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Foglio di Collegamento interno n. 99
- Subject: Foglio di Collegamento interno n. 99
- From: "Comitato Paul Rougeau (RM)" <prougeau at tin.it>
- Date: Mon, 16 Sep 2002 09:56:47 +0200
Cari amici, vi invio il nostro Foglio di Collegamento. Vi prego di partecipare alla petizione per la salvezza di REX POWELL, vecchio amico del Comitato, la cui ESECUZIONE e' fissata in Texas per il 1° ottobre (n. 6). Tutti i soci che hanno contatti col mondo della SCUOLA sono invitati a pubblicizzare il programma TESEO per la compilazione dell'orario scolastico e contribuire così al finanziamento del Comitato (n. 11). Cordiali saluti Loredana Giannini N. B. Si puo' chiedere in qualsiasi momento la cancellazione dalla lista per l'invio del F. d. C. Se non volete ricevere l'allegato Word dal prossimo numero in poi, fatecelo sapere ********************** FOGLIO DI COLLEGAMENTO INTERNO DEL COMITATO PAUL ROUGEAU Numero 99 - Luglio Agosto 2002 Sommario: 1) Crediamo nella pace o sarà morte infinita 2) Gli USA si pongono al disopra del diritto penale internazionale 3) Il ministro Ashcroft rafforza la pena di morte federale 4) Uccisi i giovanissimi T.J. Jones e Toronto Patterson 5) L'esecuzione di Suarez-Medina provoca un incidente diplomatico 6) Salviamo Rex dall'imminente esecuzione! 7) Corte Suprema nettamente divisa sulla pena di morte ai minorenni 8) Il Texas non molla la presa: terza condanna a morte per Penry 9) Più difficile che per Safiya la battaglia per salvare Amina 10) Un altro appello di Mauro Dispenza: un euro per salvare una vita 11) Finanziate il Comitato con un programma per l'orario scolastico ! 12) "La pena di morte non è che un delitto", parola di un tredicenne 13) Notiziario: Cina, Filippine, Inghilterra, Iran, Guatemala, Sudan, Texas, Turchia, USA, Virginia 1) CREDIAMO NELLA PACE O SARA' MORTE INFINITA Apparentemente nella nostra vita poco è cambiato nell'ultimo anno "ma è un'illusione, l'illusione di quel momento di silenzio che c'è tra il vedere una grande esplosione in lontananza e sentirne il botto... ma l'esplosione c'è stata: enorme, spaventosa. Il botto ci raggiungerà, ci assorderà. Potrebbe anche spazzarci via... Il mondo è cambiato. Dobbiamo cambiare anche noi... Innanzitutto non facendo più finta che tutto è come prima, non possiamo continuare a vivere vigliaccamente una vita normale. Con quel che sta succedendo nel mondo la vita non può, non deve essere normale" (*). Purtroppo dobbiamo prendere atto che al precario equilibrio assicurato dall'ingiusto 'ordine mondiale' alla fine del secolo scorso si è sostituito, nei dintorni dell'11 settembre 2001, l'ancora più tragico slittamento verso una "guerra infinita". Una esasperata globalizzazione "all'americana", non più garantita dal solo potere economico, si basa sempre più sulla smisurata potenza tecnologica e militare degli Stati Uniti. In tale contesto "quei cento o duecento milioni di eletti della 'super-società globale' possono pensare alla sopravvivenza, ad una via d'uscita per se stessi e per le loro famiglie. Per gli altri... c'è una sola via di salvezza: organizzarsi per impedire la guerra dell'Impero. Senza sottovalutarlo. Le parole di Rumsfeld non sono... smargiassate. Queste parole sono pronunciate da uomini che hanno deciso di usare il potere senza limiti di cui sono dotati "(**). Uomini con un ristrettissimo orizzonte politico ma estremamente determinati. Il cosiddetto "terrorismo internazionale" è una importante variabile dipendente ma non certo la causa profonda della 'super-guerra' del terzo millennio. L'11 settembre 2001 gli americani dichiararono esplicitamente la volontà di attaccare i "terroristi" e, soprattutto, una ad una, una serie di nazioni. Il disegno già pronto di una guerra senza limiti di tempo, di luogo, di mezzi, veniva palesato e perentoriamente imposto a tutti i paesi e a tutti gli uomini della terra: 'o con noi o contro di noi'. Subito i diritti civili furono ridimensionati, lo stato di diritto attaccato, le organizzazioni e le garanzie sopranazionali strapazzate, l'opinione pubblica contaminata dalla propaganda. Prima vi sono stati gli orrori della guerra afgana, ora si parla con insistenza di un attacco all'Iraq. Di questo passo toccherà presto ad altri "stati canaglia", ed ai "nemici" che verranno individuati in ogni parte del mondo: organizzazioni, dirigenti politici riottosi, singoli oppositori. "E' l'applicazione estensiva della pena di morte, eseguita in base al principio che il criminale non può essere redento e che la pena deve essere totale per costituire un deterrente." (**) La logica della cultura giuridica più retriva degli Stati Uniti è stata già dispiegata sullo scenario afgano e tutto lascia credere che si intenda riproporla un grande, "infinito" numero di volte in ogni parte del mondo. In Afghanistan - senza subire praticamente alcuna perdita - gli americani hanno potuto uccidere molte migliaia di talebani e almeno 5000 civili (molti più civili inconsapevoli di quelli uccisi negli attentati dell'11 settembre). Ottimo ammonimento. Ottimo risultato sul piano della vendetta cieca e indiscriminata. Operazione di dubbia efficacia se doveva servire - come dichiarato - a diminuire il pericolo del "terrorismo internazionale". La portata reale della "minaccia terroristica" contro i ricchi del mondo, per sua natura è difficilmente valutabile: dipenderà dalle risorse 'povere' dei "terroristi" ma molto dipenderà dal grado di depravazione morale che loro stessi riterranno accettabile in relazione agli scopi da raggiungere. "Pensiamoci bene: se noi siamo disposti a combattere la guerra... con ogni arma a nostra disposizione, compresa quella atomica... allora dobbiamo aspettarci che anche i nostri nemici, quali che siano, saranno ancora più determinati di prima a fare lo stesso, ad agire senza regole, senza il rispetto di nessun principio. Se alla violenza del loro attacco alle Torri Gemelle noi risponderemo con una ancora più terribile violenza - prima in Afghanistan, poi in Iraq, poi chissà dove-, alla fine ne seguirà... una loro ancora più violenta e poi un'altra nostra e così via "(*) Le azioni dei terroristi potranno essere atroci "ma non sono gratuite, sono atti di guerra, di una guerra che da tempo non è più quella cavalleresca, una guerra in cui il bombardamento di popolazioni inermi è già stato un fenomeno comune a tutti i belligeranti durante l'ultimo conflitto mondiale, da quello delle V2 tedesche su Londra al bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki con il suo bilancio di 200.000 morti; tutti civili. Da tempo ormai si combattono con nuovi mezzi e nuovi metodi guerre non dichiarate, lontane dagli occhi del mondo che si illude oggi di vedere e capire tutto solo perché assiste in diretta al crollo delle Torri Gemelle"(*) Le stragi prodotte dalla povertà e dalla guerre sostenute dagli Stati Uniti generano probabilmente in centinaia di milioni di diseredati del mondo una rabbia non inferiore a quella che l'ecatombe dell'11 settembre 2001 ha prodotto in America e, di conseguenza, in Europa. "Importante è capire che tra queste due rabbie esiste un legame. Ciò non significa confondere le vittime coi boia, significa solo rendersi conto che, se vogliamo capire il mondo in cui siamo, lo dobbiamo vedere nel suo insieme e non solo dal nostro punto di vista. " (*) Dobbiamo capire il nostro avversario - si chiami Bush o Bin Laden - senza mai negare la sua umanità. Occorre comprendere la situazione critica del mondo per disinnescare la violenza contro gli uomini e contro l'ambiente e imboccare le vie della giustizia e della pace. Altrimenti sarà "morte infinita". "Quell'altro Occidente in cui noi abbiamo creduto e crediamo, quello della civiltà, dei diritti, della cultura, della libertà" deve reagire. "Se questo è il quadro,... la nostra speranza di donne e uomini normali, quali che siano la latitudine e la longitudine in cui viviamo, sarà nella capacità di organizzarci per rendere difficile, insopportabile, impossibile la guerra che è cominciata. Una speranza difficile, dunque."