Genova, Ankara: due (raccapriccianti) anteprime dell'Europa di domani?



Genova, Ankara:
due (raccapriccianti) anteprime
dell'Europa di domani?



Ankara, primo settembre: doveva essere la Giornata della Pace.
Cosi' la volevano centinaia di migliaia di kurdi.
Ma il Regime ha voluto che fosse una giornata di repressione,
di scontri,
di arresti.
All'indomani di Genova, in Kurdistan, un militate kurdo,
in un incontro con visitatori italiani, aveva buttato li' una battuta:
quando la Turchia sara' entrata in Europa,
nelle scuole di polizia europee, come insegnanti,
ci metteranno dei poliziotti turchi.
Il modo in cui in tutta la Turchia si e' svolta la giornata del primo settembre
dovrebbe fare venire i brividi, a noi europei, ripensando a quella battuta,
e al fatto che la Turchia sta davvero diventando (fuor di metafora)
il battistrada per molte istituzioni europee.
E' in questa ottica che si propongono in questa Mail
i resoconti dettagliati della Marcia per la Pace,
a cominciare da quanto hanno visto sotto i propri occhi,
prima ad Ankara (il 1 IX) e poi a Istanbul (il 2 IX)
i componenti della folta delegazione italiana (dalla Sardegna).
La vicenda non e' chiusa, sia perche' il Regime ha dimostrato la sua intenzione
di sferrare un durissimo attacco all'HADEP
(unico partito kurdo legale, che e' al governo locale in molte province),
sia perche' la popolazione ha dimostrato
di non avere nessuna intenzione di lasciarsi spaventare e di arrendersi.

I brani qui riportati sono :

1) Breve resoconto della delegazione italiana sugli avvenimenti di Istanbul di domenica 2 settembre. Per contatti diretti, i riferimenti della delegazione italiana sono 339.1033752 (Mariangela), 333.2384701 (Antonello), 542.3351969 (Simona).

2) Dino Frisullo, Liberazione, 2 settembre 2001
Manifestanti rinchiusi nelle carceri e nello stadio usato per far fronte alle celle stracolme.
Ankara seppellisce la giustizia.
Migliaia di kurdi e osservatori internazionali fermati dalla polizia a Istanbul e nella capitale per impedire lo svolgimento della "Giornata dell’Onu per la pace".

3) Kurdish Observer, 3 IX 2001 : Pace fino alla fine!”, decine di migliaia di amanti della pace si sono riuniti ovunque in Kurdistan per celebrare il Primo Settembre, nonostante tutti gli assalti e le proibizioni. Sollecitando la vittoria della pace con tutto il loro cuore, essi hanno testimoniato la loro fedeltà al presidente del PKK Abdullah Ocalan.

4) AFP (Agency France Press), 3 IX 2001 : “Molti arrestati in seguito all'attacco della polizia turca contro i dimostranti kurdi”, sabato la polizia antisommossa ha attaccato i dimostranti kurdi a Istanbul, arrestandone molti mentre essi erano riuniti per la manifestazione di cordoglio funebre del sostenitore del maggior partito kurdo del paese che era morto sfuggendo la polizia -  ha affermato una portavoce del Partito della Democrazia del Popolo (HADEP).

5) Azad, 1 IX 2001
Ankara blindata nel giorno della pace.
Delegazione italiana: "Un immenso carcere a cielo aperto"

6) Comunicato di Murat Bozlak, Presidente del partito Hadep (tradotto e diffuso dall'Associazione Azad)

