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Barbero ed altro
- Subject: Barbero ed altro
- From: vittorio bellavite <vi.bel at iol.it>
- Date: Mon, 17 Mar 2003 10:18:33 +0100
Carissimi/e, in questi giorni già così difficili ho due notizie brutte da darvi. -Settimana scorsa è morto Ciro Castaldo che per trent'anni è stato l'animatore ed il coordinatore nazionale delle Comunità cristiane di base. la sua scomparsa ha molto coinvolto tutti/e quanti l'hanno conosciuto in Italia e non solo a Napoli dove viveva. Pregheremo per lui in modo particolare. -Ieri con un provvedimento inaudito per autoritarismo e senza alcun dialogo o processo canonico un decreto del papa, preparato da Ratzinger , ha ridotto allo stato laicale don Franco Barbero .Domani sarà data notizia alla stampa.Il fatto è gravissimo, era abbastanza atteso ma non in questa forma antievangelica ed avrà vaste ripercussioni in Italia ed anche all'estero dove l'opera e i testi di Franco sono conosciutissimi. Franco aveva partecipato ad un incontro da noi organizzato un anno fa. Gli abbiamo espresso tutta la nostra solidarietà. Vi unisco in attach un suo bellissimo testo sulla Chiesa Il "Coordinamento 9 marzo" ( che come "Noi Siamo Chiesa" abbiamo contribuito a promuovere) ha organizzato l'incontro il cui programma potete leggere in calce ed anche in file. Esso è di grande importanza. Chi vuole intervenire o ha suggerimenti può mettersi in contatto con me. Poichè abbiamo ben scarsi mezzi di comunicazione (ed i media cattolici ci boicottano) prego vivamente tutti con le mailing list o altro a fare circolare l'informazione di questo incontro. Grazie. Shalom Vittorio Coordinamento 9 marzo-Diocesi di Milano "La partecipazione della comunità alla riflessione sulla Parola di Dio durante l'Eucaristia domenicale celebrata nella chiese della nostra Diocesi" Programma: 9,30 Presentazione della tematica (Teresa Ciccolini a nome del Coordinamento) 10-12,30 Interventi programmati e liberi su esperienze e proposte per un modo diverso di vivere l'omelia domenicale 12,30 Conclusioni Sabato 29 marzo 2003 ore 9,30-13 Milano, corso Matteotti 14 (sala verde) Il "Coordinamento 9 marzo" è composto di battezzati che sono impegnati nel promuovere un dibattito pubblico e libero su temi ecclesiali di attualità per la concreta ed attesa attuazione dei criteri ispiratori del Concilio Vaticano II Vittorio Bellavite Via Vallazze 95 20131 Milano Tel.022664753 oppure 0270602370 fax 0270606152 La mia speranza di don Franco Barbero Mentre sono colpito da un provvedimento che ritengo invalido e di cui non terrò conto alcuno, aggiungo due annotazioni. 1) Non è ridicolo il linguaggio con cui il cardinale Ratzinger mi notifica il decreto papale? Una decisione "suprema, inappellabile e non soggetta a nessun ricorso" è un linguaggio tra il delirante e l'umoristico, per chi abbia qualche idea della democrazia o di una comunità ecclesiale che dovrebbe essere "ancor più di una democrazia". 2) In questi giorni ho pensato tanto anche a questa chiesa che continuo ad amare. Voglio riportare ciò che scrissi alcuni anni fa (Il dono dello smarrimento, Viottoli, pagg. 105-109) e che anche oggi continua ad alimentare la mia speranza e la mia preghiera: "Cara mia chiesa, voglio dirti che ti amo tanto. Benedico ogni giorno Dio di avermi chiamato alla fede e spesso anche di avermi collocato in questa chiesa. In te ho conosciuto tantissime donne e molti uomini pieni di fede. Da loro ho ricevuto un sacco di bene e forti testimonianze. In questa chiesa ho ricevuto il dono meraviglioso del ministero che, dopo ben 37 anni, mi appassiona come il primo giorno. In te ho incontrato le Scritture e me ne sono innamoratoŠ senza, in verità, che la cosa ti facesse tanto piacere. AnziŠ Ma, come ogni amore sano e adulto, la relazione con te è sempre stata un amore difficile, profondo e sincero, ma contrastato. So che questa esperienza è comune a milioni di donne e di uomini. Ora voglio parlarti a cuore aperto. Ho l'impressione - anzi, molto di più, la constatazione - che col passare dei secoli tu ti sei progettata e strutturata come la torre di Babele: "Faremo una torre alta fino al cieloŠ Così diventeremo famosi e non saremo dispersi nel mondo" (Genesi 11). Hai imboccato, cara mia chiesa, una direzione pericolosa in cui prevale l'interesse a rendere la torre sempre più alta, a tenerla insieme solida e compatta, a sorvegliare tutto e tutti dall'alto, a cingerla di mura, a chiudere le finestre e sbarrare le porte. Ma, a guardarla troppo dall'alto, la realtà appare diversa. Non arrivano più alla sommità le voci calde e commosse delle donne e degli uomini, non si sentono più il rumore dei loro passi, il chiasso delle strade, le canzoni d'amore, le grida di dolore e i palpiti dei cuori. Di lassù si perde il più e il meglio della vita. Là ci si occupa della stabilità della torre, di illuminarla, di rafforzare e ringiovanire le sue pareti, di renderla sempre più grande, alta, visibile, stupefacente. Si pretende di farne il trono di Dio, l'arca della salvezza, il luogo della verità, la casa di Dio sulla terra. Mia cara chiesa, il mito di Babele finisce bene: Dio prima sorride di questa torre e dei suoi costruttori illusi e vanesii, poi scende e riapre i cancelliŠ verso la