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10/05 Milano: Condividi la conoscenza
- Subject: 10/05 Milano: Condividi la conoscenza
- From: f.cortiana at senato.it
- Date: Fri, 18 Apr 2003 17:52:46 +0200
Cara Amica, Caro Amico, il tema della condivisione della conoscenza incrocia sempre di piu' le nostre vite: dal software dei nostri computer alle medicine attraverso cui ci curiamo, fino al cibo che noi e i nostri figli mangiamo quotidianamente. Riteniamo che, di fronte alla pretesa di alcuni di rendere tutto merce e tutti consumatori, sia possible un altro modello di crescita, basata sulla condivisione e sulla collaborazione. E questo è possibile, come dimostrano le esperienze del free software, la produzioe agricola biologica, il mercato equo e solidale. Vorremo ragionare insieme in una giornata di questo tema, trasversale ma centrale. Per questo il 10 Maggio a Milano, al Teatro Franco Parenti, sarei estremamente lieto se potessi partecipare al convegno di cui alleghiamo il programma e il documento di indizione. Vittorio Agnoletto (LILA), Stefano Rodotà (Garante per la privacy), Obadias Batista Garcia (rappresentate comunità indigene Brasile), Manuel Castells (Stanford University), Carlo Formenti (Direttore QuintoStato), Robin Gross (Executive Director IPJUSTICE), Roberto Spigarolo(ACU), Aldo Bonomi (Presidente AAster), Galimberti (Amministratore INET), Arturo Di Corinto, Alberto Cottica (Economista e Musicista). Queste persone, che discuteranno con noi Sabato 10 Maggio, sono divise da lingue, storie e culture diverse. Ma riconoscono che, sul fatto che i saperi e gli alfabeti siano un bene universale e liberamente condivisibile o solo merce, si gioca larga parte della nostra futura liberta'. Sperando che possa essere presente a questo appuntamento, Ti prego di inoltrare questo messaggio a chi ritieni possa essere interessato. Cordiali Saluti Senatore Fiorello Cortiana Convegno "Condividi la Conoscenza. Gli alfabeti come bene universale" Milano - Teatro Franco Parenti Via Pierlombardo Sabato 10 Maggio 2003 Mattina Ore 9.00 - ore 13.00 N. 3 Gruppi di lavoro Sala Terra: coordina Roberto Spigarolo Sala Rete: coordina Arturo Di Corinto Sala Corpo: coordina Vittorio Agnoletto Ore 13.00 - ore 14.30 Buffet Macrobiotico Ore 14.30 - ore 18.30 Relazione: sen. Fiorello Cortiana Relazioni dei coordinatori dei gruppi Interventi: Stefano Rodotà (Garante per la privacy) Adriano Sofri in messaggio videoregistrato Aldo Bonomi (Presidente AAster) Galimberti (Amministratore INET) Obadias Batista Garcia (rappresentate comunità indigene Brasile) Manuel Castells (Stanford University) Carlo Formenti (Direttore QuintoStato) Robin Gross (Executive Director IPJUSTICE) Alberto Cottica (Economista e Musicista) Coordina Milly Moratti Conclude: On. Daniel Cohn Bendit Nel corso della giornata nel foier del teatro saranno presenti banchetti di associazioni, dimostrazioni di aziende dei propri prodotti di qualità, luoghi di presentazione a disposizione di soggetti organizzati, install fest di software libero. Perché e con quali contenuti Lo scorso 12 settembre la Commissione sui Diritti della Proprietà Intellettuale del Dipartimento Britannico per lo Sviluppo Internazionale ha risposto alla richiesta della Università di Stanford, relativa a come il sistema dei brevetti poteva essere utile ai paesi poveri del mondo. Nel rapporto finale la Commissione ha messo in guardia i paesi poveri dall'impegnarsi nel sistema di brevettazione del mondo-ricco, che spesso con logica di biopirateria, brevetta conoscenze tradizionali locali secolari, legate a rimedi naturali e suggerisce ai paesi in via di sviluppo di permettere agli utilizzatori di aggirare le barriere tecniche per accedere alle potenzialità di internet. Il rapporto, infine, afferma che i paesi ricchi, che a Johannesburg hanno recentemente riconfermato il loro interesse per lo "sviluppo sostenibile", non dovrebbero spingere per ulteriori rafforzamenti dei brevetti. I problemi e le indicazioni sollevati dal rapporto della Commissione non hanno suscitato l'entusiasmo delle multinazionali della farmaceutica e del software e hanno messo in luce i problemi derivanti