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COSA SIGNIFICA INFORMARE?
- Subject: COSA SIGNIFICA INFORMARE?
- From: "Camillo Coppola" <camillo.coppola at tin.it>
- Date: Fri, 26 Apr 2002 10:55:15 +0200
PRO MEMORIA SINISTRO PER L'AUTOCRITICA. COSA SIGNIFICA INFORMARE? Nella trasmissione "BELLA CIAO" di SANTORO ho visto... GIOVANI LAVORATORI AGGIOGATI LORO MALGRADO A CONTRATTI PRECARI, costretti ad entrare all'alba in fabbrica nel giorno dello SCIOPERO GENERALE, ATTRAVERSANDO IL PUBBLICO LUBRIDIO dei SINDACALISTI CONFEDERALI...mi sono domandato: perchè milioni di persone non hanno avuto almeno il diritto di sapere da dove discendevano questi perversi contratti del FAMIGERATO "PACCHETTO TREU"? ...Il mio caro BASSOLINO bacia l'ampolla del sangue che gli porge il mio caro cardinale GIORDANO,lo dico ad imperituro ricordo dei tempi che viviamo. La carne qui é tanta,ed allora perchè non fare macelleria con i CONTRATTI D'AREA(ancora peggio delle gabbie salariali) £800.000 mensili,dopo due anni £200.000 in più...questo propone l'ex vicerè di NAPOLI per un turno di lavoro in fabbrica... ...Oggi,ancora SINDACATI DI STATO, con gravi responsabilità in relazione alla pressoché totale distruzione dei diritti, delle tutele e della vita stessa dei lavoratori dipendenti. Basti pensare al 'pacchetto Treu' varato in parlamento nel 1997 da tutte le forze dell'allora governo di centrosinistra e che ha riportato in Italia il caporalato delle agenzie per l'affitto delle braccia dei nostri figli: come si può dire di voler lottare, non strumentalmente, contro la liberalizzazione dei licenziamenti proposta da Berlusconi senza fare alcuna autocritica su tali odiosi provvedimenti ? E' quello che chiediamo ai Cofferati, ai Pezzotta, agli Angeletti, ai D'Alema, ai Rutelli, ai Bertinotti e quant'altri... ma loro scappano, perché questa semplice domanda li terrorizza e non vogliono e non possono rispondere... PERCHE' IL TALLONE DI FERRO DEI CONFEDERALI E' CONSIDERATO DEMOCRAZIA? il 18% dei VOTI VALE il 51% ! 20/12/93 un accordo tra sindacati confederali, Confindustria e Intersind segna la nascita di un nuovo organismo di rappresentanza dei lavoratori, le rappresentanze sindacali unitarie (RSU)che sostituiscono le precedenti strutture, RSA e consigli di fabbrica. Tale accordo costituisce attuazione del protocollo d'intesa sulla politica dei redditi e dell'occupazione, sugli assetti contrattuali, sulle politiche del lavoro e sul sostegno al sistema produttivo, firmato il 23 luglio 1993. In detto accordo viene introdotta la vergognosa formula del 33% GARANTITO (i due terzi dei seggi viene assegnato mediante elezione a suffragio universale, IL RESIDUO TERZO E' "RISERVATO" AI SINDACATI FIRMATARI FIRMATARI DEL CCNL,CIOE' IN PRATICA A CGIL,CISL E UIL PER CUI I CONFEDERALI CON APPENA IL 18% DEI VOTI SI ASSICURA IL 51%,CIOE' LA MAGGIORANZA ASSOLUTA). Dulcis in fundo: le Rsu in libertà vigilata. I Padroni, temendo che gli accordi combinati con lo staff sindacale vengano osteggiati, sotto la spinta dei lavoratori, dalle Rsu, hanno chiesto e ottenuto che anche a livello aziendale a fianco delle Rsu ci siala "presenza congiunta"dei rappresentanti sindacali territoriali (funzionari).Il senso di questa titolarità "congiunta" è evidentemente quello di sottoporre di fatto le Rsu a una libertà vigilata. Ilavoratori potranno anche eleggere democraticamente i delegati che vogliono nelle Rsu, ma esse saranno ridotte a "fiduciarie confederali", inchiodate alla fattiva collaborazione per il ripristino totale in fabbrica del comando sulla forza lavoro. Un passo contrattuale che sembra preludere a una prossima codificazione per legge. Un meccanismo elettorale inaccettabile e di stampo dittatoriale: il 33% assegnato a priori a Cgil, Cisl e Uil. Le R.S.U. (responsabili sindacali unitari) La progressiva liquidazione dei Consigli