(**) " E' il momento di uscire allo scoperto, è il momento di impegnarsi per i valori in cui si crede. Una civiltà si rafforza con la sua determinazione morale molto più che con nuove armi... "Visti dal punto di vista del futuro questi sono giorni in cui è ancora possibile fare qualcosa. Facciamolo. A volte ciascuno per conto suo. A volte tutti assieme. Questa è una buona occasione."(*) (*) Citazioni da: Tiziano Terzani - "Lettere contro la guerra" - Longanesi, 2002 - Pagg. 180 - * 10 (**) Citazioni da: Giulietto Chiesa - "La guerra infinita" - Feltrinelli, 2002 - Pagg. 180 - * 9 2) GLI USA SI PONGONO AL DISOPRA DEL DIRITTO PENALE INTERNAZIONALE Abbiamo fresco il ricordo di come gli Stati Uniti abbiano esercitato ogni tipo di pressione perché Slobodan Milosevic fosse catturato e tradotto davanti al Tribunale Internazionale per la ex Iugoslavia. Alcuni recentissimi avvenimenti fanno sorgere il sospetto che Milosevic sia stato perseguito non tanto per le violazioni dei diritti umani da lui commesse ma per il 'reato', assai più grave agli occhi della dirigenza americana, di essersi opposto agli Stati Uniti. Il Tribunale Penale Internazionale (TPI) che ha cominciato i suoi lavori il 1 luglio, quattro anni dopo la sua istituzione a Roma (v. n. 96), è stato boicottato dagli Stati Uniti che non aderiscono al suo Trattato costitutivo per impedire che qualsiasi cittadino americano possa essere in futuro soggetto alla giurisdizione del Tribunale. Ricordiamo che il TPI ha competenza nel giudicare i criminali colpevoli dei più gravi reati contro l'umanità. Gli Stati Uniti inoltre si sono impegnati nella prima metà di agosto in febbrili trattative bilaterali con tutti i paesi che aderiscono al TPI e minacciano di ritirare ogni assistenza militare agli stati che rifiutassero di sottoscrivere un impegno a non estradare cittadini americani verso il Tribunale Penale Internazionale. Ciò anche nel caso in cui arrestassero nel loro territorio americani che si rendessero responsabili di crimini contro l'umanità. Soltanto la Romania ha aderito immediatamente alla richiesta degli USA. L'Unione Europea sembra essere più prudente e prende tempo ricercando una posizione comune. Kenneth Roth, direttore esecutivo di Human Rights Watch, ha commentato: "L'assordante ipocrisia manda il segnale che l'imperio della legge vale solo per gli altri popoli, non per i cittadini americani. Non può rientrare negli interessi a lungo termine dell'America minare il rispetto della legge." Una forte opposizione degli Stati Uniti ha accolto il 24 luglio l'adozione a larga maggioranza da parte del Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC) del nuovo Protocollo aggiuntivo alla Convenzione Internazionale Contro la Tortura. Il Protocollo, che dovrà essere approvato dall'Assemblea Generale delle Nazione Unite per poi essere sottoposto alla ratifica degli stati, prevede un sistema di visite regolari ai luoghi di detenzione da parte di un Comitato internazionale di esperti. Amnesty International ha salutato con grande soddisfazione l'adozione del Protocollo che potrà efficacemente combattere la tortura ancora praticata in 111 paesi. Si prevede che gli USA in autunno daranno battaglia per impedirne l'approvazione da parte dell'Assemblea Generale - o almeno per alterarne il testo in modo da ridurne drasticamente la portata e l'efficacia - facendo lega con paesi quali l'Iran, la Cina, l'Egitto, Cuba, Libia e Sudan. 3) IL MINISTRO ASHCROFT RAFFORZA LA PENA DI MORTE FEDERALE Il Washington Post in un lungo articolo del 1 luglio ha osservato con stupore che nel momento in cui molte autorità americane, dalla Corte Suprema alle amministrazioni statali, ripensano diversi aspetti della pena capitale, il Ministro della Giustizia USA, John Ashcroft, sta aggressivamente perseguendo la pena di morte a livello federale. Ashcroft, molto spesso, impone ai pubblici accusatori federali l'opzione della pena di morte quando essi optano per la richiesta di una pena detentiva. Dal momento in cui si è insediato un anno e mezzo fa, Ashcroft ha rovesciato le richieste dei procuratori federali 12 volte, ordinando di chiedere la pena di morte in casi in cui costoro non volevano farlo.Tra questi casi ve ne è almeno uno in cui era già stata patteggiata la pena. Complessivamente il nuovo Ministro della Giustizia ha approvato la pena di morte per uno o più accusati in circa la metà dei casi in cui era possibile farlo. Alcuni casi riguardano detenuti di stati che non hanno la pena di morte ma dove la pena capitale può essere applicata per alcuni crimini di interesse federale (come ad esempio i delitti correlati al traffico di stupefacenti). "Il disegno che si sta delineando sotto il regime di Ashcroft sta andando contro la tendenza nazionale che consiste nel porre sempre più restrizioni alla pena capitale. - ha dichiarato l'avvocato Kevin McNally che fa parte del progetto federale di monitoraggio della pena di morte - Credo che sia in atto uno sforzo consapevole di nazionalizzare la pena di morte..." 4) UCCISI I GIOVANISSIMI T.J. JONES E TORONTO PATTERSON Non sono serviti gli ammonimenti e i serrati appelli dell'Unione Europea, di Mary Robinson, Alto Commissario dell' ONU per i Diritti Umani, di Amnesty International, di altre organizzazioni umanitarie e di tanti semplici cittadini di ogni parte del mondo: T.J. Jones - il diseredato che al posto del nome aveva solo due iniziali - e Toronto Markkey Patterson sono stati uccisi dallo stato del Texas, come programmato, rispettivamente l'8 agosto e il 28 agosto (v. n. 98) Invece di cercare aggettivi per esprimere l'orrore per queste esecuzioni incivili - che speriamo siano le ultime - riportiamo alcune notizie e alcuni dati sulla pena di morte per i minorenni. Da quando sono riprese le esecuzioni (1977), negli Stati Uniti sono stati uccisi 21 giovani che avevano meno di 18 anni all'epoca del delitto, 13 dei quali in Texas. Le ultime sei uccisioni di giovanissimi si sono verificate in Texas e tutte hanno riguardato detenuti Afro-americani. Attualmente solo gli Stati Uniti, la Repubblica democratica del Congo e L'Iran continuano a condannare a morte minorenni. Dal 1990 gli USA hanno ucciso 18 minorenni all'epoca del crimine loro contestato mentre in tutto il resto del mondo ne sono stati uccisi 14. Dal 1998 abbiamo 12 esecuzioni di giovanissimi negli Stati Uniti da confrontare con le 5 che si sono verificate nel resto del mondo. Nel 2002 Toronto Patterson è stato il terzo ad essere ucciso in Texas, dopo il suo amico Napoleon Beazley e T.J. Jones, mentre Amnesty non ha avuto notizia di alcuna esecuzione di minori in altri paesi. T.J. Jones aveva rinunciato ai suoi ultimi appelli. E' morto a 25 anni, dopo una vita difficile e disgraziata, una giovinezza deviata e il furto di gruppo di un'automobile con l'uccisione a freddo del conducente. Fu arrestato un'ora dopo il fattaccio. Era al limite del ritardo mentale (con un Q. I. di 78). Era stato espulso dalla scuola superiore. Uno psicologo al processo tenutosi nel 1994 asserì che mentalmente non era più sviluppato di un bambino di 10-12 anni. A 17 anni giocava ancora con le macchinine. Non aveva conosciuto il padre ed era stato trascurato dalla madre. A 14 anni aveva cominciato a fere uso di alcool per lenire le sue