visita al carcere di San Nicola a Lecce con Nichi Vendola



Questo pomeriggio l'On. NICHI VENDOLA, componente della Commissione
Nazionale Antimafia ha effettuato una visita al Supercarcere di Lecce,
accompagnato da Piero Manni e Alessandro Presicce del LECCE SOCIAL FORUM e
da  Antonella Mangia, Segretaria Provinciale di RIFONDAZIONE COMUNISTA.

La visita, durata oltre due ore e mezzo, ha consentito alla delegazione di
rendersi conto del fatto che, nonostante il carcere di Lecce sia una
struttura nuova, funzionale e attrezzata, tuttavia registra una situazione
di sovraffollamento.

La struttura, concepita per una popolazione carceraria  di 500/550 detenuti
attualmente ne ospita circa 1200, con situazioni di disagio  per i detenuti
e per il personale che l" dentro lavora.

Stanze che dovrebbero ospitare 1 persona , vedono in molti casi la presenza
di 3 detenuti  per stanza.

Ma non è solo un problema di angustia di spazi vitali.

Al termine dell'incontro l'On. Vendola, incontrando i  giornalisti, ha
dichiarato:

" 1200 detenuti invece di 500 significano l'impossibilità di costruire
percorsi di reinserimento, di fruizione della formazione professionale,
impossibilità per i detenuti di lavorare. Questo, nonostante l'apprezzabile
lavoro fatto dal personale e dagli operatori sociali che lavorano dentro il
carcere.

Rispetto  al dibattito che si sta sviluppando sull'ipotesi di una amnistia
o indulto, Nichi Vendola ha sostenuto la proposta del P.R.C. di una
soluzione che prevede un misto tra amnistia e indulto, una sorta di
'deflazione', un intervento su quelle fasce di popolazione carceraria con
pericolosità sociale minima o i cui reati sono già abbondantemente stati
scontati, che insomma non rappresentano un grave pericolo per la società .
Abbiamo costruito, ha detto Vendola, una proposta che ha trovato ascolto
anche in settori del Centro Destra.

Siamo incoraggiati dalle parole del Presidente Ciampi e del  Pontefice:
oggi serve guardare in faccia al fatto che in Italia vi sono quasi 60.000
detenuti in strutture predisposte per 40.000.

Se guardate dall'interno, le carceri sono piene di poveracci."

Rispetto alla proposta dell'On. Mantovano di far scontare la pena agli
immigrati nei loro paesi di origine,  Vendola ha replicato che " bisogna
cominciare il ragionamento dall'inizio e non dalla fine: se il carcere
accoglie il 30% di detenuti immigrati e il

30 % di detenuti tossicodipendenti, vuol dire che sta svolgendo le funzioni
a cui dovrebbe rispondere una Comunità di accoglienza o i Servizi Sociali
dei comuni.

Lo Stato ha trasformato il carcere in una sorta di discarica sociale,
perché i problemi del disagio sociale diventano problemi di ordine pubblico
e la risposta è la segregazione. Prima bisogna prendere atto di questo, poi
possiamo ragionare di altre soluzioni, con grande attenzione; prima
ragioniamo su una proposta che esiste già: consentire la scarcerazione di
coloro che non sono pericolosi socialmente, con l'avvertenza che se
commettono reati nei prossimi 5 anni, dovranno tornare in carcere per
scontare tutto, anche la vecchia pena".

Lecce,  Domenica 27.10.02