Foglio di Collegamento n. 102



Cari amici,
                  vi invio nel corpo di questo messaggio il numero 102 del
nostro Foglio di Collegamento.

Vi annuncio la speciale amicizia instauratasi tra il Comitato e il detenuto
Kenneth Foster Jr. (vedi articolo n. 3)

Vi prego di notare la petizione per Ronald Foster, minorenne all'epoca del
crimine. Potete inviarla per posta, fax, o anche via email, al Governatore
del Mississippi.

Cordiali saluti
p. il Comitato Paul Rougeau
Giuseppe Lodoli

N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista
per l'invio del F. d. C.
          Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in
poi, fatecelo sapere

P. S. Se richiesto da un congruo numero di lettori, sarà prossimamente
disponibile il F.d.C. in formato pdf, che occuperà meno spazio del formato
Word e che conterrà delle illustrazioni. Per leggere tale formato è
necessario scaricare dalla rete (gratuitamente) il software Adobe Acrobat
Reader. I lettori interessati a ricevere l'allegato pdf in luogo
dell'allegato Word si possono prenotare da subito.

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FOGLIO  DI COLLEGAMENTO  INTERNO

DEL COMITATO PAUL ROUGEAU

Numero  102  -   Dicembre 2002


Sommario:

1) Grazie amici della vostra solidarietà!
2) Perdente la causa abolizionista nelle elezioni americane
3) La nostra corrispondenza con Kenneth Foster
4) Inserita la pena di morte nella costituzione della Florida
5) Minori: la Corte Suprema si rifiuta ancora di intervenire
6) Salviamo Ronald Foster minorenne all'epoca del crimine
7) Continuano gli appelli per salvare Kevin Stanford
8) La cyber-guerra è già cominciata, in Cina
9) Uccidendo Kasi la giustizia 'regola i conti' in nove anni
10) Gli Stati Uniti risparmiano per il momento un malato mentale
11) Suicida in carcere Williams che fu 'salvato' dai nostri appelli
12) Sei ciniche esecuzioni extragiudiziarie portate a termine dalla CIA
13) Sentenza di morte per Aghajari: paradigma di uno scontro politico
14) Assurda catena di eventi tra due condanne a morte in Nigeria
15) Il nuovo museo del carcere orgoglio della città di Huntsville
16) In favore di San José Maria Escrivá de Balaguer
17) Notiziario: Illinois,Louisiana, Oklahoma, Nebraska, Tennessee,Texas


1) GRAZIE AMICI DELLA VOSTRA SOLIDARIETA'!

La nostra cara Loredana è di nuovo impegnata accanto a noi, sostenuta da
tante attestazioni di affetto pervenutele da amici e conoscenti e dai
lettori del bollettino. Pubblichiamo volentieri una sua risposta
all'articolo con cui abbiamo aperto il numero precedente.

Cari amici, prima di tutto voglio rassicurarvi: sto molto meglio e, anche
se per un periodo piuttosto lungo mi dovrò considerare soprattutto una
"paziente", i miei interessi sono già proiettati nel futuro per un recupero
a 360 gradi! Dovete credermi se vi dico che il gran numero di attestazioni
di amicizia che mi sono arrivate, direttamente o indirettamente, con ogni
mezzo, mi hanno sorpreso e commosso. Questa sarebbe una frase banale, se
non fosse autentica e vera! La vicinanza degli amici è stata, insieme alla
dedizione incredibile dei miei figli e dei miei fratelli, un importante
punto d'appoggio per superare il momento più brutto. Appena potrò
organizzarmi, risponderò materialmente alle lettere che mi avete mandato ma
vi assicuro che ho vi ho già risposto con la mente e col cuore! Grazie
anche delle belle e immeritate parole di stima che avete scritto nel numero
precedente di questo bollettino e della promessa di continuare a starmi
vicino! (Loredana)


2) PERDENTE LA CAUSA ABOLIZIONISTA NELLE ELEZIONI AMERICANE

Nella consultazione elettorale per la ripartizione del potere nelle classi
che già lo detengono, ha votato meno del 40% degli aventi diritto, cioè 77
milioni di cittadini americani (su una popolazione di 278 milioni di
persone). Le elezioni di medio termine, tenutesi negli Stati Uniti il 5
novembre scorso, sono andate bene per i più ricchi, male per la pace e per
la democrazia come pure per la salvaguardia dei diritti umani e per la
causa abolizionista. La vittoria dei repubblicani - e dei più conservatori
tra i repubblicani - ha galvanizzato il Presidente Bush nella sua corsa
verso la guerra ed ha subito fatto presagire un regresso della causa
abolizionista in diversi stati e a livello federale.
   I commentatori si sono sforzati di motivare i risultati delle elezioni
americane con gli errori del partito democratico al quale sono sicuramente
mancate determinazione e compattezza. Tuttavia la spiegazione di una
vittoria scontata in partenza si può trovare soprattutto negli ingentissimi
fondi che i ricchi repubblicani hanno potuto mettere insieme e buttare sul
tappeto in campagna elettorale.
   Il partito del Presidente ha rafforzato la maggioranza alla Camera dei
rappresentanti (con 226 seggi su 435) e l'ha conquistata al Senato (con 51
seggi su 100). Era da cinquant'anni che un presidente non raggiungeva
l'obiettivo di avere il Congresso interamente dalla propria parte,
obiettivo a cui Bush teneva moltissimo e per il quale si è battuto
personalmente (vedi n. 95, pag. 4).
   Si è subito detto che il verdetto elettorale costituisce la
legittimazione per una conquista armata dell'Iraq da parte di George W.
Bush. Anche l'uso della pena di morte a livello federale promosso
pervicacemente dal Ministro della Giustizia Ashcroft ne esce rafforzato.
   La conferma di Jeb Bush, fratello di George, quale Governatore in
Florida, il successo del referendum che modifica la Costituzione della
Florida inserendovi la pena di morte, la vittoria in Maryland del candidato
repubblicano al governatorato, favoriscono la ripresa delle esecuzioni in
due stati in cui si era instaurata una moratoria.
   La fragile moratoria "di fatto" della Florida, interrotta in campagna
elettorale da Jeb Bush con l'uccisione di due malati mentali che avevano
rinunciato agli appelli (v. n. 101), ha subìto il colpo di grazia il 10
dicembre con l'esecuzione del 63-enne Linroy Bottoson, un ritardato che
diceva di sentire la voce di Dio e di avere la facoltà di resuscitare la
sua vittima.
   Puntualmente, nella sua prima conferenza stampa tenuta il 17 novembre,
il neo governatore repubblicano del Maryland, Robert Ehrlich, ha annunciato
che appena entrerà in carica il 13 gennaio porrà fine alla moratoria delle
esecuzioni in atto nel suo stato, moratoria giustamente istituita
dall'attuale Governatore Parris N. Glendening che ha promosso uno studio
sul sistema della pena capitale (lo studio verrà presentato entro la fine
dell'anno). Glendening è preoccupato dal fatto che tutti i condannati a
morte del Maryland lo siano per aver ucciso bianchi, anche se bianchi e
neri sono in egual percentuale vittime del crimine. Ehrlich porrà fine alla
moratoria e firmerà gli ordini di esecuzione al più presto
indipendentemente dall'esito dello studio commissionato dal suo predecessore.
   Il nuovo leader repubblicano del Senato degli Stati Uniti, Trent Lott,
ha già dichiarato che poterà avanti le riforme più conservatrici che i
democratici osteggiavano: l'istituzione di un Ministero per la protezione
della Patria, il consolidamento dei maxi-sconti fiscali alle aziende,
l'avvio delle trivellazioni petrolifere in Alaska, la ratifica delle nomine
dei giudici federali più conservatori, paladini della pena di morte, in
grado di porre con le loro decisioni un grosso freno al movimento
abolizionista.


