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ONU: La Globalizzazione deve tener conto dei Diritti Umani
- Subject: ONU: La Globalizzazione deve tener conto dei Diritti Umani
- From: "F A B I O C C H I::" <fabiocchi at inwind.it>
- Date: Sun, 28 Apr 2002 10:38:18 +0200
Vi ripropongo questo articolo dell'Irish Times che riprende un discorso di Mary Robinson, (quasi ex) alto commissario dell'ONU per i diritti umani, sulla globalizzazione. Potrebbe essere un altro dei motivi per cui gli USA hanno fatto pressioni su Kofi Annan affinche' non la riconfermasse alla guida dell'UNHCHR... ONU: La Globalizzazione deve tener conto dei Diritti Umani 22 Gennaio 2002 - Secondo Mary Robinson, l'alto commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, occorre che la globalizzazione economica tenga in considerazione i Diritti Umani: le statistiche sui milioni di cittadini che vivono nella poverta' e nelle guerre persistenti sono inaccettabili. La disillusione crescente nei confronti della globalizzazione guidata dal mercato e' evidenziata dalle proteste ai vertici del G8, del WTO ed altri organismi. Abbiamo una grande idea: costruire una globalizzazione etica, ma come? La costruzione di una globalizzazione etica e sostenibile deve riconoscere la responsabilita' condivisa per la protezione dei diritti Umani. Quella resposabilita' e' condivisa da tutti noi, individui, religioni, corporations, stati, Istituzioni Finanziarie Internazionali, e l'ONU. Chi oltre 50 anni fa scrisse la Dichiarazione dei Diritti Umani aveva colto il legame tra rispetto dei diritti e liberta', giustizia e pace nel mondo, e chiedeva un ordine sociale ed internazionale giusto. Oggi emerge la necessita' di una globalizzazione intesa come processo economico che sia soggetto a considerazioni etiche e morali, nonche' al rispetto degli standards e principi legali internazionali. Tutti i 144 membri del WTO hanno ratificato la dichiarazione sui diritti umani; tutti (tranne gli USA) hanno ratificato la convenzione sui diritti dell'infanzia, e 112 la convenzione sui diritti economici, culturali e sociali. Questi governi dovrebbero tener in considerazione gli obblighi imposti da tali convenzioni durante i negoziati sulla liberalizzazione dei mercati, al fine di promuovere e proteggere i diritti umani, ricordandosi della Dichiarazione fatta a Vienna nel 1993 secondo la quale "i diritti umani sono la prima responsabilita' dei governi." Mentre gli accordi del WTO rappresentano uno strumento legale per gli aspetti economici della liberalizzazione del commercio, le norme sui diritti umani sono uno strumento per dare alla liberalizzazione una dimensione etica e sociale. Ma che vuol dire in pratica? Vuol dire rispondere alle domande come: il commercio e' veramente libero e giusto? I PVS hanno sentito molte promesse, ma si son spesso visti negare l'accesso ai settori del mercato in cui erano competitivi. Oppure: le regole sulla proprieta' intellettuale riconoscono i diritti culturali delle comunita' indigene? Esse garantiscono l'accesso ai farmaci essenziali? Su quest'ultima questione, consideriamo il problema dell'AIDS. La malattia sta colpendo sempre piu' le classi sociali a basso reddito, soprattutto donne, nei PVS. La mancanza del rispetto dei diritti umani e' legata ad ogni aspetto dell'epidemia come i fattori che causano la vulnerabilita' all'infezione dell'HIV, o la discriminazione dei sieropositivi. Data la diffusione globale a questa epidemia, serve anche una risposta globale. Nella ricerca di un'etica globale, un inizio pratico si potrebbe fare analizzando le dimensioni dell'epidemia tra i cittadini dello Zambia, per esempio. La mancanza di un'alimentazione adeguata, delle medicine essenziali, di acqua potabile, dell'educazione di base, dell'eguaglianza delle donne, oltre ad altri fattori, aumenta la vulnerabilita' di queste persone all'HIV. E come la poverta' li rende piu' vulnerabili all'AIDS, cosi' l'infezione e la malattia accresce la loro poverta' con l'aumento delle spese necessarie ad acquistare medicinali, perdita di reddito, costi per i funerali etc. La comprensione dei bisogni dei poveri e' necessaria alla nostra impresa di sviluppare un'etica globale con una componente dei diritti umani. Le persone che vivono con l'HIV/AIDS potrebbero essere una fonte impareggiabile per acquisire queste conoscenze. Una caratteristica chiave della globalizzazione economica e' che i protagonisti coinvolti non sono solo stati, ma anche le multinazionali. Non a caso meta' delle maggiori economie a livello globale sono corporation, non paesi. Quindi la nuova sfida e' rendere questi potenti protagonisti responsabili dell'impatto delle loro politiche sui diritti umani. Il Global Compact lanciato da Kofi Annan nel Luglio 2000 potrebbe essere uno strumento utile, ma esso incoraggia l'auto-regolazione del settore privato riguardo ai diritti umani e all'ambiente, i suoi principi non sono legalmente vincolanti. Molti si chiedono quanto questa autoregolazione possa essere efficace. Abbiamo bisogno di qualcosa di meno teorico e piu' banale: l'attuazione delle promesse fatte. Fonte: Irish Times; trad. di Fabio Quattrocchi fabiocchi at inwind.it *************** Se volete ricevere queste news, mandate una email vuota a mailto:econotizie-subscribe at yahoogroups.com ***************
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