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Tortura in Turchia
- Subject: Tortura in Turchia
- From: "Giuseppe Ricciardi" <velarossa at tiscalinet.it>
- Date: Sun, 2 Dec 2001 09:49:52 +0100
----- Original Message ----- From: <press at amnesty.it> Sent: Thursday, November 08, 2001 1:44 PM [...] > La sistematica e diffusa natura della > tortura in Turchia comporta per quasi ogni > individuo il rischio di essere torturato, ha > dichiarato oggi Amnesty International in > occasione del lancio del rapporto Turkey: An end > to torture and impunity is overdue!. [...] > un anno > fa, l'Unione Europea abbia identificato la lotta > contro la tortura come una priorita' per la > Turchia. [...] > In Turchia i detenuti vengono abitualmente > bendati durante gli interrogatori, alcuni > durante l'intera detenzione preventiva, per > impedire l'identificazione dei torturatori. I > pestaggi violenti, i denudamenti, l'abuso > sessuale, le minacce di morte e di stupro, altre > torture psicologiche, l'elettroshock, la > sospensione per le braccia, la privazione di > sonno, cibo, acqua ed uso dei servizi igienici, > sono metodi di tortura e maltrattamento comuni > nel paese. La creazione di carceri di massima > sicurezza, cosiddette del tipo F, ha aumentato > le preoccupazioni per la sicurezza dei > prigionieri. Perpetrata principalmente durante > la custodia preventiva, la tortura e' ancora > ampiamente praticata nelle carceri e durante i > trasferimenti da e verso le stesse. "Tra le > vittime di tortura vi sono donne e bambini, e > non solo i sospettati di crimini secondo la > legge anti-terrorismo, ma anche quelli per reati > comuni" ha dichiarato Amnesty International. "In > alcuni casi la tortura e' legata a > discriminazioni basate sul sesso, l'orientamento > sessuale o l'etnia". [...] > denunciata esistenza di > stanze per gli interrogatori insonorizzate, > specialmente allestite ed equipaggiate per la > tortura. I difensori dei diritti umani hanno > comprovato l'uso di tecniche di tortura e > maltrattamenti che normalmente non lasciano > tracce sul corpo, nei casi in cui la polizia > ritiene che il detenuto sia rilasciato dopo > l'arresto. La detenzione incommunicado e' un > fattore chiave per la persistenza di tortura e > maltrattamenti in Turchia: i detenuti sono > privati della possibilita' di comunicare con > avvocati, familiari, amici e medici. Le linee > guida che prevedono l'immediata e regolare > registrazione dei detenuti con notifica alle > famiglie vengono spesso ignorate, creando le > condizioni favorevoli per tortura, "sparizioni" > e morte in custodia preventiva. > > Avvocati, difensori dei diritti > umani e alcuni procuratori in Turchia concordano > nel ritenere che la persistenza della tortura > sia dovuta al ruolo predominante rivestito dalle > confessioni estorte nelle indagini, > successivamente usate come "prove" nei > tribunali. In Turchia molti fattori > contribuiscono a favorire un clima di impunita' > per i torturatori: vittime e loro parenti sono > spesso ridotti al silenzio dal terrore e i > procuratori riluttanti ad indagare su > maltrattamenti e torture. [...] > Indagini regolari e azioni giudiziarie contro la > tortura sono ulteriormente ostacolate dai > provvedimenti adottati dagli agenti di sicurezza > per annullare regolari referti medici, ma ancor > piu' preoccupante e' l'esistenza di un preciso > sistema di intimidazione verso i funzionari > sanitari affinche' non documentino casi di > tortura, sfortunatamente in alcuni casi > occultati volontariamente dagli stessi medici. [...] --- Giuseppe Ricciardi velarossa at tiscalinet.it (nickname irc: cau)
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