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Informazioni su Cpt e dintorni.
- Subject: Informazioni su Cpt e dintorni.
- From: "as.miranchito" <miranchitoarci at yahoo.it>
- Date: Thu, 23 Jan 2003 11:38:51 +0100
Compagne e compagni vi inviamo la risposta di Cinzia Nachira, responsabile provinciale dei probelemi sull'imigrazione del PRC di Lecce, che ha visitato il CPT Regina Pacis e il centro per richiedenti asilo Lorizzonte, il 16 novembre 2002. Abbiamo domandato a Cinzia di fornirci informazioni piu' dettagliate sul "Centro di accogienza per richiedeteni asilo LORIZZONTE", per sapere se, effettivamente, esso fosse gestito da CTM. Cinzia ci ha confermato che e' proprio l'organizzazione per il "Commercio Equo e Solidale" a governare quel centro, nei modi descritti dal resoconto che riportiamo qui di seguito. Cinzia ci ha detto di avere visitato pochi giorni fa 'Lorizzonte" e che le condizioni di vita delle/i migranti richiedenti asilo e dei minori non accompaganti non sono mutate rispetto a quanto gia' segnalato. In piu', CTM avrebbe preteso che fossero prelevati Euro 8,00 dal sussidio di Euro 17,00, che lo Stato destina giornalmente alla/al richiedente asilo, e di indirizzare tale somma a proprio favore, quale compensazione delle spese di vitto, alloggio e gestione del centro "Lorizzonte". Tale richiesta, su intervento delle/dei compagne/i di Lecce e delle/i migranti, non avrebbe avuto seguito. Informiamo per denunciare tale comportamenti contro le/i migranti, attuato da organismi sedicenti equi e soldali verso le popolazioni del "terzo mondo". Sollecitiamo migranti, organizzazioni antirazziste, ecc., a dare solidarieta' concreta alle/ai richedenti asilo del campo de "Lorizzonte" e alle/ai compagne/i di Lecce, per combattere queste forme di emarginazione e sfruttamento. Saluti. Asociacion Intercultural "MI RANCHITO" 1)Resoconto della visita al Centro accoglienza per richiedenti asilo Lorizzonte Nel pomeriggio di sabato 16 novembre, dopo aver visitato il Cpt Regina Pacis, la delegazione si e' portata verso le 16 e 30 presso il centro di accoglienza per richiedenti asilo Lorizzonte (sic, si chiama proprio cosi', senza apostrofo). La composizione era piu' o meno uguale alla mattina con l' aggiunta di due compagni del Lsf (un'insegnante e un avvocato). Lorizzonte e' in aperta campagna tra Squinzano e Casalabate, in provincia di Lecce. Il centro e' gestito da operatori del Ctm-movimondo, il direttore Vinicio Russo, non c'e' (un'abitudine dei direttori?). Veniamo accolti da un nutrito gruppo di operatori che immediatamente (si erano ben preparati.) ci descrivono le loro attivita', soprattutto la dottoressa direttrice del centro sanitario. Cosa strana: l'unica emittente televisiva presente e' Top Video, crea! ta dal Ctm, che intervista, inevitabilmente, Niki Vendola. La telecamera di Stefano Menchierini, pero', deve restare spenta. Evitiamo di fare troppa polemica, perche' in ogni caso le cose che vedremo in otto non le dimenticheremo. La presenza militare, anche se piu' discreta nei nostri confronti, e' forte e si tratta di guardia di finanza. All'arrivo troviamo il questore di Lecce in persona, che, al solito, vuole un colloquio privato, anche se all'aperto, con Niki Vendola. Sembra che sia la giornata dei misteri e delle confessioni. Pazientemente aspettiamo circa un quarto d'ora prima di muoverci. Veniamo fatti entrare direttamente nel settore dove i reclusi (anche qui in definitiva gli "ospiti" non possono uscire, gli esterni possono entrare col contagocce) hanno le loro "stanze". I migranti dormono in androni disadorni su letti a castello (dieci per stanza) con materassi in stato relativamente migliore che al! Regina Pacis, in ogni caso impregnati