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volantino legge Gasparri su TV
- Subject: volantino legge Gasparri su TV
- From: "Pinerolo De Septis Francesco" <f.pinerolo at rai.it>
- Date: Mon, 14 Apr 2003 10:48:49 +0200
L'arroganza della legge Gasparri sulle TV. Cessione di rami d'azienda Rai dal 2005 quindi possibiltà di licenziare senza motivo, probabile stravolgimento della normativa antitrust a tutto vantaggio di Mediaset, nomina governativa del Consiglio di amministrazione e del presidente Rai, privatizzazione Rai venduta per azioni dal 2004, dissoluzione della Rai come azienda unitaria: questi i cardini della legge Gasparri voluta dalla Casa del Fascio e dalla Lega. Diventa anzitutto fondamentale VOTARE SI al Referendum sull'articolo 18 il 15 giugno, contro i licenziamenti ingiustificati. Licenziamenti anche senza motivo: la legge Gasparri passata alla Camera permetterà di cedere rami dell'azienda Rai dopo il 2005: quindi potranno essere cedute le Reti, potremo essere trasformati in tante piccole aziende con meno di 15 dipendenti ed essere licenziati anche senza alcun motivo perché privi dell'articolo 18, dello Statuto dei lavoratori e di ogni potere contrattuale. Diventa quindi fondamentale votare SI il 15 giugno al referendum per l'estensione dell'articolo 18 alle piccole imprese con meno di 15 dipendenti! Concentrazioni: al Senato verranno sicuramente stravolte le attuali norme antitrust, permettendo a Berlusconi e Mediaset di avere più giornali, più televisioni e più pubblicità, aumentando così la propria posizione dominante. Dobbiamo contrastare e respingere la concentrazione e centralizzazione dei mezzi di informazione e delle telecomunicazioni: bisogna vietare a qualsiasi privato o società il controllo di aziende e gruppi che superino complessivamente il 10% del mercato del settore delle telecomunicazioni e dell'informazione e vietare a qualsiasi esponente di partito di possedere il controllo o partecipazioni azionarie di grandi aziende nel settore dell'informazione e delle telecomunicazioni Il Consiglio di amministrazione Rai sarà di 9 membri, scelti dall'assemblea dei soci da una lista proposta dai Presidenti di Camera e Senato: nella nomina dunque avrà un ruolo chiave il Ministero del Tesoro (azionista di punta), quindi il governo. Il Presidente della Rai: il Consiglio di amministrazione elegge il suo Presidente, che dovrà ricevere il parere favorevole e vincolante della Vigilanza. Ma sparisce la maggioranza dei due terzi prevista per il parere vincolante della Vigilanza Rai, in virtu' di un emendamento della Casa del Fascio. Berlusconi riporta in questo modo nelle mani del governo anche la funzione di designare il Presidente Rai, infliggendo così una dura stretta sul terreno dell'informazione, per soffocare ogni forza critica in un momento in cui la Casa del Fascio sta perdendo consensi a tutti i livelli. La nomina del Consiglio di amministrazione va tolta alla lottizzazione parlamentare e al controllo governativo: dobbiamo dire basta con la Rai carrozzone lottizzato dai partiti del regime neofascista: la Rai deve essere un ente pubblico controllato dalle masse popolari attraverso l'elezione popolare dei membri del Consiglio di amministrazione! Privatizzazione: la legge Gasparri stabilisce anche l'avvio della parziale privatizzazione della Rai che partira' entro il 31 gennaio 2004 tramite offerta pubblica di vendita. Nessun azionista potra' avere piu' dell'1 per cento (circa 120 miliardi di vecchie lire). E Romiti ha già confermato un suo eventuale interesse . Su questo punto bisogna essere chiari: assoluta contrarietà ad ogni forma di privatizzazione della Rai (public company, fondazione, azionariato diffuso), perchè la Rai deve restare Ente pubblico finanziato mediante la fiscalità generale, permettendo così di liberarlo dalla schiavitù dell'audience, dai pubblicitari, e quindi da trasmissioni di basso profilo culturale e dall'appiattimento verso i format della televisione privata con conseguente perdita dell'identità propria del servizio pubblico. Il servizio pubblico radiotelevisivo deve essere difeso, rafforzato e non indebolito. La privatizzazione della Rai, avrebbe anche prevedibili riflessi negativi su chi lavora, come già tristemente avvenuto per altre imprese privatizzate. Il servizio pubblico RAI non può essere ridotto a impresa di mercato a scopo di lucro, ma va invece reso sensibile alle esigenze e alle istanze delle masse lavoratrici e popolari, garantendo il diritto di accesso gratuito all'informazione radiotelevisiva pubblica da parte dei movimenti di lotta di carattere politico, sindacale, studentesco, femminile, giovanile e sociale, da realizzarsi attraverso forme autogestite e servizi giornalistici che siano veritieri e rispondenti alle aspettative delle masse stesse. Articolazione territoriale delle Reti: preoccupante e` l'emendamento voluto da Bossi e dalla Casa del fascio che lega la ripartizione del canone all'articolazione territoriale delle reti. Esso porterà alla dissoluzione della Rai come azienda unitaria a tutto vantaggio di Mediaset. E' un progetto mosso dagli istinti egoisti della Lega, che creerà solo divisioni, lotte fra poveri e fine della solidarietà, e mentre condannerà il Sud all'abbandono, la Rai diverrà portatrice di una cultura locale chiusa nei confronti del mondo esterno e delle differenze, impregnata di razzismo tardo-padano e diffidenza verso la cultura generale. Bisogna lottare per un'Italia unita, rossa e socialista, vogliamo una Rai sensibile alle esigenze e alle istanze delle masse lavoratrici e popolari, non ubriacature sulle radici celtiche lumbard o sulla battaglia di Legnano, che sarebbero solo strumentalizzazioni propagandistiche sul modello di quelle mussoliniane, ad uso e consumo del regime. Digitale: il capo quinto della riforma Gasparri, infine, fissa al 2006 la data per la conversione delle trasmissioni in digitale e stabilisce le tappe intermedie per questo obiettivo, prevedendo dal primo gennaio 2004 la fase di avvio del digitale terrestre, allungando i tempi per la realizzazione della nuova tecnica di trasmissione. Questa legge è fatta su misura per il gruppo Mediaset e per gli interessi del neoduce Berlusconi e anche la Borsa ha subito compreso chi è il beneficiario, dato che i titoli delle sue aziende sono subito schizzati in alto. Il neoduce Berlusconi vuole utilizzare le televisioni a reti unificate , manipolando le coscienze con la demagogia e le menzogne, così come usa i decreti legge a raffica, e il Parlamento nero che giostra come vuole. Facciamo come i gloriosi partigiani: BUTTIAMOLO GIU'! Per la sinistra Cgil! Franco Pinerolo F.i.p. MI 14/4/03
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