sofferenze psichiche, qualche anno dopo vi aggiunse il Whack, una micidiale droga a buon mercato che provoca danni cerebrali. Al momento del delitto alloggiava nella sede della sua gang giovanile insieme alla madre sedicenne di suo figlio. Quando Toronto Patterson - dedito allo spaccio di droga dopo essere stato espulso dalla scuola - fu arrestato con l'accusa di aver ucciso tre cugini per impossessarsi di tre cerchioni cromati di una BMW, la sua ragazza era incinta. Aveva 17 anni, era il 6 giugno 1995. Nel maggio scorso, a 24 anni, ha visto al di là di un vetro per la prima ed ultima volta sua figlia che ora ha 6 anni. "Avrei dato la mia vita per poterla abbracciare e baciare una sola volta" ha poi dichiarato il detenuto. Condannato senza prove schiaccianti (i cerchioni furono trovati nella casa della sua ragazza) sostanzialmente sulla base di una confessione estortagli dalla polizia e successivamente ritrattata, asseriva di essere stato sul luogo del delitto ma che a compiere gli omicidi furono due giamaicani. Alludendo al fatto che il condannato non era riuscito a smontare la quarta ruota della BMW, Jason January, uno degli accusatori di Patterson ha commentato: "Non soltanto fu un assassino, ma un ladro incapace". 5) L'ESECUZIONE DI SUAREZ-MEDINA PROVOCA UN INCIDENTE DIPLOMATICO Ancora una volta gli USA hanno violato il Trattato di Vienna sulla Relazioni Consolari, si sono rifiutati di porre rimedio alla violazione ed hanno suscitato il forte risentimento di una stato estero. Questa volta è stato il Governo del Messico a intervenire in favore di Javier Suarez-Medina, un concittadino messicano arrestato, processato e condannato a morte a 19 anni, senza potersi giovare dell'assistenza del Consolato del proprio paese prevista dal Trattato di Vienna. Suarez-Medina, reo confesso di aver sparato all'agente Lawrence Cabana infiltrato nel mondo della droga, se avesse avuto una buona difesa legale avrebbe potuto scampare la pena capitale. Infatti avrebbe potuto far pesare il fatto che sparò per una reazione istintiva, il fatto che non conosceva la vera identità di Cabana, il fatto che l'accusa per convincere la giuria della futura pericolosità dell'imputato presentò a sorpresa il testimone di una rapina la cui deposizione risultò in seguito del tutto infondata. Le Autorità federali così come il Governatore del Texas hanno fatto orecchie da mercante agli appelli del Messico, appoggiato da sedici stati, nonché dell'Unione Europea, della Commissione Inter-americana per i Diritti Umani, dell'alto Commissario ONU per i Diritti Umani, di altre agenzie internazionali, dell'Associazione degli Avvocati Americani e delle organizzazioni umanitarie: Suarez-Medina è stato ucciso, come programmato, il 14 agosto. Dopo l'esecuzione, il suo avvocato - oltre a ribadire alla famiglia della vittima il grande rimorso del suo assistito - ha dichiarato: "Javier mi ha detto di essere forte e ha espresso il suo profondo ringraziamento per l'aiuto ricevuto dal governo del Messico e per le preghiere del popolo messicano. So che egli è stato immensamente grato per tutti gli sforzi fatti in suo favore dalla comunità internazionale..." Il rifiuto, sempre più sprezzante in questo periodo, degli Stati Uniti di sottostare ai loro obblighi internazionali e in particolare a osservare il Trattato di Vienna, ha causato degli incidenti internazionali. Ricordiamo in proposito il procedimento intentato presso la Corte Internazionale dell'Aja dalla Germania dopo l'esecuzione dei fratelli LaGrand, due cittadini tedeschi 'giustiziati' in Arizona, cui fu negata l'assistenza consolare. Procedimento che si concluse con una condanna morale degli USA il 27 giugno dell'anno scorso (v. n. 87). Il Governatore Perry, come è costume della massima autorità texana in occasione delle esecuzioni di 'grande impatto', ha rilasciato una dichiarazione alla stampa: "Oggi ho negato una sospensione di 30 giorni dell'esecuzione di Javier Suarez Medina. Ho esaminato tutte le informazioni presentatemi - inclusa la questione del trattato internazionale. Il mio staff si è incontrato con le autorità messicane per ascoltare le loro preoccupazioni su questo caso e ho parlato con il Presidente del Messico Vincente Fox. Rispetto la sovranità del Messico e le sue leggi e so che il Presidente Fox riconosce la sovranità delle leggi degli USA e del Texas." Lo strappo prodotto dall'uccisione di Suarez Medina si è manifestato al massimo livello con l'annullamento di una visita del Presidente Fox in Texas - comprendente un incontro con George W. Bush - già programmata dal 26 al 28 agosto. Fox aveva sperato quanto meno in un rinvio dell'esecuzione per poter affrontare personalmente la questione con Bush. Il portavoce di Fox ha dichiarato: "Questa decisione è un segnale inequivocabile di protesta per l'esecuzione. Sarebbe inappropriato, in queste penose circostanze, procedere con la visita in Texas... Il Messico ha fiducia che la cancellazione di questa importante visita presidenziale contribuirà a rinforzare il rispetto di tutti gli stati per le leggi internazionali". Bush dal canto suo ha fatto sapere, tramite il suo portavoce Jimmy Orr, che "rispetta il Presidente Fox e che persistono eccellenti relazioni professionali tra i due e una forte amicizia che riflette i profondi legami tra le due nazioni." E ancora: "Il Presidente Bush pensa già al prossimo incontro con il Presidente Fox". 6) SALVIAMO REX DALL'IMMINENTE ESECUZIONE! James Rexford Powell (Rex) è nato in Florida il 23 Agosto 1946 da genitori di origine nativo-americana. Dopo un incidente sul lavoro rimase alcuni anni disoccupato. Aprì una piccola attività che lo portò a doversi spostare con un caravan. In quelle circostanze incontrò e parlò con Falyssa Van Winkle, figlia di suoi conoscenti. Quel giorno, 6 ottobre 1990, la ragazzina venne uccisa dopo essere stata rapita e violentata. Rex fu arrestato ed imprigionato. Dopo otto mesi fu condannato a morte. Gli avvocati d'ufficio non seppero offrire un'adeguata difesa a Rex così molte prove che avrebbero dimostrato la sua innocenza non furono evidenziate in modo adeguato o addirittura non furono presentate: per esempio, le tracce di vernice trovate sotto al ponte non corrispondevano al veicolo di Rex ed il terreno prelevato sul luogo dell'omicidio non corrispondeva con quello presente nel battistrada delle ruote del caravan. Fu poi trovata una ciocca di capelli sul corpo della ragazzina, che non appartenevano né a Rex né alla vittima. Infine, le impronte trovate nel luogo del delitto non coincidevano con la misura delle scarpe di Rex. Dall'esito di un test sul DNA fatto fare dall'accusa non emerse che il DNA di un campione del seme presente nella vittima e quello di Rex corrispondevano, ma gli avvocati dell'accusa presentarono il risultato dell'esame inducendo a credere che il risultato confermasse la colpevolezza di Rex. Nella seconda fase del processo che terminò con la condanna a morte, fu sfruttato dall'accusa, come prova di futura pericolosità dell'imputato, un precedente processo subito da Rex per un altro crimine, per il quale egli era stato però già completamente assolto. Questo comportamento è ovviamente un'aperta violazione dei diritti umani e una chiara circonvenzione della giuria. Molte sono le date tristi della vita di Rex, ma certamente la più dura è la recentissima morte della figlia per un tumore al seno. Già dal 1993 Rex ha trovato in alcuni amici italiani, soci del nostro Comitato, sostegno e conforto e ha ricambiato la loro amicizia con tutto l'affetto e la sincerità del suo cuore. Adesso lo stato del Texas ha fissato per il 1° ottobre prossimo la data in cui egli verrà ucciso, se il