3) LA NOSTRA CORRISPONDENZA CON KENNETH FOSTER

Kenneth Eugene Foster Jr. è un giovane di colore condannato a morte
detenuto nella Polunsky Unit in Texas. Il Comitato è venuto a conoscenza
del caso di Kenneth tramite Paolo Scanabucci, un socio che corrisponde da
alcuni anni con lui. Più di una volta sono comparsi articoli riguardanti
questo prigioniero sul presente bollettino ed una pagina a lui dedicata si
può trovare anche nel nostro Opuscolo giallo. Nel mese di ottobre il
Comitato ha deciso di stringere una particolare amicizia con Kenneth Foster
Jr. Pubblichiamo una parte della corrispondenza intercorsa con Kenneth al
quale facciamo i più cari auguri per il nuovo anno.

Caro Kenneth,
                        mi chiamo Grazia e ti scrivo a nome del Comitato
Paul Rougeau, un'organizzazione senza scopo di lucro che si oppone alla
pena di morte, in particolare negli Stati Uniti d'America.
   Il nostro Comitato fu fondato circa 10 anni fa da un gruppo di cittadini
italiani che avevano iniziato una corrispondenza con Paul Rougeau,
rinchiuso, come probabilmente sai, nel braccio della morte nella Ellis
(One) Unit. Dopo la sua ingiusta esecuzione nel 1994, il Comitato decise di
proseguire a battersi nel suo nome contro la pena capitale.
   Scopo della nostra associazione è di fornire aiuto morale ai condannati
a morte e di divulgare la lotta contro la pena capitale, tenendo discorsi
nelle scuole, nei gruppi, nelle parrocchie...  e giovandoci della
pubblicazione di un bollettino mensile.
   Abbiamo letto le tue poesie, tradotte anche in italiano dai tuoi amici
Tiziana Riva e Paolo Scanabucci, e le abbiamo trovate ricche di
significato. Esse rivelano la tua anima e la tua sensibilità.
Abbiamo perciò deciso di offrirti una forma di aiuto molto particolare:
vogliamo diventare la tua voce qui in Italia. Il tuo amico Paolo ci ha
detto che accetti questa proposta e noi te ne siamo molto grati.
   Dovrai solo scriverci ogni tanto, ogni volta che sentirai il desiderio
di farlo, delle lettere nelle quali potrai raccontarci tutto ciò che vuoi,
sia riguardo al tuo caso personale che sulle condizioni di vita nel braccio
della morte. Potrai anche ogni tanto mandarci alcune delle tue poesie. Noi
pubblicheremo i tuoi scritti, tradotti in italiano, sul nostro bollettino,
che al momento viene letto da oltre 200 persone.
   Non possiamo offrirti un forte sostegno finanziario e non possiamo,
naturalmente, prometterti che la nostra amicizia ti procurerà vantaggi
diretti, ma ciò che invece possiamo prometterti è che la tua voce  e le
notizie che ci invierai verranno divulgate il più possibile: molti Italiani
verranno a conoscere, attraverso di noi, le tristi condizioni di vita che
conducete nel braccio della morte.
Possiamo inoltre pubblicare il tuo indirizzo, cosa che potrà aiutarti a
trovare nuovi amici italiani.
   Gli Italiani hanno spesso levato la loro voce contro la pena di morte in
America, e hanno anche conseguito qualche vittoria, quando molte molte
persone hanno firmato petizioni o scritto appelli alle autorità
statunitensi per protestare contro i trattamenti inumani nel braccio della
morte.
   Ti auguriamo di cuore che le tue condizioni di vita possano migliorare e
che tu e gli altri condannati a morte possiate condurre una vita più
serena, nella speranza che la pratica barbarica della pena capitale possa
essere abolita in America e in tutto il mondo.
   Carissimi saluti.  Per il Comitato Paul Rougeau - Grazia Guaschino

A stretto giro di posta è arrivata una lettera di Kenneth! Anzi, due
lettere. Nella prima ci ringrazia della nostra offerta che accetta con
entusiasmo, ci chiede di fornirgli alcuni dettagli sul tipo di informazioni
che desideriamo ricevere da lui e ci chiede il favore di inviargli copia
dei bollettini sui quali figureranno i suoi scritti. La seconda lettera è
indirizzata a tutti i soci e più in generale agli Italiani. Ne riportiamo
qui di seguito i brani più salienti.

Cari Italiani,
                    il giorno di oggi ci è stato donato dal Signore per
avere una nuova opportunità di crescere, imparare e condividere.
Utilizziamo con saggezza le nostre giornate per creare un mondo migliore
per l'umanità.
   Buongiorno a tutti voi. Mi chiamo Kenneth E. Foster e sono un
prigioniero politico innocente nel braccio della morte del Texas (USA). Mi
è stata offerta dal Comitato Paul Rougeau la grande opportunità di
diventare una voce dalle viscere di questo posto orrendo.  Non credo ci sia
onore più grande di quello di poter essere un oratore che illumina la
gente, perché è proprio la gente che permette al mondo di andare avanti.
Sono le persone comuni e normali, come voi, che hanno costruito questo
mondo e spesso voi venite trascurati o dimenticati, ma per me voi siete
quelli da tenere in massima considerazione (...).
   Mi considero prigioniero politico non perché le mie idee politiche siano
state la causa della mia incarcerazione, ma perché è la politica ingiusta
che mi ha portato qui e che mi tiene ingiustamente confinato qui dentro.
   Gli Italiani conoscono già le azioni mostruose che avvengono nei bracci
della morte in America, ma io porterò un nuovo messaggio e nuova energia
rispetto alle voci che avete udito da noi.
   Non mi oppongo a questo sistema solo come un prigioniero esacerbato e
non mi rivolgo al mondo esterno unicamente come persona bisognosa di aiuto,
bensì mi avvicino alla società come un uomo timorato di Dio, ma nel
contempo come un rivoluzionario che chiede giustizia. Non sono un
predicatore, né un vero attivista, ma ho fede, intuito e coraggio.
   Mi sento legato a voi Italiani perché avete dimostrato coerenza nel
corso degli anni. Sono qui per incoraggiarvi a non smettere di battervi per
la causa umanitaria che avete abbracciato: benché non  siano più con voi
alcuni di coloro che avete sostenuto, la battaglia non è persa.
   Anni fa avevo solo sentito parlare delle persone che il Comitato Paul
Rougeau stava aiutando, poi ho letto notizie sul Comitato, e adesso ne
faccio improvvisamente parte, sono un combattente al vostro fianco e voi
siete una voce che parla per me. Dio benedica il nostro impegno.
   Spero di poter inviare messaggi regolari agli Italiani riguardo alla mia
lotta per la giustizia e riguardo alle realtà del braccio della morte. Devo
avvertirvi: le notizie dal braccio della morte non sono piacevoli da
ascoltare. E' un luogo che è molto peggiorato negli ultimi 3 anni. I
tentativi di opprimerci si sono intensificati e il sistema vorrebbe che noi
restassimo chiusi nelle nostre celle a marcire o a impazzire nell'attesa
dell'esecuzione. Purtroppo per molti è così e ci sono persone che sono
malridotte mentalmente, spiritualmente e persino fisicamente. Solo alcuni
di noi, come me, si rifiutano di rassegnarsi e lasciarsi brutalizzare da
questo sistema. Comunque, anche se non sono disposto a sottomettermi a
queste atrocità, sarò rispettoso e riguardoso verso di voi. La verità è che
gli attacchi che ci vengono inflitti offendono tutta l'umanità. Noi qui
siamo esseri umani, con una nostra vita, con dei figli. Tutti gli esseri
umani commettono degli errori, persino quelli citati nella Bibbia o in
altri testi sacri. Poi ci sono qui rinchiusi degli innocenti, come me, che
devono sopportare ingiustamente questa tortura. Ma ci sono uomini che
dovrebbero sopportarla "giustamente"?
   Ci si potrebbe chiedere perché all'Italia dovrebbe importare tanto
questa domanda. La risposta è che il mondo ha bisogno di nuovi capi, perché
l'America non ha fatto un buon lavoro. L'America "parla" di grandi
ideologie, ma dietro alle porte chiuse, nel sistema e nelle comunità
povere, nelle leggi (...), l'America pratica qualcosa di completamente
diverso. Tenete questo a mente e capite perché l'Italia e le altre nazioni
dovrebbero essere molto interessate a quanto succede. (...)  Siate fieri di
voi. Io sono fiero di poter dire: "Gli Italiani ci sostengono. Hanno senso
morale e sono un popolo di Dio. Vogliono la Giustizia".
   L'America deve capire che l'ira appartiene solo a Dio. Non è degli
Americani e se vogliamo un mondo migliore dobbiamo trattare meglio la gente.
   Sono qui per darvi consapevolezza e per rafforzarvi come voi rafforzate
me.  Voglio inoltre dirvi che il vostro lavoro sta producendo buoni
risultati e aiuta le persone come me a continuare a lottare per ciò che è
giusto. Vi chiedo di continuare a sostenere il Comitato nel suo sforzo di
migliorare la società.
   Mi piacerebbe che mi poneste delle domande (...) sul braccio della
morte, sul sistema o sul governo americano (o anche domande personali se
volete). Risponderò a queste personalmente o attraverso il bollettino se lo
spazio lo consente.
   E' vero che a volte la verità fa male, ma a volte il dolore è il mezzo
con cui la natura ci insegna a  crescere nella vita. Dobbiamo imparare
dalla sofferenza e dalle avversità. (...)
   Il mio motto ogni volta che vi scriverò sarà: Isaia 41:1.
   Adesso devo lasciarvi, ma la mia ammirazione e gratitudine non si
fermano qui, e soprattutto non finisce mai il mio spirito combattivo. Siamo
uniti nello spirito e attraverso lo spirito vinceremo la battaglia. Ciao
Kenneth