ai paesi poveri dal conformarsi, entro il 2006, all'accordo TRIPS (aspetti dei diritti di proprietà intellettuale relativi al commercio) siglato nell'ambito del WTO. E' curioso vedere come prendono corpo, in questo contesto, nuove alleanze tra diversi settori come quello informatico e quello biotecnologico "Così come l'invenzione della stampa (1450) ha svolto un ruolo fondamentale nella riforma protestante e, duecento anni dopo, nella rivoluzione industriale, così nel XX secolo il computer diventa il nuovo strumento utilizzato per decifrare i geni, memorizzarli, organizzarli, sfruttarli (lo dimostrano le alleanze strategiche con le grandi società che operano nel campo delle biotecnologie già messe in campo da Microsoft)" (Gianni Tamino, Fabrizia Pratesi "Ladri di geni"). Lo specifico interesse industriale legato alla brevettabilità ha causato l'abbandono di molte varietà tradizionali. Nel 1949 esistevano 10000 varietà di riso, nel 1970 1000, oggi circa 150 milioni di ettari sono coltivati con sole due varietà, naturalmente brevettate. Come ha denunciato Vandana Shiva secondo questa logica in India "le varietà indigene raccolte direttamente sono sostituite da semi ibridi più vulnerabili, che per lo più devono essere riacquistati ogni anno." (V.Shiva su Carta n 2 dic.'99) Gli eccessi del copyright non conoscono limiti espressivi, tant'è che i familiari di John Cage, nel nome del diritto d'autore, hanno intentato causa ad un musicista colpevole di aver inserito in un album 60 secondi di silenzio totale: viene da chiedersi cosa sarebbe dell'arte senza le citazioni, le contaminazioni e le combinazioni. Come abbiamo visto la terra e la rete sono due ambiti dove agiscono le logiche di controllo esclusivo della conoscenza, ma un terzo luogo è costituito dai nostri corpi, ancora Rifkin"anche molte usanze secolari, riguardanti sessualità, riproduzione, nascita, maternità e paternità, potrebbero essere accantonate.", come nota Alberto Melucci "Il corpo può essere "normalizzato" attraverso interventi esterni, come i farmaci, la modificazione chimica del cervello, la manipolazione dei ritmi biologici, o invece diventare il campo di una esperienza autonoma e dotata di senso che permette di utilizzare i molti potenziali della specie umana al di là del semplice potere delle facoltà corticali" (A.Melucci" Culture in gioco"). Qui non ci interessa solo mettere in luce il sistema internazionale della brevettazione come elemento indispensabile per il marketing commerciale di imprese multinazionali che, nel settore dell'agricoltura o in quello informatico, tendono a definire condizioni monopolistiche. Né solo denunciare come queste imprese "fidelizzano" il cliente attraverso relazioni di tale dipendenza da risultare un vero e proprio asservimento. Contro questa logica cresce una consapevolezza planetaria, ovunque nel mondo si muovono dagli agricoltori agli utilizzatori di software e, oltre ai conflitti sociali, si aprono anche contenziosi giuridici tra istituzioni e questi monopoli. Tuttavia c'è qualcosa che va oltre la natura di un modello commerciale e chiama in causa, in modo irripetibile, la politica e la politica pubblica: queste realtà monopolistiche tentano di scambiare come prodotti, da tutelare tramite brevetti, gli alfabeti utilizzati per produrli. Siano alfabeti appartenenti alla sfera biologica, come i codici genetici, o appartenenti alla sfera antropologica come gli algoritmi o le sequenze di accordi musicali. Con la riduzione degli alfabeti ad una disponibilità proprietaria è a rischio la libertà di narrazione, di comunicazione, naturale o culturale, quindi di conoscenza: la libertà di espressione e di creazione culturale e colturale avverrà entro i limiti consentiti dagli standard proprietari pre-definiti.Un esponente di una importante industria biotecnologia in una intervista a Liberation è stato molto chiaro "La rivoluzione delle biotecnologie è paragonabile a quella di Internet. In entrambi i casi si tratta di entrare per primi in possesso dell'informazione. Occorre dunque diventare l'Intel dell'agricoltura, essere in una posizione di dominio per costringere il mercato a usare una sequenza