(Fwd) [noomc-it] Negli USA vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex URSS



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Date sent:      	Tue, 04 Jun 2002 11:02:22 -0000
Subject:        	[noomc-it] Negli USA vi è meno libertà di quanta 
ve ne fosse nell'ex URSS

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Negli Stati Uniti vi è meno libertà di quanta ve ne fosse nell'ex
Unione Sovietica

Il capitalismo realmente esistente

L'Europa unita, i criteri di Maastricht e l'euro


Oggi siamo ad una svolta cruciale della storia contemporanea, siamo
arrivati alla guerra infinita, alla fase finale di una serie infinita
di guerre più o meno limitate, che - molto probabilmente - ci porterà
alla soluzione definitiva dei problemi e dei conflitti della società
moderna. E' il tipo di soluzione ciò su cui ancora vi è qualche
incertezza. Infatti, tutta la storia universale è incentrata su un
unico grande conflitto, e cioè la guerra dei ricchi contro i poveri,
con alterne vicende che hanno visto la predominanza degli uni o degli
altri (più dei primi a dire il vero) o di tregua. Tutto il resto sono
menzogne e propaganda. Dunque, dalla situazione nella quale oggi ci
troviamo, si dovrebbe uscire con una soluzione vantaggiosa per gli uni
o per gli altri. Non solo, ma sembra che adesso si debba anche
considerare il caso di un possibile olocausto nucleare.

L'ultima grande menzogna della propaganda è quella della 
cosiddetta "guerra al terrorismo" provocata dagli attentati dell'11
settembre 2001. Questa è una guerra di conquista, una guerra fatta
scoppiare per obiettivi di carattere strategico ed economico in Asia
centrale, collegata a quelle dell'ultimo decennio, e preparata da
almeno quattro anni.

Se noi guardiamo alla storia, se abbiamo un minimo di senso storico,
ci accorgiamo che tutte le guerre sono sempre state guerre di
conquista motivate da considerazioni economiche, cioè controllo delle
risorse, di territori e così via. E questa non fa eccezione. Ne
sarebbe prova sufficiente la formulazione nel 1997 da parte del
Congresso USA del Silk Road Strategy Act, essenzialmente sulla
creazione di una sfera di influenza americana - un corridoio
strategico - dal Mediterraneo all'Asia centrale passando per il bacino
del Caspio, la base per l'espansionismo USA in un'area di grande
importanza economico-strategica.

Vi sono tuttavia anche altre ragioni, ma sempre complementari alla
motivazione fondamentale.

La prima è di carattere economico contingente. Quando i titoli delle
società high-tech sono crollati e la recessione economica è divenuta
evidente, ed il governo USA ha risposto spostando risorse dal settore
civile al complesso militar-industriale, un processo già accelerato
dopo le elezioni presidenziali del 2000. Enormi risorse dunque
verranno trasferite nelle casse dei contraenti della difesa, che a
loro volta sono strettamente legati alle società petrolifere, che a
loro volta sono connesse al settore dei mass media e dello spettacolo
e così via: il denaro dei contribuenti andrà alle corporations in
misura ancora maggiore, persino dopo i generosi tagli fiscali concessi
in precedenza dall'amministrazione Bush al grande capitale.

G.W. Bush il 6 settembre 2001: "Ho detto ripetutamente che l'unica
periodo durante il quale si può usare il denaro della sicurezza
sociale è in tempo di guerra, in periodi di recessione e di gravi
emergenze, e ne sono convinto". Nel sistema capitalista, quando il
grande capitale ha problemi ed i mercati non funzionano più, vi è una
sovracapacità produttiva che crea una  recessione profonda e
prolungata, uno dei modi tradizionali per uscirne è quello di
liquidare una gran parte del capitale ed il miglior modo per
liquidarlo molto velocemente è la guerra. Dunque, il modo per
risolvere il problema del saggio di profitto in discesa in un'economia
di mercato è l'uso di meccanismi non di mercato. E dopo una guerra
viene sempre la ricostruzione, almeno così è stato finora.

