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(Fwd) [noomc-it] Negli USA vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex URSS
- Subject: (Fwd) [noomc-it] Negli USA vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex URSS
- From: "Davide Bertok" <davide.bertok at adriacom.it>
- Date: Tue, 4 Jun 2002 13:24:27 +0200
- Priority: normal
------- Forwarded message follows ------- To: noomc-it at yahoogroups.com From: "fr_abbe" <frabbel at tin.it> Date sent: Tue, 04 Jun 2002 11:02:22 -0000 Subject: [noomc-it] Negli USA vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex URSS [ Double-click this line for list subscription options ] Negli Stati Uniti vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex Unione Sovietica Il capitalismo realmente esistente L'Europa unita, i criteri di Maastricht e l'euro Oggi siamo ad una svolta cruciale della storia contemporanea, siamo arrivati alla guerra infinita, alla fase finale di una serie infinita di guerre più o meno limitate, che - molto probabilmente - ci porterà alla soluzione definitiva dei problemi e dei conflitti della società moderna. E' il tipo di soluzione ciò su cui ancora vi è qualche incertezza. Infatti, tutta la storia universale è incentrata su un unico grande conflitto, e cioè la guerra dei ricchi contro i poveri, con alterne vicende che hanno visto la predominanza degli uni o degli altri (più dei primi a dire il vero) o di tregua. Tutto il resto sono menzogne e propaganda. Dunque, dalla situazione nella quale oggi ci troviamo, si dovrebbe uscire con una soluzione vantaggiosa per gli uni o per gli altri. Non solo, ma sembra che adesso si debba anche considerare il caso di un possibile olocausto nucleare. L'ultima grande menzogna della propaganda è quella della cosiddetta "guerra al terrorismo" provocata dagli attentati dell'11 settembre 2001. Questa è una guerra di conquista, una guerra fatta scoppiare per obiettivi di carattere strategico ed economico in Asia centrale, collegata a quelle dell'ultimo decennio, e preparata da almeno quattro anni. Se noi guardiamo alla storia, se abbiamo un minimo di senso storico, ci accorgiamo che tutte le guerre sono sempre state guerre di conquista motivate da considerazioni economiche, cioè controllo delle risorse, di territori e così via. E questa non fa eccezione. Ne sarebbe prova sufficiente la formulazione nel 1997 da parte del Congresso USA del Silk Road Strategy Act, essenzialmente sulla creazione di una sfera di influenza americana - un corridoio strategico - dal Mediterraneo all'Asia centrale passando per il bacino del Caspio, la base per l'espansionismo USA in un'area di grande importanza economico-strategica. Vi sono tuttavia anche altre ragioni, ma sempre complementari alla motivazione fondamentale. La prima è di carattere economico contingente. Quando i titoli delle società high-tech sono crollati e la recessione economica è divenuta evidente, ed il governo USA ha risposto spostando risorse dal settore civile al complesso militar-industriale, un processo già accelerato dopo le elezioni presidenziali del 2000. Enormi risorse dunque verranno trasferite nelle casse dei contraenti della difesa, che a loro volta sono strettamente legati alle società petrolifere, che a loro volta sono connesse al settore dei mass media e dello spettacolo e così via: il denaro dei contribuenti andrà alle corporations in misura ancora maggiore, persino dopo i generosi tagli fiscali concessi in precedenza dall'amministrazione Bush al grande capitale. G.W. Bush il 6 settembre 2001: "Ho detto ripetutamente che l'unica periodo durante il quale si può usare il denaro della sicurezza sociale è in tempo di guerra, in periodi di recessione e di gravi emergenze, e ne sono convinto". Nel sistema capitalista, quando il grande capitale ha problemi ed i mercati non funzionano più, vi è una sovracapacità produttiva che crea una recessione profonda e prolungata, uno dei modi tradizionali per uscirne è quello di liquidare una gran parte del capitale ed il miglior modo per liquidarlo molto velocemente è la