottare sfacciatamente i referendum
con volantinaggi, invitando i lavoratori a non votare, forse non avrebbe
bisogno di tali sistemi da mercato. Quanto costa l'operazione mobbing. Che
contributi girano dietro certe operazioni? Chi sa fare due conti? O forse
il mobbing ascoltato per telefono è più mobbing (anche senza testimoni) di
quello, sindacato testimone ma impegnativo da gestire, che i lavoratori
subiscono in azienda? Quanti di voi si ritrovano il sindacato accanto nei
momenti difficili e quanti, invece, se lo trovano addirittura contro?
Sarebbe molto utile un'inchiesta in questa direzione per capire da dove
iniziare per risolvere il problema. Trovo ignobile sfruttare un tema così
delicato e doloroso per farsi propaganda offrendo magari servizi e carte di
credito. Il sindacato fidelizzi i lavoratori facendo sindacato,
tutelandoli. Gli statuti non parlano di mediazione, bensì di
rivendicazione... per non parlare di L.626.