Un altra ragione è di carattere politico strategico. Anche l'impero
americano - come è accaduto per tutti gli altri imperi - sta
cominciando a disgregarsi. Ovunque, ma soprattutto nel terzo mondo,
l'America, una volta ammirata, viene ora solamente temuta. Ciò è parte
di un'evoluzione storica che ad un certo momento diventa inevitabile.
L'impero di conseguenza diventa ancora più pericoloso.

Le cause del declino sono sostanzialmente due: il prossimo picco
massimo nella produzione di petrolio (alcuni esperti dicono sia
imminente), e la rapida crescita di un movimento globale
anticapitalista, in grado di poter sfruttare l'inevitabile crisi che
deriverà dalla scarsità di energia.

Da qui deriva l'accelerazione dell'ultimo anno: con le elezioni-
truffa del 2000 e la nomina di Bush a presidente, negli USA si è
verificato un vero e proprio colpo di stato. La falsa democrazia
americana ha gettato la maschera, non ha più bisogno di votazioni,
anche se truccate e limitate a pochi, e di qui l'emanazione del
Patriot Act, l'entrata in funzione della FEMA, dell'Homeland Security
Office, dello Shadow Government, l'istituzione dei tribunali militari,
i campi di concentramento già pronti, la tortura, ecc. Insomma un
regime fascista delle corporations, ma senza gli stupidi simboli dei
regimi di un tempo: ora ci sono i mass media che pensano alla
propaganda ed al lavaggio del cervello, che aprono le porte della
percezione e suscitano le emozioni giuste al momento giusto per
servire gli scopi della classe dominante.

E' stato constatato da più parti che ora negli Stati Uniti vi è meno
libertà di quanta ve ne fosse nell'ex Unione Sovietica. E gli altri
paesi anglosassoni si stanno uniformando velocemente. Vi sono segnali
che l'Europa stessa - come istituzione sovranazionale - si stia
movendo in questa direzione.

Come si è arrivati a questa situazione per quel che riguarda 
l'Italia? A questo punto è necessario fare un accenno alla recente
storia del nostro Paese e del mondo occidentale.

Il capitalismo non è un "sistema di sviluppo". E' necessario 
distinguere la realtà che produce il capitalismo, cioè l'espansione
del capitale, dal concetto di "sviluppo". Il primo, studiato come
realtà sociale, deve essere inquadrato sia a livello astratto che
nella realtà storica concreta.  Il concetto di sviluppo è invece un
concetto ideologico per natura, che permette di giudicare i risultati
sulla base di criteri definiti a priori. Non si dovrebbe quindi
confondere la realtà (l'espansione capitalista) con il desiderio (lo
sviluppo in un senso definito). La logica dell'espansione del capitale
non suppone di per se alcun risultato qualificabile in termini di
sviluppo. La logica di questa espansione è guidata dalla ricerca del
profitto da parte delle imprese, cioè di chi le controlla. In certe
condizioni questa logica può comportare l'espansione dell'occupazione,
in altre la sua riduzione, come pure l'accettazione o la diminuzione
delle disuguaglianze nella ripartizione del reddito.

Non si deve neppure fare confusione tra il concetto di economia di
mercato e quello di capitalismo. Quest'ultimo è definito precisamente
dai limiti che il monopolio della proprietà privata (di alcuni ad
esclusione di altri) comporta alla concorrenza, cioè al concetto di
mercato.

Non solo: il "capitalismo reale" non funziona come un sistema 
concorrenziale tra i beneficiari del monopolio della proprietà -
concorrenza tra di loro e contro gli altri. Il suo funzionamento esige
l'intervento di un'autorità collettiva rappresentante il capitale nel
suo insieme: lo Stato non è dunque separabile dal capitalismo. Dunque,
le politiche del capitale, e dello Stato in quanto suo rappresentante,
hanno loro logiche di funzionamento particolari nelle varie fasi. Sono
queste logiche che spiegano come l'espansione del capitale comporti in
alcuni dei suoi momenti, il progressivo aumento dell'occupazione,
mentre in altri la sua diminuzione. Queste logiche non sono
espressione di astratte "leggi di mercato", ma sono dettate
dall'esigenza di garantire, in certe condizioni storiche, la
redditività del capitale.