Bene! A questa prima lettera, già ricca di notizie, certo altre seguiranno.
Vi esortiamo ad accogliere l'invito di Kenneth a scrivergli. Per fare
questo, potete indirizzare direttamente a lui:
Kenneth Foster Jr. (#999232) - Polunsky Unit - 3872 FM 350 South -
Livingston, TX 77351 - USA
o passare tramite la casella email KennethFoster at todesstrafe-usa.de
o attraverso di noi - specie quando la vostra corrispondenza riguarda
argomenti che possono essere opportunamente divulgati tra i soci -  (
prougeau at tin.it     paulrougeau at tin.it )
Kenneth comunica che è stato realizzato un sito web per lui, che potete
visitare all'indirizzo:
www.todesstrafe-usa.de/death_penalty/alive_foster.htm


4) INSERITA LA PENA DI MORTE NELLA COSTITUZIONE DELLA FLORIDA

All'avvento del Governatore Jeb Bush nel 1998, le leggi della Florida
contemplavano la pena di morte ma per il nuovo governatore erano eccessive
le restrizioni imposte nel suo uso e troppo lungo l'iter degli appelli
concesso ai condannati. Occorreva sveltire le esecuzioni per rendere più
credibile il sistema della pena capitale. Imitando per molti aspetti quello
che aveva fatto due anni prima in Texas suo fratello George, Jeb si scelse
collaboratori appropriati e mise mano alle leggi per ottenere il suo
obiettivo. Grossi ostacoli, che George non aveva incontrato in Texas,
bloccarono tuttavia sul nascere i propositi del nuovo governatore della
Florida. Uno degli ostacoli fu la diatriba sulla crudeltà dell'uso della
sedia elettrica previsto in Florida, l'altro fu l'atteggiamento di grande
prudenza della Corte Suprema dello stato - a maggioranza democratica - in
materia di esecuzioni capitali.
   Poteva accelerare le esecuzioni una modifica della Costituzione della
Florida: in quegli anni si era studiato un emendamento che vi inserisse
esplicitamente la previsione della pena di morte e cambiasse la proibizione
delle "pene crudeli O inusuali" nella proibizione delle pene "crudeli E
inusuali", ricollegandosi così ai criteri più larghi in materia penale
stabiliti dalla Corte Suprema federale (*).
   Bush, candidandosi alle elezioni del 1998, aveva supportato un
referendum costituzionale in tal senso. Secondo le previsioni, i
cambiamenti costituzionali furono approvati, e approvati con il 73% dei
voti espressi. Tuttavia la Corte Suprema della Florida bloccò la modifica
costituzionale e, dopo un dibattito durato due anni, annullò a stretta
maggioranza il referendum sostenendo che la domanda agli elettori era stata
formulata in modo ambiguo.
   Ora il referendum è stato riproposto in occasione delle elezioni di
medio termine del 5 novembre scorso, pressoché identico nella sostanza, su
un testo opportunamente riformulato. Ancora una volta quello che è noto
come Emendamento n. 1 della Costituzione della Florida è stato approvato a
larghissima maggioranza: oltre il 70 % dei voti espressi. Ora ci si domanda
quali effetti pratici avrà. In particolare si discute se verranno
ripristinate le esecuzioni dei criminali sedicenni al momento del delitto,
fino ad ora proibite dalla Corte Suprema dello stato. Con l'Emendamento n.
1, che rimanda alla giurisprudenza federale, ciò è infatti possibile, anche
se è improbabile che i cittadini della Florida lo vogliano. Certamente,
sottraendo una parte dei ricorsi dei condannati a morte alla giurisdizione
della Corte Suprema della Florida, è possibile che l'iter giudiziario si
abbrevi, con aumento del rischio di uccidere persone innocenti.
-------------------------
(*) La Corte Suprema federale si riferisce alla Costituzione degli Stati
Uniti che proibisce le pene crudeli E inusuali.


5) MINORI: LA CORTE SUPREMA SI RIFIUTA ANCORA DI INTERVENIRE

Dopo essersi profondamente divisa al suo interno sul caso di Kevin Stanford
(v. n. 101), si presumeva che la Corte Suprema degli Stati Uniti si sarebbe
presto riunita per discutere della costituzionalità della pena di morte
inflitta ai minorenni all'epoca del crimine. Si pensava che ciò potesse
avvenire in occasione del successivo ricorso che riproponesse la questione.
   Invece, il 2 dicembre, la massima corte ha fatto sapere che non avrebbe
discusso il caso di Ronald Chris Foster condannato a morte in Mississippi
per un omicidio compiuto nel 1989 a 17 anni di età.
   E' stata subito sollecitata una data di esecuzione per Foster che
potrebbe essere uno degli ultimi minorenni all'epoca del crimine ad essere
ucciso negli USA. L'esecuzione è stata chiesta per l'8 gennaio.


6) SALVIAMO RONALD FOSTER MINORENNE ALL'EPOCA DEL CRIMINE

Invitiamo tutti i lettori e soprattutto quelli muniti di fax o collegati ad
Internet, ad inviare subito una richiesta di clemenza per Ronald Foster al
Governatore del Mississippi. Se volete usare il seguente testo in inglese,
riproducetelo e inserite i vostri dati con l'indirizzo postale completo.

