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Il Cavaliere e le rose (Lettera al Manifesto)
- Subject: Il Cavaliere e le rose (Lettera al Manifesto)
- From: Roberto Pignoni <pignoni at mat.uniroma1.it>
- Date: Mon, 9 Jul 2001 15:42:50 +0200
Cari compagni del Manifesto. Siamo rimasti sbigottiti, ci aspettavamo davvero qualcosa di diverso dal ''nostro'' Manifesto. ''La polizia ha sorpreso ieri in pieno centro di Roma 10 bambini tra i 9 e i 12 anni che venivano utilizzati per chiedere l'elemosina per le strade o per vendere rose all'interno dei ristoranti e dei locali nei pressi di piazza Navona. Gli agenti hanno fermato anche i genitori. Si tratta di nomadi provenienti dalla ex Jugoslavia''. E' una notizia breve uscita a pagina 8 di sabato scorso. Compagni del Manifesto, da quando in qua rigirate a cuor leggero le veline della Questura, fedelmente battute dalle agenzie (come voi del mestiere ben sapete) a proposito di un argomento tanto delicato, come quello dei rom che vivono in questa citta'? Prima cosa, sono rom, e non ''nomadi''. Seconda cosa, bambini ''utilizzati'' per vendere le rose? Gentili compagni del Manifesto, vi accompagneremmo volentieri nei meandri delle favelas che Roma capitale ospita, per farvi apprezzare lo sforzo di molti nuclei familiari (donne, uomini, anziani e bambini) di vendere onestamente le rose per strada, piuttosto che adattarsi ad altre soluzioni piu' remunerative. Oppure devono sparire? Sia chiaro, tutti noi vorremmo che i bambini fossero tutti uguali, e avessero tutti il diritto di non dover fermare la gente con una rosa in mano per chiedere mille lire. Ma prima di tutto vorremmo che tutti i bambini avessero una casa, un letto, la possibilita' di vivere in un ambiente amichevole e sano. Ebbene, nella nostra civilizzata Europa, il semplice fatto di nascere rom lo rende impossibile nel 90 per cento dei casi. Terza cosa, questa volta - legge del contrappasso - vi e' andata pure male, perche' la vera notizia risiedeva in altri due episodi. Uno abbastanza ''scontato'', l'altro decisamente ''succoso''. I bambini di cui sopra, salvati grazie alle insonni auto blu della polizia da cotanto sfruttamento minorile (ma perche' Benetton non sta in galera?), sono stati trascinati in Questura dove sono state prese le loro impronte digitali. Perfino a una bambina di 6 anni. I rom lo chiamano ''abuso di potere'', voi non sappiamo. La retata, inoltre, ha causato il fermo (illegale) di una donna incinta a cui e' stato revocato (illegalmente) il permesso di soggiorno mentre il di lei marito veniva espulso. In piu' sono fioccate numerose multe da due milioni ciascuna, perche' vendere le rose e' illegale ma soprattutto disturba i turisti e mette di cattivo umore quei poveracci dei ristoratori di piazza Navona. Questo il livello ''scontato'', perche e' ''normale''. E ora l'episodio succoso, che forse potra' aiutarvi a guardare con un pizzico in piu' di interesse queste persone, vero crocevia delle contraddizioni della nostra epoca. Proprio due giorni prima della retata decantata dal Manifesto su quella stessa piazza era arrivata una macchinona. Chi scende, scortato dai suoi tirapiedi? Lui, Silvio Berlusconi. Due delle bimbe rom che pochi giorni dopo verranno salvate dalla polizia dai genitori-sfruttatori, si avvicinano per vendergli una rosa. Berlusconi si rifiuta infastidito, le bambine gli gridano dietro "tirchio" e "razzista". Il Cavaliere avra' pensato che i bambini che non hanno tempo di guardare i cartoni animati mediaset crescono troppo in fretta? Roberto Pignoni Roma
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