Dopo la II guerra mondiale, nonostante pressioni in tal senso, non è
stato possibile per il capitale tornare al sistema economico in vigore
prima della guerra: i popoli d'Europa, e degli Stati Uniti pure, non
ne volevano sapere e non l'avrebbero accettato facilmente. Nacque così
il "fordismo", un paradigma economico accettato da tutte le componenti
politiche del sistema - dalla destra all'estrema sinistra - secondo il
quale a determinati aumenti della produttività dovevano corrispondere
uguali incrementi nelle retribuzioni. Da questo paradigma nacque il
"Welfare State" - lo stato sociale -  e conseguentemente la democrazia
in Europa.

E' assolutamente importante sottolineare che tale sistema è stato
sostenuto non tanto dalle istituzioni internazionali (Banca Mondiale,
FMI ecc.), quanto dagli Stati, i sistemi politici delle potenze
occidentali. I capitalisti hanno dovuto accettare tutto questo: la
spinta principale all'epoca fu data dal "pericolo comunista"; i
blocchi egemonici in Occidente avevano il compito di rispondere a
questa sfida e lo hanno fatto. Il nostro sviluppo - nel vero senso
della parola - e la democrazia quindi, che è direttamente derivante
dalla giustizia sociale, li dobbiamo soprattutto alla presenza di una
sinistra e di un sindacato fortissimi.

Nel terzo mondo, nel frattempo, i movimenti di liberazione nazionale
lottavano per l'indipendenza e lo sviluppo economico dei loro paesi
contro ciò che restava dei vecchi imperi coloniali e contro gli
americani che li sostenevano e li rimpiazzarono. Nell'Europa dell'est
si sviluppò un altro modello economico, il sovietismo, cioè una forma
di capitalismo burocratico che in un certo qual modo dava però delle
garanzie sociali.

In questo quadro vanno interpretati gli interventi USA, il paese
capitalista egemone in Occidente, nei paesi del Terzo Mondo,
direttamente o a mezzo terzi, e negli stessi paesi della loro area di
influenza, cioè i vari colpi di stato, strategie della tensione,
terrorismo, sabotaggio economico ecc. in America Latina ed in Europa,
Italia per prima. Tutto per impedire che qualche paese potesse dare
agli altri l'esempio di un sistema non capitalista che funzionasse,
che una vera sinistra andasse al governo e facesse più gli interessi
della collettività che degli industriali e dei finanzieri, oltre che
naturalmente per gli interessi del capitalisti americani. Questa è
stata anche la causa dell'inizio del conflitto in Afghanistan nel
1979.

Ma il Welfare State, che produsse la scuola pubblica di qualità, la
sanità garantita per tutti, la pensione per gli anziani, non poteva
durare. Lo scopo del capitalismo non è quello di procurare posti di
lavoro dignitosi a salari decenti, ma di ottenere il massimo profitto
nel più breve tempo possibile. Fine della storia. Con l'inizio della
caduta del saggio di profitto - dopo un periodo di sviluppo sostenuto
del mondo occidentale -, la crisi petrolifera dei primi anni '70, la
finanziarizzazione  e la necessità di deregolamentazione dell'economia
derivanti dalla mondializzazione del capitale, e l'esigenza di ridurre
i costi (del lavoro) il modello keynesiano- fordista del Welfare State
divenne insostenibile per il sistema capitalista.

E' a questo punto che nasce il neoliberismo, la "rivoluzione 
conservatrice". Il "roll back", cioè l'annientamento delle conquiste
sociali di un secolo nel mondo occidentale (e ai Piani di
aggiustamento strutturale dell'FMI nei paesi del Terzo Mondo) iniziò
negli Stati Uniti all'inizio degli anni '70, ma l'impulso decisivo
venne alla fine di quegli anni dalla Gran Bretagna.