Governatore e la Commissione delle Grazie non fermeranno l'esecuzione. (a cura di Secondo e Grazia) Dobbiamo muoverci per Rex, e muoverci immediatamente ! Vi invitiamo a scrivere, SUBITO, dati i tempi strettissimi, inviando ai DUE destinatari per posta prioritaria (affrancatura: 0,77 euro fino a tre fogli) o FAX, la seguente petizione (occorre stamparla, completarla con nome, cognome, indirizzo postale completo dei sottoscrittori, firmarla e spedirla). Per chi non ha tempo di utilizzare la posta o il fax c'è la possibilità di inviare UN BREVE messaggio al Governatore (prendete qualche riga dalla petizione) tramite la sua pagina Web. Mettete come stato di partenza il Texas oltre al vostro indirizzo completo con alla fine '- Italy'. Compilate dunque la pagina al seguente indirizzo (che deve essere scritto esattamente tutto di seguito su una sola riga) www.governor.state.tx.us/contact%20%20information/email/email_the_governor.htm Governor Rick Perry Texas Board of Pardons and Paroles Attn:Office of General Counsel Attn:Executive Clemency Section P.O. Box 12428 8610 Shoal Creek Blvd Austin, Texas 78711-2428 Austin, Texas 78757 Fax: 001 512 463-1849 Fax: 001 512 463-8120 Dear Governor Rick Perry, Dear Members of the Board of Pardons and Paroles, James Powell will be killed by the State of Texas on October 1st, if you do not intervene on his behalf. His execution would be a great injustice. During Mr. Powell's trial, in fact, prosecutors submitted to the jury state's DNA test results in a misleading way. These results, in reality, showed Mr.Powell's extraneousness to the crime. Counsel failed in challenging the prosecutor's evidence and in submitting evidence and witnesses which would have proved in an irrefutable way the defendant's innocence. During the punishment phase, which ended with the death sentence, prosecutors exploited, as evidence of the defendant's continuing threat to society, the submission to the jury of a past trial undergone by the defendant for another crime, but of which he had been thoroughly acquitted. This represents an open violation of the American Declaration of the Rights and Duties of Man. All of Powell's appeals have been procedurally barred and therefore his case has never been reviewed. By killing Mr. Powell, the State of Texas thinks to revenge the crime victim, but in reality neither an unfair trial, nor an execution, will ever be able of making an innocent man guilty of a crime he did not commit, and his death will not return the victim to her family. In consideration of what above mentioned, we respectfully request you that Mr. Powell's execution be stayed and consideration be given to granting him executive clemency. Best regards Traduzione della petizione:Caro Governatore Rick Perry, Cari Membri della Commissione delle Grazie. James Powell verrà ucciso dallo stato del Texas il 1° ottobre prossimo se non interverrete in suo favore. La sua esecuzione sarebbe una grossa ingiustizia. Infatti, nel corso del processo del Sig. Powell, furono presentati alla giuria in modo fuorviante e ambiguo i risultati del test sul DNA effettuato dallo stato. Detti risultati provavano in realtà l'estraneità del Sig. Powell al crimine. La difesa mancò di confutare le prove dell'accusa e non presentò le prove e le testimonianze che avrebbero dimostrato in modo inequivocabile l'innocenza dell'imputato. Nella fase penale, che terminò con la condanna a morte del Sig.Powell, fu sfruttato dall'accusa, come prova di futura pericolosità dell'imputato, un precedente processo subito dall'imputato stesso per un altro crimine, per il quale egli era stato però già completamente assolto. Questo costituisce un'aperta violazione della Dichiarazione Americana dei Diritti e dei Doveri dell'Uomo. Tutti i successivi appelli del Sig.Powell sono stati bloccati a livello procedurale e pertanto il caso non è mai stato riesaminato. Uccidendo il Sig. Powell, lo stato del Texas crede di vendicare la vittima del crimine, ma in realtà né un processo ingiusto né l'esecuzione potranno mai trasformare un innocente in colpevole di un crimine che non ha commesso, e la sua morte non restituirà la vittima alla sua famiglia. Tenuto conto di quanto detto, vi preghiamo di voler sospendere l'esecuzione del Sig.Powell e di considerare la possibilità di concedergli clemenza. 7) CORTE SUPREMA NETTAMENTE DIVISA SULLA PENA DI MORTE AI MINORENNI Il chiuso ed oscurantista stato del Texas ha respinto recisamente tutte le richieste di clemenza per Toronto Patterson, minorenne all'epoca del delitto: la Commissione delle Grazie ha votato 16 a 1 contro la commutazione della pena, il Governatore Perry si è rifiutato di intervenire e il condannato è stato 'regolarmente giustiziato' il 28 agosto. Tuttavia a livello nazionale fin dagli anni 80 si discute sulla liceità costituzionale della pena di morte per coloro che commisero i loro delitti prima del diciottesimo anno di età. Già nell'89 la Corte Suprema federale si trovò ad affrontare la questione ma, a strettissima maggioranza (5 a 4), si rifiutò di riconoscere nella pena capitale ai minori una violazione dell'Ottavo Emendamento della Costituzione (che proibisce le pene 'crudeli e inusuali'). Il dibattito si è riacceso nel giugno scorso dopo la sentenza della Corte Suprema che proibisce la pena di morte per i ritardati mentali (v. n. 98). Ora la Corte Suprema federale si è divisa (6 contro 3) nel respingere la richiesta della difesa di Patterson di rinviare l'esecuzione e prendere di nuovo in esame la liceità costituzionale della pena di morte per i minorenni. Gli avvocati hanno argomentato - anche sulla base di recentissimi dati scientifici - che l'attenuante della non completa responsabilità penale riconosciuta ai ritardati mentali dove applicarsi pure ai minorenni. Il Giudice John Paul Stevens, opponendosi alla maggioranza della Corte che ha rifiutato di sospendere l'esecuzione di Patterson, ha sentito il dovere di precisare per iscritto il suo dissenso: "[Nel 1989] il giudice Brennan, scrivendo per quattro Membri della Corte, spiegò perché l'Ottavo Emendamento proibisce di togliere la vita ad un individuo per punirlo di un crimine da lui commesso quando aveva meno di 18 anni. Io mi associai a questa opinione e sono rimasto convinto che essa costituisca una corretta interpretazione della legge. Da quando quell'opinione fu scritta il problema è stato oggetto di ulteriore dibattito e discussione sia nel Paese che in altre nazioni civili. Dato il consenso che appare esserci tra gli stati e la comunità internazionale contro l'esecuzione di una sentenza capitale imposta ad un criminale giovanile, ritengo opportuno che la Corte ridiscuta la questione quanto prima. Avrei voluto perciò concedere una sospensione di questa sentenza per dare alla Corte l'opportunità di confrontarsi in merito nella prossima riunione prevista per settembre..." E' certo che la Corte Suprema federale dovrà affrontare la questione a breve se negli USA altri stati - come è prevedibile - porranno fuori legge la pena di morte per i minorenni. Attualmente la proibiscono gli statuti penali federali e quelli di 16 stati (su 38 che mantengono la pena di morte). L'Indiana è diventato quest'anno il sedicesimo stato a proibirla chiudendo il lungo dibattito cominciato nel 1986 quando venne condannata a morte la quindicenne nera Paula Cooper (suscitando lo sdegno e una straordinaria mobilitazione degli italiani). 