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08/02 Trento: CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
- Subject: 08/02 Trento: CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI
- From: "KollettivoEZTn" <eztn at altroadige.it>
- Date: Fri, 31 Jan 2003 20:14:06 +0100
SABATO 08 FEBBRAIO 2003 ore 15.00 MANIFESTAZIONE di protesta e proposta.. CONTRO LA REPRESSIONE ! CONTRO LA LEGGE BOSSI-FINI basta con le espulsioni! VOGLIAMO POLITICHE REALI DI ACCOGLIENZA. Invitiamo tutte le Associazioni, i Partiti, le Cooperative, ed i singoli interessati a mandare l'eventuale ADESIONE a: redazione at altroadige.it eztn at altroadige.it Il ritrovo sarà per sabato pomeriggio ore 14.30 in Piazza Duomo. In allegato il documento al quale poter aderire. cortesemente disobbedienti alla Bossi-Fini Basta con la repressione! Vogliamo politiche di accoglienza dignitose. "La legge Bossi-Fini ha adottato una impostazione esclusivamente repressiva". Questo il giudizio espresso dalla Cassazione in merito alla legge sull'immigrazione. Noi lo abbiamo detto da subito: la legge Bossi-Fini reprime la persona del migrante, reprime per intero la sua dignità, fino ad incarcerarlo fisicamente e psicologicamente nella gabbia della clandestinità. Siamo per la libertà di movimento e di contaminazione culturale. Con l'entrata in vigore della famigerata Bossi-Fini, il processo di penalizzazione del migrante, trovatosi senza permesso di soggiorno, ha superato ogni limite. La legge tratta l'immigrazione come un fenomeno da cui difendersi, considerando i cittadini e le cittadine migranti come potenziali criminali da controllare, invece che affrontarla con politiche di accoglienza e percorsi di integrazione. Riduce il migrante ad una non-persona, ad un essere invisibile, valutandolo solamente attraverso il ricatto/ contratto di lavoro. Lontano dallo sguardo benpensante non gli resta che rinchiudersi in veri e propri ghetti, dove al degrado dello spazio si unisce il degrado dell'inesistenza, dove si ricreano confini identitari e comunitari sempre più stretti ed escludenti. Dopo gli ennesimi arresti e decreti di espulsione rilasciati nella città di Trento [intensificatisi chissà per quale inaspettato destino, a seguito della nostra pressione sul problema dei senza fissa dimora], richiamiamo tutti ad una manifestazione di protesta e di proposta sabato 8 febbraio 2003 ad ore 15. Chiediamo a tutta la cittadinanza, ed in particolare a tutti coloro che quotidianamente operano in campo sociale a fianco dei migranti e delle loro famiglie [con tutte le difficoltà ed i muri che questa legge con leggerezza innalza], di scendere in piazza con noi. Vogliamo che il Comune di Trento si esprima chiaramente, dichiarando pubblicamente la sua posizione a riguardo di questa legge che noi definiamo razziale ed antisociale, nonché anticostituzionale, come più volte sottolineato da alcuni giuristi. Vogliamo che il Comune di Trento e l'Assessorato alle Politiche Sociali si impegni in una politica non più sfuggente dalle sue responsabilità. Vogliamo che la città di Trento, anche tramite la sua rappresentanza politica, si esprima contro la vergognosa legge razziale Bossi-Fini. Vogliamo essere certi di vivere su un territorio in cui i DIRITTI DI TUTTI siano rispettati allo stesso modo. E per questo vogliamo garanzie; per tutte le donne e gli uomini migranti che in questo territorio hanno deciso di vivere o anche solo di passare. Se l'Amministrazione Comunale non condanna politicamente la legge Bossi-Fini, subendone l'ideologia razzista, non riuscirà né a difendere la dignità dei migranti che vivono nella città di Trento, né ad attuare reali politiche di accoglienza. Anzi, sarà complice di processi istituzionali di clandestinizzazione, attivando meccanismi permanenti di esclusione e di emergenza sociale. Occorre: - ripensare i centri/dormitorio di accoglienza: I centri, così come sono stati finora concepiti, si sono rivelati meri contenitori d'emarginazione sociale. Oggi, di fronte alla negazione dello stesso concetto di accoglienza, si rende urgente ripensare tali strutture ed impegnarsi per una loro trasformazione: non più non-luoghi adibiti a semplice dormitorio ma centri che garantiscano, nel rispetto dell'identità del migrante, condizioni dignitose, servizi igienico-sanitari adeguati, luoghi di socializzazione, di culto, di apprendimento della lingua o semplicemente di scambio culturale. Insomma, uno spazio fisico di socialità nel quartiere, non più costretto all'invisibilità. 1) Contenere il disagio delle fasce più deboli derivante dall'inaccessibilità del mercato abitativo, attraverso una temporanea sistemazione: una soluzione dignitosa, corredata da tutti i servizi necessari alla persona, per rispondere alle necessità più immediate legate alla ricerca di una sistemazione definitiva. 2) Recuperare strutture in completo stato di abbandono, edifici pubblici o sovvenzionati con fondi pubblici attualmente non utilizzati, per una gestione alternativa e riqualificante degli spazi, nonché dei finanziamenti altrimenti sprecati Nell'attuazione di tali proposte, occorre promuovere e valorizzare la volontà di autoresponsabilizzazione dei migranti stessi attraverso forme di affidamento della gestione a cooperative e/o associazioni da essi costituite. Entrambi i percorsi presuppongono una valorizzazione dei migranti visti non più come soggetti bisognosi d'aiuto ma come uomini e donne portatori della richiesta di ottenere pari cittadinanza. Su queste tematiche e su queste proposte si misurerà la capacità della città di dare una risposta civile e concreta. Infine crediamo che ognuno di noi sia chiamato a confrontarsi con questi temi, non ultime le Istituzioni, seppur con diverse responsabilità e competenze. disobbedienti alla Bossi-Fini
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