Alla base delle teorie neoliberiste vi è l'affermazione - per meglio
dire la truffa - che esista un "economia pura", calata dal cielo,
mentre al contrario è la politica che detta le scelte economiche, cioè
queste vengono fatte a seconda delle classi sociali che si vogliono
avvantaggiare. Secondo i neoliberisti, se l'impresa viene lasciata
completamente libera di agire, il sistema economico sarà in grado di
riassorbire la disoccupazione e ridurre l'inflazione. Nella sostanza,
dicono che lo Stato si deve ritirare dalla direzione e
regolamentazione dell'economia, che devono essere aumentati i
finanziamenti statali alle imprese, che le aziende ed i servizi
pubblici devono essere privatizzati, deve essere ridotto il carico
fiscale per le imprese, ridotta l'influenza dei sindacati. Le imprese
quindi produrranno più ricchezza e qualche goccia di questa ricchezza
ricadrà sulle altre classi sociali (teoria detta del "trickle down"-
gocciolamento).

Sono teorie ridicole (vengono chiamate "riforme di mercato") ed i cui
risultati sono facilmente prevedibili: aumento del divario tra ricchi
e poveri, concentrazione della ricchezza, aumento della disoccupazione
e della precarizzazione del lavoro, infiltrazione delle attività
criminali nel tessuto economico, creazione di enormi sacche di povertà
ovunque e terzomondizzazione dei paesi occidentali, quest'ultima già
una realtà negli USA ed in Gran Bretagna. Tutte cose realmente
verificatesi. Sono teorie che riportano dunque la situazione economica
e sociale delle grandi masse indietro di 70 anni, ma sono state
propagandate estremamente bene.

Il sistema capitalista non si è  preoccupato di superare la crisi e la
recessione, ma si è solamente limitato a gestirla, con un aggravamento
dei problemi dovuti alla finanziarizzazione dell'economia e quindi la
creazione di enormi bolle speculative che possono avere l'effetto di
portare alla rovina anche le aziende che seriamente producono e danno
lavoro ed a volte anche interi paesi ed aree geografiche.

I cosiddetti "mercati" sono operazioni speculative - simili alla
roulette - compiute sulle valute, i titoli di stato e societari, ed
anche le merci. I "mercati" vogliono la disoccupazione (più gente è
senza lavoro, più diminuisce il costo dello stesso) e la recessione,
hanno bisogno che le risorse statali vengano immesse nel meccanismo
della speculazione, hanno bisogno della libera circolazione dei
capitali, e servono a riciclare il denaro sporco proveniente da
attività criminali. Come per i casinò, il gioco può continuare
solamente se continuano ad entrare nuovi polli.

Ed è logico anche che questa enorme massa di carta che non crea alcun
valore aggiunto dovuto alla produzione materiale, ma solamente altra
carta, prima o poi porterà ad un crollo finanziario che avrà gravi
conseguenze per tutti noi.

Le politiche neoliberiste negli USA sono state attuate rapidamente, a
causa del diverso sistema e della minore forza dei sindacati. Gli USA
sono il paese guida del sistema ed in fondo sono sempre stati una
pseudo-democrazia ed uno stato di polizia, con due ali di uno stesso
partito che si alternano al governo per fare gli interessi della
classe dirigente. In Europa invece, dove vi sono state la guerra, la
Resistenza e grandi partiti e sindacati di sinistra il passaggio era
più difficile. Le idee neoliberiste sono state inizialmente messe in
pratica pienamente in Gran Bretagna e poi in altri paesi minori, ma
ora le "riforme" vengono propagandate - ed in parte sono state già
attuate - anche nel nostro Paese.

Come è stato possibile?

Certamente una delle cause principali è stata il crollo del Muro di
Berlino, e la scomparsa del "pericolo comunista". I paesi dell'Europa
dell'est sono stati ricolonizzati ed i loro apparati produttivi
distrutti, e la stessa cosa è successa alle repubbliche dell'ex URSS.
L'ultimo passo di tale colonizzazione è stata la guerra nei Balcani,
conclusasi con l'aggressione alla Jugoslavia. Il prossimo riguarderà
più direttamente la Russia, che, nonostante sia stremata da dieci anni
di "riforme", possiede ancora enormi risorse e soprattutto un grande
arsenale nucleare.