8) IL TEXAS NON MOLLA LA PRESA: TERZA CONDANNA A MORTE PER PENRY L'interminabile prolungarsi dell'iter giudiziario di John Paul Penry ruota attorno alla questione del ritardo mentale dell'imputato, condannato a morte la prima volta nel 1979 per lo stupro e l'assassinio di Pamela Moseley Carpenter, una signora di 22 anni appartenete ad una nota famiglia di Livingston nel Texas. Nonostante ciò nel terzo processo conclusosi il 3 luglio scorso Penry è stato di nuovo condannato a morte da una giuria che ha negato il suo ritardo mentale. Già nel 1989 una storica sentenza della Corte Suprema federale - anche se non riteneva i tempi maturi per dichiarare incostituzionale la pena di morte per i ritardati mentali - aveva annullato la condanna a morte di Penry perché il ritardo mentale dell'accusato ed altri fattori attenuanti non erano stati adeguatamente presentati alla giuria. Nel 1990 il processo a Penry fu ripetuto ex novo nella fase di 'punishment', la fase in cui - nei casi capitali - la giuria deve scegliere tra la condanna a morte e la massima pena detentiva. Anche nel secondo processo la giuria non fu adeguatamente messa al corrente del ritardo mentale dell'imputato e si arrivò nuovamente ad una condanna capitale. Sulla correttezza di questa seconda condanna a morte si è aperta una lunga serie di ricorsi, finché Penry - dopo essere arrivato a tre ore dall'esecuzione il 16 novembre 2000 - si vide di nuovo annullare la sentenza dalla Corte Suprema federale nel giugno del 2001 (v. n. 87). Il Texas non rinunciò a perseguire la condanna capitale per Penry e le fasi preliminari del terzo procedimento cominciarono all'inizio di quest'anno (v. nn. 93) concludendosi l'11 aprile con la decisione di una giuria che decretò essere l'imputato capace di partecipare ad un processo. Dal 29 aprile a 31 maggio 2002 si è svolto il complesso lavoro di selezione della giuria che avrebbe dovuto scegliere la pena per Johnny Penry (v. n. 96). A partire dal 10 giugno si è svolta una accanita e complessa fase dibattimentale con l'audizione di esperti - che hanno testimoniato in maniera contrastante a seconda che fossero stati chiamati dalla difesa o dall'accusa - con la presentazione di immagini impietose della vittima, con la testimonianza accorata del padre di Pamela Carpenter. L'accusa ha perfino chiamato alla sbarra una guardia che ha contestato a Penry di aver violato nel 1994, nel vecchio braccio della morte di Huntsville, la regola carceraria che proibisce la masturbazione se il detenuto è rivolto verso la porta della cella. La sentenza della Corte Suprema federale del 20 giugno che ha dichiarato incostituzionale la pena di morte per i ritardati mentali, caduta nel bel mezzo del dibattimento, apparentemente non ha disorientato la giudice presidente Elizabeth Coker la quale è riuscita a far avanzare il processo fino alla condanna a morte di Penry. La Coker ha respinto la richiesta della difesa di patteggiare la pena detentiva per Penry in ragione della sentenza della Corte Suprema del 20 giugno. Ha poi istruito la giuria dicendo che se qualcuno dei 12 giurati avesse ritenuto Penry un ritardato mentale si sarebbe dovuto optare per la pena detentiva. Scegliendo la condanna a morte si suppone che i giurati abbiano accolto la tesi dell'accusa che ha sostenuto che Penry non è un ritardato mentale. L'accusa è stata oltremodo aggressiva definendo 'un mito palleggiatosi nel corso degli anni, con il concorso della stampa' il ben noto e riconosciuto ritardo mentale di Penry, insinuando che l'imputato fosse così intelligente da falsificare sistematicamente i test psicologici (che hanno dato sempre un Q.I. compreso tra 43 e 63, ben lontano dal limite di 70), giudicando irrilevante che il ritardo mentale di Penry fosse già stato documentato in età scolastica, ben prima che questa caratteristica potesse costituire un vantaggio per il soggetto, chiamando l'imputato un 'sadico', un 'predatore sessuale', un 'assassino a sangue freddo', reclamando dalla giuria il via libera per porre termine alla sua vita. L'accusatore Joe Price, che nel 1979 fu sul luogo del delitto e interrogò Penry immediatamente, ha concluso: "E' tempo di farla finita con questo circo". Si ha l'impressione che il processo a Penry sia stato condotto in maniera sbilanciata in favore dell'accusa e si sia concluso in maniera pasticciata, quasi si dovesse pervenire ad ogni costo ad una sentenza predeterminata. Certo alcuni nodi dovranno venire al pettine. Per esempio la maniera disinvolta con cui la Giudice presidente ha calato nel processo la fondamentale sentenza della corte Suprema federale del 20 giugno. Per esempio il fatto che la sentenza implichi la negazione del ritardo mentale di Penry pur mancando in Texas una legge che preveda il modo di accertare il ritardo mentale nei processi capitali. Sono questioni che costituiranno carte potenti in mano alla difesa di Johnny Penry che ora ha davanti a sé molti gradi di appello contro la sentenza, sia a livello statale che federale. Nel corso degli anni sul caso di Johnny Penry e sulla questione del ritardo mentale si è evidenziato inoltre un contrasto tra la giurisdizione del Texas e i livelli federali che peserà sui futuri appelli. Inoltre dobbiamo tener presente che solo la classe dirigente conservatrice si oppone in Texas alla proibizione della pena di morte per i ritardati mentali e vuole caparbiamente la vita di Johnny Penry. 9) PIU' DIFFICILE CHE PER SAFIYA LA BATTAGLIA PER SALVARE AMINA Come avevamo previsto, dopo il proscioglimento di Safiya Hussaini, la minaccia della lapidazione in base alla legge islamica della Sharia si è ripresentata nel Nord della Nigeria. Questa volta ad essere condannata a morte per adulterio è stata Amina Lawal, una donna di 30 anni che ha messo al mondo la sua terza figlia all'inizio dell'anno pur essendo divorziata. Amina fu processata a marzo senza assistenza legale da una corte islamica vicino al suo villaggio nello stato di Katsina. Confessò di aver avuto la bambina dal suo convivente che le aveva promesso di sposarla. Il convivente giurò sul Corano di non essere il padre della bambina e fu assolto. Amina fu condannata alla lapidazione e poi rilasciata con la condizione che la sentenza dovesse essere eseguita dopo lo svezzamento di sua figlia non prima del 2004. Nel processo di appello davanti alla corte islamica di Funtua, tenutosi in agosto, Amina era assistita da un agguerrito team di avvocati provenienti da Abuya, capitale della Nigeria. I difensori hanno argomentato, tra l'altro, che i rapporti extraconiugali sarebbero stati consumati prima dell'adozione del codice della Sharia da parte dello stato di Katsina, avvenuta nel giugno dello scorso anno. Il 19 agosto Amina, aspettando la lettura della sentenza, mentre cullava la sua bimba ha dichiarato alla stampa che si rimetteva al volere di Dio. Il giudice presidente ha infine sentenziato: "Confermiamo la tua condanna alla lapidazione come prescritto dalla Sharia: La sentenza verrà eseguita appena tua figlia sarà svezzata." Dalla saletta stracolma in cui si teneva il processo si è levato il grido "Allah è grande!" e la donna è scoppiata in lacrime. I legali di Amina Lawal hanno annunciato l'intenzione di presentare un nuovo appello ad una corte islamica superiore entro il termine legale di 30 giorni. Nel caso anche questo secondo appello fallisse rimarrebbe la possibilità di ricorrere alla Corte Suprema federale della Nigeria, un passo che gli Stati islamici del Nord non ritengono ammissibile. In ultima analisi il Presidente della Nigeria Olosegun Obasanjo potrebbe concedere la grazia. Quest'ultimo - subissato dalle proteste provenienti da associazioni e da governi di ogni parte del mondo - compreso il governo statunitense - ha dichiarato: "Non credo che la vicenda finirà con la sua morte, se dovesse accadere io piangerei per me, piangerei per Amina e piangerei per la Nigeria." Si sa che il Governo centrale assisterà con i suoi legali Amina Lawal nel prossimo appello ma non è stata ventilata la possibilità di un provvedimento di grazia del Presidente. L'atteggiamento di Obasanjo appare meno deciso rispetto alla sua presa di posizione in favore di Safiya Hussaini, la quale fu assolta nel primo processo di appello, cosa che non è avvenuta per Amina. Ciò può essere dovuto ad una tattica del presidente o ad un oggettivo rafforzamento del potere degli integralisti islamici del Nord. Per ora il Governo federale è riuscito ad evitare l'esecuzione di condanne a morte pronunciate da tribunali islamici, ma numerose amputazioni di arti nei confronti dei ladri sono state invece effettuate. In maggio un uomo, tale Ado Baranda, è stato anch'esso condannato alla lapidazione. L'accusa è quella di aver violentato una bambina di nove anni. Sembra che il condannato non abbia presentato appello contro la sentenza. 