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=) La delegazione italiana a Istanbul, il 2 settembre.
funer
altra sede h, occup e circond, cecch
osped compagna gr dirig
Si sono recati alla sede periferica dell'HADEP di Zeytinburnu, dove si svolgeva la commemorazione funebre del diciannovenne kurdo Zeynel Durmus, morto venerdì sera cadendo dal quinto piano dell'edificio del partito di opposizione Hadep invaso dalla polizia, mentre cercava di sfuggire agli inseguitori. ma quando la delegazione e' arrivata, si e' trovata di fronte gli scontri della polizia che aveva caricato i manifestanti e li inseguiva nelle viuzze laterali, con le armi in pugno, arrestandone parecchi.
La delegazione italiana si e' allora spostata verso un'altra sede vicina dell'HADEP, trovandola occupata dalla polizia (i militanti erano stati fatti uscire), mentre tutta la zona era massicciamente presidiata dalla polizia e dai militari, e diversi poliziotti erano appostati sui tetti delle case, con i fucili puntati verso le strade e le piazze.
Su suggerimento di una militante dell'HADEP, i componenti della delegazione si sono allora diretti verso l'ospedale dove giace il corpo di Zeynel Durmus, il giovane kurdo morto venerdi'. Ma anche li' hanno trovato l'ospedale presidiato dalla polizia, che e' intervenuta contro i militanti dell'HADEP che volevano testimoniare la loro solidarieta' e il loro commiato alla vittima: molti di essi, tra cui diversi dirigenti e la stessa militante che li aveva indirizzati verso l'ospedale sono stati arrestati.
La delegazione italiana aveva anche in programma di andare a visitare le case dei familiari dei prigionieri in lotta, i quali conducono, in solidarietà ai propri cari detenuti, lo sciopero della fame fino alla morte (ad oggi 32 sono deceduti), ma non e' stato loro possibile, in una situazione in cui la polizia impedisce ogni accesso alle sedi di opposizione.

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Liberazione, 2 settembre 2001 - Dino Frisullo
Manifestanti rinchiusi nelle carceri e nello stadio usato per far fronte alle celle stracolme
Ankara seppellisce la giustizia
Migliaia di kurdi e osservatori internazionali fermati dalla polizia a Istanbul e nella capitale per impedire lo svolgimento della “Giornata dell’Onu per la pace”

