Sartori CORRIERE DEL 15.5



L'Associazione Partenia invia e-mail alla propria ML per sollecitare quel
sano dubbio critico che evita di dare per scontato ciò che scontato non è.
Una riflessione critica sulle proprie scelte, sui propri credo, sulla
propria vita e su tutto ciò che ci vede coinvolti in prima, ma anche in
seconda persona, per conoscere se stessi unica realtà che permette di
comprendere fino in fondo se la nostra vita è autentica o di seconda mano.
Chi non desidera però essere disturbato con questo tipo di riflessioni è
pregato di comunicarlo e sarà subito eliminato dalla ML. grazie
Associazione Partrenia http://utenti.tripod.it/partenia







Il conflitto che coinvolge le istituzioni

UN PREMIER I SUOI FANTASMI

di GIOVANNI SARTORI




Fassino sostiene che Berlusconi si sta comportando da disperato. Disperato
di che? Disperato perché? Forse intende dire che è afflitto da un complesso
di persecuzione, da una paranoia alla Nixon (ai tempi del Watergate). Se
così fosse ci sarebbe poco da fare. I complessi di persecuzione non si
curano, purtroppo, con i fervorini, con la moral suasion , con gli inviti
alla calma. Preferisco sperare, allora, che Berlusconi sia «razionale»
nelle sue paure, e quindi che se ne possa ragionare. Il Cavaliere si
ritiene minacciato. Da chi? In verità il solo che lo minaccia apertamente
ogni settimana è Bossi. Ma Berlusconi le somme le sa fare; e quindi sa
benissimo che Bossi non ha i numeri per farlo cadere. La pistola leghista è
una pistola scarica. L'altro giorno Berlusconi ha raccontato che il suo
primo governo è caduto per colpa dell'avviso di garanzia che gli venne
malvagiamente recapitato a Napoli. Non è così. Ma il suo ricordare male
rivela che il Cavaliere ha «rimosso» il fattore Bossi dalle sue paure. Lo
sgambetto del Senatur e la sua versione del fattaccio (che Berlusconi gli
stava comprando i parlamentari) sono cose dimenticate.
La paura che fa inferocire Berlusconi è invece quella della magistratura.
Qui il Cavaliere vede rosso e vede ovunque toghe rosse. Secondo lui la
magistratura (descritta come una «criminalità giudiziaria») medita di
rovesciarlo, è una magistratura «golpista». Sarà. Io non dispongo di
servizi segreti. Ma il segreto da spiegare è come la magistratura possa far
cadere il Cavaliere dal suo cavallo.
Berlusconi è un pluri-indiziato da quasi un decennio. E da quasi un
decennio la sua carriera politica sopravvive benissimo ai processi che la
dovrebbero danneggiare. Fa la vittima, si dichiara perseguitato, e gli
italiani sono di buon cuore. Uno su due simpatizza con lui. Anche perché
gli italiani non si sentono ben serviti dalla loro giustizia, che è
lentissima, troppo arzigogolosa, troppo «casta» e anche, purtroppo, troppo
politicizzata. Così a molti italiani non dispiace che venga trattata a
pesci in faccia. Voltaire scriveva che se Dio non esistesse andrebbe
inventato. Berlusconi lo potrebbe parafrasare. La persecuzione giudiziaria
è una invenzione che gli fa comodo.
Comunque sia, negli ultimi due anni il Cavaliere si è ulteriormente
protetto con una serie di leggine che esibiscono tutte quante o la
fotografia sua o quella di Previti. Dal processo nel quale Previti è stato
condannato (in primo grado, con altri due gradi di salvaguardia) Berlusconi
si è già salvato con la prescrizione. Ed ha già trovato il modo di rinviare
sine die , o fino a un'altra prescrizione, il processo nel quale è ancora
coinvolto, il processo Sme. Presentandosi spontaneamente a Milano il
Cavaliere ha innescato il meccanismo dei legittimi impedimenti a catena.
Così salteranno udienze su udienze fino all'inizio del 2004, quando dovrà
essere formato un nuovo collegio giudicante e tutto il processo dovrà
ricominciare da zero. Il verdetto definitivo del processo Sme non ci sarà
mai. Dunque niente paura, Cavaliere. La magistratura non ha modo di
«golpizzarla».
Però se Berlusconi può dormire placidamente tra quattro guanciali, chi non
riesce più a dormire tranquillo sono io. Di notte oramai giro armato
temendo di imbattermi in qualche comunista che mi mangia scambiandomi per
un bambino.
E poi Lei ha dichiarato, signor Presidente del Consiglio, che «non sarà
consentito a chi è stato comunista di andare al potere». Queste cose le
diceva Mussolini. Lei non ha nessun motivo di aver paura. Io sì.