10) UN ALTRO APPELLO DI MAURO DISPENZA: UN EURO PER SALVARE UNA VITA Carissimi Amici, ancora una volta ho bisogno del vostro aiuto. Ho la necessità di raccogliere una somma di denaro affinché, in maniera definitiva, possano essere svolte le indagini per dimostrare l'innocenza di un giovane di 28 anni, detenuto da 10 nel "braccio della morte" di Livingston, in Texas. Questo giovane, Henry Earl DUNN, doveva essere giustiziato il 14 Maggio u.s. Questo tragico fatto, però, non si è avverato grazie ad una stretta collaborazione con l'avvocato di difesa Mike Charlton del Texas Defender Service. Questo signore alla fine di Gennaio aveva chiesto 10.000 dollari per poter avviare nuove indagini su questo caso. Mi sono, pertanto, attivato e con alcuni amici, in 40 giorni siamo riusciti a raccogliere i primi 4000 dollari che, inviati all'avvocato Charlton, hanno permesso una prima parte di indagini... Incredibilmente è stato raggiunto il primo, insperato, successo: la sospensione dell'esecuzione ! Ora deve essere inviato il resto della somma richiesta. Non vogliamo fermarci proprio adesso che il traguardo pare vicino ! Ad oggi, 30 Agosto '02, con varie iniziative personali, sono riuscito a raccogliere altri 2000 dollari. Ne mancano 4000 ! Posso contare su di Voi ? Mi auguro di sì. Per chi volesse contribuire alla equa difesa di Henry, chiedo gentilmente contributi di qualsiasi entità, da inviare tramite il ccp n. 45648003 intestato al Comitato Paul Rougeau c/o Paolo Cifariello - V.le Pubblico Passeggio 46 - 29100 Piacenza, specificando chiaramente la CAUSALE. 11) FINANZIATE IL COMITATO CON UN PROGRAMMA PER L'ORARIO SCOLASTICO! Una delle entrate più cospicue e costanti del Comitato Paul Rougeau è costituita dal ricavato della vendita dei programmi informatici creati dal nostro socio Paolo Cortelli. Paolo, molto generosamente, devolve i proventi delle sue fatiche in beneficenza. Oltre al nostro Comitato, si giova delle offerte di Paolo l'associazione umanitaria "Fratelli dell'Uomo". Quest'ultima associazione - munita di Partita IVA - dopo aver fatturato gli incassi si presta a dividerli col Comitato. I programmi creati da Paolo sono molto utili, funzionali e di largo interesse. L'ultima sua creatura si chiama TESEO e serve per compilare in modo rapido e agevole l'ORARIO SCOLASTICO sia nelle scuole medie che in quelle superiori. Nel produrre TESEO Paolo ha potuto contare sul determinante apporto del prof. Mauro Berretti, esperto di gestione degli orari scolastici. L'ottimo risultato ottenuto permetterà di risparmiare un monte di lavoro noiosissimo alle commissioni che si incaricano di preparare l'orario nelle scuole. Paolo ha promesso di devolvere alla nostra associazione - tramite i Fratelli dell'Uomo - il corrispettivo dei programmi che saranno venduti per interessamento del Comitato. In breve: quando qualcuno di noi riuscirà a convincere una scuola del vantaggio di usare TESEO, il ricavato della vendita del programma a quella scuola sarà devoluto al Comitato. Stando così le cose, è evidente l'opportunità che tutti i soci che hanno rapporti col mondo scolastico si attivino per far acquistate TESEO senza dimenticarsi di SEGNALARE AL COMITATO ciascuna scuola contattata in modo che si possa conteggiare a nostro favore il relativo incasso. L'impegno richiesto ai soci è tutto sommato abbastanza semplice e porta via poco tempo: basta cercare il personale docente e amministrativo tra i propri amici e conoscenti, suggerendo di scaricare la versione dimostrativa di TESEO oppure di passare l'informazione a chi gestisce la costruzione dell'orario nella loro scuola. Tutto qui? Quasi. Poi occorrerà inviare un messaggio al Comitato con poche parole tipo "contattata scuola Bertelli di Pavia", in modo da poter quantificare l'attività dei nostri soci-007 e quindi il contributo a cui possiamo aspirare. Ovvio: se si individua una scuola non ancora automatizzata, il calore dell'incoraggiamento a scaricare il dimostrativo deve farsi più intenso e convincente, perché ci sono maggiori probabilità di acquisto con reciproci vantaggi. Questo programma offre un nuovo ambiente di lavoro facile e intuitivo e risolve una grande varietà di problemi connessi con l'orario scolastico, per cui quando gli interessati ne 'assaggiano' la versione dimostrativa, le possibilità di una vendita sono veramente grandi. Descrizione del programma TESEO ------------------------- PIATTAFORMA: WINDOWS (qualsiasi versione) SITO per le informazioni e per scaricare la Versione dimostrativa: utenti.lycos.it/berrettimauro CARATTERISTICHE: Ambiente di sviluppo stimolante, facile, intuitivo; programma completo di stampe tabelloni, orari, disposizioni, ricevimenti, fogli presenza, sostituzioni docenti ecc. DEMO: La versione dimostrativa è il programma originale con la sola limitazione che le stampe sono presentate a video. ASSISTENZA: Gratuita, anche per chi sta testando il programma. 12) "LA PENA DI MORTE NON È CHE UN DELITTO", PAROLA DI UN TREDICENNE Nel suo articolo "IL GRUPPO TORINO VA A SCUOLA" pubblicato sul Foglio di collegamento dello scorso Febbraio 2002 , Grazia aveva scritto: "non abbiamo la pretesa di aver "convertito" tutti i ragazzi alla causa abolizionista, ma abbiamo gettato un seme e indotto i ragazzi a riflettere su problemi che non li toccano da vicino, ma che costituiscono comunque profondi motivi di riflessione e sono radicati nella storia dell'umanità." A cinque mesi dalla "tumultuosa" esperienza scolastica di Novara possiamo assolutamente affermare che il seme gettato ha dato buoni frutti, e non solo perché la mente e il cuore dei ragazzi hanno ricevuto una "scossa benefica" ma anche perché alcuni di loro hanno voluto che essa si trasmettesse ad altri, raccontando l'esperienza scolastica vissuta e ciò che ha significato come momento di riflessione e ripensamento... Monica (classe 3B), per esempio, invoca il diritto inalienabile alla vita... " Dio ci ha messi al mondo per farci vivere e nessuno ha il diritto di spezzare il sottile filo che ci tiene uniti alla terra." Manuela incalza esprimendo il suo disappunto sulla possibile uccisione di Safyia, la giovane donna nigeriana poi sottratta alla pena di morte per lapidazione, con queste parole: "Nessuno di noi ha il potere di decidere la morte di una persona, e ritengo che qualsiasi religione, come tale, dovrebbe rispettare il diritto alla vita." Lucia ritiene la pena di morte un omicidio di Stato..." Molti Paesi sono favorevoli alla pena capitale perché pensano che, eliminando l'assassino, la famiglia sia "ripagata" moralmente per quello che ha subito. La pena capitale è un "omicidio legalizzato, perché lo Stato uccide il criminale ma non il delitto, e spesso capita che si commettono errori giudiziari. Pochi si salvano dalla pena di morte, di solito sono