di umidita' e senza coperte e guanciali. Alla domanda sulla mancanza di lenzuola, la dottoressa e la vicedirettrice del centro si lanciano in una spiegazione arzigogolata su "abitudini diverse", per le quali i migranti userebbero le lenzuola come accappatoi.Ci assicurano che ogni giorno (!?) i materassi vengono messi all'aria e trattati in modo particolare. Queste spiegazioni convincono poco. Quei materassi non sembrano essere stati all'aria poche ore prima. Due componenti della delegazione si avvicinano ad una finestra, tentano di aprirla, resta loro in mano! Evidentemente, almeno in quel dormitorio (non ne vedremo altri), le persone che ci vivono e dormono, non possono aprire la finestra (immaginiamo che in estate debba essere un vero problema col caldo). I muri sono stracolmi di scritte, in diverse lingue, molto sporchi. Alla domanda: che costerebbe una rivernici! ata? Una risposta poetica: possiamo impedire loro di "fare murales" ? Pero' osserviamo noi i locali della mensa sono stati riverniciati molto di fresco. Ancora e' fortissimo l'odore di vernice, che prende alla gola. A quel punto la dottoressa ci invita a non "credere ai cattivi reportages su di loro" in cui si e' detto anche che nelle toilettes non c'era carta igienica. La carta non c'era, sostiene, perche' "hanno l'abitudine di buttare i rotoli nel water". Insistiamo, e allora? Allora hanno preferito dare un rotolo a testa. Domanda cattiva: e che cambia? Non possono ugualmente gettarlo nel water? Gesto insofferente della vicedirettrice, che ci spiega che addirittura hanno tentato inizialmente di installare dei water che poi "loro hanno rotto perche' hanno una cultura diversa" (!!), sicche' hanno dovuto rimettere i bagni alla turca. Anche qui pero' il dubbio che le latrine siano state rotte per reagire a co! ndizioni di vita inaccettabili si insinua nelle nostre menti. Altre volte Lorizzonte e' stato teatro di rivolte interne, c'e' anche una denuncia penale di due ex reclusi. A questa vita sono costretti anche molti bambini. Alcuni piccolissimi. Che fanno durante il giorno? Giocano, ci dicono. Dove? Qui. Con cosa non si capisce. I piu' grandicelli vanno a scuola? No. Aiutano. Chi e a fare cosa? Nessuna risposta. Tutti ci facciamo la stessa domanda: ma per questi bambini vivere in questi condizioni non equivale a crescere in una cella? Loro e i loro genitori di cosa sono colpevoli? Veniamo invitati a parlare con un gruppo, scelto da loro, di ragazzi iracheni. Parlano poco italiano, scarso inglese, quindi aspettiamo che arrivi il "mediatore culturale", ossia un marocchino che ha deciso di restare a lavorare nel centro. Alla domanda se hanno chiesto l'asilo politico in Italia, i ragazzi rispondono in coro di no. Ma s! oprattutto non hanno intenzione di chiederlo. Ci dicono di essere scappati per fame e non per sfuggire alla dittatura di Saddam Hussein. Non vogliono chiedere l'asilo politico perche' se non lo ottenessero per loro tornare in Iraq significherebbe finire in carcere, se lo ottenessero non potrebbero tornare in patria per cinque anni. Sono convinti di poter ottenere un foglio di via che gli consenta di raggiungere la Germania. Ci guardiamo frastornati: ma lo sanno che il foglio di via con la Bossi-Fini e' stato cancellato e che esiste solo l'accompagnamento alla frontiera? Che oggi la legge "entro cinque giorni" impone l'espulsione? E che se vengono catturati finiscono in un carcere italiano e poi vengono espulsi, con tanto si segnalazione alle autorita' del loro paese? Significativamente non rispondono, mentre un' altra operatrice si affretta a "chiarire" che per loro anche se chiedessero l'asilo politi! co si aprirebbe una prospettiva da incubo: anche se ascoltati dalla commissione