«Questa è una giornata nera per la democrazia in Turchia», chiosa al telefono Mutlu Ciciroglu, responsabile internazionale del partito di opposizione Hadep. «La nostra gente si preparava ad unire i colori del Kurdistan con l’arcobaleno della pace, ora è piena d’ira». Almeno duecentomila kurdi, forse il doppio, erano attesi ieri ad Ankara per un immenso meeting nella Giornata dell’Onu per la pace. Non sono mai arrivati, fermati dall’esercito che, dopo il divieto del governo, ha chiuso le regioni kurde e le metropoli turche in un immenso coprifuoco di 48 ore, bloccando le colonne di autobus e caricando ogni concentramento in partenza per la capitale. Oltre ai mezzi privati e pubblici, erano stati prenotati oltre cinquemila pullman da tutta l’Anatolia. La polizia ha visitato una per una le agenzie di noleggio, minacciando di revocare le concessioni e sequestrare i mezzi, e poi ha presidiato in forze tutte le stazioni e le strade di comunicazione. Centinaia di migliaia di manifesti sono stati sequestrati per “istigazione a manifestazione non autorizzata” nelle sedi locali dell’Hadep, i cui dirigenti sono stati preventivamente arrestati a Diyarbakir e Urfa. La vigilia del 1° settembre è stata poi scandita, come in un tragico tabulato degli orari, dagli attacchi ad ogni concentramento in partenza dalle regioni kurde verso ovest. Un giovane kurdo, il diciottenne Zeynel Durmus, oggi farà il viaggio inverso in una bara, da Istanbul fino alla sua città natale, Nusaybin. Alle 12 di oggi una grande folla, fra cui diciassette “osservatori di pace” italiani, si raccoglierà per salutarlo intorno alla sede dell’Hadep nel quartiere Zeytinburnu, dal cui quinto piano era precipitato venerdì sera, sospinto o inseguito dai bastoni di legno della polizia. Sono migliaia i fermati a Istanbul e ad Ankara, dove lo stadio negato al meeting dell’Hadep è stato usato per integrare le celle stracolme. «Se provano a fermarci, le nostre mani diventeranno ali» aveva detto Mutlu il giorno prima alla delegazione italiana. Ma nello stesso momento a Diyarbakir i militari, che sparavano in aria per disperdere decine di migliaia di kurdi in partenza per Ankara, hanno mirato anche alle colombe appena liberate in segno di pace. Agli spari, ai gas, agli idranti e ai bastioni hanno risposto i sassi di migliaia di giovani. Scene d’Intifada a Diyarbakir come a Adana, Mersin, Batman, ovunque si provasse a mettersi in marcia verso la capitale. «Hanno macchiato di sangue la nostra pace», dice Dogan Erbas, avvocato di Ocalan e dirigente dell’Hadep a Istanbul. In Turchia si sparisce nelle carceri e nelle stanze della tortura, ma da tempo non si contava un morto nelle manifestazioni di piazza. E nella stessa città ieri si vegliava l’esile corpo di Hulya Simsek, ridotto a poco più di venti chili dopo 286 giorni di digiuno per i diritti dei detenuti. Una manifestazione ha percorso il quartiere Armutlu, cinto d’assedio dalla polizia dopo cinque morti per fame, nel nome di Hulya e di Ufuk Keskin, un detenuto politico che nel carcere d’isolamento di Edirne si è dato fuoco per protesta e ora lotta fra la vita e la morte. Per Atilla Cinar, capo della polizia di Diyarbakir, le cariche sono partite perché la gente inneggiava a Ocalan e al suo partito fuorilegge, della cui proposta di pace ricorreva ieri il secondo anniversario. E’ vero. Ma allora, chiedono i dirigenti dell’Hadep, perché la polizia ha assalito davanti al Topkapi di Istanbul anche la “conferenza stampa di massa” (escamotage per aggirare i divieti) presieduta insieme ai kurdi, e anche questa è una svolta storica, dal segretario della confederazione Disk Suleyman Celebi a nome di tutti i sindacati turchi? E’ questa la saldatura temuta dai militari, che pochi giorni fa hanno rintuzzato la velleità di alcuni politici “europeisti” sacralizzando, con l’avallo del premier Ecevit, il loro Consiglio di sicurezza nazionale posto ai vertici delle istituzioni dalla Costituzione golpista dell’82. Proprio ieri si concludeva l’ennesima operazione militare contro la guerriglia kurda attestata oltre il confine turco-irakeno. Il fantasma del “terrorismo separatista” serve ai militari per eternizzare il proprio potere: non potevano consentire che centinaia di migliaia di kurdi, con una marcia autodefinita “zapatista”, lanciassero nella capitale un messaggio di pace e democrazia. Mentre tutte le strade del Kurdistan restavano presidiate dalla polizia, e tutte le sedi dell’Hadep in Turchia da masse di popolazione reclusa ed esasperata, ieri da tutta Europa duecentomila kurdi sono confluiti nello stadio di Colonia per un meeting parallelo a quello vietato ad Ankara. Anche la polizia tedesca aveva visitato le sedi kurde ad Amburgo, Hessen e Wiesbaden, arrestando gli “istigatori” di un raduno di pace sostenuto dal Pkk, illegale anche in Germania. Questo non ha impedito il grande incontro di Colonia non solo fra kurdi, ma con i palestinesi, lo Sinn Fein e i rappresentanti di altri popoli in lotta. Un orecchio agli oratori e ai venti gruppi musicali, l’altro teso alle notizie dal “paese che non c’è” dove tutti vorrebbero fare ritorno.

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=) AFP ? “Molti arrestati in seguito all'attacco della polizia turca contro i dimostranti kurdi”:

 ANKARA

sabato la polizia antisommossa ha attaccato i dimostranti kurdi a Istanbul, arrestandone molti mentre essi erano riuniti per la manifestazione di cordoglio funebre del sostenitore del maggior partito kurdo del paese che era morto sfuggendo la polizia -  ha affermato una portavoce del Partito della Democrazia del Popolo. Gli organi di informazione locali hanno riferito che gli incidenti sono scoppiati quando la polizia ha detto ai convenuti per il compianto funebre di fronte all'ufficio HADEP del distretto di Zeytinburnu, sul lato europeo della città di Istanbul, che essi non potevano tenere una cerimonia per Zeynel Durmus ed ha chiesto loro di disperdersi.

