[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Cobas tesoro finanze - Informazione
- Subject: Cobas tesoro finanze - Informazione
- From: "Antonio Basile" <tonino.b at tiscali.it>
- Date: Mon, 11 Mar 2002 01:16:56 +0100
CONFEDERAZIONE DEI COMITATI DI BASE per la solidarietà, l'unità e la democrazia Via Prenestina 163 - 00176 Roma Tel. 0627800816 - Fax 0627800817 e-mail: riserva.indiana at libero.it Sito internet: http://www.cobas.it IL PRIMO PASSO Il governo berlusconi avrà ancora bisogno dell'impiegato pubblico? E se si, saremo lavoratori o parte integrante del suo progetto? Esistono, però, all'interno del ceto medio - ormai impoverito ed indebitato - numerosi elementi che fanno pensare al "vecchio" Carlo Marx, quando parlava della proletarizzazione dei ceti medi, cioè quello che oggi sta accadendo nel nostro dicastero (e nel pubblico impiego in genere). Ci sono, poi, altre figure come i dirigenti che, di fatto, sono gli esecutori delle politiche che si discutono in ambiente parlamentare. Essi esprimono le politiche del potente di turno e se le politiche sono a danno dei lavoratori è chiaro che i dirigenti, che sono pagati (bene) per questo, le porteranno a compimento. Quello che non si capisce è la scarsa coscienza dei lavoratori pubblici su questo punto. Se infatti nelle fabbriche il dirigente è visto come organico allo sfruttamento del lavoratore, la falsa coscienza che aleggia nei dicasteri impedisce di vedere il dirigente come una reale controparte, favorendo rapporti paternalistici autoritari. Far capire che i dirigenti perseguono i propri interessi corporativi, mentre i pubblici dipendenti non sono ancora in grado di creare un fronte comune, è un nostro dovere. Essi, infatti, hanno un contratto di tipo privatistico e quindi lavorano per obiettivi. Nel caso in cui gli obiettivi non vengano raggiunti, scaricheranno sui loro collaboratori le proprie responsabilità, con un conseguente aumento della conflittualità interna ed avvelenamento dei rapporti quotidiani. Non solo: in caso di ristrutturazione selvaggia chi pagherà con il proprio posto di lavoro sarà senza dubbio l'anello più debole della catena. Del resto fino ad oggi la logica clientelare, che ha imperato tra i dipendenti pubblici, è servita come "calmiere" sociale; ma la scarsità odierna delle risorse economiche a disposizione, oltre all'aumento del costo della vita, frantuma tutto quello che in precedenza era il cosiddetto salario accessorio, rendendolo minimo. Ciò aumenta una sterile competitività tra i lavoratori che, vergognosamente, i dirigenti sfruttano a nostro danno. Vergognosamente perché rendono dal punto di vista umano il collega nemico al collega, annientando la personalità e le capacità di elementi che, invece, vengono additati come i "disturbatori del manovratore". Complici di questa laida manovra sono i SINDACALISTI DI PROFESSIONE, indipendentemente dalla sigla di appartenenza. L'unità dei lavoratori secondo i propri interessi, cioè quelli di maggiore salario, dignità professionale, maggior tempo disponibile per la vita sociale, è il fulcro di una battaglia che può costruire un fronte comune sia contro le politiche dei governi che contro chi di questi governi si rende complice. L'unica strada, indipendentemente dalle sigle sindacali, è costruire dal basso l'unità dei lavoratori, valorizzando al massimo le RSU e costruendo in ogni posto di lavoro comitati di base autorganizzati. E' il primo passo. COBAS
- Prev by Date: 15/03 Padova: Padova Pride Conferenza - Lo stato della laicità
- Next by Date: lettera 79 di Ettore Masina
- Previous by thread: 15/03 Padova: Padova Pride Conferenza - Lo stato della laicità
- Next by thread: lettera 79 di Ettore Masina
- Indice: