Obiezione di coscienza contro le impronte digitali
- Subject: Obiezione di coscienza contro le impronte digitali
 - From: "Associazione Culturale Mediterraneo" <ass.cult.mediterraneo at katamail.com>
 - Date: Wed, 12 Jun 2002 16:29:25 +0200
 
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  Vi inoltriamo questa lettera del nostro presidente, Farid 
Adly, in merito alla legge Bossi-Fini. 
Associazione Culturale Mediterraneo 
 Obiezione di coscienza contro le impronte digitali  Signor 
Presidente del Consiglio,                    
         
         
   leggo che il Suo 
governo vuole prendermi le impronte digitali. Non ho compiuto nel vostro paese 
nessun crimine. Sono ben 36 anni che vivo e lavoro in Italia. Sono sposato con 
una cittadina italiana e sono padre di figli italiani. Io però ho mantenuto la 
mia cittadinanza libica. Sono giornalista e tutti i giorni scrivo di mondo 
arabo, immigrazione e multiculturalità, in italiano, e della bell’Italia in 
arabo.     Questo 
emendamento approvato dalla Sua maggioranza mi offende e offende centinaia di 
migliaia di onesti lavoratori, che sono venuti in Italia per guadagnarsi il pane 
quotidiano. A Lei ed ai Suoi alleati di governo, questa legge serve per dare 
l’immagine di sicurezza all’opinione pubblica. E’ giusto garantire sicurezza ai 
cittadini; ma non una parvenza di sicurezza di carta e per di più immaginaria. 
   Questa 
legge, Signor Presidente, creerà più clandestini. Probabilmente è quello che 
serve politicamente. Molti dei suoi alleati hanno fatto la loro fortuna politica 
sparando slogan razzisti e xenofobi ed hanno bisogno dei clandestini per 
continuare ad avere una legittimità politica. I clandestini non potranno mai 
scioperare, non chiederanno aumenti salariali, non alzeranno mai la testa e 
serviranno per ricattare i lavoratori italiani che lavorano in nero. Prendere le 
impronte digitali agli stranieri rafforza nell’opinione pubblica l’idea 
“immigrati uguale criminalità”. Anche Lei sa che è un’uguaglianza falsa e 
pretestuosa.   All’Italia non serve una legge 
simile. L’immagine dell’Italia ne sarà 
offuscata, paragonabile ad un regime militarista sudamericano. Una tale 
discriminazione tra cittadini italiani e soggiornanti stranieri sarà sottoposta 
all’attenzione degli organismi internazionali, dell’ONU e della stessa UE, che 
operano contro il razzismo e la xenofobia.  Le 
impronte digitali si prendono già, in applicazione delle leggi vigenti, per i 
clandestini, per chi compie reati e per chi è senza documenti di identità. Non 
c’è nessuna giustificazione di sicurezza che impone la presa delle impronte 
digitali a tutti gli stranieri richiedenti il permesso di soggiorno. Se la mia 
identità è certa da documenti comprovati da dichiarazioni delle autorità 
consolari del mio governo a che cosa serve prendere le mie impronte digitali, 
visto che non ho compiuto nessun crimine? E’ una punizione gratuita contro chi 
proviene da un paese povero del Sud del Mondo. I suoi ministri, che hanno 
redatto il testo di legge, hanno capito che non sarebbe possibile chiedere le 
impronte ad un militare statunitense soggiornante in Italia oppure ad un ricco 
cittadino svizzero o giapponese; nella versione originale, infatti, non hanno 
utilizzato il termine “stranieri dei paesi extra UE”, ma “non appartenenti ai 
paesi OCSE”. Ecco una doppia discriminazione che rasenta il razzismo. “Tu 
straniero bianco e ricco, non ti prendo le impronte; voi neri, gialli, olivastri 
e poveri, avanti, le dieci dita nell’inchiostro!”. No, una discriminazione così 
non è ammissibile.    Ma non 
conviene all’Italia anche per altre ragioni, economiche soprattutto. Pensi, per 
esempio, alle complicazioni che incontrerà il lavoro italiano all’estero. Se la 
vostra polizia prendesse le impronte digitali ai diplomatici sauditi o agli 
uomini d’affari sudafricani, anche quegli Stati, in rispetto del principio di 
reciprocità, farebbero altrettanto con i lavoratori e gli uomini d’affari 
italiani che operano da loro.  
   Per 
tutte queste ragioni, signor Presidente, io non ci sto.  Sono 36 
anni che vivo in Italia e non ho mai vissuto un giorno senza permesso di 
soggiorno. Ma se questa legge verrà approvata così com’è, io farò l’obiezione di 
coscienza. Non darò spontaneamente le mie impronte digitali quando presenterò la 
richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. Sarò catalogato, allora, come 
clandestino ed i Suoi poliziotti dovranno venire ad arrestarmi con la forza per 
prendere le mie impronte digitali.  Spero 
che molti altri stranieri faranno altrettanto.  In 
questo modo avrete tolto molti agenti al loro lavoro, di lotta contro il 
crimine, per perseguitare onesti cittadini e non avrete fatto, sicuramente, un 
bene per il vostro paese e per la sicurezza dei cittadini. 
 Cordialmente 
Farid Adly
direttore “ANBAMED, notizie 
dal Mediterraneo”   P.S. Quando verrà emanata la legge che impone le impronte digitali sulla carta di identità, quindi uguale per tutti, sarò il primo a recarmi negli uffici comunali. ANBAMED, 
notizie dal Mediterraneo di 
Farid Adly via Nettuno, 1 98070 
Acquedolci   Tel  0941.730053.  Fax. 
0941.730114 Cell. 
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