 Durmus, di 19 anni, era morto in seguito ad una caduta in una condotta di ventilazione venerdì mentre fuggiva dalla polizia sul tetto dell'edificio del partito a Zeytinburnu. Quando la folla ha mantenuto la propria posizione ed ha cominciato a scandire slogan in favore di Abdullah Ocalan, il leader del Partito dei Lavoratori Kurdo (PKK), fuorilegge, la polizia e' entrata in azione. I dimostranti hanno reagito gettando sassi e attaccando gli agenti con bastoni, mentre la polizia ha usato gas e idranti contro il gruppo. Gli scontri sono durati un'ora con i dimostranti che fuggivano nelle strade laterali e la polizia che dava loro la caccia, hanno riferito i resoconti. "Non possediamo cifre definitive, ma molti dei nostri sostenitori sono stati arrestati", ha detto la portavoce dell'HADEP. La quale ha aggiunto che la polizia ha messo sotto custodia il capo della Sezione dell'HADEP di Zeytinburnu, Dogan Erbas, che e' anche un avvocato di Ocalan, ed altri tre membri del partito prima della cerimonia funebre. In seguito allo scontro, la polizia ha lanciato delle incursioni e perquisizioni negli uffici dell'HADEP a Istanbul, ha detto la portavoce.
La polizia ha anche disperso una seconda manifestazione nel distretto di Siliviri, anch'esso nel lato europeo, ed ha arrestato dozzine di dimostranti, ha riferito l'agenzia d'informazione Anatolia, senza fornire ulteriori dettagli. In un comunicato scritto da noi ricevuto, l'HADEP ha duramente condannato l'assalto, durante il quale - ha affermato - "molti sostenitori del partito sono stati feriti". Il comunicato afferma inoltre: "Il nostro ossequio umanitario verso un martire della pace e della democrazia ha incontrato un trattamento disumano".
Gli scontri di sabato sono giunti un giorno dopo che la polizia aveva arrestato centinaia di persone in tutta la Turchia in una retata contro i sostenitori dell'HADEP che si riunivano per manifestare la giornata mondiale della pace, il primo settembre. Circa duecento persone sono state prese a Istanbul durante gli scontri con la polizia seguiti alle loro celebrazioni, mentre la polizia di Ankara ha arrestato circa settecento persone tra misure di stretta sicurezza per prevenire incidenti indesiderati. Nel frattempo, la polizia di Istanbul ha comunicato sabato di aver arrestato 21 membri del PKK accusati di aver ucciso dieci membri delle forze di sicurezza negli scorsi anni e di prepararsi a condurre violenti attacchi ad Istanbul.
L'HADEP deve spesso fronteggiare pesanti attacchi da parte delle autorita' turche, che lo accusano di pretesi legami con il PKK che ha condotto una campagna armata di 15 anni contro Ankara per l'autodeterminazione dei Kurdi nel sud-est della Turchia. l'HADEP, che si batte per una soluzione pacifica della questione kurda, nega le accuse, ma ciononostante rischia di essere messo al bando per l'accusa di associazione con il Partito dei Lavoratori Kurdo (PKK), fuorilegge. Le tensioni e gli scontri nel sud-est della Turchia sono diminuiti a partire dal settembre 1999, quando il PKK ha abbandonato la sua campagna armata a favore della ricerca di una soluzione pacifica al conflitto seguendo l'appello alla pace di Ocalan, che e' nella cella della morte per tradimento.

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 =) Kurdish Observer ? “Pace fino alla fine!”:

 Decine di migliaia di amanti della pace si sono riuniti ovunque in Kurdistan per celebrare il Primo Settembre, nonostante tutti gli assalti e le proibizioni. Sollecitando la vittoria della pace con tutto il loro cuore, essi hanno testimoniato la loro fedeltà al presidente del PKK Abdullah Ocalan.

 Gli amanti della pace in Kurdistan, che avevano fatto preparativi per la Giornata Mondiale della Pace del Primo Settembre per parecchi giorni, hanno dimostrato la loro perseveranza nella loro richiesta di pace, nonostante tutti gli ostacoli, assalti, proibizioni, e provocazioni. Slogans di fedeltà al presidente del PKK Abdullah Ocalan sono stati gridati in tutte le iniziative in Kurdistan, mandando il messaggio che essi intendono andare fino in fondo per la vittoria della pace malgrado tutto.

 AMED [Diyarbakir] - La sede dell'Organizzazione Provinciale dell'HADEP di Diyarbakir e' stata assalita venerdi', ed hanno deciso di effettuare una dichiarazione pubblica collettiva alla stampa a Dagkapi, sabato. Ma la polizia ha fatto blocchi dappertutto e non ha permesso a nessuno di avvicinarsi all'area, arrestando piu' di cento persone. La polizia ha tenuto gli uffici provinciali dell'HADEP e gli uffici locali sotto blocco ed ha cominciato ad arrestare i rappresentanti delle organizzazioni non governative. Un gruppo di giovani nelle vicinanze di Baglar, che era sotto blocco, ha tenuto una manifestazione ed ha gridato slogan in sostegno del presidente del PKK Abdullah Ocalan. La notte prima erano delle case di Amed [Diyarbakir] erano state fatte oggetto di incursioni.