Traduzione: Caro Governatore, la preghiamo rispettosamente di intervenire
per fermare l'esecuzione in Mississippi del sig. Ronald Foster che aveva 17
anni nel momento in cui commise un crimine che non vogliamo giustificare e
che suscita la nostra riprovazione. Ormai in tutto il mondo si è stabilito
un consenso sul fatto che la giovane età deve essere considerata un fattore
attenuante di grande rilevanza che impedisce l'inflizione della pena di
morte ad un delinquente. Questo consenso è codificato dai più importanti
trattati internazionali riguardanti i diritti umani. Per di più, a mitigare
la colpevolezza di Ronald Foster vi sono diversi fatti che dimostrano che
egli visse la sua infanzia tra rimarchevoli difficoltà e sofferenze. Per
queste ragioni osiamo insistere per un suo intervento in favore del Sig
Foster. Rispettosamente

Email,tramite il sito web (scegliere come stato il Mississippi; ZIP=CAP,
aggiungete alla citta' Italy):
www.governor.state.ms.us/aboutthegov/writetoindex.htm

Governor Ronnie Musgrove
P. O. Box 139
Jackson, MS 39205 (USA)
Fax: 001 601 359 3741

Dear Governor,
We respectfully beg you to stop Mr. Ronald Foster's execution, who was 17
years old at the time of the crime. This does not mean we want to justify
the murder he committed, which we heartily blame.
All over the world there is nowadays general agreement on the fact that
young age must be considered a highly mitigating factor, which prevents
from the enforcement of death penalty to a juvenile criminal.
This agreement has been ratified by the major international treaties about
human rights.
To further mitigate Ronald Foster's guilt, there are moreover several facts
showing that he spent his childhood among remarkable difficulties and
sufferings.
For these reasons we dare insist on your intervention in Mr. Foster's behalf.
Respectfully.

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7) CONTINUANO GLI APPELLI PER SALVARE KEVIN STANFORD

La petizione da noi lanciata in favore di Kevin Stanford (v. n. 101),
condannato a morte in Kentucky per un delitto commesso nella minore età, ha
prodotto un nutrito invio di lettere al Governatore Paul Patton con
svariate centinaia di firme di cittadini italiani (un particolare
riconoscimento per aver promosso la petizione va all'amico Piero Sammartino).
   Alle richieste di clemenza inviate da tutto il mondo, il 6 novembre si
sono aggiunte quelle di nove parlamentari dello stato, che deplorano
fortemente l'inflizione della pena di morte ai minorenni, e della Chiesa
cattolica del Kentucky.
   Nella richiesta di grazia redatta dagli avvocati che difendono Stanford,
si ricorda la disgraziata infanzia del condannato che non conobbe il padre
e fu rifiutato dalla madre. Vi è allegato un video in cui la madre si
riconosce responsabile nei riguardi del figlio. Secondo la difesa, la
personalità di Kevin fu devastata dagli abusi sessuali che egli subì fin
dai primi anni di vita, cui si aggiunsero l'alcolismo e l'assunzione di
droghe diventata sistematica dall'età di 12 anni, quando egli iniziò a
prostituirsi. Il 22 novembre la pubblica accusa per mano del Procuratore
Generale Ben Chandler ha presentato un documento di 33 pagine al
Governatore nel quale si chiede di negare la clemenza a Stanford e di
fissare una data di esecuzione. Il documento attacca in tutti i particolari
la domanda di grazia - attribuendo la disastrata infanzia di Kevin ad una
sua libera scelta -  e rivisita nei dettagli l'orrendo omicidio compiuto
dal condannato. Osserva infine che 20 corti e 101 giudici hanno riveduto il
caso ed è ora giunto il momento di rendere giustizia alla famiglia della
vittima. Chandler propone come data di esecuzione il 7 gennaio,
ventiduesimo anniversario del delitto commesso da Kevin Stanford. Si tratta
di una richiesta ad effetto che non ha avuto una risposta dal Governatore.
Patton vuole esaminare a fondo la domanda di grazia e il documento
presentato dall'accusa prima di decidere. Nel frattempo continuano ad
affluire le richieste di clemenza da tutti coloro che - negli Stati Uniti e
al di fuori di essi - si oppongono alla pena di morte per i minorenni.


8) LA CYBER-GUERRA E' GIA' COMINCIATA, IN CINA

Una degli obiettivi della guerra infinita, dichiarata dopo l'11 settembre
2001 ma preparata da alcuni anni, è il dominio del cosiddetto Cyber-spazio,
costituito dalle comunicazioni telematiche nella società 'globale'. Anche
se sembra che gli USA abbiano  programmato la guerra per la conquista del
cyber-spazio per un prossimo futuro, gli osservatori più attenti già
rilevano le avvisaglie degli attacchi che potrebbero essere portati alle
libertà di parola e di comunicazione di ciascun cittadino del mondo.
   Alcune scaramucce si sono verificate in Internet negli ultimi anni
soprattutto in concomitanza di momenti di crisi o di guerra.  Si è trattato
di azioni di controllo e di disturbo nei riguardi di server, di siti e di
indirizzi e-mail potenzialmente contrari alla propaganda politico-militare
delle grandi potenze.
   Qui vogliamo soltanto parlare di alcuni avvenimenti, di ordinaria
amministrazione, verificatisi in Cina da alcuni mesi a questa parte. Tali
fatti sono stati resi noti da Amnesty International la quale il 1° dicembre
osservava: "Il numero di utilizzatori domestici di Internet raddoppia ogni
sei mesi e migliaia di siti sono stati creati. Nel giugno 2002 gli
utilizzatori di Internet erano almeno 46 milioni e gli esperti ritengono
che la Cina diventi nel giro di quattro anni il più grande mercato di
Internet. Dal 1995, 60 leggi e regolamenti sono stati emanati riguardo
all'uso di Internet"
   Amnesty denuncia che, dopo un incendio in un 'café Internet' di Pechino
verificatosi nel giugno scorso,  le autorità hanno imposto la chiusura di
migliaia di punti pubblici di accesso a Internet e costretto coloro che
volevano riaprire gli esercizi a munirsi di programmi filtro che
bloccassero l'accesso ai siti ritenuti "politicamente sensitivi" o
"reazionari". Tale software impediva l'accesso a ben 500 mila siti stranieri.
   Coloro che violano le disposizioni riguardanti Internet sono esposti in
Cina a pene detentive e anche alla pena di morte. Amnesty elenca 33
'prigionieri di coscienza' incarcerati con l'accusa di aver utilizzato
Internet per far circolare o 'scaricare' informazioni. Essi sono attivisti
politici, scrittori, membri di organizzazioni non governative e del
movimento spirituale Falun Gong bandito, quale 'organizzazione eretica',
nel 1999. Due sono morti in prigione probabilmente in seguito a torture o a
maltrattamenti. Una delle più lunghe pene detentive è quella inflitta a Li
Dawei, un ex poliziotto condannato ad 11 anni di reclusione per aver
'scaricato' articoli da siti cinesi democratici esteri. In casi estremi,
gli utilizzatori di Internet che diffondano informazioni considerate
'segreto di stato' possono essere condannati a morte.
   Alla fine di agosto la Cina ha bloccato per un breve periodo l'accesso
al famoso motore di ricerca Google, dirottando automaticamente chi tentava
di accedervi a motori di ricerca cinesi. Nelle ultime settimane il Governo,
pur consentendo di collegarsi ad alcuni siti che precedentemente erano
stati bloccati, impedisce di scaricare da quei siti le informazioni che
riguardano la Cina. Il Ministro per la Sicurezza dello Stato, secondo
alcune fonti, avrebbe inserito, nei server, programmi in grado di tracciare
il flusso delle informazioni e di spiare le caselle e-mail individuali. E'
stato istituito un corpo di polizia specializzato in tecnologie Internet.
Tutti i cafè Internet sono tenuti a compilare e a comunicare alla polizia
la lista dei loro clienti.
   Nel mese di agosto gli ISP (Provider di Servizi Internet) sono stati
costretti ad adottare un "Patto pubblico di auto-disciplina" i cui
sottoscrittori si impegnano a non trasmettere informazioni 'perniciose' che
possono 'compromettere la sicurezza dello stato, minare la stabilità
sociale, contravvenire alle leggi o diffondere superstizioni e oscenità".
Il patto è stato adottato da più di 300 compagnie. Tra di esse compare
anche  la statunitense Yahoo! che ha assunto l'impegno limitatamente ai
servizi diretti alla Cina.
   Amnesty International ha stigmatizzato la vendita alle autorità cinesi,
da parte di aziende estere, di tecnologie informatiche che vengono usate
per censurare Internet e violare i diritti individuali.