Nel frattempo, ciò che il capitalismo italiano non poteva fare, 
apertamente con le "riforme", cioè con il consenso dello Stato, per la
presenza di una sinistra numericamente rilevante e di un forte
sindacato, lo ha ottenuto con il meccanismo di Tangentopoli. Un enorme
spostamento di risorse dalle tasche dei contribuenti e dei lavoratori
dipendenti a quelle degli industriali, finanzieri, evasori fiscali e
criminali compiuto con l'aiuto di politici corrotti ed amministratori
pubblici disonesti.

Sono stati dei giudici coraggiosi a scoperchiare questo verminaio, una
cosa che non era neppure pensabile durante la guerra fredda, quando
era impossibile portare a termine inchieste sul potere politico ed
economico a causa del ruolo del nostro Paese nello schieramento
occidentale, il più satellite ed a sovranità limitata dell''intera
NATO  per il suo ruolo strategico nell'area mediterranea.

E non è vero che questo si debba all'affermazione della Lega Nord.
Questa è sempre stata l'altra faccia della medaglia della DC. Il suo
ruolo nel sistema politico italiano è paragonabile a quello svolto da
Osama bin Laden per i governo americano, cioè il ruolo di parafulmine,
 che serve ad attirare nel campo dell'integralismo religioso i
musulmani che si oppongono alla politica USA. La Lega Nord infatti ha
ora ricondotto all'ovile le sue pecorelle, e quando il suo ruolo sarà
esaurito verrà accantonata definitivamente.

Comunque, la classe dirigente  non poteva permettere che il periodo
del ripristino della legalità durasse a lungo, in quanto è stata la
principale beneficiaria di Tangentopoli. L'operazione è stata compiuta
con il ricambio del personale politico e la cooptazione di una
"sinistra di governo" - e di una parte dei sindacati -  che ha
abbracciato le idee neoliberiste e le "riforme di mercato" non certo
per nobili ideali (quale ideale vi può essere dietro una truffa
legalizzata?).

Di qui sono iniziati gli attacchi a Mani Pulite, l'appoggio alla
guerra coloniale in Jugoslavia (a fianco ai terroristi
narcotrafficanti legati ad Al Qaeda), l'assenso alla formazione di un
esercito professionale, il sistema elettorale maggioritario, l'attacco
alla previdenza sociale. l'avvio della demolizione della scuola e
della sanità pubbliche ecc., e tutto nel quadro della "formazione
dell'Europa unita".

Infatti, come dare a bere agli italiani, ed agli europei in generale,
la stricnina neoliberista? Semplice, con l'euro, i parametri di
Maastricht ed il patto di stabilità. Questo perché, se ad esempio un
governo di una repubblica delle banane un giorno dovesse decidere un
taglio alle pensioni - ammesso che ci fossero naturalmente -  a coloro
che dovessero protestare il minimo che possa capitare è la galera.

In Italia, ed in Europa, non si poteva usare 
l'approccio "repressivo", e dunque si sono inventati i criteri di
Maastricht, che nulla hanno a che fare con la moneta, ma sono serviti
solamente a ridurre il ruolo dello stato sociale, e quindi il
trasferimento delle risorse dal lavoro al capitale.

E' piuttosto dubbio che si possa costruire una nazione (l'Europa)
partendo da una moneta unica; il dubbio diventa poi certezza quando si
pensa che è dagli anni '40 che gli USA premono per l'unione monetaria
europea e che l'Euro venne inventato nel 1970 dal Prof. Robert
Mundell, americano, uno dei padri della "reaganomics". La sua
motivazione alla creazione di una moneta unica: "L'Europa è
sovraregolamentata, regolamentata a morte". "E' veramente difficile
licenziare i dipendenti in Europa", si lamentava, e per risolvere
questo problema concepì l'euro, "Esso mette la politica monetaria al
di fuori della portata dei politici", cioè dei rappresentanti
democraticamente eletti dal popolo.

