volantino legge Gasparri su TV



L'arroganza della legge Gasparri sulle TV.

Cessione di rami d'azienda Rai dal 2005 quindi possibiltà di licenziare
senza motivo, probabile stravolgimento della normativa antitrust a tutto
vantaggio di Mediaset, nomina governativa del Consiglio di amministrazione
e del presidente Rai, privatizzazione Rai venduta per azioni dal 2004,
dissoluzione della Rai come azienda unitaria: questi i cardini della legge
Gasparri voluta dalla Casa del Fascio e dalla Lega. Diventa anzitutto
fondamentale VOTARE SI al Referendum sull'articolo 18 il 15 giugno, contro
i licenziamenti ingiustificati.

Licenziamenti anche senza motivo: la legge Gasparri passata alla Camera
permetterà di cedere rami dell'azienda Rai dopo il 2005: quindi potranno
essere cedute le Reti, potremo essere trasformati in tante piccole aziende
con meno di 15 dipendenti ed essere licenziati anche senza alcun motivo
perché privi dell'articolo 18, dello Statuto dei lavoratori e di ogni
potere contrattuale. Diventa quindi fondamentale votare SI il 15 giugno al
referendum per l'estensione dell'articolo 18 alle piccole imprese con meno
di 15 dipendenti!

Concentrazioni: al Senato verranno sicuramente stravolte le attuali norme
antitrust, permettendo a Berlusconi e Mediaset di avere più giornali, più
televisioni e più pubblicità, aumentando così la propria posizione
dominante.

Dobbiamo contrastare e respingere la concentrazione e centralizzazione dei
mezzi di informazione e delle telecomunicazioni: bisogna vietare a
qualsiasi privato o società il controllo di aziende e gruppi che superino
complessivamente il 10% del mercato del settore delle telecomunicazioni e
dell'informazione e vietare a qualsiasi esponente di partito di possedere
il controllo o partecipazioni azionarie di grandi aziende nel settore
dell'informazione e delle telecomunicazioni

Il Consiglio di amministrazione Rai sarà di 9 membri, scelti dall'assemblea
dei soci da una lista proposta dai Presidenti di Camera e Senato: nella
nomina dunque avrà un ruolo chiave il Ministero del Tesoro (azionista di
punta), quindi il governo.

Il Presidente della Rai: il Consiglio di amministrazione elegge il suo
Presidente, che dovrà ricevere il parere favorevole e vincolante della
Vigilanza. Ma sparisce la maggioranza dei due terzi prevista per il parere
vincolante della Vigilanza Rai, in virtu' di un emendamento della Casa del
Fascio. Berlusconi riporta in questo modo nelle mani del governo anche la
funzione di designare il Presidente Rai, infliggendo così una dura stretta
sul terreno dell'informazione, per soffocare ogni forza critica in un
momento in cui la Casa del Fascio sta perdendo consensi a tutti i livelli.
La nomina del Consiglio di amministrazione va tolta alla lottizzazione
parlamentare e al controllo governativo: dobbiamo dire basta con la Rai
carrozzone lottizzato dai partiti del regime neofascista: la Rai deve
essere un ente pubblico controllato dalle masse popolari attraverso
l'elezione popolare dei membri del Consiglio di amministrazione!

Privatizzazione: la legge Gasparri stabilisce anche l'avvio della parziale
privatizzazione della Rai che partira' entro il 31 gennaio 2004 tramite
offerta pubblica di vendita. Nessun azionista potra' avere piu' dell'1 per
cento (circa 120 miliardi di vecchie lire). E Romiti ha già confermato un
suo eventuale interesse .

Su questo punto bisogna essere chiari: assoluta contrarietà ad ogni forma
di privatizzazione della Rai (public company, fondazione, azionariato
diffuso), perchè la Rai deve restare Ente pubblico finanziato mediante la
fiscalità generale, permettendo così di liberarlo dalla schiavitù
dell'audience, dai pubblicitari, e quindi da trasmissioni di basso profilo
culturale e dall'appiattimento verso i format della televisione privata con
conseguente perdita dell'identità propria del servizio pubblico. Il
servizio pubblico radiotelevisivo deve essere difeso, rafforzato e non
indebolito. La privatizzazione della Rai, avrebbe anche prevedibili
riflessi negativi su chi lavora, come già tristemente avvenuto per altre
imprese privatizzate. Il servizio pubblico RAI non può essere ridotto a
impresa di mercato a scopo di lucro, ma va invece reso sensibile alle
esigenze e alle istanze delle masse lavoratrici e popolari, garantendo il
diritto di accesso gratuito all'informazione radiotelevisiva pubblica da
parte dei movimenti di lotta di carattere politico, sindacale, studentesco,
femminile, giovanile e sociale, da realizzarsi attraverso forme autogestite
e servizi giornalistici che siano veritieri e rispondenti alle aspettative
delle masse stesse.

Articolazione territoriale delle Reti: preoccupante e` l'emendamento voluto
da Bossi e dalla Casa del fascio che lega la ripartizione del canone
all'articolazione territoriale delle reti. Esso porterà alla dissoluzione
della Rai come azienda unitaria a tutto vantaggio di Mediaset. E' un
progetto mosso dagli istinti egoisti della Lega, che creerà solo divisioni,
lotte fra poveri e fine della solidarietà, e mentre condannerà il Sud
all'abbandono, la Rai diverrà portatrice di una cultura locale chiusa nei
confronti del mondo esterno e delle differenze, impregnata di razzismo
tardo-padano e diffidenza verso la cultura generale. Bisogna lottare per
un'Italia unita, rossa e socialista, vogliamo una Rai sensibile alle
esigenze e alle istanze delle masse lavoratrici e popolari, non ubriacature
sulle radici celtiche  lumbard o sulla battaglia di Legnano, che sarebbero
solo strumentalizzazioni propagandistiche sul modello di quelle
mussoliniane, ad uso e consumo del regime.

Digitale: il capo quinto della riforma Gasparri, infine, fissa al 2006 la
data per la conversione delle trasmissioni in digitale e stabilisce le
tappe intermedie per questo obiettivo, prevedendo dal primo gennaio 2004 la
fase di avvio del digitale terrestre, allungando i tempi per la
realizzazione della nuova tecnica di trasmissione.

Questa legge è fatta su misura per il gruppo Mediaset e per gli interessi
del neoduce Berlusconi e anche la Borsa ha subito compreso chi è il
beneficiario, dato che  i titoli delle sue aziende sono subito schizzati in
alto. Il  neoduce Berlusconi vuole utilizzare le televisioni a reti
unificate ,  manipolando le coscienze con la demagogia e le menzogne, così
come usa i decreti legge a raffica, e il Parlamento nero che giostra come
vuole. Facciamo come i gloriosi partigiani: BUTTIAMOLO GIU'!

Per la sinistra Cgil!  Franco Pinerolo

F.i.p. MI 14/4/03