9) UCCIDENDO KASI LA GIUSTIZIA 'REGOLA I CONTI' IN NOVE ANNI

In Virginia, nei pressi del quartier generale della CIA, il cittadino
pakistano Aimal Khan Kasi, il 25 gennaio 1993, aprì il fuoco contro
un'automobile in cui si trovavano cinque addetti della CIA, uccidendone due
e ferendo gli altri tre. Riuscì a fuggire. Gli agenti americani
cominciarono una caccia all'uomo su scala mondiale che durò quattro anni e
mezzo. L' FBI catturò Kasi in Pakistan vicino alla frontiera
dell'Afghanistan nel 1997.
   Il prigioniero fu estradato e processato in violazione alle norme
internazionali e condannato a morte nel 1998. Non c'erano prove fisiche per
accusarlo ma l'FBI sostenne di aver ricevuto una confessione di Kasi: egli
si assumeva la responsabilità della sparatoria considerata una risposta al
bombardamento dell'Iraq e ad altri misfatti compiuti dagli Americani contro
il popolo islamico. Durante il processo di Kasi vi furono violente proteste
in Pakistan che costarono la vita a quattro cittadini americani.
   Kasi, in carcere, si è mostrato persona raffinata e cortese, ha stretto
una fraterna amicizia con lo scrittore Frank W. McCullough, ha continuato a
denunciare i torti degli Stati Uniti e alla fine ha esortato i suoi
concittadini a non reagire con la violenza alla sua esecuzione.
   La Virginia ha somministrato l'iniezione letale ad Aimal Khan Kasi il 14
novembre, ignorando le richieste di clemenza delle autorità pakistane. Il
condannato, descritto come persona profondamente religiosa ed
introspettiva, è morto in pace con Allah, cantando. Gli Stati Uniti avevano
messo in allerta gli Americani in tutto il mondo contro possibili
rappresaglie.


10) GLI STATI UNITI RISPARMIANO PER IL MOMENTO UN MALATO MENTALE

Durante il processo capitale subito nel 1995 James Colburn era stato
imbottito di farmaci e, secondo quanto argomentato dai suoi attuali
difensori, egli non fu in grado di collaborare col proprio avvocato.
   Colburn, che soffre di una grave forma di schizofrenia paranoide ed ha
ora 42 anni, doveva essere messo a morte in Texas alle 18 del 6 novembre.
Il giorno precedente la Corte Suprema federale si era rifiutata di
sospendere la sentenza di Colburn che aveva dormito nel corso del proprio
processo. Infatti, pur avendo decretato in giugno che non possono essere
giustiziati criminali affetti da ritardo mentale, la massima corte non ha
ancora preso decisioni contro le esecuzioni dei minorenni e dei malati
mentali.
   Gli avvocati di Colburn non si sono però arresi e hanno presentato un
secondo ricorso alla Corte Suprema federale basato sull'irregolarità del
procedimento preliminare che doveva a suo tempo stabilire se l'imputato
fosse in grado di partecipare ad un processo. Questa volta la Corte ha
deciso di sospendere l'esecuzione riservandosi di esaminare il ricorso. La
notifica della sospensione è arrivata con due ore di ritardo sull'ora
fissata per l'iniezione letale: per fortuna le autorità del Texas avevano
temporeggiato nell'attesa di un eventuale pronunciamento della Corte Suprema.
   La stampa ha opposto un compatto fuoco di sbarramento contro
l'esecuzione di Colburn. Ad esempio il  quotidiano Houston Chronicle si è
domandato "che giustizia è questa che consente di eseguire la condanna a
morte di persone che soffrono di allucinazioni auditive e visive causate da
una grave forma di malattia mentale? Adeguate forme di servizi sanitari
avrebbero potuto risparmiare a Colburn anni di sofferenze e avrebbero
potuto risparmiare la vita della sua vittima." Newsday ha definito
l'esecuzione 'inconcepibile' e il San Antonio Express News ha affermato che
"se c'è un caso in cui la Corte Suprema dovrebbe intervenire per fermare
un'esecuzione, questo è il caso di James Colburn".
   James Colburn ha ora davanti a sé almeno un mese di vita. Poi si vedrà
se gli Stati Uniti avranno il coraggio di ucciderlo, nonostante tutto.


11) SUICIDA IN CARCERE WILLIAMS CHE FU 'SALVATO' DAI NOSTRI APPELLI

Alexander Williams, minorenne all'epoca del delitto e gravemente malato
mentale, doveva essere ucciso il 20 febbraio in Georgia ma avrebbe dovuto
essere sottoposto a terapia forzata per raggiungere la consapevolezza
prevista dalla legge per essere messo a morte. William credeva che
l'attrice Sigourney Weawer fosse Dio e 'discorreva' con lei.
   Gli appelli che si rovesciarono sulle autorità della Georgia dagli Stati
Uniti e da tutto il mondo, ai quali anche noi abbiamo partecipato,
indussero la Commissione per le Grazie della Georgia a proporre al
Governatore, pochi giorni prima dell'esecuzione, la commutazione della
condanna a morte di Williams in carcere a vita senza possibilità di uscita
sulla parola (v. n. 94). Contro qualsiasi provvedimento di clemenza si era
battuta con tutte le forze la madre della sua vittima.
   Insieme con Amnesty deplorammo che fosse stata comunque inflitta ad un
minorenne all'epoca del delitto una pena senza speranza di recupero vietata
dai trattati internazionali.
   Il 7 dicembre scorso Alexander Williams è stato trovato impiccato nella
sua cella con una camicia. Lo stato che ha sepolto in carcere Williams
invece di curarlo in una struttura specializzata, vuole ora accertarsi che
si tratti di suicidio. E' stata aperta un'inchiesta.


12)SEI CINICHE ESECUZIONI EXTRAGIUDIZIARIE PORTATE A TERMINE DALLA CIA

Amnesty International l'8 novembre ha scritto al Presidente americano Bush
per esprimere la sua profonda preoccupazione per l'uccisione di sei persone
da parte della CIA nello Yemen. Un missile lanciato da un aereo senza
pilota il 3 novembre avrebbe centrato un'auto sulla quale viaggiavano sei
uomini tra i quali Qael Salim Sinan al-Harethi, esponente di Al Qaeda.
Amnesty ha anche chiesto al Presidente yemenita di perseguire gli
attentatori e di chiarire se il suo Governo è al corrente delle operazioni
della CIA nello Yemen.
   "Se si tratta dell'uccisione di sospetti in luogo del loro arresto, in
un momento in cui non stavano ponendo una immediata minaccia, le uccisioni
devono essere considerate esecuzioni extragiudiziarie in violazione delle
leggi internazionali sui diritti umani - ha affermato Amnesty - Gli Stati
Uniti devono chiaramente ed inequivocabilmente dichiarare che non ammettono
esecuzioni extragiudiziarie in nessuna circostanza e che qualsiasi agente
USA coinvolto in azioni di questo tipo venga portato davanti alla giustizia."
   Siamo pienamente d'accordo con Amnesty, la cui richiesta suona però
sorprendentemente ingenua, essendo arcinoto fin dal 28 ottobre 2001 che,
nell'ambito della "guerra la terrorismo", Bush ha firmato, senza suscitare
adeguate proteste, degli "ordini" che autorizzano azioni coperte di agenti
della CIA con licenza di uccidere (v. n. 90).


