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India: Niente acqua? Bevi CocaCola
- Subject: India: Niente acqua? Bevi CocaCola
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Mon, 10 Jun 2002 15:25:32 +0200
Niente acqua? Bevi CocaCola India: La CocaCola estrae gratis l'acqua di falda, lasciando la comunita' locale priva di risorse idriche Fonte: CorpWatch India Traduzione a cura di Fabio Quattrocchi mailto:FABIOCCHI at inwind.it http://www.ecquologia.it/sito/pag89.map *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com *************** 28 Maggio 2002 - Kerala, India. Lo scorso 22 Aprile circa 2,000 indigeni e membri delle caste oppresse si sono riuniti davanti ai cancelli dello stabilimento della CocaCola in Plachimada, nella regione del Kerala. I residenti dei villaggi che circondano l'impianto di imbottigliamento della CocaCola sostengono che l'estrazione dell'acqua di falda ha seccato molte sorgenti, e contaminato quelle rimaste. Fino ad oggi, il governo non ha preso alcun provvedimento per controllare il deterioramento dell'acqua di falda provocato nella regione dalla CocaCola. La polizia ha arrestato diversi manifestanti il giorno della protesta. Un contingente di polizia sorveglia tuttora lo stabilimento per proteggerlo da eventuali minacce della comunita' locale. La CocaCola ha provveduto a fornire quotidianamente acqua trasportata con autobotti ai due villaggi piu' colpiti dalla crisi idrica, ma il gesto non ha impressionato i contestatori. Essi sostengono che la CocaCola dovra' pagare per risanare la falda e ristabilire le forniture di lungo termine ai villaggi colpiti. Un portavoce della CocaCola ha detto: "Non c'e' alcun problema idrico nella regione. Non abbiamo riscontrato alcun cambiamento rispetto al passato. La questione e' stata molto politicizzata." Dall'altra parte, gli abitanti dei villaggi dicono che e' la multinazionale ad essere politicizzata. Essi accusano i leader politici locali di colludere con la CocaCola. A parte l'ala giovanile del Congress Party, nessuno dei partiti politici attivi nei villaggi ha appoggiato la battaglia dei residenti contro la CocaCola. L'impianto di imbottigliamento della CocaCola e' stato costruito tre anni fa nel bel mezzo di fertili terre agricole. Secondo un leader tribale lo stabilimento e' illegale perche' la CocaCola non ha ottenuto il permesso di condurre attivita' non agricole in terre adatte all'agricoltura, cosi' come richiesto dalla legge del Kerala. Data la vicinanza a diversi canali di irrigazione, la regione ha accesso a risorse idriche di falda pulite. Fino a poco tempo fa, la CocaCola estraeva dalla falda 1.5 milioni di litri al giorno. Quest'anno la multinazionale e' riuscita a estrarre solo 800,000 litri al giorno. Il resto proviene da autobotti che trasportano acqua proveniente dai villaggi vicini. Secondo le stime, l'attivita' estrattiva della CocaCola ha inaridito le terre di circa 2,000 persone residenti entro il raggio di 1.2 miglia dall'industria. Gia' sei mesi dopo l'inizio del funzionamento dell'impianto, i residenti e gli agricoltori che vivono attorno cominciarono a notare cambiamenti nella qualita' e nella quantita' dell'acqua. L'acqua di un pozzo appartenete ad una tribu' composta da 100 famiglie che viveva nel lato orientale dell'industria comincio' rapidamente a diventare nerastra. L'acqua non era adatta per essere bevuta, per cucinare o per l'igiene personale. Le donne sono costrette a camminare un chilometro per ottenere l'acqua dai villaggi vicini. Le famiglie che non riescono a fare il tragitto continuano a utilizzare l'acqua contaminata. Recentemente 100 persone hanno segnalato dolori allo stomaco che sostengono siano causati dall'acqua inquinata. Si registrano danni anche all'agricoltura, infatti i pozzi si esauriscono molto prima rispetto al passato. La CocaCola ha risposto alle accuse sostenendo che nessuna legge del Kerala regola l'uso dell'acqua: come la estraggono gli altri, la estraiamo noi, sostiene un portavoce. Alcuni campioni di acqua provenienti dai pozzi di Plachimada sono stati mandati in un laboratorio scientifico approvato dal governo. Secondo i risultati, l'acqua puo' essere classificata come 'durissima'. L'uso di quest'acqua per l'igiene causerebbe nausea. L'acqua, inoltre, contiene alti livelli di calcio e magnesio, risultato del sovra-sfruttamento dell'acqua di falda da parte della CocaCola: la rapida estrazione provoca infatti la spaccatura delle rocce presenti nella falda che liberano calcio e magnesio. Secondo un economista del Madras Institute, in questo caso la comunita' ha perso l'accesso all'acqua per rifornire la CocaCola. Lo stesso e' successo in altri posti dove le industrie privatizzano o inquinano le risorse idriche. In assenza di leggi che regolino l'estrazione di acqua, le persone o le multinazionali abbastanza ricche possono privatizzare intere risorse idriche semplicemente possedendo un piccolo pezzo di terra. In questo modo coloro che hanno le risorse economiche vincono; i poveri perdono. I profitti dell'industria indiana di acqua imbottigliata ha raggiunto i 170 milioni di dollari, e si prevede cresceranno fino a 250 milioni entro il 2004. Mentre le multinazionali pagano prezzi bassissimi per l'estrazione, diversi stati indiani stanno pensando di far pagare il reale costo dell'acqua potabile ai consumatori urbani e rurali.
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