(Fwd) il business si fa e poi si distrugge



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From:  	"Gian Che Dice?" 
Subject:        	il business si fa e poi si distrugge
Date sent:      	Wed, 21 Nov 2001 00:59:16 +0100


     Notizia molto curiosa: l'Arabia Saudita, il paese che ha fornito
     l'80% dei Kamikaze dell'11 settembre (oltre che essere la patria di
     Bin Laden) non soltanto è una solida alleata degli Stati Uniti e
     questo si sapeva, non soltanto costringe molte donne al Burka e
     anche questo si sapeva, ma si fa pure aiutare da esperti 
americani
     a censurare internet da "contenuti immorali" ovvero sia
     politicamente scorretti. Una gara d'appalto miliardaria per una
     censura fascista. Tra qualche anno, (magari in coincidenza col
     prossimo governo saudita) verremo chiamati a scandalizzarci per
     questo nuovo medioevo e manderemo una missione militare a
     ripristinare la laicità e riaprire le pompe di benzina. Per il
     momento il business è un altro, per il momento le nostre aziende
     forgiano spade per il medioevo in cambio di petrolio e i nostri
     governi sostengono califfi medioevali per mantenere il più grande
     deposito di carburante del mondo all'oscuro di esserlo. 
      Gian.    


http://kwnews.kataweb.it/kwnews/default.jsp?idContent=145926&idC
ategory=707 
Internet: aziende in gara per aiutare censura in Arabia New York,
20:00 19 novembre 2001


Numerose aziende Usa che producono software sono in gara per
aggiudicarsi una commessa dell'Arabia Saudita sui filtri in rete. Lo
scrive oggi il New York Times, ricordando che il governo saudita attua
una selezione sul web, eliminando quei siti che giudica non 
appropriati
per il mezzo milione di utenti Internet nazionali. I siti pornografici e
di gioco d'azzardo, ad esempio, sono assolutamente off limits in 
Arabia
Saudita. Per l'azienda che vincerà la gara ci sono in ballo contratti
per milioni di dollari e un'importante occasione di mettersi in mostra
per strappare contratti simili dagli altri paesi che vedono la necessità
di operare censure su Internet. Ma per aziende nate in una società 
che
ha fatto della libertà di parola la sua pietra cardinale, il contratto
potrebbe creare un problema di ordine morale. "Non c'è alcun 
problema,
questa è semplicemente una transazione commerciale con un paese 
estero -
ha detto Matthew Holt, responsabile delle vendite per Secure 
Computing,
già ora detentore di un contratto con l'Arabia - e quando vendiamo un
prodotto, non possiamo certo imporre al cliente l'uso che ne deve 
fare".
In lizza per il rinnovo del contratto, ci sono altre dieci compagnie
degli Usa, della Gran Bretagna e dell'Olanda. "Sarebbe un contratto
fantastico da ottenere - ha detto Geoff Haggart, vicedirettore di
Websense, una delle società in gara -. Si tratta ovviamente di un
appalto che fa gola a molti". (Red) 


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Giorgio Ellero 
<glr.y at iol.it> - <glry at libero.it> 
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