13) SENTENZA DI MORTE PER AGHAJARI: PARADIGMA DI UNO SCONTRO POLITICO

Al ritardo della Cina e degli Stati Uniti d'America nel cammino verso
l'abolizione universale della pena di morte si aggiunge l'ostacolo opposto
da alcuni stati islamici che utilizzano la pena capitale, in apparenza per
motivi puramente religiosi, in realtà quale strumento di pressione
politica. Il caso dello scrittore iraniano Hashem Aghajari, condannato a
morte per blasfemia,  è un chiaro esempio dell'uso politico della pena di
morte.
   La condanna all'impiccagione di Aghajari consegue ad un discorso da lui
tenuto il 19 giugno nella città di Hamedan cui è seguita l'incarcerazione
dell'imputato l'8 agosto. Decretata in una seduta a porte chiuse da una
corte islamica, la condanna è stata resa nota all'interessato e al suo
legale il 6 novembre, data dalla quale ha cominciato a decorrere il termine
di 21 giorni per presentare appello alla Corte Suprema.
   Alla condanna a morte sono state aggiunte le pene accessorie di 74
frustate, 10 anni di interdizione dall'insegnamento e 8 anni di esilio in
tre città sperdute dell'Iran.
   Hashem Aghajari ha 45 anni. Giornalista, scrittore e docente
universitario di storia a Teheran, è un leader dell'Organizzazione dei
Mujaidin della Rivoluzione Islamica, partito vicino alle posizioni moderate
del Presidente Mohammad Kathami. E' un veterano della sanguinosa guerra
degli anni 1980-88 contro l'Iraq, nel corso della quale ha perso una gamba
e in cui è morto uno dei suoi fratelli. Mettendolo sotto accusa, gli
esponenti più conservatori del regime clericale iraniano tentano di
bloccare le riforme volute dal Parlamento e promosse dal Presidente Kathami.
   In Iran, un paese con 65 milioni di abitanti, sono detenute decine di
attivisti politici e 80 testate 'liberali' sono state chiuse. Arresti di
oppositori si sono avuti anche in ottobre.
   Aghajari è stato condannato a morte per aver offeso il profeta Maometto,
in realtà egli aveva attaccato frontalmente la dottrina professata dagli
Ayatollah più conservatori che fornisce una base dogmatica inattaccabile al
perpetuarsi del potere clericale. "Siamo un popolo di scimmie che deve
imitarli ? - si è domandato Aghajari - Secondo i religiosi gli studenti che
leggono ed approfondiscono personalmente il Corano commettono un crimine
perché non si rivolgono al clero per essere guidati."
   La dottrina attaccata dallo scrittore progressista va sotto il nome di
'principio di emulazione' (Taqlid), per cui le decisioni prese man mano dal
clero devono essere considerate sacre e perciò vincolanti per le
generazioni future.
   Il caso Aghajari è scoppiato proprio mentre in Parlamento prendeva
l'avvio la discussione di due proposte di legge che renderebbero nulli gli
ordini contrari alla Costituzione emessi dagli organismi clericali non
elettivi - ad esempio gli organi giudiziari e il Consiglio dei Guardiani -
che controllano lo stato iraniano. Il Consiglio dei Guardiani, formato da
12 membri, ha attualmente il potere di veto sulle candidature alle elezioni
e sulla promulgazione delle leggi approvate dal Parlamento.
   Nel mese di giugno, al discorso di Hashem Aghajari ad Hamedan, aveva
fatto seguito in varie città una serie di manifestazioni di protesta
promosse dai gruppi conservatori culminate con l'arresto dello scrittore in
agosto.
   Il 6 novembre, subito dopo la divulgazione della notizia della condanna
a morte di Aghajari si è avuto un crescendo di dimostrazioni e di scioperi
da parte degli studenti iraniani che costituisce la più grande protesta
antigovernativa nella storia recente dell'Iran. Alla protesta studentesca
si sono aggiunti molti intellettuali e la grande maggioranza del Parlamento
(Assemblea Consultiva Islamica). Sei membri del Parlamento hanno rassegnato
le dimissioni.
   Il Presidente del Parlamento Mehedi Karrubi ha dichiarato durante una
seduta: "Come appartenente al clero e come portavoce di dignitari del clero
con cui mi sono consultato, esprimo la mia avversione e il mio disgusto per
questa vergognosa sentenza."  La sua dichiarazione è stata fatta propria da
181 parlamentari, su 290, che hanno chiesto l'immediato annullamento della
sentenza: "Noi, rappresentanti dell'Assemblea Consultiva Islamica, eleviamo
la nostra voce in forte sostegno alla dichiarazione dell'onorevole
Presidente contro la sentenza pronunciata nei riguardi del dott. Hashem
Aghajari, e come lui annunciamo il nostro risentimento per il sinistro
verdetto."
   Rendendosi conto che la situazione può diventare esplosiva, sia il
leader dei conservatori, l'Ayatollah Khamenei, massimo depositario del
potere costituito, sia il Presidente Khatami per il momento hanno assunto
posizioni prudenti, sia pure di segno opposto.
   Khatami si è espresso dopo una settimana, precisamente il 13 novembre,
dicendo che a suo parere "tale sentenza non avrebbe mai dovuto essere
emessa" e auspicando che il caso venga "risolto in modo positivo onde
evitare qualsiasi problema al paese." Per conto loro gli ambienti vicini a
Khamenei lasciano trasparire la probabilità di una commutazione della
sentenza da parte della Corte Suprema e suggeriscono un rapido rientro
delle proteste per favorire una corretta trattazione del caso nell'ambito
giudiziario.
   Hamid-Reza Hasefi, portavoce del Ministro degli Esteri iraniano, ha
protestato nei riguardi del Canada che ha preso posizione contro la
condanna di Hashem Aghajari. Asefi ha sottolineato il proposito
dell'avvocato di Aghajari di appellarsi alla Corte Suprema, ha detto che la
sentenza riguarda gli affari interni dell'Iran e ha esortato gli stranieri
a non interferire nell'indipendenza del potere giudiziario col rischio di
complicare il caso.
   Prevedibile e puntuale è stata la secca e indignata condanna
dell'Amministrazione Bush per la sentenza di morte emessa in Iran. Il
Portavoce del Dipartimento di Stato Lynn Cassel ha dichiarato: "Il
procedimento e la durissima sentenza emessa contro Aghajari, solo per aver
aver esercitato il suo diritto di libera espressione, rappresentano una
violazione degli standard internazionali sul giusto processo. Siamo
gravemente preoccupati per questo caso che indica il deterioramento della
situazione dei diritti umani in Iran."  Successivamente Philip Reeker, un
altro portavoce americano, ha aggiunto: "Noi riteniamo che il governo debba
cominciare ad ascoltare il popolo. Crediamo che il popolo stia mandando un
messaggio che suona come una richiesta di cambiamento del modo di essere
governati per godere una vita diversa e migliore."
   Hashem Aghajari, supportato dagli studenti in agitazione, ha fatto
sapere dal carcere di non volersi appellare contro la condanna capitale,
sfidando il potere islamico a portarla a termine. Khamenei, che il 17
novembre aveva chiesto ai giudici di riesaminare la sentenza, ha avvertito
chiaramente di non essere disposto ad accettare una aperta sfida. In
mancanza di un appello il 3 dicembre la sentenza sarebbe diventata
definitiva e contro qualsiasi disordine avrebbero reagito le "forze
popolari." Pertanto, con una specie di compromesso tra le parti in causa,
l'avvocato di Aghajari ha presentato appello in extremis il 30 novembre e
l'interessato, pur rimanendo contrario, si è astenuto dal delegittimarlo.
Khatami dal canto suo ha auspicato "che la Corte Suprema tenga conto degli
errori manifesti che hanno portato alla sentenza e della posizione del
leader supremo (Khamenei) e voglia rovesciare il verdetto."
   Si è raggiunto un ben precario equilibrio, vedremo come andrà a finire.
Probabilmente l'emissione della sentenza capitale contro Hashem Aghajari e
una successiva marcia indietro costeranno di più ai conservatori di quanto
sarebbe costata una maggiore tolleranza nei riguardi dello scrittore.