 VAN - Le celebrazioni del primo settembre sono cominciate a Xacort, Yenimahalle, e Karsiyaka nella notte precedente e sono continuate il primo settembre. Una folla si e' riunita nelle vie di Surmeli e Bayirli nelle vicinanze di Xacort ed ha cominciato a scandire slogan come "Biji Serok Apo" (Lunga vita al presidente Apo) e "Lunga vita alla pace". La folla ha presto raggiunto le cinquemila persone, ed ha continuato danzando per circa due ore. Reparti di polizia che sono arrivati sul posto si sono limitati a guardare. La folla riunitasi a Yenimahalle e Karsiyaka ha anche celebrato il primo settembre danzando e gridando slogan. La polizia ha cominciato a prendere misure piu' intense al mattino presto ed ha circondato gli uffici provinciali dell'HADEP a Van. Ma nonostante il blocco, il dirigente provinciale Mehmet Tekin ha pronunciato un comunicato alla stampa di fronte all'edificio.

 MARDIN - La polizia ha ostacolato il comunicato alla stampa che l'organizzazione provinciale dell'HADEP di Mardin voleva effettuare in via della Repubblica. Dopo di cio', una folla di cinquecento persone si e' riunita di fronte agli uffici provinciali del partito, gridando "le pressioni non ci impauriranno", "Pace subito" e "HADEP e' il popolo, il popolo e' qui". E' seguita una dichiarazione alla stampa a cui hanno partecipato i membri della Piattaforma della Democrazia.

 URFA - Una conferenza stampa pubblica collettiva e' stata organizzata dal dirigente provinciale Musa Farisogullari di fronte agli uffici provinciali dell'HADEP: egli ha detto che essi erano fedeli al concetto del nuovo periodo nonostante tutte le proibizioni e gli ostacoli. Nel frattempo, c'e' stata anche una dichiarazione alla stampa organizzata Piattaforma di Urfa del [sindacato] KESK, di fronte all'edificio dell'Egitim Sen [sindacato degli insegnanti], dopo la quale sono stati distribuiti alla gente garofani bianchi.

 SIRNAK - La popolazione di Sirnak si e' riunita nella prima mattina sotto l'organizzazione del dirigente provinciale di Sirnak Resul Sadak e di altri amministratori provinciali per salire sui pullman e partire. Ma la polizia ha preso pesanti misure contro gli amanti della pace e dopo averli fatti aspettare a lungo al passo di Kasrik, li ha fatti tornare indietro. Anche la gente che proveniva dalle altre province e' stata ostacolata. Dopo di cio', e' stata tenuta una celebrazione simbolica negli uffici del distretto di Silopi. Centinaia di persone si sono riunite all'edificio della sede provinciale di Sirnak, dove il dirigente Sadak ha parlato alla folla e ha detto: "Non c'e' altra soluzione che la pace".

 SIIRT - Ai membri dell'HADEP a Siirt non e' stato permesso di andare ad Ankara, e la polizia ha ostruito le conferenze stampa pubbliche collettive che essi volevano tenere in piazza della Repubblica a Siirt. Dopo di cio', circa 600 persone hanno partecipato ad una conferenza stampa effettuata di fronte all'edificio provinciale dell'HADEP. A diverse persone e' stato impedito di raggiungere la folla di fronte agli uffici dell'HADEP e tre persone sono state arrestate.

 BATMAN - La polizia e' intervenuta anche nella conferenza stampa a Batman. La polizia ha assalito la folla di circa 750 persone che si era riunita di fronte all'edificio del distretto centrale dell'HADEP per ascoltare una conferenza stampa di Eyup Karageci, membro dell'assemblea parlamentare dell'HADEP. La polizia ha assaltato la folla con bastoni e staffili, mentre la gente gridava "Biji Asiti" (Lunga vita alla pace), "Lunga vita al presidente Apo" e altri slogan. Un gran numero di persone, compreso Karageci, sono state ferite nell'assalto, e circa 20 persone, inclusi gli amministratori dell'HADEP, sono stati arrestati.

