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Cina: La repressione del governo aumenta le proteste dei lavoratori
- Subject: Cina: La repressione del governo aumenta le proteste dei lavoratori
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sat, 3 Aug 2002 00:05:25 +0200
Cina: La repressione del governo aumenta le proteste dei lavoratori www.ecquologia.it 2 Agosto 2002 - Il rifiuto del governo cinese di permettere la creazione di sindacati sta alimentando la protesta dei lavoratori. Secondo un rapporto di Human Rights Watch, quegli stessi lavoratori che il Partito Comunista Cinese dichiara di voler proteggere stanno protestando nelle strade reclamando il diritto di formare sindacati indipendenti. Essi vogliono avere una voce nelle decisioni riguardanti il loro lavoro. Le recenti dimostrazioni sono state le piu' lunghe dal 1989: ad esempio nella citta' di Liaoyang i lavoratori metalmeccanici hanno preso le strade per 10 settimane e quattro leader che da 4 anni cercavano di portare all'attenzione delle autorita' locali le richieste dei lavoratori sono stati incriminati per "assemblea, marcia e proteste illegali", adesso rischiano 5 anni di reclusione. I quattro uomini sono stati tenuti per almeno 5 mesi senza difesa legale ne' contatti con la famiglia. In tutta la Cina, le imprese statali che una volta promettevano un posto di lavoro a vita stanno tutte chiudendo o licenziando parte del personale. Molti lavoratori, con decenni di lavoro alle spalle, devono ancora ricevere paghe arretrate e hanno perso le pensioni, cosi' come i benefici dello stato sociale. Questi lavoratori protestano contro l'ipocrisia del governo Cinese: nonostante la costituzione riconosca i lavoratori come i 'padroni del paese', il governo tratta i lavoratori che protestano come criminali. La legge cinese vieta ai lavoratori di organizzarsi in sindacati indipendenti. Solo l'ACFTU puo' rappresentare legalmente i lavoratori, ma e' sotto il controllo statale. Esso non ha mai criticato le leggi usate per giustificare l'imprigionamento di lavoratori o attivisti indipendenti. Secondo quanto afferma il rapporto di Human Rights Watch, la reazione del governo alle tre proteste tenute nel nordest del paese (tra cui quella di Liaoyang) e' stata relativamente contenuta, in parte forse perche' l'agitazione dei lavoratori minaccia la legittimita' del partito comunista, in parte perche' le autorita' temono l'allargamento della protesta se reagiscono troppo duramente. Le autorita' cinesi hanno comunque violato i diritti fondamentali tra cui quello di libera associazione, espressione e assemblea. Le autorita' si sono anche rifiutate di rilasciare i permessi per le dimostrazioni, hanno minacciato i lavoratori dicendo che avrebbero perso la paga se i membri delle loro famiglie avessero preso parte alle dimostrazioni, e hanno limitato l'accesso dei media alle zone interessate. Le forze dell'ordine hanno assaltato fisicamente alcuni manifestanti, altri li hanno arrestati rifiutandosi di rilasciarli finche' non avrebbero promesso di non prendere parte ad altre proteste. Human Rights Watch chiede ai partner commerciali della Cina e a tutti i governi a cui stanno a cuore i diritti umani di fare pressioni su Pechino affinche' chieda l'assistenza dell'ILO (International Labor Organisation) per riformare le leggi sul lavoro e conformarle agli standard internazionali sulla liberta' di associzione. Inoltre HRW chiede alle multinazionali che operano in Cina di astenersi dal chiedere alle autorita' cinesi di intervenire quando i lavoratori tentano di formare sindacati, protestare pacificamente o fare scioperi. Fonte: Human Rights Watch; traduzione di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com ***************
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