14) ASSURDA CATENA DI EVENTI TRA DUE CONDANNE A MORTE IN NIGERIA

Per parecchi mesi, dopo la condanna alla lapidazione per adulterio di Amina
Lawal, pronunciata in marzo da una corte islamica dello stato di Katsina in
Nigeria (v. nn. 99 e 100), si erano susseguite le dichiarazioni delle
ragazze candidate al titolo di Miss Mondo, nel Concorso che si doveva
svolgere il 30 novembre nella capitale della Nigeria, Abuja. Molte
candidate avevano "minacciato" di disertare la manifestazione se non fosse
stata annullata la condanna a morte per Amina, altre si riproponevano di
partecipare alla gara ma di sfruttare l'occasione per lanciare un appello
in favore dalla condannata. Delicatissimo era diventato il ruolo del
Presidente Obasanjo e di sua moglie Stella, promotrice del Concorso.
Obasanjo ha infatti il difficile ruolo di mediatore nello scontro tra i 12
stati musulmani della federazione nigeriana e gli altri stati a maggioranza
cristiana o animista.
   Pur rimanendo stabilmente in vigore la sentenza di morte per Amina,
confermata in appello il 19 agosto,  il Concorso al titolo di Miss Mondo
era già entrato 'felicemente' nelle fasi preliminari quando l'articolo di
una giornalista niente affatto spiritosa e molto imprudente ha fatto
precipitare la situazione.
   Isioma Daniel si è permessa di scrivere sul giornale nigeriano The Day
che il Profeta Maometto avrebbe volentieri scelto come moglie una delle
bellezze partecipanti al Concorso di Miss Mondo (l'evento era già stato
aspramente criticato dai musulmani più rigidi quale pericolosa occasione di
rilassamento e di occidentalizzazione dei costumi.)
   L'articolo ha innescato una rivolta e originato scontri tra musulmani e
cristiani. I disordini, con un bilancio di 200 morti, oltre 1000 feriti ed
enormi danni materiali, cominciati intorno al 20 novembre nello stato
islamico di Kaduna si sono estesi sino alla capitale Abuja. Gli
organizzatori sono stati costretti ad imbarcare le miss in tutta fretta su
un aereo, a rimandare il concorso e a spostarlo a Londra.
   La signora Isioma Daniel è stata licenziata dal giornale e si è
rifugiata all'estero. Ma per lei le conseguenze potrebbero essere più
pesanti perché Mamuda Aliyu Shinkafi, vice governatore dello stato
nigeriano dello Zamfara, ha annunciato il 26 novembre che contro di lei è
stata emessa una fatwa, cioè una condanna a morte in contumacia, per aver
offeso il Profeta Maometto. La fatwa diverrà operativa dopo la ratifica del
Supremo consiglio islamico dello stato.
   Il Presidente Obasanjo si è affrettato a dichiarare che la condanna a
morte nei riguardi della Daniel è contraria alla costituzione nigeriana e
non avrà alcun effetto. Di questo possiamo essere quasi certi, per il fatto
che la giornalista è al sicuro all'estero. Non dimentichiamo però che la
fatwa pronunciata il 14 febbraio 1989 dall'Ayatollah Ruhollah Khomeini
contro lo scrittore Salman Rushdie, autore del libro "Versetti satanici",
anche se non è stata portata a termine per la protezione offerta a Rushdie
dal Governo britannico, è costata il ferimento di diverse persone e almeno
un omicidio.


15) IL NUOVO MUSEO DEL CARCERE ORGOGLIO DELLA CITTA' DI HUNTSVILLE

Il carcere ottocentesco "The Walls" fatto di mattoni rossi, circondato da
torrette di guardia, è stato riprodotto all'esterno del nuovo Museo del
Carcere del Texas inaugurato a metà novembre ad Huntsville. Sulle torri di
avvistamento manichini di agenti con le mani alzate sembrano invitare i
passanti a fermarsi ed entrare.
   Il nuovo museo occupa un'area cinque volte più estesa del vecchio museo
che, insieme agli stabilimenti di pena disseminati in un'area vastissima,
già costituiva la principale attrazione turistica della città di Huntsville.
   Il Texas fa notare con orgoglio che dalle poche centinaia di detenuti
inizialmente ospitati dalla prima e unica prigione dello stato nel 1848, si
è passati all'imponente sistema attuale con 150.000 carcerati ed un budget
annuo di 2,5 miliardi di dollari.
   I festeggiamenti e le manifestazioni per l'inaugurazione del museo sono
durati cinque giorni, a partire dal 13 novembre quando il Sindaco della
città ha tagliato il fatidico nastro rosso, tra gli applausi dei presenti,
mentre il coro delle guardie cantava "Dio benedica l'America". E' stato
anche letto un messaggio del Governatore che onora il Museo. Gli invitati
potevano gustare una torta decorata con la riproduzione di una catena nera
collegata ad una palla di ferro. Il programma è proseguito con incontri con
gli autori di libri sul sistema carcerario, con i racconti di storie famose
della criminalità nel passato, con la recita dell'incursione di Bonnie e
Clyde, armati di mitra, in una fattoria annessa al carcere in cui una
guardia fu uccisa e cinque criminali evasero (l'impresa dei due amanti, che
poi finirono sulla sedia elettrica, avvenne nel 1934.). Non è mancata la
musica.
   Nei giorni dell'inaugurazione giravano per il Museo, a disposizione del
pubblico, personaggi famosi dell'Amministrazione carceraria come Allan B.
Polunsky (cui è dedicato l'attuale braccio della morte) e il "Warden" Jim
Willet che ha diretto 89 esecuzioni con l'iniezione letale. Costui dice che
spesso i ragazzini chiedono di farsi fotografare l'un l'altro mentre
siedono sulla vecchia sedia elettrica. Ciò non è consentito, ma lui si
aspetta che qualcuno primo poi infranga il divieto.
   Si conta su 50 mila visitatori l'anno. Il Museo è aperto dal lunedì al
sabato dalle 10 alle 16, la domenica da mezzogiorno alle 17. Il biglietto
ordinario ha il prezzo di 4$, gli anziani e gli impiegati
dell'Amministrazione carceraria pagano 3$. Il biglietto per i ragazzi da 7
a 17 anni costa solo 2$. I bambini al disotto dei sette anni entrano gratis.
   Attrazioni particolari sono la sedia elettrica su cui morirono 361
condannati, l'apparecchiatura usata per eseguire la prima iniezione letale
nel 1982, crudeli mezzi di contenzione del passato, la replica in scala 1:1
di una moderna cella di detenzione, strumenti artigianali d'offesa
costruiti dai detenuti, come lame affilate che potevano essere nascoste
nelle scarpe, punteruoli e garrote.
   Il Sindaco di Huntsville William Green ha osservato: "Non è
assolutamente macabro. Mostra la storia di un'istituzione che è parte della
nostra comunità da 150 anni." Il Direttore del Museo, Weldon Svoboda,
sottolinea il fascino che emana da "Old Sparky": "E' il cimelio numero uno.
Per qualche ragione la sedia elettrica dà alla gente una specie di
nostalgia. Esercita un fascino particolare."
   Il sito web del Museo del Carcere del Texas si trova all'indirizzo:
www.txprisonmuseum.org