nazionale fino al riconoscimento definitivo dello status di rifugiato non possono lavorare, ne' sposarsi, ne' fare alcunche' (le strade che restano loro aperte sono quelle del lavoro nero o del delinquere per sopravvivere). Hanno diritto teoricamente a un sussidio miserrimo (circa duecentomila delle vecchie lire al mese) che in pochi, inoltre, ottengono e riscuotono con regolarita'. Che possono fare una volta che la commissione dice si ? O tornare nel centro (per sopravvivere: in molti casi sono intere famiglie con bambini piccoli) o "arrangiarsi". Che futuro hanno se la commissione dice di no? Nessuno. L'espulsione. Anche qui le risposte alle questioni tecniche sono piu' rilassate: la retta giornaliera e' di trentacinquemila delle vecchie lire. Chiediamo perche' tanta differenza col Cpt? Come colmate la differenza, che evide! ntemente significa meno servizi? Col volontariato. E' una risposta? No. La discussione con gli operatori prosegue: non vi sembra un carcere? Si, ma cerchiamo di renderlo piu' umano. Perche' il Ctm, una Ong, ha accettato di gestire un centro di detenzione? Perche' altrimenti finiva in mani peggiori. Ma cosa c'e' di peggio di un carcere con dentro anche minori dagli zero anni ai diciassette? Colpevoli solo di essere venuti al mondo? Le risposte tecniche, sono l'alibi. Ne sono passati 24.000 di richiedenti asilo dal centro. Che fine hanno fatto? Molti sono stati espulsi, altri, pochi, hanno ottenuto l'asilo politico, altri sono riusciti, per loro fortuna a fuggire dall'Italia. La vicedirettrice insiste sul fatto che si sono battuti per rendere piu' "umano" il centro. Hanno rifiutato di mettere le sbarre alle finestre del piano terra. A quelle del primo piano, escluso dalla nostra visita (nessuno riesce a chiam! arci e a farci salire come al Regina Pacis), le hanno messe per sicurezza, ci dicono. O per evitare tentativi di fuga o suicidio? Resta la sensazione fortissima che a Lorizzonte, la nostra "protezione" sia stata organizzata in modo capillare. Ci si sente come i giapponesi in gita organizzata. Il fiore all'occhiello de Lorizzonte e' il centro Don Milani per i minori non accompagnati. Nell'avviarci vediamo un immenso campo di carciofi. Chi li coltiva? Fanno finta di non sentire. Si vendono? Si, sono i "carciofi della solidarieta'". A chi vanno i proventi delle vendite? Al centro. Chi li coltiva? Il dubbio che i cosiddetti ospiti vengano trasformati in contadini forzati resta. Il centro per i minori e' sicuramente piu' accogliente, di recente costruzione. Anche qui i responsabili chiedono un colloquio privato con Vendola che dura una ventina di minuti. Cosa gli hanno chiesto? Forse di intercedere presso chi! ha fatto denuncia contro di loro? Anche qui resta il buco nero del rapporto con gli avvocati. Anche qui assicurano che il Cir gestisce le pratiche dell'asilo. E per coloro che non intendono chiedere asilo? Perche' non ci fanno rispondere da loro? Altra questione: gli operatori si rendono conto che tra poco, dopo l' estinzione dei centri di seconda accoglienza, quel centro si trasformera' in Cpt? Come intendono muoversi? Non lo sanno. Tirano a campare. E la militarizzazione sempre piu' evidente del centro? Non sanno. La visita si conclude dopo circa due ore. Cosa abbiamo visto? Un altro carcere a cielo aperto. Dove, per carita', siamo stati invitati a tornare e dove noi torneremo. Anche li' e come in Palestina per fare un'azione di "protezione di civili". Le considerazioni finali sono che tra il Cpt e il centro per richiedenti asilo non c'e' differenza sostanziale. La cosiddetta "politica dell' accoglienza" in re! alta' altro non mira che all'espulsione. Le proposte che ci vengono in mente a fine giornata sono: - a livello nazionale