 ANTEP - La gente e' partita su circa 100 veicoli grandi e piccoli dai distretti Centrale, di Sahinbey, e di Sehit Kamil, ma sono stati fermati in cinque differenti punti sulla strada della gendarmeria, che ha raccolto informazioni sulle loro carte di identita' e filmato le persone. La gente e' stata fatta aspettare sui pullman fino a tardi, circa fino all'una del mattino, e non e' stato permesso loro di uscire. Alla fine gli amanti della pace sono stati costretti a ritornare ad Antep. Ogni veicolo e' stato multato con 150 milioni di lire turche ed una persona e' stata arrestata. L'organizzazione provinciale dell'HADEP di Antep ha tenuto una conferenza stampa di fronte al quartier generale del partito ed ha denunciato i divieti.

 MARAS - Un totale di nove pullman e' partito sulla strada da Central Maras, dal distretto di Pazarcik e da Elbistan, e dalla regione di Narli. Un pullman da Goksun e uno da Elbistan sono stati fermati dalla gendarmeria e fatti aspettare dieci ore. Due persone, Erol Bek e Iskender Celik, sono state arrestate. Celik e' stato temporaneamente rilasciato grazie alle pressioni della gente. I membri dell'HADEP sono stati nuovamente fermati all'entrata della regione di Pinarbasi, a Kayesri. Dopo esser stati costretti ad aspettare per circa tre ore, le loro carte di identita' sono state restituite, ed e' stato loro concesso di proseguire per Ankara. Ma i pullman sono tornati indietro piu' tardi su richiesta dei quartier generali dell'HADEP.

 ADIYAMAN - Circa 500 persone si sono riunite in piazza Havuzbasi presso il municipio per una conferenza stampa congiunta dell'organizzazione provinciale dell'HADEP e della Piattaforma per la Democrazia di Adiyaman. La gente ha spesso interrotto la conferenza stampa per gridare slogan come: "Viva la pace", "Lunga vita alla fratellanza del popolo", "Le donne e i bambini vogliono la pace" e altri slogan.

 BITLIS - La polizia ha circondato l'edificio provinciale dell'HADEP a Bitlis nella prima mattina. Circa 250 persone si erano riunite per una dichiarazione alla stampa del dirigente provinciale Nezir Karabas. Karabas ha detto che delle aziende di Bitlis erano state minacciate, ed ha criticato che il convoglio per Ankara fosse stato impedito.

 ELAZIG - L'organizzazione provinciale dell' HADEP ha tenuto una conferenza stampa di fronte all'edificio del partito. Il segretario provinciale Ali Ovun ha letto la dichiarazione, che ha espresso il loro appoggio all'unita' ed alla democratizzazione della Turchia, ed ha invitato ciascuno a comportarsi in modo responsabile.

 DERSIM - I veicoli che erano partiti per Ankara sono stati fermati all'ingresso di Malatya verso le cinque del mattino. I conducenti di nove pullman che trasportavano la gente hanno ricevuto pesanti multe e sono stati costretti a tornare indietro nel pomeriggio.

 BINGOL - A Bingol la polizia ha assaltato la popolazione che voleva andare a Ankara. Le forze militari hanno sequestrato i documenti dei veicoli e minacciato tutte le ditte dei pullman. La gente e' stata assalita ed e' stato impedito loro di entrare nelle stazioni dei pullman, e quindi li si e' fatti aspettare per sei ore. L'edificio provinciale dell'HADEP e' stato circondato completamente per due giorni, mentre veniva letta una dichiarazione alla stampa che condannava il divieto. La gente gridava slogan ed ha tenuto un breve corteo dopo la dichiarazione alla stampa.

 KARS - Dozzine di pullman sono stati preparati per partire da Kars, e nonostante tutti i divieti, cinque pullman sono riusciti a partire per Ankara. I pullman sono stati fermati e sequestrati, mentre i proprietari hanno ricevuto pesanti multe.

 AGRI - La popolazione di Agri ha tenuto una conferenza stampa pubblica collettiva per denunciare l'impedimento effettuato a circa 21 pullman e pulmini che avevano tentato di andare ad Ankara.