i più ricchi, in altre parole, quelli che pagano di più i migliori avvocati, mentre i più poveri vengono aiutati in minima parte dallo stato e poi lasciati al loro destino. Non vi sembra molto ingiusto? Carola (3F) tenta una disquisizione sulla inutilità della pena di morte e, tra l'altro, ritiene che "uccidendo si esclude la possibilità di recuperare chi ha sbagliato, se si pensa che ci sono anche detenuti che in carcere proseguono gli studi interrotti e quindi hanno la possibilità di migliorare e maturare, e di non essere più considerati soggetti a rischio." Simona insiste sulla necessità di "punire chi ha commesso un grave crimine con forme di detenzione che non preludano alla pena di morte ma alla possibilità di riabilitazione della persona e,in alcuni casi, di reintegrazione nella società" L'opinione di Gabriella si discosta da quella delle sue compagne di classe in quanto ritiene "giusta la pena di morte comminata a chi ha commesso un omicidio, ma iniqua la pena inflitta a chi, in seguito, ( quando ormai è troppo tardi) è ritenuto non essere il vero colpevole." Marco riprende quest'ultimo punto dell'affermazione di Gabriella e parla di "pasticci che si possono verificare durante i processi e di possibili corruzioni....poi conclude dicendo: "Il killer uccide la vittima e si ha un morto, lo stato a sua volta uccide il killer e così si hanno due morti... La pena di morte non è nient'altro che un delitto, a pari livello dell'omicidio." Aurora infine, particolarmente colpita dalla "cella virtuale" approntata nell'aula durante il dibattito, racconta..."due rappresentanti del Comitato Paul Rougeau ci hanno mostrato una cella virtuale del braccio della morte in dimensioni reali e ci hanno parlato delle condizioni disumane di chi è costretto a viverci per lunghi periodi". Poi aggiunge:"Uccidere è un reato per tutti, al colpevole deve essere inflitta sì una punizione, ma questa deve essere costruttiva, deve fargli capire gli sbagli commessi per dargli la possibilità di redimersi e di essere riammesso nella società. La pena di morte, quindi, è cosa inutile che serve solo a soddisfare la volontà dettata dall'emotività di parenti e amici della vittima, e quindi, questa punizione viene usata come arma di vendetta,ed è vergognoso che uno Stato la ammetta. Secondo me bisognerebbe prendere provvedimenti prevenendo gli omicidi; dato che i colpevoli sono spesso malati, drogati, con alle spalle problemi di infanzia, proporrei di aumentare l'efficienza dei servizi sociali, e un maggior aiuto economico da parte dello Stato per le famiglie povere". Gli alunni della 3C hanno ritenuto opportuno evidenziare la loro opinione sulla pena di morte, frutto di una riflessione interna alla classe dopo la partecipazione al dibattito, con un grafico molto chiaro ed eloquente che dimostra quanto sia importante che i ragazzi siano aiutati e stimolati ad esprimersi su argomenti molto più grandi di loro ma che li avviano a porsi come protagonisti attivi di una società civile e democratica di cui la Scuola deve farsi garante: prima del dibattito 9 alunni erano favorevoli alla pena capitale, mentre 13 erano contrari, dopo il dibattito i favorevoli sono scesi a 2 e i contrari aumentati a 20. (Anna Maria) 13) NOTIZIARIO Cina. Progressivo imbarbarimento della giustizia criminale. In Cina - mentre si rinnovano gli inviti delle autorità a inasprire al campagna anticrimine "Colpire duro!" - è allo studio un pacchetto di modifiche al codice penale che incrementa enormemente le pene detentive, pur cancellando una residua possibilità di comminare la pena di morte ai minori di 18 anni. Il 23 luglio Amnesty International ha emesso un comunicato per denunciare la recrudescenza della campagna anticrimine "Colpire duro!" in vista del prossimo Congresso del Partito Comunista Cinese che si terrà in ottobre. Dall'8 luglio, giorno del rilancio della campagna, si sono intensificate le esecuzioni capitali così come era avvenuto il 26 giugno per la Giornata internazionale contro la droga. Ricordiamo che nei quattro mesi successivi al lancio della campagna "Colpire duro!" - da aprile a luglio del 2001 - in Cina vi furono almeno 1781 esecuzioni (più di quante ve ne siano state nel resto del mondo in tre anni). Le nuove norme del Codice penale allo studio da parte di una commissione presieduta da un famoso giurista, Hsu Chih-hsiung, prevedono l'estensione della massima pena detentiva da 20 a 30 anni, e a 40 anni per chi commette più di un crimine, elevano la pena per coloro che - dando segni di riabilitazione - godono della commutazione di una sentenza capitale da 12-15 anni a 30-40 anni di carcere. Attualmente chi fruisce della commutazione della massima pena detentiva - dimostrando di essersi riabilitato - può essere condannato anche ad un minimo di 7 anni di carcere; con le nuove norme il minimo oscillerebbe dai 20 ai 30 anni. E' prevista la cancellazione dell'art. 272 che consente l'inflizione della pena di morte ai maschi minori di 18 anni che uccidono i genitori o i nonni. Filippine. Forti oscillazioni sulla pena di morte. La Presidente delle Filippine Gloria Arroyo che, dicendo di essere abolizionista, si era fatta eleggere con l'appoggio della Chiesa cattolica, quest'anno ha palesato un ripensamento sulla questione, dichiarandosi decisa a firmare ordini di esecuzione per i responsabili di determinati crimini, a cominciare dal rapimento. Nel braccio della morte delle Filippine vi sono circa 1000 detenuti per 4 dei quali l'esecuzione è stata già approvata dalla Corte Suprema. Per il 30 agosto era stata fissata l'esecuzione di tale Rolando Pagdayawon condannato per lo stupro della figliastra di nove anni. La Presidente Arroyo il 14 agosto ha però emesso un ordine di sospensione di tale sentenza e di altre due sentenze che si sarebbero dovute eseguire in settembre. Il gesto presidenziale tende a rispondere alle pressioni della Chiesa cattolica e sembra essere un regalo personale fatto all'influente Cardinale Sin. In Parlamento si susseguono iniziative per l'abolizione della pena di morte. Il 6 agosto la Corte Suprema ha commutato in pena detentiva la condanna capitale di 107 persone quasi tutte imputate di violenza carnale. Infine, per l'intervento di un gruppo cattolico impegnato nelle prigioni, il 1° agosto la Corte Suprema ha ordinato al Governo di rimuovere dal braccio della morte i 12 minorenni che vi erano rinchiusi, dichiarando illegale la pena capitale per i minori di 18 anni. L'ordine della Corte è stato eseguito il 19 agosto. Inghilterra. Dopo l'uccisione delle due ragazzine si è parlato di pena capitale. L'Inghilterra in quanto parte dell'Unione Europea è sottoposta a vincoli che le impedirebbero in ogni caso di ripristinare la pena di morte. Ciò non ha impedito che dopo il rapimento e l'uccisione delle studentesse Jessica Chapman e Holly Wells - fortemente tratteggiati dai media - si facessero sondaggi che hanno trovato nel momento attuale i due terzi dei cittadini di Sua Maestà favorevoli alla pena capitale e che l'ex Ministro dell'Interno, la conservatrice Ann Widdecombe, parlasse alla radio di un preteso potere deterrente della pena di morte pur riconoscendo che non è possibile per l'Inghilterra fare passi verso il ripristino della sanzione capitale. Iran. Pena di morte per precipitazione. Un abitante di Mashhad, arrestato l'anno scorso e condannato il 18 luglio per aver violentato e ucciso un nipote di 16 anni, dovrà essere chiuso in un sacco e gettato da un precipizio. Secondo gli esperti di giurisprudenza, se egli sopravviverà verrà impiccato. Guatemala. Svolta verso l'abolizione per la visita del Papa. Alla vigilia della visita papale nel più popoloso paese