deve essere preso contatto con il Cir e l' Acnur per capire bene che tipo di rapporto esiste fra i reclusi e gli avvocati, che sembrano ombre; - al livello parlamentare, dopo la raccolta di materiale specifico, occorrera' fare una battaglia per risolvere il problema dei richiedenti asilo e del limbo indecente in cui sono costretti a vivere per anni; - richiesta anche per Lorizzonte di visite a "sorpresa", con l' obbligo da parte del centro di far entrare le persone delle associazioni impegnate nella solidarieta'; - monitoraggio anche per Lorizzonte, come per il Cpt, da parte di un gruppo stabile di parlamentari del nostro partito, innanzitutto (senza escludere chi si rende disponibile di altri gruppi), sistematico e possibilmente mensile. Cinzia Nachira (responsa! bile provinciale immigrazione Prc Lecce) Lecce, 17/11/02 2)Cinzia <cinachi at tin.it> wrote: Cari compagni e compagne, ho ricevuto la vostra richiesta il 7 gennaio e solo ora trovo il tempo per darvi le informazioni che chiedete. Per ciò che riguarda il Cpt "Regina Pacis" ho da aggiungere poco al resoconto del 16 novembre. Purtroppo è un vero e proprio lager dove possono entrare solo parlamentari o consiglieri regionali e con il contagocce gli avvocati. Proprio in questi giorni, motivo del mio ritardo, la magistratura ha aperto un'inchiesta sulle denunce che 17 cittadini maghrebini hanno sporto agli inizi di dicembre. Ovviamente si è scatenata una canea terribile: la Curia e gran parte delle istituzioni ed anche, ahimé, del centro sinistra hanno fatto numerosi appelli di solidarietà in favore di questi carcerieri. Le denunce sono scattate per violenze inaudite che queste persone, tutte giovanissime, hanno subito (pestaggi, imposizione di carne di ! maiale ai musulmani perdipiù durante il Ramadan, ed altro) dopo un sacrosanto tentativo di fuga a metà novembre. Oggi la situazione è che grazie al loro coraggio, non è facile denunciare i propri aguzzini quando non si ha il permesso di soggiorno e voi lo sapete bene, siamo riusciti a sollevare il velo di ipocrisia sulla presunta "accoglienza" italiana, che altro non è un buco nero dal quale i migranti vengono ingoiati per poi essere espulsi. I Cpt in realtà sono dei posti dove ogni diritto è negato. Hanno più diritti i reclusi nelle carceri speciali. Cari compagni e compagne speriamo che a livello nazionale la battaglia politica che si è iniziata porti a ridiscutere nel complesso la politica verso i migranti. Non è solo la questione imprescindibile della chiusura dei Cpt, ma anche di una legge che garantisca il diritto d'asilo, la possibilità di non "clandestinizzarsi" con il meccanismo infernale del permesso di soggiorno collegato al ! lavoro e alla casa. ciò che questa esperienza, nella sua drammaticità, preziosa ci ha insegnato è che, in ogni caso, senza i migranti nessuna battaglia è possibile. Per ciò che riguarda il CTM la risposta è positiva. E' esattamente la rete di Ong che organizza il cosiddetto commercio equosolidale. Questo è un altro capitolo doloroso. Della serie nati bene e cresciuti male...Ma è meglio per ora che io mi fermi qui. Se volete potrò dirvi altro sul Ctm in un'altra lettera. Una cortesia. L'allegato col vostro statuto non si apre potreste rispedirmelo in formato word. Io in cambio vi spedisco l'invito ad un convegno nazionale che il 18 e 19 gennaio Rifondazione Comunista organizza proprio sui temi delle migrazione. Io ci sarò e spero che anche voi possiate e vogliate venire. In questa prospettiva vi lascio i miei numeri di telefono .........(casa), .............(cell.). Un abbraccio forte di buon lavoro ! e buon anno, anche se in ritardo, Cinzia Nachira. A presto, spero.
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