Di cosa si è discusso nell'assemblea plenaria?



Care amiche cari amici del BgSF,
all'assemblea plenaria del 29 aprile mi sono presa il compito di stendere
una relazione sintetica rispetto ai temi emersi durante la serata. Spero di
aver riportato, anche se in sintesi, i temi della serata

Si è svolta lunedì 29 aprile presso la Sala Lama della CGIL l'assemblea
plenaria del BgSF.

All'O.d.G.: la discussione della bozza "Patto di lavoro" del BgSF (già
presentata da Gianni Sentieri nell'incontro delle associazioni aderenti),
documento di cui si riconosce la necessità per dare una, anche se pur
minimale, organizzazione più funzionale al BgSF.
Nell'introdurre l'assemblea la sottoscritta ha presentato l'attuale
situazione del BgSF. Se fino a febbraio (incontro Agnoletto e De Rojo) nel
BgSF vi è stata una sostanziale capacità di procedere insieme, nel periodo
successivo (dopo Porto Alegre 2002) si è rilevato una pausa nella
costruzione del pensiero/azione comune, un ri-tornato desiderio di
visibilità e volontà di distinguersi. Se visibilità e distinguo sono
essenziali per rimarcare l'identità personale e/o gruppale, questi due
elementi devono essere affrontati in modo da non portare alla dispersione di
un lavoro comune basato su un'idea di cambiamento (un altro mondo è
possibile) che in questi mesi ci ha uniti.

Accanto alla proposta di modalità organizzativa (patto di lavoro) si è
portato all'attenzione dell'assemblea anche una proposta di metodo di
lavoro, cosa che permetterebbe agli aderenti di "darsi il senso del
ritrovarsi".
Ci si è chiesti: cosa si voleva fosse il BgSF? (un coordinamento di realtà o
un pensiero diverso?); cos'è oggi il BgSF? (un coordinamento di realtà che
cammina con difficoltà Š che tendono al recupero della propria appartenenza
Š, un'aggregazione di soggetti in cui le associazioni poco investono.); come
vogliamo sia o diventi il BgSF? (movimento culturale Š pensiero/azione Š).
La possibilità di creare una realtà significativa passa attraverso la
possibilità di incontrarsi (lavorare sulle dinamiche relazioni, la fiducia,
le differenti identità).
Bisogna perciò lavorare sulle persone.
Il BgSF deve essere un percorso di crescita e i percorsi non hanno tempi
brevi.

Negli interventi seguiti sono emerse due differenti approcci alla proposta
di "patto di lavoro": da un lato la sostanziale accettazione dello schema
presentato, con alcune rettifiche soprattutto sulla definizione dei gruppi
di lavoro; dall'altro una linea che riteneva secondario il modello
organizzativo a favore della costruzione di percorsi di affidamento ai
gruppi di lavoro e la centralità della plenaria per la condivisione delle
iniziative.
Altro punto su cui è emersa la necessità di approfondimento è la questione
della centralità e l'adesione al patto di Bologna, nonostante tutti
sottolineassero l'adesione al patto di Porto Alegre.

Viene sollevata l'opportunità di una discussione sulla diversità di
posizioni rispetto alla quesitone palestinese e sui documenti di Bologna.
Si ritiene più opportuno riprendere la discussione a partire dalla ricerca
delle motivazioni comuni e da un atteggiamento di disponibilità a cercare
ciò che può unire.
È stato presentato e non approfondito il tema relativo al rapporto
associazioni/singoli.
Si sente la necessità di "un luogo" accogliente non solo simbolico ma anche
fisico per l'incontro.

Si sono focalizzati come punti di convergenza:
1) la necessità di portare avanti iniziative e progetti dei gruppi di lavoro
(inventando forme e modi per farli circolare
2) la necessità di iniziare un percorso formativo (che tenga insieme i
soggetti frantumati) per l'incontro di persone che vogliono costruire "un
pensiero diverso"

Si è concordato di ritrovarsi in tempi brevi per continuare nella
riflessione iniziata.
Si può ipotizzare verso la metà di maggio (poco prima - poco dopo).
Appena possibile verrà messa in rete la data e il luogo dell'incontro.


Domenica, 5 maggio 2002                        Luisa Carminati C.



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