guerra. Dunque, il modo per risolvere il problema del saggio di profitto in discesa in un'economia di mercato è l'uso di meccanismi non di mercato. E dopo una guerra viene sempre la ricostruzione, almeno così è stato finora. Un altra ragione è di carattere politico strategico. Anche l'impero americano - come è accaduto per tutti gli altri imperi - sta cominciando a disgregarsi. Ovunque, ma soprattutto nel terzo mondo, l'America, una volta ammirata, viene ora solamente temuta. Ciò è parte di un'evoluzione storica che ad un certo momento diventa inevitabile. L'impero di conseguenza diventa ancora più pericoloso. Le cause del declino sono sostanzialmente due: il prossimo picco massimo nella produzione di petrolio (alcuni esperti dicono sia imminente), e la rapida crescita di un movimento globale anticapitalista, in grado di poter sfruttare l'inevitabile crisi che deriverà dalla scarsità di energia. Da qui deriva l'accelerazione dell'ultimo anno: con le elezioni- truffa del 2000 e la nomina di Bush a presidente, negli USA si è verificato un vero e proprio colpo di stato. La falsa democrazia americana ha gettato la maschera, non ha più bisogno di votazioni, anche se truccate e limitate a pochi, e di qui l'emanazione del Patriot Act, l'entrata in funzione della FEMA, dell'Homeland Security Office, dello Shadow Government, l'istituzione dei tribunali militari, i campi di concentramento già pronti, la tortura, ecc. Insomma un regime fascista delle corporations, ma senza gli stupidi simboli dei regimi di un tempo: ora ci sono i mass media che pensano alla propaganda ed al lavaggio del cervello, che aprono le porte della percezione e suscitano le emozioni giuste al momento giusto per servire gli scopi della classe dominante. E' stato constatato da più parti che ora negli Stati Uniti vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex Unione Sovietica. E gli altri paesi anglosassoni si stanno uniformando velocemente. Vi sono segnali che l'Europa stessa - come istituzione sovranazionale - si stia movendo in questa direzione. Come si è arrivati a questa situazione per quel che riguarda l'Italia? A questo punto è necessario fare un accenno alla recente storia del nostro Paese e del mondo occidentale. Il capitalismo non è un "sistema di sviluppo". E' necessario distinguere la realtà che produce il capitalismo, cioè l'espansione del capitale, dal concetto di "sviluppo". Il primo, studiato come realtà sociale, deve essere inquadrato sia a livello astratto che nella realtà storica concreta. Il concetto di sviluppo è invece un concetto ideologico per natura, che permette di giudicare i risultati sulla base di criteri definiti a priori. Non si dovrebbe quindi confondere la realtà (l'espansione capitalista) con il desiderio (lo sviluppo in un senso definito). La logica dell'espansione del capitale non suppone di per se alcun risultato qualificabile in termini di sviluppo. La logica di questa espansione è guidata dalla ricerca del profitto da parte delle imprese, cioè di chi le controlla. In certe condizioni questa logica può comportare l'espansione dell'occupazione, in altre la sua riduzione, come pure l'accettazione o la diminuzione delle disuguaglianze nella ripartizione del reddito. Non si deve neppure fare confusione tra il concetto di economia di mercato e quello di capitalismo. Quest'ultimo è definito precisamente dai limiti che il monopolio della proprietà privata (di alcuni ad esclusione di altri) comporta alla concorrenza, cioè al concetto di mercato. Non solo: il "capitalismo reale" non funziona come un sistema concorrenziale tra i beneficiari del monopolio della proprietà - concorrenza tra di loro e contro gli altri. Il suo funzionamento esige l'intervento di un'autorità collettiva rappresentante il capitale nel suo insieme: lo Stato non è dunque separabile dal capitalismo. Dunque, le politiche del capitale, e dello Stato in quanto suo rappresentante, hanno loro logiche di funzionamento particolari nelle varie fasi. Sono queste logiche che spiegano come l'espansione del capitale comporti in