codificante protetta da brevetto." Replica Rifkin"se si permette ad un certo numero di aziende impegnate nel settore delle scienze della vita di controllare il patrimonio genetico della nostra evoluzione, dai micorganismi fino ad arrivare agli esseri umani, ci risveglieremo, nel XXI secolo, in un mondo in cui alcune aziende monopolizzeranno il mercato dei processi biologici della vita stessa." (J.Rifkin"Il secolo biotech. In gioco è quindi lo statuto della proprietà della conoscenza: cioè se essa costituisce un bene universale, cioè delle attuali e future generazioni, e per questo inalienabile o se la sua condizione e la sua natura devono essere definite da chi, con le buone e con le cattive, riesce a metterle sotto chiave. Dice ancora Melucci"Evidentemente è un potere che si colloca oltre il controllo sul contenuto dell' informazione, ma anche oltre i codici che organizzano le fonti e la costruzione dell'informazione. Il potere non ha più a che fare con quello che viene detto, ma con la possibilità di creare e percepire il senso di ciò che viene comunicato: quando tutti diventano potenzialmente produttori e consumatori di informazione si esercita potere solo se si controlla il modo in cui si produce e si riceve il senso della comunicazione stessa". Periodicamente veniamo informati e stupiti dalle singolari proprietà sviluppate dall'up grade del software della grande multinazionale informatica o dalla nuova applicazione transgenica della multinazionale del biotech, questo approccio semplificato e riduzionista ignora i contesti e le conseguenze indesiderate, nello spazio e nel tempo "d'altra parte la vita è un costante flusso di molecole e di energia, in cui risultano importanti, da un punto di vista informativo, la struttura del contesto, la forma, le dimensioni, la composizione qualitativa e quantitativa della rete, piuttosto che la singola molecola." (Pier Mario Biava"Complessità e biologia. Il cancro come patologia della comunicazione"). Sulla questione della libertà e della disponibilità degli alfabeti e sulla condivisione della conoscenza deve prendere corpo l'alleanza politica tra sfera biologica e sfera antropologica nelle loro articolazioni culturali, economiche e sociali. Come rileva Carlo Formenti ci sono argomentazioni diverse ma convergenti per nuove eresie economiche "Conoscenza e creatività, a differenza delle materie prime, non possono essere consumate ma hanno la prerogativa di aumentare quanto più circolano e quanto più vengono condivise e distribuite fra un vasto numero di soggetti" e ancora "si sottolinea come la Rete consenta di fare circolare una quantità illimitata di copie di qualsiasi bene immateriale a eccezionale velocità, una possibilità che, oltre ad abbassare il valore delle singole copie, fa sì che il valore complessivo del bene immateriale in questione aumenti vertiginosamente in relazione della quantità delle relazioni attivate dalla circolazione delle copie" (C.Formenti "Mercanti di futuro" ) E' in gioco la sovranità pubblica e con essa la nostra libertà, per questo se, come notano Di Corinto e Tozzi"Uno dei principali obbiettivi dei movimenti è stato quello di far condividere le risorse disponibili nel mondo al maggior numero di persone possibile."(A.Di Corinto, T.Tozzi"Hacktivism") occorre che questo diventi un obbiettivo politico e programmatico della coalizione democratica. Per questo vorremmo porre in modo aperto, per nulla precostituito, all'attenzione dei membri della Convenzione Europea che deve avanzare una proposta di Carta Costituzionale, la questione della proprietà della conoscenza, della disponibilità degli alfabeti, del controllo dei processi delle filiere produttive o della medicina rispetto ai nostri corpi. La sensibilità e la disponibilità del Teatro Franco Parenti di Milano ci consente di usare i suoi molteplici spazi affinché esperienze legate alla terra, alle reti e ai corpi, si confrontino intorno a questa questione che già oggi costituisce uno dei problemi della globalizzazzione in atto, sono attese, gradite, le proposte più svariate attraverso i diversi linguaggi espressivi.
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