mappa delle nazioni, le terre dei popoli e così si interrompe la costruzione della torreŠ Vedo per te questo sogno di Dio: non una torre che s'innalza, ma uomini e donne sparsi nel mondo a parlare e testimoniare il Suo amore. L'isolamento più pericoloso è quello che noi cristiani possiamo costruirci da soli quando, malati di narcisismo, vogliamo ad ogni costo difendere il nostro vecchio palazzo, il nostro vetusto castello e non sappiamo vedere il "paesaggio più spazioso" che Dio ha costruito e sta costruendo per le Sue creature. Quando si ha una cura ossessiva del palazzo le persone reali passano in second'ordineŠ fino a scomparire. Resta solo il palazzo e chi gli gira attorno riverente ed ossequioso. Per questo motivo io temo che anche questo Giubileo del 2000 ti esponga alla tentazione di ubriacarti di te. Le tue gerarchie sono prese dall'enfasi, sono sbronze di gloria, fanno sfoggio di potenza e ricevono l'omaggio e i finanziamenti dei grandi di questo mondo. Mia cara chiesa, quanto saresti più bella, più viva se, anziché piangere per ogni pezzo della torre che si rompe e difendere con i denti ogni mattone, tu sapessi vedere il Dio della vita che apre spazi più ampi e demolisce le torri in cui ci imprigioniamo per orientarci verso case più umane ed abitabili. Accogli il plurale voluto da Dio, l'arcobaleno delle lingue, delle pelli, delle razze, delle religioni, delle teologie. Lasciati smantellare la torre, lasciati aprire gli occhi come fu per Agar. Mia cara chiesa, ricordi Abramo? Vattene, emigra, esci dal "paese" conosciuto della tua cultura, dalla "patria" delle tue sicurezze e delle tue potenti alleanze, dalla "casa" e dal castello delle tue tradizioni che rischiano di annullare e soffocare la Parola di Dio. E non fare come il faraone che si buttò nell'inseguimento per acciuffare quelli che cercavano le sponde della libertà. Ormai non ti chiediamo più il permesso di partire quando intravvediamo nuovi cammini al di là dei recinti ecclesiastici. Vattene, staccati dall'illusione di essere il centro del mondo; staccati dall'illusione che i tuoi dogmi siano la fotografia della verità, dalla presunzione di possedere sempre l'ultima parola su ogni questione. Abbiamo imparato a distinguere accuratamente tra le parole umane che passano e la Parola di Dio che resta. Vattene dalle menzogne che continui a raccontare secondo le quali Gesù avrebbe vietato il ministero alle donne; prendi congedo dall'altra solenne menzogna per cui ministero e celibato sarebbero inseparabilmente congiunti dalla volontà di Gesù; vattene dalle tue leggi disumane presentate come la volontà di Dio. Vattene dall'idolatria del diritto canonico, delle leggi che tu hai codificato nei secoli; vattene dall'accerchiamento e dal cattivo uso delle tue tradizioni, luoghi di esperienze storicamente situate e non mummie da trasportare intangibili da un millennio all'altro. Vattene dalla moda delle confessioni spettacolari di alcuni tuoi peccati del passato; vattene da questi pentimenti che non conducono a conversione e lasciano il fondato sospetto che si tratti di comportamenti diplomatici e di operazioni di facciata. Vattene dall'ossessione sessuale, dalle tue sessuofobieŠ per cui continui a temere il piacere, ad aver paura delle donne, a guardare con diffidenza e a offendere con i linguaggi pelosi della comprensione omosessuali, lesbiche, separati/e, divorziati/e e conviventi anziché benedire Dio che dona all'umanità mille forme d'amore e può far rifiorire questo amore là dove esso si era spento. Vattene dalle miriadi di ambigue apparizioni mariane, dalle preziose teche della sindone e dal sangue di san Gennaro, dai mille luoghi in cui si alimentano superstizione e spirito idolatrico. Vattene da una struttura di potere come il papato, per riscoprire un ministero che sia davvero servizio; vattene dal balbettio dei potenti in cui fai sempre la prima donna; vattene dalla prigionia dei tuoi comportamenti imperiali e abbraccia il sogno di Dio. Vattene dall'occupazione di tutti i video del mondo; vattene dalla retorica pauperistica che ti dispensa dal diventare chiesa povera; vattene dalla mania di sentenziare e impara ad ascoltare. Mia cara chiesa, vattene da questo giubileo di troppe vane parole. Hai organizzato, soprattutto con il finanziamento dei potenti, tanti pellegrinaggi, ma tu non sei più la chiesa pellegrina verso il regno perché sei troppo appesantita dai concordati, dal mercato del tempio, dalle tue sicurezze. Il tuo tesoro terreno ti ha rapito il cuore e ha bloccato molti tuoi passi. Mia cara chiesa, prendi la strada di Abramo e Dio camminerà davanti a te, sarà il tuo compagno di viaggio. Io non ho nulla da insegnarti, ma ho soltanto voluto dirti quale eco trovano nel mio cuore le parole bibliche rivolte ad Abramo, per la mia e la tua conversione. Penso, oggi più che mai, che il dialogo e la preghiera siano le grandi strade per la mia conversione. Mia cara chiesa, che cosa posso sperare per te? Che cosa posso augurarti di più fecondo e salutare del "dono dello smarrimento"? Quello sarà il giorno in cui, libera dai lacci del potere e dai tarli della presunzione, ti butterai tra le braccia di Dio, unica salvezza. Pinerolo, 13 marzo 2003
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