alcuni dei suoi momenti, il progressivo aumento dell'occupazione, mentre in altri la sua diminuzione. Queste logiche non sono espressione di astratte "leggi di mercato", ma sono dettate dall'esigenza di garantire, in certe condizioni storiche, la redditività del capitale. Dopo la II guerra mondiale, nonostante pressioni in tal senso, non è stato possibile per il capitale tornare al sistema economico in vigore prima della guerra: i popoli d'Europa, e degli Stati Uniti pure, non ne volevano sapere e non l'avrebbero accettato facilmente. Nacque così il "fordismo", un paradigma economico accettato da tutte le componenti politiche del sistema - dalla destra all'estrema sinistra - secondo il quale a determinati aumenti della produttività dovevano corrispondere uguali incrementi nelle retribuzioni. Da questo paradigma nacque il "Welfare State" - lo stato sociale - e conseguentemente la democrazia in Europa. E' assolutamente importante sottolineare che tale sistema è stato sostenuto non tanto dalle istituzioni internazionali (Banca Mondiale, FMI ecc.), quanto dagli Stati, i sistemi politici delle potenze occidentali. I capitalisti hanno dovuto accettare tutto questo: la spinta principale all'epoca fu data dal "pericolo comunista"; i blocchi egemonici in Occidente avevano il compito di rispondere a questa sfida e lo hanno fatto. Il nostro sviluppo - nel vero senso della parola - e la democrazia quindi, che è direttamente derivante dalla giustizia sociale, li dobbiamo soprattutto alla presenza di una sinistra e di un sindacato fortissimi. Nel terzo mondo, nel frattempo, i movimenti di liberazione nazionale lottavano per l'indipendenza e lo sviluppo economico dei loro paesi contro ciò che restava dei vecchi imperi coloniali e contro gli americani che li sostenevano e li rimpiazzarono. Nell'Europa dell'est si sviluppò un altro modello economico, il sovietismo, cioè una forma di capitalismo burocratico che in un certo qual modo dava però delle garanzie sociali. In questo quadro vanno interpretati gli interventi USA, il paese capitalista egemone in Occidente, nei paesi del Terzo Mondo, direttamente o a mezzo terzi, e negli stessi paesi della loro area di influenza, cioè i vari colpi di stato, strategie della tensione, terrorismo, sabotaggio economico ecc. in America Latina ed in Europa, Italia per prima. Tutto per impedire che qualche paese potesse dare agli altri l'esempio di un sistema non capitalista che funzionasse, che una vera sinistra andasse al governo e facesse più gli interessi della collettività che degli industriali e dei finanzieri, oltre che naturalmente per gli interessi del capitalisti americani. Questa è stata anche la causa dell'inizio del conflitto in Afghanistan nel 1979. Ma il Welfare State, che produsse la scuola pubblica di qualità, la sanità garantita per tutti, la pensione per gli anziani, non poteva durare. Lo scopo del capitalismo non è quello di procurare posti di lavoro dignitosi a salari decenti, ma di ottenere il massimo profitto nel più breve tempo possibile. Fine della storia. Con l'inizio della caduta del saggio di profitto - dopo un periodo di sviluppo sostenuto del mondo occidentale -, la crisi petrolifera dei primi anni '70, la finanziarizzazione e la necessità di deregolamentazione dell'economia derivanti dalla mondializzazione del capitale, e l'esigenza di ridurre i costi (del lavoro) il modello keynesiano- fordista del Welfare State divenne insostenibile per il sistema capitalista. E' a questo punto che nasce il neoliberismo, la "rivoluzione conservatrice". Il "roll back", cioè l'annientamento delle conquiste sociali di un secolo nel mondo occidentale (e ai Piani di aggiustamento strutturale dell'FMI nei paesi del Terzo Mondo) iniziò negli Stati Uniti all'inizio degli anni '70, ma l'impulso decisivo venne alla fine di quegli anni dalla Gran Bretagna. Alla base delle teorie neoliberiste vi è l'affermazione - per meglio dire la truffa - che esista un "economia pura", calata dal cielo, mentre al contrario è la politica che detta le scelte economiche, cioè queste vengono