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28/10 Roma: appello congiunto Baldini & Castoldi, Diario, Editori Riuniti
- Subject: 28/10 Roma: appello congiunto Baldini & Castoldi, Diario, Editori Riuniti
- From: "Vincenzo Giani ER" <vincenzo.giani at editoririuniti.it>
- Date: Fri, 25 Oct 2002 16:31:36 +0200
lunedì 28 ottobre ore 11.30 Federazione Nazionale della Stampa Italiana Roma - c.so Vittorio Emanuele, 349 Conferenza stampa Presentazione dell'appello congiunto Baldini & Castoldi, Diario, Editori Riuniti e degli autori Marco Travaglio, Elio Veltri, Gianni Barbacetto e Mario Portanova relativa ai risarcimenti di oltre 50 milioni di euro complessivi richiesti dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e da alcuni esponenti di Mediaset per aver pubblicato Le toghe rosse, Berlusconeide e L'odore dei soldi All'appello hanno aderito numerosi esponenti del mondo della cultura italiana e migliaia di cittadini. interverranno Alessandro Dalai, Luca Formenton, Bruno Ricca, Paolo Serventi Longhi, Marco Travaglio, Elio Veltri adesioni Altan, Corrado Augias, Giovanni Bachelet, Giovanni Berlinguer, Carlo Bernardini, Enzo Biagi, Gloria Buffo, Giulietto Chiesa, Antonio Caponnetto, Marco Cassini, Sergio Cofferati, Vincenzo Consolo, Ferdinando Cordova, Giovanni De Mauro, Tullio De Mauro, Carmine Donzelli, Edoardo Erba, Sandro Ferri, Paolo Flores d'Arcais, Dario Fo, Iaia Forte, Carlo Ginzburg, Carlo Lucarelli, Giuseppe Lumia, Curzio Maltese, Enzo Marzo, Ettore Masina, Nanni Moretti, Moni Ovadia, Sandra Ozzola , Nicola Piovani, Francesco Pardi, Valentino Parlato, Marcelle Padovani, Domenico Procacci, Franca Rame, Paolo Rumiz, Sandro Ruotolo, Michele Santoro, Paolo Serventi Longhi , Paolo Sylos Labini, Corrado Stajano, Nicola Tranfaglia, Gianni Vattimo, Guido Vergani carla buzza relazioni esterne Editori Riuniti tel. 06/68899548-68899546 cell. 333/3921900 "appello congiunto" Baldini &Castoldi diario Editori Riuniti Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, da quando nel 2001 è tornato a Palazzo Chigi, ha denunciato in sede civile Marco Travaglio ed Elio Veltri, nonchè gli Editori Riuniti e la Baldini &Castoldi. Si tratta degli autori e degli editori di due libri a lui sgraditi: L'odore dei soldi e Le toghe rosse. Per il primo pretende che il Tribunale di Roma gli riconosca un risarcimento danni pari a 10 milioni di euro (20 miliardi di vecchie lire), per il secondo chiede 5 milioni di euro (10 miliardi). Una cifra non epressa, perché "inaudita" sarebbe "la gravità del fatto", è stata richiesta anche al settimanale "Diario", diretto da Enrico Deaglio, per il numero speciale Berlusconeide. Ulteriori 35 milioni di euro (68 miliardi di lire) sono stati poi richiesti nelle dieci cause intentate da lui stesso, da suoi amici e sue aziende contro gli autori dell'Odore dei soldi, contro chi, come Carlo Freccero e Daniele Luttazzi, aveva osato presentarlo in televisione, contro Gianni Barbacetto di "Diario" e contro l'autore di Le toghe rosse. Silvio Berlusconi, oltre che il capo del governo italiano, è l'uomo più ricco e più potente d'Italia. Se davvero avesse a cuore la verità e la sua onorabilità, sporgerebbe querela in sede penale, anche contro i numerosi organi d'informazione internazionali, che hanno commentato le vicende contenute nei libri e contro le case editrici che li hanno tradotti all'estero, chiedendo una sentenza di merito a lui favorevole: incaricando cioè un pubblico ministero di indagare sull'attendibilità dei libri contestati e affidando a un giudice terzo la sentenza definitiva. Invece, prescindendo dal merito, chiede subito i danni. Vuole i soldi, tanti soldi, da privati cittadini che mai hanno visto e mai vedranno la somma richiesta e che rischiano, perciò, la rovina per tutta la vita. E da tre piccole case editrici che, se dovessero perdere una sola di queste cause, sarebbero costrette a chiudere i battenti. Quando in politica il galateo contava qualcosa, chi assumeva incarichi istituzionali si affrettava a chiudere le sue liti private, rimetteva le querele, rinunciava alle cause in corso per poter svolgere un ruolo super partes e dedicarsi soltanto agli interessi generali. Non è più così. Ma questa non è una lite privata. È una questione di libertà e di democrazia, che riguarda tutti. Senza un forte intervento di chiunque possa interrompere questa spirale perversa, nessuno in Italia oserà più disturbare il manovratore scrivendo e pubblicando libri e articoli scomodi per il potere. E noi cittadini saremmo (ancor) meno informati e meno liberi.
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