 HAKKARI - Circa cinque pullman di gente che hanno cercato di andare ad Ankara nonostante tutti gli ostacoli sono stati fatti aspettare alla stazione di polizia. Una conferenza stampa pubblica collettiva e' stata tenuta di fronte all'edificio provinciale dell'HADEP e circa 20 persone sono state arrestate.

 ERZURUM, ARDAHAN, IGDIR, e DOGUBEYAZIT - A tutti i veicoli provenienti da queste province e' stato impedito di andare ad Ankara, e sono state fatte conferenze stampa pubbliche collettive.

 Saluti a Ocalan da Urmiye
 Una folla di giovani si e' riunita l'altra sera nella citta' di Urmiye, nel Kurdistan orientale, in Iran, ed ha tenuto una manifestazione per il primo settembre ed ha dimostrato il proprio sostegno alle attivita' nel Kurdistan settentrionale, turco. I giovani si sono incontrati nelle vicinanze di Feleke Madir ed hanno gridato slogan di fedelta' al presidente del PKK Abdullah Ocalan. Essi hanno anche richiamato l'attenzione al caso del presidente del PKK alla Corte Europea dei Diritti Umani. I giovani hanno innalzato una bandiera con la scritta "Processare Ocalan e' processare l'intero popolo kurdo". La manifestazione e' terminata senza incidenti.

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=) Azad, 1 IX 2001

ANKARA BLINDATA NEL GIORNO DELLA PACE
DELEGAZIONE ITALIANA: "UN IMMENSO CARCERE A CIELO APERTO"

  Il divieto della grande marcia su Ankara "Mano nella Mano per la Pace" e del meeting richiesto per oggi nella capitale dal partito Hadep e da centinaia di organizzazioni, ha innescato una reazione a catena che sta scuotendo il paese.

 Ad ANKARA ieri si è tenuto un sit-in di protesta dell'Associazione diritti umani (IHD), circondata dalla polizia che non è intervenuta, forse per la presenza degli osservatori italiani. Oggi alle ore 11 (italiane) il Guvenpark di piazza Kizilay, dove era prevista una "conferenza stampa di massa all'aperto" dell'Hadep, è bloccato da migliaia di militari, e l'intero centro cittadino è pattugliato da blindati e sorvolato da elicotteri. La delegazione di 17 giuristi, giornalisti e osservatori italiani sta assistendo alla conferenza stampa che è stata trasferita dinanzi alla sede dell'Hadep, dove sta parlando il segretario nazionale Murat Bozlak dinanzi a migliaia di militanti, circondati da un cordone di militari in assetto di guerra. La sensazione, dicono gli osservatori italiani, è altissima: "si vive un clima di sospensione di ogni garanzia e di totale arbitrio, dove può succedere di tutto, come in un immenso carcere a cielo aperto".

 A ISTANBUL ieri la polizia ha impedito alla vasta popolazione kurda di raggiungere Ankara con le migliaia di bus già noleggiati. Tutte le comunicazioni fra le due metropoli turche sono bloccate. Nel pomeriggio di ieri un giovane di diciotto anni è morto cadendo dal quinto piano dell'edificio del partito nel quartiere di Zeytinburnu, nel corso di un raid della polizia, e una donna è gravemente ferita. Nella città ogni concentramento è stato attaccato fino a notte inoltrata, i fermati sono fra due e tremila. Questa mattina il maggiore sindacato, il Disk, insieme a molte altre organizzazioni sindacali e professionali, ha convocato un concentramento "con diffusione militante di un bollettino per la pace" nella centrale Istiqlal Caddesi: si prevedono nuovi scontri.

 A DIYARBAKIR ieri scene di Intifada: dalle 9 del mattino decibne di migliaia di persone si sono riunite per raggiungere Ankara, ma la polizia ha predisposto un cordone di un chilometro con dodici posti di blocco e tiratori scelti sui tetti. Alle 13 la folla è stata attaccata mentre, secondo la CNN, gridava slogan per la pace e per il presidente Apo. Alle raffiche sparate in aria i giovani hanno risposto con una fitta sassaiola, poi sono entrati in funzione idranti e lacrimogeni, mentre coloro che si erano gettati a terra per sfuggire agli spari, giornalisti inclusi, venivano massacrati a bastonate. Ieri sera si contavano 47 feriti (ma moltissimi non sono stati ospedalizzati per evitare il fermo di polizia) e 22 arresti. Per oggi sono previste altre manifestazioni.