fatte a seconda delle classi sociali che si vogliono avvantaggiare. Secondo i neoliberisti, se l'impresa viene lasciata completamente libera di agire, il sistema economico sarà in grado di riassorbire la disoccupazione e ridurre l'inflazione. Nella sostanza, dicono che lo Stato si deve ritirare dalla direzione e regolamentazione dell'economia, che devono essere aumentati i finanziamenti statali alle imprese, che le aziende ed i servizi pubblici devono essere privatizzati, deve essere ridotto il carico fiscale per le imprese, ridotta l'influenza dei sindacati. Le imprese quindi produrranno più ricchezza e qualche goccia di questa ricchezza ricadrà sulle altre classi sociali (teoria detta del "trickle down"- gocciolamento). Sono teorie ridicole (vengono chiamate "riforme di mercato") ed i cui risultati sono facilmente prevedibili: aumento del divario tra ricchi e poveri, concentrazione della ricchezza, aumento della disoccupazione e della precarizzazione del lavoro, infiltrazione delle attività criminali nel tessuto economico, creazione di enormi sacche di povertà ovunque e terzomondizzazione dei paesi occidentali, quest'ultima già una realtà negli USA ed in Gran Bretagna. Tutte cose realmente verificatesi. Sono teorie che riportano dunque la situazione economica e sociale delle grandi masse indietro di 70 anni, ma sono state propagandate estremamente bene. Il sistema capitalista non si è preoccupato di superare la crisi e la recessione, ma si è solamente limitato a gestirla, con un aggravamento dei problemi dovuti alla finanziarizzazione dell'economia e quindi la creazione di enormi bolle speculative che possono avere l'effetto di portare alla rovina anche le aziende che seriamente producono e danno lavoro ed a volte anche interi paesi ed aree geografiche. I cosiddetti "mercati" sono operazioni speculative - simili alla roulette - compiute sulle valute, i titoli di stato e societari, ed anche le merci. I "mercati" vogliono la disoccupazione (più gente è senza lavoro, più diminuisce il costo dello stesso) e la recessione, hanno bisogno che le risorse statali vengano immesse nel meccanismo della speculazione, hanno bisogno della libera circolazione dei capitali, e servono a riciclare il denaro sporco proveniente da attività criminali. Come per i casinò, il gioco può continuare solamente se continuano ad entrare nuovi polli. Ed è logico anche che questa enorme massa di carta che non crea alcun valore aggiunto dovuto alla produzione materiale, ma solamente altra carta, prima o poi porterà ad un crollo finanziario che avrà gravi conseguenze per tutti noi. Le politiche neoliberiste negli USA sono state attuate rapidamente, a causa del diverso sistema e della minore forza dei sindacati. Gli USA sono il paese guida del sistema ed in fondo sono sempre stati una pseudo-democrazia ed uno stato di polizia, con due ali di uno stesso partito che si alternano al governo per fare gli interessi della classe dirigente. In Europa invece, dove vi sono state la guerra, la Resistenza e grandi partiti e sindacati di sinistra il passaggio era più difficile. Le idee neoliberiste sono state inizialmente messe in pratica pienamente in Gran Bretagna e poi in altri paesi minori, ma ora le "riforme" vengono propagandate - ed in parte sono state già attuate - anche nel nostro Paese. Come è stato possibile? Certamente una delle cause principali è stata il crollo del Muro di Berlino, e la scomparsa del "pericolo comunista". I paesi dell'Europa dell'est sono stati ricolonizzati ed i loro apparati produttivi distrutti, e la stessa cosa è successa alle repubbliche dell'ex URSS. L'ultimo passo di tale colonizzazione è stata la guerra nei Balcani, conclusasi con l'aggressione alla Jugoslavia. Il prossimo riguarderà più direttamente la Russia, che, nonostante sia stremata da dieci anni di "riforme", possiede ancora enormi risorse e soprattutto un grande arsenale nucleare. Nel frattempo, ciò che il capitalismo italiano non poteva fare, apertamente con le "riforme", cioè con il consenso dello Stato, per la presenza di una sinistra