La Commissione di Garanzia censura la proclamazione di sciopero contro la guerra



GRAVE ATTACCO A CHI SCIOPERA CONTRO LA GUERRA

		La Commissione di Garanzia censura la proclamazione di
sciopero contro la guerra

		Con una scarna nota il neo Presidente della Commissione di
garanzia sul diritto di sciopero, Martone, ha comunicato di non ritenere
legittima la proclamazione di SCIOPERO GENERALE CONTRO LA GUERRA, promosso
dalla CUB e da tutto il sindacalismo di base, ovviamente senza indicare la
data in quanto lo sciopero si terrà non appena scatti l'aggressione
all'Iraq. Secondo Pierpaolo Leonardi del Coordinamento Nazionale della CUB,
siamo in presenza di una grave violazione del diritto di sciopero nonché
delle stesse previsioni della Legge 146/90 - comma 7 articolo 2 - che
ammette lo sciopero senza rispettare il preavviso minimo quando viene
"convocato in difesa dell'ordine costituzionale o in protesta per gravi
eventi lesivi dell'incolumità e della sicurezza dei lavoratori" che è
esattamente il caso di uno sciopero convocato contro la guerra all'Iraq. La
CUB rammenta che in occasione di analogo sciopero senza preavviso per
protestare contro la guerra in Iugoslavia, la stessa Commissione di
garanzia, con una pronuncia del 27.1. 2002 dichiarò legittimo lo sciopero e
l'utilizzo del comma 7 dell'articolo 2 della Legge 146/90. La CUB nel
chiarire che manterrà la proclamazione di sciopero generale contro la
guerra, invita le forze politiche, sindacali, i social forum, il Comitato
nazionale "fermiamo la guerra" a manifestare concretamente il proprio
sostegno e ad adoperarsi affinché venga ritirata la pronuncia della
Commissione. GUERRA DURA RISPOSTA A MARTONE DEL COORDINATORE NAZIONALE CUB:
"CON QUESTA DECISIONE LA COMMISSIONE DI GARANZIA SI TRASFORMA IN UN
TRIBUNALE SPECIALE CONTRO I DIRITTI GARANTITI DALLA COSTITUZIONE" Il
coordinatore nazionale CUB (Confederazione unitaria di base) Piergiorgio
Tiboni risponde alla scarna nota con cui il neopresidente della Commissione
di Garanzia sul diritto di sciopero, Martone, ha comunicato di non ritenere
legittima la proclamazione dello sciopero generale contro la guerra
promosso dalla CUB e da tutto il sindacalismo di base. Secondo Piergiorgio
Tiboni "Non è assolutamente possibile pensare che i lavoratori possano
continuare la loro attività come se niente fosse mentre inizia il massacro
di migliaia di uomini, donne e bambini. Inoltre è importante sottolineare
che con questa decisione, del tutto illegittima, la Commissione di Garanzia
si trasforma in un vero e proprio Tribunale Speciale contro i diritti
garantiti dalla Costituzione repubblicana". "Infatti - ha continuato Tiboni
- siamo in violazione non solo del diritto di sciopero ma anche della legge
146/90, comma 7 articolo 2, che ammette lo sciopero senza il rispetto del
minimo preavviso. Ricordiamoci infatti della pronuncia della Commissione
del 27_1_2002 con cui si dichiarava legittimo lo sciopero contro la guerra
in Jugoslavia. Chiediamo a tutti di denunciare questa grave decisione della
Commissione che mira a tagliare fuori dalle agitazioni tutti i settori di
lavoratori sottoposti alla legge antisciopero 146".

Roma 14/3/2003