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Manifestazione 9 marzo
- Subject: Manifestazione 9 marzo
- From: "Valeria Savoca" <v.savoca at tiscali.it>
- Date: Mon, 11 Feb 2002 10:36:56 +0100
Da alcuni anni il movimento delle donne italiano spiega a se stesso la gravità della pretesa di riconoscere all'embrione capacità giuridica UN OTTO MARZO IN DIFESA DELL'AUTODETERMINAZIONE Da alcuni anni il movimento delle donne italiano spiega a se stesso la gravità della pretesa di riconoscere all'embrione capacità giuridica. Ci siamo dette forse decine di volte che la riformulazione del primo articolo del Codice civile prima di tutto farebbe immediatamente decadere la legge 194 e che altre conseguenze deriverebbero dalla demenziale impresa. Se le legge( per esempio) fosse coerente con se stessa dovrebbe dar vita alla nuova figura del curator ventris con il compito di tutelare il concepito, così come oggi un giudice tutela il minore da genitori incapaci o in qualche modo inadeguati. L'impossibilità di un'autentica tutela che potrebbe darsi solo allontanando l'embrione dal corpo della madre, così come avviene oggi per i minori, mostra l'assurdità di una norma giuridica che consideri donna e concepito allo stesso titolo persone. La capacità giuridica dell'embrione farebbe per altro dell'Italia un caso unico in Europa, rappresenterebbe una lesione dello Stato laico peggiore degli stessi Patti lateranensi, cristallizzando in norme per l'intero corpo sociale i nuovi connotati integralisti della Chiesa cattolica. Oggi il governo che ha partecipato al massacro di migliaia di civili in Afghanistan, risponde attraverso il ministro Sirchia a un ennesimo appello del papa, assicurando che la legge per la capacità giuridica si farà presto e sarà "rigorosa". La discussione comincerà a Montecitorio alla metà del mese di marzo. E' questo il momento di trasformare in presenza politica collettiva, in lotta, in testimonianza visibile del nostro sdegno la coscienza acquisita in anni di discussione sugli aspetti etici, giuridici, culturali e politici della questione. La prossimità tra l'inizio del dibattito a Montecitorio e la data simbolica dell'8 marzo suggerirebbero una manifestazione nazionale di tutte a Roma nel primo pomeriggio di sabato 9 marzo. In quella data tuttavia sono già convocate a Roma un'iniziativa per la Palestina e a Firenze una manifestazione femminista, nelle intenzioni delle donne del collettivo 8 marzo dovrebbe essere nazionale. La soluzione più equa sarebbe quella del rinvio ad altra data della scadenza sulla Palestina per la semplice ragione che l'8 marzo non è rinviabile ad altra parte dell'anno; manca ancora un mese e il rinvio non sarebbe impossibile. L'esigenza si porrebbe, anche se si volesse mantenere a Firenze la scadenza nazionale delle donne, pensata prima delle dichiarazioni di Sirchia. Due manifestazioni nazionali nello stesso giorno non sono quanto di più utile e razionale il movimento possa fare. Ci rendiamo conto però che non è facile mettere in moto un meccanismo di rimando a questo punto delle cose, anche perché molte nel movimento delle donne stanno già lavorando per la Palestina. Chiediamo quindi a tutte di pensare a una scadenza alternativa per l'inizio del dibattito a Montecitorio , non tuttavia senza aver fatto prima una formale richiesta di rimando. L'occupazione della data delle donne( o almeno del giorno più vicino in cui sono possibili manifestazioni nazionali) suggerisce di fare dell'8 marzo, e anche del 9 per quelle che non andranno a Roma, scadenze cittadine di lotta e di presenza politica femminista. COORDINAMENTO NAZIONALE DELLA MARCIA MONDIALE DELLE DONNE
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