numericamente rilevante e di un forte sindacato, lo ha ottenuto con il meccanismo di Tangentopoli. Un enorme spostamento di risorse dalle tasche dei contribuenti e dei lavoratori dipendenti a quelle degli industriali, finanzieri, evasori fiscali e criminali compiuto con l'aiuto di politici corrotti ed amministratori pubblici disonesti. Sono stati dei giudici coraggiosi a scoperchiare questo verminaio, una cosa che non era neppure pensabile durante la guerra fredda, quando era impossibile portare a termine inchieste sul potere politico ed economico a causa del ruolo del nostro Paese nello schieramento occidentale, il più satellite ed a sovranità limitata dell''intera NATO per il suo ruolo strategico nell'area mediterranea. E non è vero che questo si debba all'affermazione della Lega Nord. Questa è sempre stata l'altra faccia della medaglia della DC. Il suo ruolo nel sistema politico italiano è paragonabile a quello svolto da Osama bin Laden per i governo americano, cioè il ruolo di parafulmine, che serve ad attirare nel campo dell'integralismo religioso i musulmani che si oppongono alla politica USA. La Lega Nord infatti ha ora ricondotto all'ovile le sue pecorelle, e quando il suo ruolo sarà esaurito verrà accantonata definitivamente. Comunque, la classe dirigente non poteva permettere che il periodo del ripristino della legalità durasse a lungo, in quanto è stata la principale beneficiaria di Tangentopoli. L'operazione è stata compiuta con il ricambio del personale politico e la cooptazione di una "sinistra di governo" - e di una parte dei sindacati - che ha abbracciato le idee neoliberiste e le "riforme di mercato" non certo per nobili ideali (quale ideale vi può essere dietro una truffa legalizzata?). Di qui sono iniziati gli attacchi a Mani Pulite, l'appoggio alla guerra coloniale in Jugoslavia (a fianco ai terroristi narcotrafficanti legati ad Al Qaeda), l'assenso alla formazione di un esercito professionale, il sistema elettorale maggioritario, l'attacco alla previdenza sociale. l'avvio della demolizione della scuola e della sanità pubbliche ecc., e tutto nel quadro della "formazione dell'Europa unita". Infatti, come dare a bere agli italiani, ed agli europei in generale, la stricnina neoliberista? Semplice, con l'euro, i parametri di Maastricht ed il patto di stabilità. Questo perché, se ad esempio un governo di una repubblica delle banane un giorno dovesse decidere un taglio alle pensioni - ammesso che ci fossero naturalmente - a coloro che dovessero protestare il minimo che possa capitare è la galera. In Italia, ed in Europa, non si poteva usare l'approccio "repressivo", e dunque si sono inventati i criteri di Maastricht, che nulla hanno a che fare con la moneta, ma sono serviti solamente a ridurre il ruolo dello stato sociale, e quindi il trasferimento delle risorse dal lavoro al capitale. E' piuttosto dubbio che si possa costruire una nazione (l'Europa) partendo da una moneta unica; il dubbio diventa poi certezza quando si pensa che è dagli anni '40 che gli USA premono per l'unione monetaria europea e che l'Euro venne inventato nel 1970 dal Prof. Robert Mundell, americano, uno dei padri della "reaganomics". La sua motivazione alla creazione di una moneta unica: "L'Europa è sovraregolamentata, regolamentata a morte". "E' veramente difficile licenziare i dipendenti in Europa", si lamentava, e per risolvere questo problema concepì l'euro, "Esso mette la politica monetaria al di fuori della portata dei politici", cioè dei rappresentanti democraticamente eletti dal popolo. Non importa quante volte andremo a votare saremo sempre una pseudo- democrazia, le scelte di politica economica le faranno altri, e precisamente la banca centrale di Francoforte, cioè i banchieri, gli industriali ed i finanzieri. Dunque, la "sinistra di governo" ha in pratica portato avanti politiche di destra, e, come era prevedibile, questo ha spostato l'elettorato verso la vera destra , soprattutto gli indecisi. In realtà il processo è stato più complesso, ed un grande ruolo nel fare accettare anche da noi