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Re: art. 18, quale conclusione?
- Subject: Re: art. 18, quale conclusione?
- From: "giorgio nobili" <giornob at supereva.it>
- Date: Sun, 17 Mar 2002 12:16:42 +0100
Anche se non so, ne' capisco (per ora), la finalita' di questo tuo "sondaggio", voglio comunque rispondere alle tue domande. Prima domanda. Le informazioni le ricevo sia attraverso le varie e-mail che mi vengono inviate, ad esempio dal Coordinamento delle RSU http://www.ecn.org/coord.rsu/ , dal Comitato per i diritti sociali http://comitatodirittisoc.freeweb.supereva.it/ e da altri amici che lavorano (io sono in pensione), sia attraverso la stampa, leggendo tutti i giorni "il manifesto", e attraverso la TV. Seconda domanda. Colloco lo scontro al primo posto trattandosi di una questione non solo sindacale, ma di civilta'. Terza domanda. Anche se sono un pensionato, mi sento parte vivamente interessata e coinvolta nella questione dell'articolo 18 (ma non dimentichiamo il resto, e cioe' il Libro bianco del Governo, che vuole sovvertire tutte le regole del lavoro, ma anche il futuro dei pensionati attuali e di quelli che attualmente, lavorando, sperano di avere ancora una pensione decente). Quarta domanda. Quella dell'articolo 18 non e' certo una diatriba,ma una questione importantissima che riguarda conquiste che il mondo del lavoro ha fatto in decine di anni di lotte. Dopo la pesante deregolamentazione del mondo del lavoro portata avanti in questi ultimi anni (anche dai governi di centro-sinistra) la tenuta sull'articolo 18 garantira' di mantenere nei luoghi di lavoro un rapporto meno subordinato, garantendo la liberta' di espressione, la liberta' di costruire rappresentanze sindacali aziendali, la liberta' di contrattazione aziendale, la dignita' dei lavoratori che, oggi, possono certo essere licenziati, ma NON senza una giusta causa o un giustificato motivo o l'applicazione delle leggi vigenti sulle ristrutturazioni aziendali. Se l'articolo 18 venisse cancellato, chi osera' mai contrastare le prevaricazioni, le ingiustizie, le mancate applicazioni dei Contratti di lavoro, le discriminazioni nei luoghi di lavoro? Chi mai continuera' a far parte delle Rappresentanze Sindacali o le costituira' sapendo che puo' essere comodamente licenziato sunza alcun valido motivo? Quale donna si rifiutera' alle "mani lunghe" in azienda se sa di poter essere facilmente licenziata? Chi protestera' per il "mobbing"? L'attuale Governo Berlusconi ha un concetto aberrante del mondo del lavoro ritenendo che i lavoratori siano come le strutture e le macchine che si usano fin che vanno bene e producono profitti, senno' si buttano. Il Governo dice che l'abolizione dell'articolo 18 produrrebbe un aumento notevole di assunzioni ma, si sa che, mediamente, i reintegri nei posti di lavoro decisi dai Giudici, ogni anno, riguardano poche migliaia di lavoratori, quindi una percentuale minima dei lavoratori attivi: come mai questo Governo va allo scontro sociale per poche migliaia di assunzioni? Non e' forse vero, invece, che questo primo attacco e' la premessa per l'abolizione per TUTTI dell'articolo 18? Visto che nelle delega governativa si cancellerebbe l'articolo 18 per chi passa da un contratto a tempo determinato ad uno a tempo indeterminato, quale datore di lavoro sarebbe cosi' folle da assumere ancora un lavoratore a tempo indeterminato perdendo la liberta' di licenziare come e quando vuole? Se, come mi auguro, tutti i lavoratori e i pensionati, tutte le forze sindacali, tutte le forze politiche che hanno a cuore la liberta' e la dignita' del mondo del lavoro, gli intelletuali, le forze sociali si mobiliteranno CONTRO il Libro bianco del Governo, riusciremo a riportare al centro del dibattito la realta' del lavoro che non ha bisogno di cancellazioni di diritti ma, semmai, di estensione di questi a TUTTO il mondo del lavoro, di nuove regole e diritti per tutti i lavori "atipici", ricordando sempre che la ricchezza nazionale e' prodotta, in larghissima parte, dai lavoratori con la loro fatica quotidiana, con l'impegno, la professionalita' e, troppo spesso, anche con la loro morte (guardate i numeri dei cosiddetti "incidenti sul lavoro", dei morti, dei feriti, di coloro che rimangono invalidi per tutta la vita). Giorgio Nobili ----- Original Message ----- From: "Giovanni Pugliese" <trestren at libero.it> To: <dirittiglobali at peacelink.it> Sent: Saturday, March 16, 2002 2:13 PM Subject: art. 18, quale conclusione? Ciao a tutti, desidero farvi alcune domande dove vi prego di darmi una risposta argomentata. ;-) - In che misura o in che percentuale tu ricevi attraverso i tuoi mezzi di comunicazione abituali, l'informazione sull'andamento dello scontro "Governo-Sindacati" sulla modifica dell'"Art. 18" - Facendo una graduatoria sull'importanza che suscita nella tua persona e quindi nei tuoi interessi il "valore" di questo "scontro" tra chi governa e chi rappresenta i lavoratori, a che posto lo collocheresti? - Ti senti anche tu parte interessata attivamente o lo vedi in un contesto un po più distaccato? - Se ti senti parte attiva, allora dimmi "cosa secondo te, produrrà questa diatriba?" Bene, queste sono le mie domande. Confido in te in risposte, non date con il cuore, ma con la ragione. ;-) Ciao e grazie. :-) Gianni
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- From: "Giovanni Pugliese" <trestren at libero.it>
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