 L'INTERO KURDISTAN TURCO è un immenso campo di concentramento, in cui sono rinchiuse venti milioni di persone. Bloccato ogni collegamento fra città e città, a BATMAN la polizia ha attaccato un corteo di diecimila persone con centinaia di arresti. Città come MARDIN, URFA, DERSIM sono città chiuse, tutte le compagnie di autobus sono state minacciate e tutti i convogli per Ankara sono stati bloccati. La popolazione ha presidiato le strade e le sedi dell'Hadep per l'intera notte a BINGOL, URFA, MIDYAT, BATMAN e ADIYAMAN.

 Nelle PRIGIONI si estende la protesta, dopo che i diecimila prigionieri kurdi hanno avviato uno sciopero della fame "per la pace, l'amnistia e la democrazia" unendo la loro protesta a quella dei detenuti politici della sinistra turca che prosegue da dieci mesi. In molte città le famiglie digiunano in solidarietà con i detenuti.
 Ieri un corteo ha percorso il quartiere di Armutlu a ISTANBUL dopo la morte della 32.ma vittima dello sciopero della fame, la 38enne Hulya Simsek, già direttrice editoriale dell'associazione Tayad. Il suo corpo, pesante poco più di venti chili dopo 286 giorni di digiuno, sarà portato oggi con una nuova manifestazione nella città natale di Erzincan. Nel quartiere di Armutlu, dove altri quattro militanti e parenti di detenuti si erano lasciati morire di fame per solidarietà con i prigionieri, sono stati rafforzati i cordoni di polizia. Si è appreso intanto che nel carcere di tipo F (d'isolamento) di Edirne un giovane detenuto, Ufuk Keski, si è dato fuoco per protesta nei giorni scorsi: le sue condizioni sono gravi, ma la direzione carceraria impedisce ogni contatto.

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=) Comunicato di Murat Bozlak, Presidente del partito Hadep (tradotto e diffuso dall'Associazione Azad)

"Oggi 1. settembre, Giornata internazionale della pace, ad Ankara erano attesi centinaia di migliaia di uomini e donne per cingere, mano nella mano, la città in un abbraccio di pace. Ma questo non è stato consentito, e si è eretto un muro impenetrabile davanti alla rivendicazione di pace e democrazia di milioni di persone.
 Noi viviamo in una fase in cui cresce visibilmente la domanda di pace e di democratizzazione, e abbiamo il dovere di dare una risposta. Per questo ieri e oggi, dando voce alla forte volontà dei militanti del nostro partito e al bisogno di pace e convivenza di 65 milioni di cittadini turchi, avevamo programmato un grande meeting contemporaneo a quelli in programma in tutto il mondo.
 Questo ci è stato vietato, e in tutto il paese si è esercitata una violenta repressione contro tutte le nostre organizzazioni e i nostri militanti e dirigenti. A Istanbul un giovane ha perso la vita cadendo da una finestra nel corso dell'assalto da parte delle forze di polizia alla sede del nostro partito nel quartiere di Zeytinburnu.
 La Direzione di pubblica sicurezza di Ankara ci ha comunicato questa mattina che anche la conferenza stampa di massa programmata nel Parco Abdi Ipekci è stata vietata.
 L'Hadep è una realtà viva in questo paese, patrimonio di migliaia di elettori.
 Questo comportamento da parte delle autorità di polizia è insensato e illegale nei confronti di un partito che si sforza di risolvere con mezzi pacifici i problemi della Turchia nel quadro di un'ampia democratizzazione e nel rispetto dell'integrità e laicità dello stato. Una pesante repressione si abbatte sulle attività democratiche di un partito politico che organizza e orienta milioni di persone. Questi comportamenti non solo sono lontani dalla democrazia, ma attentano alla sostanza della democrazia.
 Veniamo da un periodo di grande sofferenza e di doloroso conflitto, e non intendiamo prestare il fianco ad alcun comportamento che possa recare danno alle speranze di soluzione pacifica dei problemi del paese. Respingiamo quindi ogni tipo di provocazione.
 Per queste ragioni, mentre protestiamo vivamente per gli attacchi illegali e immotivati al nostro partito in tutto il paese, siamo costretti a rinunciare alla conferenza stampa di massa programmata per oggi ad Ankar".

Murat Bozlak
Presidente del partito Hadep