le "riforme di libero mercato" è stato svolto dai mass media conniventi con il potere economico, e soprattutto dalla televisione. La "sinistra moderata" ha fatto comodo alla classe dirigente fino ad un certo punto ed è stata da questa appoggiata, in quanto, sebbene lentamente, in pillole, nella sostanza applicava le stesse ricette di neoliberismo selvaggio della destra. Ma quando i tempi sono stati giudicati maturi per il colpo finale, la "sinistra liberale", del resto ormai impresentabile, è stata scaricata, con l'appoggio ad una destra che somiglia più a quella delle "repubbliche delle banane" che ai partiti conservatori europei. La destra - ed i capitalisti in genere -, infatti, si servono della criminalità organizzata o la creano (come negli USA), mentre la destra al potere in Italia è essa stessa derivazione della criminalità organizzata. E' sufficiente considerare un fatto: il suo capo riconosciuto un giorno non aveva una lira, il giorno seguente si è svegliato con decine di miliardi provenienti da una finanziaria svizzera poi implicata anche nell'inchiesta sul narcotraffico denominata "Pizza Connection". Infatti, nei "salotti bene" del capitalismo italiano veniva definito "finanziere senza soldi ed imprenditore senza mestiere", cresciuto grazie alle connivenze con il potere politico e a numerose operazioni "sospette" collegate a Tangentopoli. Il "fenomeno" fa venire in mente un presidente brasiliano che si era fatto eleggere grazie al potere mediatico della sua televisione e che poi venne cacciato a furor di popolo. Dunque, dalla democrazia "a sovranità limitata", siamo passati alla "pseudo-democrazia" del sistema elettorale maggioritario ed ora, dopo l'emanazione di leggi chiaramente di servizio al potere ed alla criminalità, al regime. E' l'adeguamento del capitalismo nostrano dell'Italietta al modello statunitense. Ma, forse, la classe dirigente questa volta ha fatto male i conti. Infatti, la truffa neoliberista unita alla evidente criminalità del potere ha provocato una miscela esplosiva. Siamo ancora all'inizio del processo, ma vi è chi ritiene che le conseguenze saranno a lungo raggio e che la lotta che sta per cominciare influenzerà tutti gli strati della società e provocherà un terremoto nel movimento dei lavoratori, nel sindacato e nella sinistra in generale. Ma ora, e qui torniamo all'inizio della trattazione, bisogna inserire in questo contesto anche la "guerra infinita". Una guerra che viene combattuta anche e soprattutto sul fronte interno, con l'emanazione di leggi liberticide e con la repressione. Sarà possibile per il capitalismo, soprattutto quello americano, la riuscita di questa disperata provocazione in Italia ed in Europa? Ciò dipende anche da noi, da tutti noi, dalla nostra capacità di smascherare i criminali che hanno provocato o appoggiato questa e le guerre precedenti, con le stragi, con la propaganda e con l'inganno, i criminali di destra e specialmente quelli di "sinistra", i loro complici, risvegliare le coscienze dei codardi morali, ed esporre tutti coloro che accettano o giustificano questo modello economico criminale per quello che sono: dei ciarlatani e dei banditi. Questa volta la posta in gioco è veramente alta: è il futuro dell'umanità. La protesta contro la guerra dunque è necessariamente imprescindibile dalle lotte sociali e per la democrazia - La "guerra al terrorismo" è una truffa - Il 911 è un inside job - Il sistema capitalistico è criminale e funziona esattamente nel modo nel quale è stato concepito Inviare msg : mailto:noomc-it at yahoogroups.com Iscriversi : mailto:noomc-it-subscribe at yahoogroups.com Cancellarsi : mailto:noomc-it-unsubscribe at yahoogroups.com Supporto tecnico: mailto:noomc-it-owner at yahoogroups.com Sito della lista: http://groups.yahoo.com/group/noomc-it Iscriviti anche a NOBIOTECH-IT: nobiotech-it-subscribe at yahoogroups.com L'utilizzo, da parte tua, di Yahoo! Gruppi è soggetto alle http://it.docs.yahoo.com/info/utos.html ------- End of forwarded message -------
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