16) IN FAVORE DI SAN JOSE' MARIA ESCRIVA' DE BALAGUER

Una lettrice, socia attiva 'da sempre', insieme alla sua famiglia, del
nostro Comitato, ci ha scritto allarmata per la pubblicazione, nello scorso
numero 101, dell'articolo di Christian sulla discussa canonizzazione di
José Maria Escrivá de Balaguer, fondatore dell'Opus Dei. La nostra amica
lamenta che le fonti citate nell'articolo siano tutte critiche nei riguardi
del nuovo santo e della sua opera. Ella non approva inoltre lo
sconfinamento dai temi che rientrano nello scopo della nostra associazione.
In effetti, anche se l'azione secolarizzata dell'Opus Dei può avere
influito sui diritti civili ed umani di alcuni popoli, soprattutto di
lingua ispanica, San José Maria - per quanto ne sappiamo - non si è
particolarmente occupato di pena di morte.
   Abbiamo suggerito alla nostra socia di scrivere un articolo che integri
quello di Christian e ci permetta di farci un'idea il più possibile
equilibrata dell'Opus Dei. Anche, ma non solo, a beneficio dei molti
lettori cattolici del nostro bollettino. Gliene saremmo sinceramente grati.


17) NOTIZIARIO

Illinois. Ryan ha ancora un mese per decidere sulle commutazioni. Il
Governatore dell'Illinois sta attraversando l'ultimo e più sofferto periodo
di riflessione sulla commutazione delle sentenze capitali nel proprio
stato. A poco più di un mese dal termine del suo mandato George Ryan ha
voluto ricevere le famiglie delle vittime del crimine, ascoltare i loro
racconti raccapriccianti, le lacrime, le richieste esacerbate di negare
clemenza ai condannati a morte e di procedere con le esecuzioni. Non si
possono fare attendibili previsioni sulla decisione finale di Ryan. Non è
impossibile che egli commuti in carcere a vita tutte le sentenze capitali
prese nel suo stato a motivo dei gravissimi difetti mostrati dal sistema
della pena di morte. Se non riterrà di adottare un provvedimento così
esteso, sarà per lui difficile stabilire criteri oggettivi, giusti e
indiscutibili per escludere alcuni ed includere altri nel provvedimento di
clemenza.

Louisiana. Processo capitale per un sedicenne. Un altro caso che potrebbe
entrare nella storia della pena di morte è quello del minorenne Jesse Aaron
Swartz, accusato di aver ucciso il 5 marzo scorso un poliziotto in
Louisiana. Jesse, che ora ha 17 anni e ne aveva 16 al momento del delitto,
si riconosce colpevole in una dichiarazione e in una confessione registrata
in possesso della polizia. Nelle fasi preliminari del processo che
comincerà il 6 gennaio, i legali di Swartz hanno chiesto alla Giudice
Cynthia Woodard di non ammettere tra le prove la confessione dell'accusato
resa senza l'assistenza di un legale. Il 5 novembre la Giudice ha respinto
la richiesta affermando che la confessione è stata fatta liberamente e
volontariamente.

Oklahoma. Proposta di legge contro la pena di morte ai minorenni. Il
deputato Opio Ture all'inizio di dicembre ha proposto al Parlamento
dell'Oklahoma una legge che vieta la pena di morte per crimini commessi
nella minore età. Nello stato governato da Frank Keating, cattolico ma
ferreo sostenitore delle pena capitale, questa proposta di legge non avrà
vita facile ma non è escluso che possa essere approvata anche perché è
appoggiata da numerosi leader religiosi e da organizzazioni per i diritti
civili. Ture, nella passata sessione legislativa, ha ottenuto
l'approvazione di una legge che proibiva la pena di morte per i ritardati
mentali, subito cancellata dal veto di Keating.

Nebraska. La rimozione della sedia elettrica può attendere. Una sessione
straordianaria del Parlamento del Nebraska si è aperta il 7 novembre per
risolvere due problemi urgenti e non rischiare la messa in mora del sitema
della pena di morte: la dismissione della sedia elettrica, essendo rimasto
il Nebraska l'unico stato a conservare tale metodo di esecuzione,  il
cambiamento della procedura per determinare le sentenze di morte,
adeguandola a quanto prescritto dalla Corte Suprema federale che nel giugno
scorso ha sentenziato che spetta alle giurie e non ai giudici determinare
le condanne capitali. La sessione si è rivelata subito arroventata perché
una minoranza di senatori voleva sfruttarla anche per introdurre alcune
norme che restringessero l'uso della pena di morte. I risultati della
sessione strordinaria sono stati minimali: la sedia elettrica è rimasta la
suo posto ed è stata soltanto approvata una legge proposta dal Governatore
Mike Johanns che affida alle giurie, in luogo dei giudici, il compito di
determinare l'esistenza delle circostanze aggravanti che comportano una
sentenza di morte.

Tennessee. Discusso l'appello di Workman. Il 3 dicembre si è svolta una
vivace udienza davanti ad una commissione di tre giudici facenti parte
della Corte Criminale d'Appello del Tennessee. Gli avvocati di Philip
Workman e l'accusa si sono scontrate sulla validità delle nuove prove a
discarico portate in luce dalle investigazioni fatte fare dalla difesa.
Workman è accusato di aver ucciso un poliziotto durante una rapina nel 1981
ed è giunto a meno di un'ora dall'esecuzione il 30 marzo del 2001 (v. n.
85). Non è stata fino ad ora resa nota la decisione della commissione di
tre giudici.

Texas. Nominati due avvocati per Burdine ma non quello da lui voluto. Il 19
novembre la  Giudice distrettuale Joan Huffman ha nominato due difensori
d'ufficio per Calvin Burdine che deve affrontare il suo secondo processo
capitale a partire dal 17 marzo prossimo.  Burdine, che è già assistito da
Danalynn Recer, un'avvocatessa volontaria, non ha chiesto la nomina degli
avvocati. Burdine vorrebbe essere difeso da Robert McGlasson che lo ha
assistito fino ad ora riuscendo a far annullare il primo processo in cui il
suo legale si addormentò più volte. Gli avvocati nominati dalla Huffman,
con l'approvazione dell'accusa, sono Anthony J. Osso e Dick Wheelan.

Texas. Negata la nomina dell'avvocato Wright che ha difeso Johnny Penry per
22 anni.  Ricordiamo che a John Paul Penry nel mese di luglio è stata
inflitta per la terza volta una condanna capitale negando che egli sia un
ritardato mentale. Tuttavia la Giudice distrettuale Elizabeth Cocker l'11
novembre si è rifiutata di nominare come difensore di Penry in appello
l'avvocato John Wright che lo assiste dal 1980. Wright avrebbe fatto il suo
lavoro anche gratuitamente. La Giudice ha obiettato che Penry non è in
grado di rinunciare - consapevolmente, intelligentemente e volontariamente
- al diritto di giovarsi dell'opera di Stephen Taylor, un avvocato da lei
nominato, che potrebbe mettere in questione la qualità della difesa di cui
ha fruito Penry durante il processo.


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