di fabbrica eletti su scheda bianca e la loro sostituzione agli inizi degli anni 90 con le RSU è sintomo inequivocabile del consolidamento del sindacalismo concertativo. Le nuove rappresentanze si applicano nell'Industria per veicolare le politiche liberiste, mediante un meccanismo elettorale inaccettabile e di stampo dittatoriale: il 33% assegnato a priori a Cgil, Cisl e Uil. 2/3 di essi verranno eletti a suffragio universale con l'applicazione della proporzionale pura, 1/3 verrà attribuito alle organizzazioni stipulanti il Ccnl, che hanno presentato liste, in proporzione ai voti ottenuti. C'è un bisogno di democrazia e partecipazione, di una legge democratica sulla rappresentanza nei luoghi di lavoro. Occorre dare tutto il potere ai lavoratori per eleggere i loro rappresentanti eliminando quel 33% di diritto di rappresentanza alle organizzazioni sindacali maggioritarie che godono così di una assurda rendita di posizione. Cgil-Cisl-Uil sono così riusciti a far rientrare dalla finestra quello che il popolo italiano aveva solennemente bocciato con l'esito referendario. Prima ci avevano provato con l'intesa sulle rappresentanze sindacali unitarie recepita con l'accordo sul costo del lavoro del 23 luglio 1993, che prevedeva a loro favore la riserva del 33% dei seggi. Un vergognoso artificio, censurato anche dalla stessa Corte Costituzionale nella sentenza del luglio 1996, che consentiva a Cgil-Cisl-Uil di conservare il diritto alla rappresentanza anche quando i lavoratori gli negavano esplicitamente il consenso. Così mentre un Comitato ristretto di parlamentari ha elaborato un testo unificato delle proposte di legge relative alle "Norme sulle rappresentanze sindacali unitarie nei luoghi di lavoro, sulla rappresentatività sindacale e sull'efficacia dei contratti collettivi di lavoro", il ministro Bassanini prima col decreto legislativo 4 novembre 1997 n° 396 e poi con quello del 31 marzo 1998 n° 80 ha apportato quelle modifiche all'art.47 del decreto legislativo 3 febbraio 1993 n° 29 che avrebbero dovuto tenere conto per l'appunto dello spirito del pronunciamento referendario. In realtà l'accordo per la costituzione delle RSU viola palesemente quello spirito reintroducendo quei meccanismi blindati che già in passato avevano garantito il monopolio della rappresentatività sindacale a Cgil-Cisl-Uil. Diritti indisponibili. Dagli anni '80 in poi non si è demolito l'insieme delle garanzie, si sono tenute formalmente in vigore autorizzando però il sindacato a fare deroghe. Ad esempio il lavoro notturno non è previsto per le donne; se però un sindacato firma un accordo in tal senso, le donne potranno (saranno costrette dal contratto stesso) a fare lavoro notturno. Così, quello che era una norma di legge può essere tranquillamente derogata, prendendo poi efficacia generale per tutti! Così come i feroci "ERGA OMNES" del ventennio fascista. La riserva del 33%. La storia delle R.S.U. è unica non solo in Europa ma in tutta la storia degli organi elettivi (sindacali, politici, ecc.). Tutti i sistemi elettorali che si conoscono seguono il principio che le regole scelte valgono per tutti. E' vero che nella scelta delle regole si può discriminare, ma esse devono valere per tutti. Il fatto dunque che i lavoratori iscritti ad un sindacato votino due volte non ha precedenti nella storia dei sindacati né dei partiti politici. La riserva del 33% appare poca cosa, ma sul piano dei risultati elettorali premia i confederali anche con un quinto dei voti, cioè consente a dei perdenti di avere comunque la maggioranza nella rappresentanza sul luogo di lavoro. LE CONSEGUENZE DEL CENTRO SINISTRA SONO COME LA PUNTA DI UN ICEBERG, IMPIEGHERANNO MOLTO TEMPO PRIMA DI SQUAGLIARSI. Camillo,militante dello SLAI COBAS per l'AUTORGANIZZAZIONE http://www.slai-cobas.org/
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