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PMLI e delitto Biagi
- Subject: PMLI e delitto Biagi
- From: PMLI <pmli.cc at tiscalinet.it>
- Date: Wed, 20 Mar 2002 14:40:20 +0100
COMUNICATO STAMPA CONTRO IL TERRORISMO E IL GOVERNO DEL NEODUCE BERLUSCONI, PER L'ARTICOLO 18 E L'TALIA UNTA, ROSSA E SOCIALISTA Condanniamo con sdegno e senza appello il barbaro assassinio di Marco Biagi. Il fatto che il consulente del ministro del lavoro Maroni fosse un uomo bipartisan, capace di lavorare indifferentemente sia col "centro-sinistra" che col "centro-destra", non toglie nulla alla gravità e all'efferatezza della sua eliminazione fisica. Gravi responsabilità della sua morte ricadono sul governo e sul ministro dell'interno Scajola che non hanno preso alcuna misura per proteggere Biagi nonostante che il recente rapporto dei servizi segreti avesse indicato chiaramente che nel mirino dei terroristi c'erano anche dei "tecnici e consulenti" impegnati nelle "riforme" sul mercato del lavoro. Questo delitto politico costituisce un gravissimo attacco al movimento operaio e sindacale e alla grandiosa manifestazione nazionale del 23 marzo promossa dalla Cgil per difendere l'articolo 18. Si è voluto colpire anche il movimento no global contro la guerra e il neoliberismo e i movimenti spontanei dei "ceti medi riflessivi" che dal 24 gennaio manifestano in piazza contro la politica liberticida, antidemocratica e antipopolare del governo Berlusconi. Il terrorismo arriva puntuale ogni volta che le masse vogliono più giustizia sociale, più benessere, più libertà, più democrazia. Segno evidente che c'è una precisa regia, una centrale occulta, che non vuole che tutto ciò si realizzi. E' stato sempre così, specie dal delitto Moro e poi di quelli di Tarantelli, Ruffilli e D'Antona e ora di Biagi. Il terrorismo è quindi nemico giurato delle masse e non può che essere combattuto da tutte le forze politiche, sindacali, sociali, culturali e religiose che si battono per il progresso sociale. Ma non certo a fianco di questo governo, di queste istituzioni, di questo Stato e in difesa del capitalismo e del suo regime che ha rindossato la camicia nera, ripetendo, nella sostanza, le stesse gesta di Mussolini. Non si può fare fronte unito con chi genera, manovra e utilizza il terrorismo. La storia del nostro Paese, fin dalla strage di Portella delle Ginestre, passando dalla strage di Piazza Fontana, dalla stagione del terrorismo degli anni '70 e '80 e dagli attentati successivi fino ad arrivare ai giorni nostri, e tenendo presente il "Piano di rinascita democratica" e dello Schema R della P2 di Gelli, Craxi e Berlusconi, dimostra chiaramente che il terrorismo viene da destra, è manovrato dalla destra ed è funzionale alla destra. Anche se la manovalanza si professa di "sinistra". Quindi se non si combatte la destra, e l'attuale governo che la esprime, non si riuscirà mai a venire a capo del terrorismo. Si tratta di una lotta di classe che può essere vittoriosa solo se si mobilitano la classe operaia e le masse lavoratrici, disoccupate, pensionate, popolari, femminili e giovanili che abbiano come obiettivo immediato l'abbattimento del governo del neoduce Berlusconi e in prospettiva il socialismo. In ogni caso l'assassinio di Biagi non deve fermare la lotta in difesa dell'articolo 18. Bisogna vincere assolutamente questa battaglia se non vogliamo che il regime neofascisti si consolidi, cancelli tutte le conquiste politiche e sociali e compia ulteriori crimini. Lottiamo uniti contro il terrorismo e il governo del neoduce Berlusconi, per l'articolo 18 e l'Italia unita, rossa e socialista! Coi maestri vinceremo! L'Ufficio politico del Partito marxista-leninista italiano Firenze, 20 marzo 2002
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