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Fw: [Richiesta Amministrativa] Algeria news: Algeria continua la repressione. Appello a solidarietà
- Subject: Fw: [Richiesta Amministrativa] Algeria news: Algeria continua la repressione. Appello a solidarietà
- From: "Stefano" <stefano.manfre at libero.it>
- Date: Sun, 19 Jan 2003 22:30:12 +0100
----- Original Message ----- From: Karim Metref To: Undisclosed-Recipient:; Sent: Thursday, January 16, 2003 9:25 PM Subject: [Richiesta Amministrativa] Algeria news: Algeria continua la repressione. Appello a solidarietà Un saluto a tutti dalla redazione di Asaka-Italia, http://digilander.iol.it/asaka Avremo tanto voluto mandare semplici auguri per il nuovo anno e dare ecco ai festeggiamenti all' occasione del 12 Gennaio capo d'anno berbero ma, purtroppo, le notizie provenienti dalla nostra terra non lo permettono. L'Algeria continua il suo cammino di croce. I problemi sono in aumento esponenziale. Il divario tra ricchi e poveri si fa sempre più largo, il terrorismo ritorna a colpire con durezza, i morti dall' inizio di questo anno si contano in centinaia; La Cabilia continua a far parlare di se. Non passa un giorno in cui non ci sono manifestazioni scontri o Sit-in. Sono ormai due anni e mezzo che la regione è in ribellione aperta contro il potere dittatoriale dei Generali e della mafia politico finanziaria algerina. Il governo di Algeri risponde con più repressione e più ingiustizie nei confronti dei cittadini disarmati ma sempre più risolti ad andare avanti. Ricordiamo i fatti degli ultimi mesi: 5 ottobre, scorso, anniversario dei moti sanguinosi dell'ottobre del 1988 (che portarono, fra l'altro alla fine del monopartitismo), numerose manifestazioni pacifiche vengono duramente represse. Si contano molti feriti da proiettili veri, e decine di arresti, in particolare a Bouira e a Bejaia. Il 10 ottobre, le elezioni locali, boicottate dal movimento cittadino della Cabilia, sono un ennesimo insuccesso: nonostante un partito tradizionale della Cabilia (FFS) abbia fatto propaganda per il voto, in Cabilia più del 90% disertano le urne. Il potere, che già a maggio aveva subito uno smacco, col 100% di astensioni alle politiche, decide di passare all'azione arrestando quelli che ritiene i "capi" del movimento. E il 13 ottobre, violando i locali del palazzo di giustizia di Tizi-Ouzou, la polizia fa irruzione in un'aula dove Belaid Abrika e altri delegati stavano assistendo ad un ennesimo processo politico, e li arresta dopoavere percosso chiunque cercasse di frapporsi, tra cui diversi avvocati. 26 novembre: inizio sciopero della fame a Bugia (27 detenuti di cui 7 delegati) 3 dicembre (settimo giorno di sciopero a Bugia): inizio dello sciopero della fame a Tizi-Ouzou (5 detenuti: Tahat Alik e Lyès Makhlouf, delegati di Ath Ghobri, Mohamed Nekkah, delegato di Ouaguenoun, Mouloud Chebheb, delegato di Aït Aïssi, Rachid Allouache, delegato di Ath Jennad, Belaïd Abrika, delegato di Tizi Ouzou). 6 dicembre : inizio sciopero della fame a Bouira (7 detenuti: Arezki Lalmi, delegato di Bouira, Hidouche Akkal, Idir Derbal, Farid Derbal, Amar Bahmed, Ahmed Bouchneb et Amar Berkane). In realtà si tratta di una ripresa dello sciopero, durato quasi una settimana, effettuato prima del Ramadhan. 13 detenuti hanno continuato lo sciopero per 42 giorni. E' difficile avere informazioni precise, perché le direzioni dei carceri non autorizzano visite e i manifestanti sono stati tutti messi in isolamento, per evitare che la loro iniziativa "contagiasse" altri detenuti. Dal carcere di Tizi-Ouzou è comunque filtrato, il 12 dicembre, un documento redatto dai delegati arrestati. Il rischio di una conclusione tragica è reale, perché il potere algerino ha sempre manifestato indifferenza verso ogni forma di protesta e rivendicazione pacifica del movimento democratico della Cabilia. !3 dicembre dopo tante pressioni e appelli da parte della popolazione, del movimento e dei parenti dei scioperanti, questi decidono di fermare lo sciopero della fame. Ma il problema rimane. La repressione sulla Marcia tenuta il 12 gennaio a favore dei detenutio politici è stata repressa con tanta violenza gratuita da parte delle forze di polizia contro manifestanti apcifici che hanno comunque concluso il loro percorso fino alla fine dimostrando che la repressione non li fà più paura l'UE o l'ONU perché facciano pressione sul governo di Algeri affinché liberi i detenuti ed accolga le richieste di democrazia contenute nella piattaforma di El-Kseur.
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