Non importa quante volte andremo a votare saremo sempre una pseudo-
democrazia, le scelte di politica economica le faranno altri, e
precisamente la banca centrale di Francoforte, cioè i banchieri, gli
industriali ed i finanzieri.

Dunque, la "sinistra di governo" ha in pratica portato avanti 
politiche di destra, e, come era prevedibile, questo ha spostato
l'elettorato verso la vera destra , soprattutto gli indecisi. In
realtà il processo è stato più complesso, ed un grande ruolo nel fare
accettare anche da noi le "riforme di libero mercato" è stato svolto
dai mass media conniventi con il potere economico, e soprattutto dalla
televisione.

La "sinistra moderata" ha fatto comodo alla classe dirigente fino ad
un certo punto ed è stata da questa appoggiata, in quanto, sebbene
lentamente, in pillole, nella sostanza applicava le stesse ricette di
neoliberismo selvaggio della destra. Ma quando i tempi sono stati
giudicati maturi per il colpo finale, la "sinistra liberale", del
resto ormai impresentabile, è stata scaricata, con l'appoggio ad una
destra che somiglia più a quella delle "repubbliche delle banane" che
ai partiti conservatori europei. La destra - ed i capitalisti in
genere -, infatti, si servono della criminalità organizzata o la
creano (come negli USA), mentre la destra al potere in Italia è essa
stessa derivazione della criminalità organizzata.

E' sufficiente considerare un fatto: il suo capo riconosciuto un
giorno non aveva una lira, il giorno seguente si è svegliato con
decine di miliardi provenienti da una finanziaria svizzera poi
implicata anche nell'inchiesta sul narcotraffico denominata "Pizza
Connection". Infatti, nei "salotti bene" del capitalismo italiano
veniva definito "finanziere senza soldi ed imprenditore senza
mestiere", cresciuto grazie alle connivenze con il potere politico e a
numerose operazioni "sospette" collegate a Tangentopoli.

Il "fenomeno" fa venire in mente un presidente brasiliano che si era
fatto eleggere grazie al potere mediatico della sua televisione e che
poi venne cacciato a furor di popolo.

Dunque, dalla democrazia "a sovranità limitata", siamo passati 
alla "pseudo-democrazia" del sistema elettorale maggioritario ed ora,
dopo l'emanazione di leggi chiaramente di servizio al potere ed alla
criminalità, al regime. E' l'adeguamento del capitalismo nostrano
dell'Italietta al modello statunitense.

Ma, forse, la classe dirigente questa volta ha fatto male i conti.
Infatti, la truffa neoliberista unita alla evidente criminalità del
potere ha provocato una miscela esplosiva. Siamo ancora all'inizio del
processo, ma vi è chi ritiene che le conseguenze saranno a lungo
raggio e che la lotta che sta per cominciare influenzerà tutti gli
strati della società e provocherà un terremoto nel movimento dei
lavoratori, nel sindacato e nella sinistra in generale.

Ma ora, e qui torniamo all'inizio della trattazione, bisogna inserire
in questo contesto anche la "guerra infinita".  Una guerra che viene
combattuta anche e soprattutto sul fronte interno, con l'emanazione di
leggi liberticide e con la repressione. Sarà possibile per il
capitalismo, soprattutto quello americano, la riuscita di questa
disperata provocazione in Italia ed in Europa?

Ciò dipende anche da noi, da tutti noi, dalla nostra capacità di
smascherare i criminali che hanno provocato o appoggiato questa e le
guerre precedenti, con le stragi, con la propaganda e con l'inganno, i
criminali di destra e specialmente quelli di "sinistra", i loro
complici, risvegliare le coscienze dei codardi morali, ed esporre
tutti coloro che accettano o giustificano questo modello economico
criminale per quello che sono: dei ciarlatani e dei banditi. Questa
volta la posta in gioco è veramente alta: è il futuro dell'umanità.

La protesta contro la guerra dunque è necessariamente imprescindibile
dalle lotte sociali e per la democrazia

- La "guerra al terrorismo" è una truffa

- Il 911 è un inside job

- Il sistema capitalistico è criminale e funziona esattamente nel modo
nel quale è stato concepito



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