dell'America centrale nei giorni 29 e 30 luglio, il Presidente del Guatemala Alfonso Portillo ha decretato una moratoria di tutte le esecuzioni capitali e si è impegnato a presentare in Parlamento una legge per l'abolizione della pena di morte. "Ritengo, come dice la lettera del Papa, che solo Dio può dare e togliere la vita - ha dichiarato Portillo, aggiungendo: - la pena di morte non ha mai dissuaso i criminali o diminuito i delitti e l'insicurezza nel mondo". Il Papa ha espresso la sua soddisfazione al Presidente Portillo. La legge per l'abolizione della pena capitale potrebbe trovare un ostacolo nel Presidente del Parlamento, l'ex dittatore Efrain Rios Montt, che nel 1983 sfidò apertamente la Chiesa cattolica ordinando 6 fucilazioni in 3 giorni. Due esecuzioni con il metodo dell'iniezione letale vi sono state a giugno del 2000 nella camera della morte importata 'chiavi in mano' dagli Stati Uniti. L'America latina è quasi del tutto esente dalla pena di morte. Sudan. Corti di 'emergenza' emettono 88 condanne a morte. Corti speciali istituite nel 1998 da un Atto che istituiva lo stato di emergenza nel paese, che non sono tenute a seguire il Codice penale sudanese, il 17 agosto hanno condannato a morte 88 persone, tra cui due quattordicenni, con l'accusa di aver partecipato a scontri tra i gruppi etnici Riziegat e Maalyia che hanno causato 10 morti. I condannati fanno parte di un gruppo di almeno 130 persone arrestate il 6 maggio. Vi sono preoccupazioni per le scarse garanzie processuali concesse agli imputati dalle corti speciali. Se le condanne verranno confermate si procederà all'impiccagione dei detenuti e/o alla loro crocifissione. Texas. Molte difficoltà per Calvin Burdine nel nuovo processo. L'avvocato Robert McGlasson ha efficacemente assistito Calvin Burdine negli ultimi appelli riuscendo a far annullare la sua condanna a morte per il fatto che l'avvocato Cannon, che lo difese nel processo del 1984, dormì durante fasi critiche del dibattimento. E' ovvio che Burdine abbia chiesto che nel nuovo processo intentato contro di lui dallo Stato del Texas gli venisse concesso come difensore d'ufficio lo stesso McGlasson. Invece il giudice che doveva nominare l'avvocato si è rifiutato di scegliere McGlasson per ragioni formali. Il detenuto ha presentato ricorso contro la decisione del giudice e la questione è arrivata alla massima corte penale del Texas che ha confermato il diniego. Alla fine di agosto l'avvocatessa Danalynn Racer che difende Burdine da appena due mesi ha chiesto di spostare l'inizio del processo, fissato - con inusitata celerità - per il 7 ottobre, per poter studiare il caso. Il giudice Joan Huffman che presiederà il nuovo processo ha negato qualsiasi dilazione. Texas. L'ex condannata a morte Pamela Perillo si sente dimenticata. Pamela Perillo rimase nel braccio della morte del Texas per 20 anni prima di ottenere la commutazione della sentenza in una lunga pena detentiva con possibilità di uscita sulla parola. Non riceve più lettere dai sui amici di penna da quando non è sottoposta alla pena di morte pur vivendo nelle stesse condizioni di prima nello stesso carcere. Anzi lei ritiene che siano aumentati gli abusi nei suoi confronti per la rabbia che ha generato la sua 'evasione dal braccio della morte'. Scrivete a: Pam Lyn Perillo - TDCJ No. 932235 - 2305 Ransom Road H2 16 - Mt. View Gatesville - TX 76528 (USA). Turchia. Finalmente abolita la pena di morte. Con una legge approvata dal Parlamento il 2 agosto è stata abolita in Turchia la pena di morte in tempo di pace per tutti i reati, incluso il terrorismo. Il paese si è pertanto conformato alle richieste dell'Unione Europea nella quale è candidato ad entrare. I familiari del leader del PKK Abdullah Ocalan - sul quale pendeva una sentenza di morte - hanno festeggiato l'evento con un sacrificio animale. Vincendo le resistenze della destra, è stato anche approvato un pacchetto di norme che riconosce alcuni diritti ai 12 milioni di Curdi che vivono in Turchia, incluso quello di trasmettere in curdo e di imparare la lingua curda. USA. Stupri in prigione. Gli esperti avvertono che l'elevata frequenza degli stupri ai danni dei detenuti nelle prigioni americane sta diventando un grave problema per i carcerati e per la popolazione in generale a causa della malattie sessualmente trasmissibili, a cominciare dall'AIDS. Il problema maggiore risiede nell'atteggiamento dei responsabili delle carceri che chiudono gli occhi e a volte negano l'esistenza stessa delle violenze. Il Congresso alla fine di luglio ha preso in considerazione il grave fenomeno. E' molto probabile che venga approvata con urgenza una legge detta "Atto per la Riduzione degli Stupri" che impone alle Amministrazioni carcerarie di osservare alcuni standard per prevenire le violenze. L'Atto vincolerebbe le carceri federali ed anche quelle di un qualsiasi stato, a meno di una votazione contraria del Parlamento dello stato. L'Atto prevede una indagine annuale per individuare le carceri maggiormente affette dal fenomeno i cui dirigenti verrebbero convocati da una apposita commissione per rendere conto degli abusi e adottare i dovuti rimedi. Virginia. Condannato a morte un sedicenne all'epoca del delitto. Amnesty comunica che il 14 agosto una giuria di Petersburg in Virginia ha scelto la pena di morte per un nero di nome Shermaine Alì Johnson, che ora ha 24 anni, accusato di aver violentato ed ucciso una donna nel 1994 quando aveva 16 anni di età. Durante il processo, alla giuria è stato imposto di non leggere il quotidiano locale che parlava delle petizioni in favore dell'imputato giunte da diversi paesi europei. Questo è il secondo processo in cui Alì Johnson viene condannato a morte: il primo venne annullato per una irregolarità. Il 28 ottobre il giudice che pronuncerà formalmente la sentenza terrà conto della decisione della giuria pur senza essere obbligato ad adottarla. ADERISCI AL COMITATO !!! Il Comitato Paul Rougeau riesce ad aiutare e sostenere i condannati a morte, ad organizzare iniziative e a promuovere la cultura abolizionista solo grazie all'azione dei suoi aderenti. Per migliorare il nostro lavoro occorrono NUOVI ADERENTI. Le spese sostenute vengono pagate con le quote associative versate da ciascuno di noi. I soci in regola con la quota annuale hanno diritto alla ricezione della versione cartacea del Foglio di collegamento. Le quote associative annuali sono le seguenti: Socio Ordinario * 20,50 Socio Sostenitore * 41,00 Socio Giovanile (fino a 18 anni o a 26 anni se studente) * 13,00 Abbonamento al bollettino cartaceo (non soci) * 12,40 L'edizione e-mail del bollettino è gratuita per tutti, richiedetela a: prougeau at tin.it Per aderire al Comitato Paul Rougeau scrivici una lettera (o un e-mail a prougeau at tin.it) con una breve autopresentazione e con tuoi dati: indirizzo, numero di telefono, indirizzo e-mail e numero di fax. Le quote associative devono essere versate sul c.c.p. n. 45648003, intestato a: Comitato Paul Rougeau, Viale Pubblico Passeggio 46, 29100 Piacenza, specificando la causale. Responsabile dei contatti con i soci è Loredana Giannini (Tel. 055 474825). Il nostro indirizzo postale è: Comitato Paul Rougeau C.P. 11035, 00141 Roma Montesacro. Dalla redazione: il Foglio di collegamento di norma viene preparato nell'ultima decade di ogni mese. Pertanto chi vuole far pubblicare articoli, appelli, notizie, comunicati, iniziative, lettere o riflessioni personali deve far pervenire i testi in tempo utile a un membro del Consiglio Direttivo o, preferibilmente, inviare un mail a prougeau at tin.it Questo numero è stato chiuso il 31 agosto 2002
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